SCULTURA: OGGI 8 luglio si inaugura al Parco archeologico di Naxos la mostra di Claudio Palmieri. Fino al 30 settembre 2023
MOSTRE: le sculture di Claudio Palmieri
nell’area archeologica di Naxos, fino al 30 settembre
Giardini Naxos (ME), 8
luglio 2023 – Domenica 9 luglio,
nell’Area archeologica del Parco di Naxos, apre al pubblico la mostra “Claudio
Palmieri. Pieghe del tempo” con diciannove tra sculture e installazioni
che ripercorrono trentasei anni di attività dell’artista romano, dal 1987 ad
oggi.
Un
evento proposto da Civita Sicilia, concessionario dei servizi di didattica
museale, e accolto dal Parco Archeologico Naxos Taormina diretto
dall’archeologa Gabriella Tigano. La cura del progetto espositivo è di Ilaria
Schiaffini. Si inaugura sabato 8 luglio, ore 18. Insieme alla direttrice
Tigano e a Renata Sansone, amministratore delegato di Civita, interverranno il
sindaco di Giardini Naxos, Giorgio Stracuzzi, l’assessore comunale alla
culture, Fulvia Toscano, l’autore e la curatrice.
La
mostra, allestita nell’area verde che introduce al Museo archeologico di Naxos,
sarà visitabile fino al prossimo 30 settembre, tutti i giorni, dalle 9 alle 19.
Il costo del biglietto resta invariato: intero 4 euro, ridotto 2 euro. Info www.parconaxostaormina.com
LA
MOSTRA | notizie
Il titolo “Pieghe del tempo” evoca l’idea di una
stratificazione temporale connessa con il gesto creativo, che si esprime nel
contatto fisico della mano con la materia: è questo un aspetto caratteristico
della poetica di Claudio Palmieri, da sempre orientato allo sperimentalismo e
alla contaminazione di tecniche e generi diversi. Che si tratti di pigmento
pittorico, ceramica, plastica, metallo o altro, la materia si piega sotto una
gestualità sapiente e istintiva e dà vita a concrezioni che ricordano residui
geologici, ritrovamenti fossili, tracce biomorfiche.
“Sono sculture abitate – ha scritto di lui Achille
Bonito Oliva - geometrie riscaldate da residui emozionali di materia organica
che, nel richiamare le profondità remote del tempo esterno e di quello
interiore, lasciano talvolta affiorare iconografie umanoidi, memorie culturali
collettive, miti o archetipi della civiltà mediterranea: il guerriero, la
lancia, la clessidra, Golgota, Atlantide. Allo stesso tempo, nel rifuggire da
identificazioni storiche univoche, esse riconducono l’umanità alla sua
consistenza naturale primaria. Con le armi della simulazione estetica,
dell’incanto visivo e della sensorialità tattile ereditate dal Barocco, Palmieri
sembra così rispondere alle minacce di distruzione della natura provocate dalla
civiltà tecnologica.
Palmieri
si forma con il pittore futurista Mino Delle Site, si diploma all'Accademia di
Belle Arti di Roma e, dopo un esordio in ambito informale, la sua ricerca si
orienta verso una pittura e scultura polimateriche, aperta anche a elaborazioni
fotografiche. Negli anni Ottanta del secolo scorso partecipa al clima della
Nuova Scuola Romana attorno alla Galleria L’Attico di Fabio Sargentini.
Dopo la presenza alla Biennale di Venezia nel 1986,
partecipa a importanti mostre collettive generazionali; nel 1993 gli viene
dedicata una prima antologica alla Galleria Civica di Moderna; nel 2000
partecipa alla XII Quadriennale di Roma e, tra il 2001 e il 2002, prende parte
alla mostra itinerante in Giappone Scultura italiana del XX secolo.
Realizza sculture monumentali e mostre in numerose città italiane e le sue
opere sono conservate nelle collezioni di importanti musei italiani e
stranieri. Nel 2021 ha ricevuto il Premio Bugatti-Segantini alla carriera.
All’ombra
dell’Etna, i brani di natura simulata a cui l’artista dà vita instaurano un
dialogo con i tempi lunghi delle ere geologiche e dei cataclismi naturali. La
materia informe si confronta sempre nelle sculture di Palmieri con una esigenza
architettonica, in un cortocircuito tra istinto e razionalità, tra pulsione
emozionale e rigore strutturale. Raccogliendo l’eredità delle ricerche
moderniste, l’artista contesta non solo l’impianto tradizionale del monumento
isolato nello spazio, ma anche il dogma della regolarità geometrica dei piani
costruttivi. Le sue strutture, aperte nello spazio, leggere e dinamiche,
restituiscono la sensazione di un momento bloccato in un processo di
trasformazione continua.
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