mercoledì 28 gennaio 2015

‘La solitudine di Prometeo’di Ciro Palumbo


 

 ‘La solitudine di Prometeo’
di Ciro Palumbo

La mostra è stata prorogata e sarà visitabile al MacS fino al prossimo 8 Febbraio 2015

Il MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) di Catania, diretto da Giuseppina Napoli, sito nella Badia piccola del Monastero di San Benedetto di via Crociferi, ospita la mostra ‘La solitudine di Prometeo’ di Ciro Palumbo.  La stessa visto l’indice di gradimento mostrato dai numerosi visitatori è stata prorogata e sarà visitabile fino al prossimo 8 Febbraio 2015.

 

Ciro Palumbo – Sono figlio di tanti ‘padri’ o che io ritengo tali, prima di tutti Alberto Savinio e Giorgio de Chirico. Non saprei spiegare questa forte attrazione, forse parte dalla lettura degli scritti dei due “Dioscuri” di Volos. C’è stato un tempo in cui impazzii per Renato Guttuso, sia per il personaggio che per la sua capacità manuale, rimasi sconvolto dal Sommo Michelangelo e la sua scultura rivoluzionaria.  Più volte sono stato rapito da grandi passioni, molte delle quali si annoverano fra i classici che puntualmente visito nella mia biblioteca. Tra i contemporanei amo Odd Nerdrum, Massimo Rao, Wainer Vaccari, Riccardo Tommasi Ferroni, per citarne alcuni, ma la lista potrebbe continuare. Trovo sia bellissimo scoprire grandi artisti attorno a noi che ci ispirano e ci guidano. Credo che il pittore non possa determinare l’impatto che avranno le sue opere. Dipingo simboli con diversi significati, da quelli più conosciuti a quelli che solo la nostra sensibilità può riconoscere e leggere. In fondo però posso dire che un denominatore comune c’è: il “viaggio”, l’incessante cammino che ci porta sempre un passo più avanti o più “in alto”, inteso come un’esperienza evolutiva. La mia definizione di arte? Espressione di sé. Vita. Espressione di Bellezza. Poesia”.

 

Giuseppina Napoli (Direttore MacS) -  Affascinante tra tutti è il mito di Prometeo, colui che osò disubbidire agli ordini divini e che, amico degli uomini, donò loro il Fuoco sacro, affinché da esso attingessero forza, conoscenza e vita. Condannato per il suo gesto fu costretto a subire l’atroce martirio di essere incatenato ad una rupe, mentre una famelica aquila gli divorava le interiora che costantemente ricrescevano. Il MacS ospita questo mito e lo celebra attraverso il racconto pittorico che di esso ne fa Ciro Palumbo. Nessuna retorica o magniloquenza, non presunzione né oltraggio nei gesti dell’eroe, piuttosto l’emblema delle scelte condotte a termine con coraggio. Così come lo scultore trae dal marmo il suo Prometeo, Palumbo ne dipinge le marmoree membra sulla tela e tutto intorno è tenebra, è luce, è nuvole e monti, è solitudine”.

 

Stefania Bison (una stralcio dalla nota critica) - Ciro Palumbo si distacca coraggiosamente da secoli di rappresentazione e ci pone davanti a un Prometeo diverso, che nulla eredita dalla tradizione iconografica. La sua pagina pittorica si presenta qui spogliata della teatralità e pathos che solitamente ne caratterizzano la figura, non presentando né il dramma del suo castigo senza fine nè il trionfo del ratto del fuoco. Il Prometeo di Palumbo, raffigurato non con le sembianze di essere umano ma come statua di reminiscenza classica, simulacro dell’uomo, è seduto su una roccia che riporta alla memoria la regione caucasica. Le sue membra non sono strette da catene, ma morbidi legacci le cingono dolcemente. Legacci che devono essere letti non solo nella loro essenza materiale, ma in quella più profondamente spirituale e psicologica. Non esiste il senso di costrizione, ma la possibilità di un’immediata liberazione. È un Prometeo essenzialmente umano a cui è concesso il libero arbitrio e la conseguente capacità di scelta, consapevole della sua colpa e al tempo stesso fiero del prezioso dono fatto agli esseri umani. Difficile darne un’interpretazione precisa, ma senza dubbio Ciro Palumbo è riuscito a privare la figura del titano da quell’aura mitologica anacronistica che poco si accompagna ai nostri giorni, preservandone invece intatto il suo valore archetipico. Punto focale della composizione è il fuoco, raffigurato non come torcia – e dunque tenuto in mano da Prometeo – ma conservato come bene prezioso in un vaso classico. E se da una parte ci atteniamo alla narrazione mitologica che vuole il fuoco come sinonimo della conoscenza donata all’uomo, dall’altra non possiamo non considerare la simbologia che da sempre questo elemento porta con sé: illumina e riscalda, vivifica e distrugge, rende visibili le forme e non ha forma in sé, è sulla terra ma si protende verso il cielo. Tutto intorno il silenzio e l’immobilità di un non-luogo che, in ultima analisi, altro non è che il riflesso della solitudine di un Prometeo moderno, più vicino a noi di quanto crediamo”.

