domenica 23 aprile 2023

Il dramma di Caino e Abele. Papa Francesco e la guerra tra russi e ucraini di Fernando Massimo Adonia

 


Il dramma di Caino e Abele. Papa Francesco e la guerra tra russi e ucraini” di Fernando Massimo Adonia - edito da Algra -, reperibile in tutte le librerie come online (anche sul sito della casa editrice https://www.algraeditore.it/saggistica/il-dramma-di-caino-e-abele-papa-francesco-e-la-guerra-tra-russi-e-ucraini/), è un volume che dà voce ad una voce che grida pace nel deserto: quella di Papa Bergoglio. Cardine del libro un messaggio carico di complessità e preoccupazione: “Mentre si assiste a un macabro regresso di umanità, mi chiedo, insieme a tante persone angosciate, se ci sia la volontà di evitare una continua escalation militare e verbale; se si stia facendo tutto il possibile perché le armi tacciano”.

L’approfondimento intervista all’autore Fernando Massimo Adonia

 

Com’è nata l’idea del suo libro “Il dramma di Caino e Abele”?  

Era impensabile che potesse scoppiare una guerra nel cuore d’Europa, non dopo la caduta del muro di Berlino. La storia sembrava diretta verso un’altra direzione: verso la pace e il dialogo tra popoli e nazioni. Invece no: è successo. Come dice Papa Francesco da anni, è in corso “la terza guerra mondiale a pezzi”. Il mondo brucia e la guerra in Ucraina rappresenta la saldatura tra tanti conflitti sparsi dove a combattersi sono sempre gli stessi attori globali. Gli Stati tornano a investire sulle armi, mentre la forbice tra i ricchi del Pianeta e i più poveri è aumentata. È tornata la minaccia nucleare e il mondo è tornato ad essere quel campo di battaglia per definire nuovi assetti di potere. 

 

Qual è il senso della letteratura e, più in generale, della scrittura oggi?

Una domanda enorme. Provo a rispondere: la scrittura serve ad affinare il pensiero, a leggere l’Uomo e a comprendere il senso profondo degli eventi. Può anche essere un esercizio di ascesi. Ma anche un servizio alla propria comunità affinché possa saperne sempre di più su qualsiasi interrogativo, anche privato, possa assillare il sentire umano. 

 

Quale messaggio desidera lanciare con il suo libro?

Sfruttando l’appello del Papa, il messaggio del libro può essere racchiuso in una sola parola: “Fermatevi!”. Ma c’è uno scopo ulteriore fissato in queste pagine: spiegare perché il Papa, in questa crisi, ha deciso di non schierarsi con nessuno dei contendenti, se non con le popolazioni martirizzate e gli innocenti. Una scelta difficilissima, spesso criticata e banalizzata. Ma coerente con la storia di un'istituzione che da Duemila anni accompagna le sofferenze dell’umanità. L’obiettivo del papa è la pace: una pace che sia tenuta in piedi dalla giustizia. Il racconto dei buoni contro i cattivi non aiuta a individuare le cause del conflitto e mettere a tacere le armi, anzi. Quella tra russi e ucraini e una crisi che viene da lontano, il Vaticano l’ha seguita da vicino, richiamando – in tempi non sospetti – tutti i protagonisti a non superare il punto di non ritorno. Una storia spesso non raccontata.

 

Qual è il libro più bello che ha letto (ad oggi) e che potrebbe aver ispirato questo suo lavoro?

Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio ha appena compiuto dieci anni. Un papato dal forte impatto mediatico, ma con un Papa spesso travisato. Il professore Massimo Borghesi ha dedicato più di uno studio finalizzato a comprendere le coordinate intellettuali di Francesco. Alle spalle c’è un pensiero complesso che, prendendo le mosse dall’opera del filosofo e teologo Romano Guardini, tende ad armonizzare le contrapposizioni che animano il teatro di questo mondo. Insomma, senza alcune coordinate culturali, è impossibile comprendere i gesti e le parole del pontefice argentino. 

 


Scelga il passo dal suo libro per salutare e incuriosire i lettori.

Come detto più volte, i temi della guerra e della pace sono presenti lungo tutto il pontificato di Francesco. A Bari, nel 2020, ha tenuto forse una delle lezioni più estese e intense sull’argomento, pronunciata a conclusione dei lavori del primo incontro promosso dalla Cei, su iniziativa del cardinale Gualtiero Bassetti e di Antonino Raspanti (vescovo di Acireale), dal titolo Mediterraneo frontiera di pace. Si tratta di una riflessione resa ancora più eloquente da una suggestiva serie di dettagli e segni. Francesco ha parlato all’interno della cattedrale di San Nicola, una basilica tanto cara ai fedeli russo-ortodossi, ai quali è peraltro permesso di celebrare secondo la propria tradizione liturgica. Fuori, invece, a pochi metri di distanza, c’è la statua bronzea del santo venerato da cattolici e ortodossi e donata, nel 2007, da Vladimir Putin alla città pugliese. Ma c’è un dettaglio ulteriore che sollecita quanti inseguono la cabala: il discorso papale è stato pronunciato il 24 febbraio, lo stesso giorno dell’inizio delle operazioni militari in Ucraina. (pp. 90-91)