 

Scheda Mostra

Ciro Palumbo.

La solitudine di Prometeo


Autore: Ciro Palumbo

Titolo mostra: La solitudine di Prometeo     

Curatore: MacS

 

Portatore di conoscenza, 2014, olio su tela, 70x60 cm

Fuoco Sacro, 2014, olio su tela, 90x70 cm

Il Prometeo, 2014, olio su tela, 150x180 cm

L’occhio e la luce, 2014, olio su tela, 60x50 cm

Una luce, 2014, olio su tela, 40x45 cm

La Sapienza, 2014, olio su tela, 60x50 cm

Il fuoco e i monti della prigione, 2014, olio su carta, 76x56 cm

In attesa, a capo chino, 2014, olio su tela, 100x90 cm

Davanti alla luce, 2014, olio su tela, 60x70 cm

La solitudine di Prometeo, 2014, olio su tela, 150x100 cm

Il fuoco della conoscenza, 2014, olio su tela, 35x30 cm

Il vaso del sole, 2014, olio su tela, 35x30 cm

Il carro del fuoco, 2014, olio su tela, 40x50 cm

Il dono dell’intelligenza, 2014, olio su tela, 40x50 cm

Le ali della conoscenza, 2014, olio su tela, 50x40 cm

Il tormento, 2014, olio su tela, 50x60 cm

Il luogo del martirio, 2014, olio su carta, 140x91,5 cm

 

Inaugurazione: 13 Dicembre 2014 (ore 18,00)

Conclusione: 3 Febbraio 2015

 

 

 

Biografia Ciro Palumbo Nato a Zurigo nel 1965. Il suo percorso artistico prende l’avvio dalla poetica della scuola Metafisica di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, per reinventarne tuttavia i fondamenti secondo un’interpretazione personale del tutto originale. Nella sua ricerca procede attraverso momenti di contemplazione e silenzi metafisici, a cui si contrappongono espressività notturne e intimamente travagliate, dove si respira netto il distacco dall’immobilità silente che abita le tele del Pictor Optimus. Le sue opere si presentano dunque come palcoscenici in cui gli oggetti presenti sono portatori di simbologie oniriche. Ciro Palumbo non è solo un pittore, ma di fatto un poeta che riflette, agisce e compone per coniugare metafore sull’inafferrabilità del tempo e l’incommensurabilità dello spazio, mostrando quindi la sua capacità di approfondire l’osservazione non tanto della natura, quanto delle impressioni immaginifiche che provengono dalla memoria. Curioso ricercatore e studioso, lavora da qualche anno anche sul tema del Mito, interpretando la mitologia classica in chiave squisitamente moderna, e dandone una lettura profondamente colta e suggestiva. L’artista riesce dunque a sublimare e contestualizzare i miti antichi in spazi al di fuori del tempo, dimostrando la loro contemporaneità. La sua formazione di grafico pubblicitario lo porta ad esercitare per anni la professione di Art Director in Agenzie pubblicitarie di Torino. È durante questo percorso che scopre ed amplia le sue capacità visive e compositive. Successivamente, l’esperienza in una moderna bottega d’arte e la conoscenza di alcuni Maestri contemporanei, lo conducono ad approfondire la tecnica della pittura ad olio con velatura. L’artista inizia la sua attività espositiva nel 1994, e ha al proprio attivo un centinaio di mostre personali in tutta Italia. Nel 2011 ha partecipato alla 54a Biennale di Venezia, padiglione Piemonte. Tra le esposizioni internazionali sono da segnalare la presenza all’Artexpo di New York, al Context Art Miami, le mostre personali a Providence (USA) e in Svizzera a Bellinzona. Alcune opere di Palumbo sono presenti all’interno della collezione della “Fondazione Credito Bergamasco”, presso la “Civica Galleria d’Arte Moderna G. Sciortino” di Monreale (Pa) e al MACS di Catania. Hanno scritto della sua produzione artistica Paolo Levi, Vittorio Sgarbi, Alberto Agazzani, Angelo Mistrangelo, Tommaso Paloscia, Alberto D’Atanasio, Stefania Bison, Francesca Bogliolo. Le sue opere sono pubblicate su importanti annuari e riviste di settore, inoltre alcuni dipinti si trovano all’interno di collezioni istituzionali e private in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora a Torino.

 

 

 

Sede: MacS – Museo Arte Contemporanea Sicilia
Indirizzo: via Crociferi – via S. Francesco n. 30, Catania

Telefono: 095 715 2207 - 342 301 7376

Orari: ore 09.00 -  ore 18.00 (chiusura il giovedì)
Ingresso: €5,00 (biglietto unico) – €3,50 (biglietto ridotto)




 

martedì 13 gennaio 2015

LA NUOVA STAGIONE CONCERTISTA DI FRANCESCO CAFISO

 



Francesco Cafisdo inaugura la Stagione concertistica 2015 degli Amici della Musica. L'ambasciatore della musica jazz italiana nel mondo sarà in concerto per presentare in anteprima assoluta l’album “LA BANDA” lunedì 19 gennaio alle ore 17.15 e martedì 20 gennaio alle 21.15 presso il Politeama Garibaldi di Palermo (Piazza Ruggero Settimo – info abbonamenti e prevendite: www.amicidellamusicapalermo.itinfo@amicidellamusicapalermo.it – ingresso: da 25 euro). “La Banda” è uno dei 3 dischi in uscita all’interno del suo nuovo lavoro discografico, il primo costituito interamente da sue composizioni originali, dal titolo “3”: tre album profondamente diversi, “LA BANDA”, “20 CENTS PER NOTE” e "CONTEMPLATION", che usciranno in contemporanea il 3 marzo e in cui troveremo Cafiso nelle vesti di compositore, arrangiatore e concertatore, oltre che di musicista già riconosciuto tra i più grandi al mondo.

«L’album “La banda” è interamente dedicato alla mia Sicilia – spiega Francesco Cafiso – Nel comporre questa suite mi sono ispirato alla tradizione bandistica tanto radicata nella mia terra, che ha fortemente influenzato la nascita del linguaggio jazzistico. Proprio per questo motivo ho scelto di presentarlo a Palermo con due concerti-evento, in occasione dei festeggiamenti per i primi novant’anni di attività degli Amici della Musica.»

Venerdì 16 gennaio alle ore 18.00 Francesco Cafiso aprirà il ciclo di incontri“Anteprima in libreria” presso La Feltrinelli di Palermo (Via Cavour, 133), dove racconterà il suo nuovo progetto discografico insieme ad Alfredo Lo Faro, produttore del progetto, il giornalista e critico musicale Gigi Razete e Dario Oliveri, direttore artistico degli Amici della Musica.

Anticipato dai tre singoli pubblicati sulle piattaforme digitali l’1 gennaio, che per tre giorni l’artista ha regalato ai suoi fan in free download sul suo sito, il progetto“3”, prodotto da Alfredo Lo Faro per l’etichetta Made in Sicily (edito da Made in Sicily di Eleonora Abbruzzo, distribuito da Artist First) e che ha visto Francesco Cafiso impegnato in studio in Italia, a Londra, New York e Los Angeles per ben tre anni, ha coinvolto più di cento artisti tra cui 33 membri della prestigiosa London Symphony Orchestra, oltre ai siciliani Mauro Schiavone e Giuseppe Vasapolli (autore della sigla degli Mtv Awards 2013), che hanno affiancato il sassofonista negli arrangiamenti dei brani. Per i fan sarà disponibile un’edizione deluxe in serie limitata che, oltre ai tre album, conterrà alcuni contenuti speciali inediti. Con il progetto “La Banda” Francesco Cafiso descrive in musica la sua terra, luogo di grandi ricchezze storiche e culturali, delle tante dominazioni, cerniera del Mediterraneo e crocevia d’Europa, caratterizzata da mille contraddizioni; una terra aspra, severa, eppure calda e accogliente. L’artista salirà sul palco con il suo sestetto, – insieme agli straordinari musicisti Giovanni Amato (tromba), Humberto Amésquita (trombone), Mauro Schiavone (piano), Giuseppe Bassi (contrabbasso) e Roberto Pistolesi (batteria) – e proporrà un viaggio musicale avventuroso e appassionante, descrivendo i colori, i sapori, i paesaggi e i costumi siciliani con la forza propulsiva e innovativa tipica del suo stile. In attesa della prossima tournée internazionale, il 31 gennaio Francesco Cafiso presenterà “La banda” presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

 

giovedì 8 gennaio 2015

Anna Kravtchenko, ospite del “Note International Fest”


Pubblico catanese ammaliato dalla pianista internazionale Anna Kravtchenko, ospite del “Note International Fest”

 

 

All’interno della meravigliosa cornice di palazzo Biscari, hanno riecheggiato le note suonate dalla giovane pianista di fama internazionale, ma lontana dallo star system, Anna Kravtchenko.

Anna Kravtchenko è attualmente considerata una delle pianiste più interessanti nel campo attuale della musica classica internazionale in quanto dimostra nelle sue interpretazioni da solista o in orchestra, eccellente preparazione, ricca di forte trasporto e grande disinvoltura, tant’è che anche la storica Rivista Musica definisce il pianismo della Kravtchenko “caravaggesco”.

Il concerto catanese di Anna Kravtchenko si è svolto nell'ambito della manifestazione “Note International Fest” organizzato dalla omonima accademia, che ha l’obiettivo insieme ai suoi soci di aggregare e realizzare contatto e confronto al fine di aiutare i giovani artisti a sviluppare le proprie potenzialità.

Anche nella serata catanese che ha registrato il tutto esaurito, Anna Kravtchenko ha ammaliato gli spettatori che gremivano le meravigliose sale affrescate del palazzo storico, con grande potenza sonora e sublime raffinatezza nell'interpretazione dei notturni op. 9 n 2,3 e della sonata in si b minore di fryderyk Chopin.

La Kravtchenko ha poi eseguito Fantasiestucke op . 12 di Schumann, grazie al quale i presenti, addetti ai lavori intenditori e appassionati hanno costatato che il pianismo della Kravtchenko è ricco di sfaccettature dell'anima schumaniana, grazie ad una eccezionale varieta' timbrica e ad un impeto travolgente.

Il tocco della giovane Anna Kravtchenko ha infiammato il pubblico catanese concludendo il concerto con una scintillante esecuzione della Rapsodia n 12 di Franz Liszt.

 

Biografia

Classe ’76, Anna Kravtchenko inizia a studiare pianoforte alla età di cinque anni.

Ha studiato con il Maestro Leonid Margarius all'Accademia pianistica Internazionale di Imola, dove è stata ammessa “Ad Honorem”.

Nel 1992, a soli 16 anni, vince il prestigioso concorso pianistico internazionale “Ferruccio Busoni” di Bolzano, dopo ben cinque anni che il primo premio non veniva assegnato.

Harold C. Schonberg, critico americano, giurato di quell’edizione del concorso, scrisse: “Il suo suono radioso e le sue poetiche interpretazioni potevano a volte portare gli ascoltatori alle lacrime» (New York Times Magazine).

Anna Kravtchenko ha suonato per le maggiori istituzioni musicali europee come :la Sala della Filarmonica di Berlino, la Sala Grande del Musikverein di Vienna , Concertgebouw di Amsterdam nella “Serie Meesterpianisten”, per il Festival pianistico di Brescia e Bergamo, Sala Verdi di Milano per le “Serate musicali”, la Herkulessaal di Monaco di Baviera, il Ruhr Klavier-Festival, la Salle Gaveau di Parigi, la Tonhalle di Zurigo,Festival La Roque D'Antheron , Wigmore Hall di Londra, Victoria Hall di Ginevra, Festival “Piano Aux Jacobins” di Tolosa, Festival di Bergen ecc. Si è inoltre esibita in Giappone,Sud Africa, Stati Uniti e Canada.

Ha suonato con la BBC Philharmonic Orchestra, la Swedish Radio Symphony , la Baltimora Symphony Orchestra Orchestra , l'Orchestra da Camera della Radio Bavarese ,l’Orchestra da Camera di Losanna, la Nederland Philharmonic, la Residentie Orchestra, la Essen Philharmonic, la London Royal Philharmonic, la Baltimora Symphony Orchestra, la English Chamber Orchestra, la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra, la Israel Chamber Orchestra , l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI ecc.

Nel 2006 esce in cd per la DECCA un recital interamente dedicato a Chopin,e nello stesso anno Anna Kravtchenco vince negli USA l’International Web Concert Hall Competition.Il suo ultimo CD per la DECCA con tutto Liszt è stato recensito con cinque stelle e l'assegnazione del Cd del mese su principali riviste italiane,compresi Amadeus,Classic Voice,Suonare News e Musica.

Nel 2010 la Deutsche Grammophon ha selezionato quattro incisioni di Anna per inserirle nel cofanetto "Grande Classica"e"Classic Gold" pubblicati nel maggio 2010.

Insegna al Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano.