martedì 27 dicembre 2016




Le associazioni EstroLab e Donne D'Europa presentano  il libro “Come fossi una bambola”
di Emma La Spina (edizioni Piemme). Conduce la giornalista Grazia Calanna. Intervengono: la prof.ssa Fanny Consoli e il saggista Dario Matteo Gargano. Per l’occasione  si terrà una collettiva d’arte a cura dell’associazione  artistico-culturale “Giuseppe Sciuti”. L’evento – ingresso libero – è fissato per Giovedì 29 dicembre, ore 17:30 al Palazzo Municipale - Zafferana Etnea (CT).
Sinossi del libro “Come fossi una bambola”: Sarebbe bello fosse una storia d’altri tempi, quella di Giovanna, Simona, Tiziana e Barbara. Invece è drammaticamente recente. Tutte e quattro hanno vissuto l’infanzia in un istituto religioso per bambine abbandonate. Tutte uguali, come sfornate con lo stampino, i vestitini bianchi e i capelli a caschetto, tagliati con la scodella. Uno stampino che gli hanno imposto a forza. Con in fondo al cuore il bisogno disperato di una mamma e la dura realtà quotidiana da affrontare, fatta di solitudine, durezza e privazione. Scontano la pena di essere figlie di una qualche colpa, con l’oscura consapevolezza che un posto sicuro per loro forse non ci sarà mai. Tiziana aveva una bambola senza un braccio che le dava sicurezza mentre assisteva al via vai di uomini in casa, «stai buona che mamma lavora». Poi un giorno le hanno tolto entrambe, mamma e bambola, senza darle niente in cambio, solo gelo. Meglio non averla mai conosciuta o non ricordarsela più, la mamma. Come Giovanna, Simona e Barbara, gettate via da donne che il parto non ha reso madri. I loro sogni non dovranno mai fare i conti con la realtà. Bambine, ragazze e poi donne, insieme fin da quando hanno memoria, senza mai essere davvero amiche perché nella giungla c’è spazio solo per la lotta alla sopravvivenza. Intrecceranno i loro destini, diversi ma in fondo uguali: amori facili, violenti e umilianti, il corpo e il cuore sempre in svendita. Perché è facile diventare e restare vittime alla mercé di chiunque quando non si è state amate.

MONOLOGHI DI UNA CAFFETTIERA di Lia Alibrandi



Monologhi di una caffettiera, testo di Lia Alibrandi interpretato dalla sola voce di Valeria Contadino, è il primo spettacolo della Rassegna Teatrale Monofest, Foodandtheatre che debutta giovedì 29 dicembre 2016 al Piccolo Teatro della Città, in Via Ciccaglione 29, Catania. I costumi sono firmati da Riccardo Cappello, le musiche da Graziano Lacagnina.
E' una fiaba illustrata, a cavallo tra poesia e racconto filosofico. Una immaginaria caffettiera osserva il mondo esterno e fantastica su quello che accade lì fuori. «Perché le caffettiere - secondo l'autrice - un po' per disincanto o per incanto, preferiscono contemplare la vita, il tempo di un caffè». Testo fatto di immagini che racconta la vita nel breve volgere di un caffè. Monologhi di una caffettiera è l'ultimo lavoro della scrittrice Lia Alibrandi, un libro introspettivo che raccoglie gli effetti della relazione tra anima e sentimento. La protagonista dell'opera è una caffettiera che, dalla sua finestra, osserva il mondo esterno e fantastica su ciò che accade lì fuori.  La Moka, cui darà corpo e voce, aroma e sentimento Valeria Contadino,  ama appannare con i propri pensieri la sua finestra e le sue divagazioni procedono a monologhi proprio come per monologhi, immagina la caffettiera, proceda anche il proprietario di quella caffettiera, un aspirante scrittore intento a cercare labirinti narrativi, a imbastire conversazioni con interlocutori immaginari, a confezionare sogni imperfetti. Un pretesto per catturare spiragli di luce, rinnegando qualsiasi surrogato della vita , come l’orzo, che intasano il filtro e si dissolvono alla prima centrifuga del cuore; ecco perché “con indignati colpi di tosse” la caffettiera mostra “tutto il suo diniego”.
Valeria Contadino, alla vigilia della sua tournée nazionale con Il Casellante di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, ha voluto fortemente questo appuntamento teatrale. Considera questa prova come “un viaggio nella surreale consapevolezza delle donne di essere libere nel sogno immaginifico di chi, come la nostra caffettiera, produce parole e aromi miscelati ad ardori e sentimenti. Moka, o come la si voglia chiamare, è anche i suoi sogni e le parole in miscela che sgorgano da lei, immaginando, come in una scena da film l’incontro con lui travestito da Humphrey Bogart in una sorta di boulevard d’altri tempi con finale a sorpresa connesso.”
Monofest, Foodandtheatre è una rassegna che associa al gioco teatrale quello della cucina. Ad ogni spettacolo viene associato un food-concept che sarà degustato dal pubblico, prima, dopo o durante lo spettacolo. Attraverso le divagazioni della caffettiera che sogna di essere una diva del cinema noir d’altri tempi, il pubblico potrà gustare le essenze e gli aromi del caffè offerte dallo sponsor BRASILRECCAcaffèsenzapecca.
Altre variazioni al caffè proposte dall’ Hotel Nettuno, Catania e dall’Istituto Alberghiero Karol Wojtyla saranno gustate nel foyer del teatro dopo lo spettacolo.


domenica 18 dicembre 2016

IL RICCO PROGRAMMA DI MONOFEST FOODTHEATRE TEATRO DA GUSTARE











Rassegna teatrale promossa dall’Associazione Città Teatro

in collaborazione con l' Associazione culturale Nora 2.0

ospitata dal Piccolo Teatro della Città.





Monofest è una rassegna che vuole sposare due elementi del piacere: la vista e il gusto. Si tratta di un festival improntato sulla combinazione di teatro, nelle sue varie forme dalla prosa alla musica e la degustazione di prodotti enogastronomici.

Che gusto hanno le parole? Come le preferiamo? Dolci o amare? Condite o schiette? Proverà a svelarcelo Monofest , rassegna che associa al gioco teatrale quello della cucina. Infatti, ad ogni spettacolo verrà associato in food-concept che sarà degustato dal pubblico, prima, dopo o durante lo spettacolo.

Monofest  sarà fulcro di aggregazione culturalgastronomico sotto il segno della creatività  collocandosi come  appuntamento mensile nuovo nel panorama degli eventi culturali della città di Catania.

Foodtheatre, Teatro da gustare, sulla chiave del monologo, dell’assolo espositivo che viene accompagnato ad ogni appuntamento da un percorso goloso fra teatro per deliziare il palato e nutrire la mente.

Il cibo come un modo di creare maggiore intimità con il pubblico per una nuova forma di esperienza teatrale, dove Gusto, Olfatto e Vista sono intrinseci alla memoria, alla narrazione e alla cultura.

Cinque gli appuntamenti che mese per mese si succederanno sul palco del Piccolo Teatro della città di Catania a cura dell’ Associazione culturale NORA 2.0

Il primo apputamento, giovedì 29 dicembre 2016, è Monologhi di una caffettiera di Lia Alibrandi con Valeria Contadino. Attraverso le divagazioni di una caffettiera che sogna di essere una diva del cinema noir d’altri tempi, il pubblico potrà gustare le essenze e gli aromi del caffè offerte dallo sponsor BRASILRECCAcaffèsenzapecca.

Seguirà il 12 gennaio  2017, un assolo a due con una coppia di attori noti al grande pubblico, Edoardo e Silvia Siravo, dal titolo emblematico per la rassegna Monofest: Significar mangiando.

Il 2 febbraio 2017 è la volta di  Molière immaginario,  di e con Ivan Bellavista, Sandra Conti e Matteo Di Girolamo. “Uno spettacolo nato in un modo, finito in un altro. Il rifiuto di fare “come da copione”, la necessità di portare avanti gli attori prima dei personaggi, la voglia di fare un lavoro diverso, divertente, divertito, ci ha portati a concepire questo Molière in maniera del tutto immaginaria”, dice l’autore. Ed è proprio in questa chiave che la declinazione del mood di Monofest si sviluppa: teatro divertito e divertente, cibo gustoso da gustare. Il quarto appuntamento è affidato a Alessandra Mortelliti, interprete ed autrice del monologo Famosa, in scena il 16 marzo 2017. È la storia di un ragazzino di 15 anni, nato e cresciuto nella provincia ciociara e convinto di essere una ragazza mancata a causa di un 'errore genitale', con il sogno di diventare famosa.  Si chiude il 27 aprile  2017 Odissea, un racconto mediterraneo Il Ciclope – canto IX Mario Incudine e Antonio Vasta, progetto e regia Sergio Maifredi. Moderno aedo l’attore, cantante e scrittore siciliano Mario Incudine propone la “sua” Odissea in forma di cunto… con suggestive contaminazioni tra l’epos antico e la lingua immaginifica di Pirandello e Sbarbaro – traduttori del ciclope euripideo con la colonna sonora firmata da Antonio Vasta, per raccontare lo scontro tra intelligenza e forza bruta – tra barbarie e civiltà.

Tutto questo a Monofest. Foodtheatre, Teatro da gustare, da dicembre 2016 ad aprile 2017 al Piccolo teatro della città di Catania, a cura dell’Associazione Teatro Città, presieduta da Orazio Torrisi  in collaborazione  con l’Associazione culturale NORA 2.0, presieduta da Valeria Contadino e con la partecipazione degli sponsor.

La Rassegna si avvale infatti dell’apporto di sponsor di qualità che hanno permesso e sostenuto la sua ideazione: Expo Food and Wine, Hotel Nettuno, BrasilRecca caffè senza pecca, Consorzio di tutela arancia rossa di Sicilia IGP, Casa Normanna, I.P.S.S.A.R. KAROL WOJTYLA di Catania.

Il cibo come un modo di creare maggiore intimità con il pubblico per una nuova forma di esperienza teatrale, dove Gusto, Olfatto e Vista sono intrinseci alla memoria, alla narrazione e alla cultura.







giovedì 29 dicembre 2016

Monologhi di una caffettiera

di Lia Alibrandi

con Valeria Contadino

Costumi Riccardo Cappello  

Prima Assoluta



È una fiaba illustrata, a cavallo tra poesia e racconto filosofico. Una immaginaria caffettiera osserva il mondo esterno e fantastica su quello che accade lì fuori. «Perché le caffettiere - secondo l'autrice - un po' per disincanto o per incanto, preferiscono contemplare la vita, il tempo di un caffè».

Testo fatto di immagini che racconta la vita nel breve volgere di un caffè. Monologhi di una caffettiera è l'ultimo lavoro della scrittrice Lia Alibrandi, un libro introspettivo che raccoglie gli effetti della relazione tra anima e sentimento. La protagonista dell'opera è una caffettiera che, dalla sua finestra, osserva il mondo esterno e fantastica su ciò che accade lì fuori. 

 La Moka, cui darà corpo e voce, aroma e sentimento Valeria Contadino,  ama appannare con i propri pensieri la sua finestra e le sue divagazioni procedono a monologhi proprio come per monologhi, immagina la caffettiera, proceda anche il proprietario di quella caffettiera, un aspirante scrittore intento a cercare labirinti narrativi, a imbastire conversazioni con interlocutori immaginari, a confezionare sogni imperfetti. Un pretesto per catturare spiragli di luce, rinnegando qualsiasi surrogato della vita, come l’orzo, che intasano il filtro e si dissolvono alla prima centrifuga del cuore; ecco perché “con indignati colpi di tosse” la caffettiera mostra “tutto il suo diniego”.

Valeria Contadino, alla vigilia della sua tournée nazionale con ‘Il Casellante’ di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, ha voluto fortemente questo appuntamento teatrale. Considera questa prova come “un viaggio nella surreale consapevolezza delle donne di essere libere nel sogno immaginifico di chi, come la nostra caffettiera, produce parole e aromi miscelati ad ardori e sentimenti. Moka, o come la si voglia chiamare, è anche i suoi sogni e le parole in miscela che sgorgano da lei, immaginando, come in una scena da film l’incontro con lui travestito da Humphrey Bogart in una sorta di boulevard d’altri tempi con finale a sorpresa connesso.”











12 gennaio  2017,

Significar mangiando.

Di Autori Vari

Con Edoardo Siravo e Silvia Siravo

Prima assoluta



Mangiare non significa solo appagare la sensazione di fame ma è anche convivio - nel senso latino del termine - piacere, consolazione, rifugio. Il problema del cibo è sempre stato il problema principale dell'uomo fin dall'antichità, tanto che molti autori hanno cercato una sintesi fra parole e sapori. I grandi classici della letteratura da Omero a Shakespeare hanno scritto opere intrise di momenti conviviali, di ricette, di cibo perché ciò che ha a che vedere con il cibo ha a che vedere con la vita.

Edoardo Siravo e Silvia Siravo, padre e figlia nella vita, colleghi in palcoscenico, ci raccontano attraverso la voce di vari autori della letteratura mondiale il senso del cibo nella vita e nell’arte. Con arguzia e ironia, divertimento ed evocazione cavalcheranno le cucine letterarie dei più intriganti autori che si sono occupati di cibo nelle loro opere.

Da Achille Campanile che in " le seppie con i piselli" tra il divertente e lirico ci ragguaglia dell’alchimia del mare e della terra e descrive quest’accoppiamento come, “i loro destini siano legati ”. In “La cura dell’uva” Campanile discute la scoperta e benefici dei fichi col prosciutto o il melone col prosciutto in modo comico. Ad esempio, quando parla di benefici per la salute di mangiare quest’accoppiamento, dice: “Volete paragonare un’iniezione di antidolorifico a un piatto di melone e prosciutto?”

La cavalcata letterario culinaria continua con le pagine ben note di Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo" e la ricetta timballo di maccheroni  la sera in cui nella grande sala del ballo entrò Angelica con la sua bellezza italiana, con la sua fisicità prorompente poco raffinata ma assai conturbante. Il nipote del principe, Tancredi, si innamora di lei; il principe la osserva rapito dalla sua spontaneità e dalla sua bellezza. Inizia la serata, le candele illuminano la tavola sontuosa, entra il timballo di maccheroni che l'autore così magistralmente descrive:
"L'oro brunito dell'involucro, la fraganza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall'interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l'estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio." 

Non manca la lirica di Gozzano che nella poesia “Le golose”, ha le idee chiare quando descrive le donne. È il nostro vero poeta-amante, quello da cui imparare con che sguardo guardare le donne e avvicinarsi. Con le sue amanti è sempre di enorme complicità, non le usa, le ammira, le rimpiange, è un modello di seduzione e di contemplazione legato anche al cibo e alla “gola”. Questa, che è forse la sua poesia più paradossale sulle donne, dà al giovane in cerca di modelli un buon modo di intendere la bellezza. 

Non mancheranno le incursioni in Poesia con il  Trilussa de " La statistica" , e quelle nella musica con le  ricette di Gioacchino Rossini.



2 febbraio 2017



Il Teatro coop. produzioni Compagnia Ivan Bellavista

MOLIÈRE IMMAGINARIO

di e con Ivan Bellavista

Sandra Conti, Matteo Di Girolamo

trucco e assistenza Marianna Camillò

disegno luci Mattia Vigofoto Martina Santoro

video audio engineer Luca Bellavista



Figurandolo qui ai giorni nostri, Molière avrebbe certo molta fiducia nel progetto di questo pestifero terzetto, che, solidale con il punto di vista dello spettatore, naviga attraverso il “Don Giovanni”, scompaginandone trama e personaggi, per rimandarci invece a un’idea di attorialità forte e consapevole, legata a filo stretto con l’elaborazione registica (che in questo caso è davvero frutto di creazione collettiva), così da regalare al pubblico un frammento di teatro nella sua miglior accezione,

In scena dunque, in vista del sovvertimento delle canoniche trasposizioni teatrali, una salubre pièce in cui Ivan Bellavista, da buon figliolo degenere e con la complicità per nulla innocente di Sandra Conti e Matteo Di Girolamo, va a rivisitare l’opera del genio del teatro francese, attuando la tecnica dello scardinamento programmatico e lo stravolgimento di ogni prevedibile collocazione, per il massimo divertimento di tutti, compagnia compresa.

Assolutamente da non perdere!!!

Ivan Bellavista, reduce dal grande successo in tutta Italia di “Fratto_X” e di “Anelante” di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, dopo quattro anni dallo spettacolo “Gastone”, torna con un nuovo progetto da lui fortemente voluto ed organizzato: “Molière Immaginario”, scritto, diretto e interpretato insieme a Sandra Conti e Matteo Di Girolamo. Un clamoroso successo di pubblico e critica nella stagione 2014/2015 del Teatro dell’Orologio di Roma.

Don Giovanni viene sradicato dalla pièce seicentesca e gettato in pasto a un talk-show televisivo. Nel 2015, il mito non può rivivere che attraverso una vera e propria dissacrazione. Il servo Sganarello, tramutato in presentatore, interroga Don Giovanni che, da padrone, è diventato l’ospite d’eccezione.

Donna Elvira non è più la casta fanciulla redarguita dall’affascinante tentatore: si trasforma in una vittima dei media ed essa stessa si fa carnefice del mito.

I personaggi classici vengono continuamente traditi, i bei costumi sfarzosi messi nell’armadio ed ecco che emergono le persone, i tre brillanti interpreti, autoironici e pronti a mettere in discussione l’idea stessa di teatro.

Un sogno-incubo teatrale, un insonne funerale dei personaggi immortali creati da Molière. Un gioco fatto di rimandi inconsapevoli e divertiti nel loro grottesco scivolare nel “già visto”.

“Uno spettacolo nato in un modo, finito in un altro. Il rifiuto di fare “come da copione”, la necessità di portare avanti gli attori prima dei personaggi, la voglia di fare un lavoro diverso, divertente, divertito, ci ha portati a concepire questo Molière in maniera del tutto immaginaria. Ecco perché il titolo. Tracce di Molière ci sono ma il resto è totalmente nostro. Siamo noi, con i nostri clichès da far morire e con la voglia di non farci comandare dai ruoli ma solo da noi stessi. Molière Immaginario non vuole raccontare niente. Vuole solo giocare come ho fatto io (Ivan Bellavista) insieme a Sandra Conti e Matteo Di Girolamo. Infine, nessun regista ad imporci nulla, nessun costume, nessuna scenografia. Molière Immaginario è solo un gioco, giocato seriamente” (Ivan Bellavista)



16 marzo 2017.

Famosa

Di e con Alessandra Mortelliti







È la storia di un ragazzino di 15 anni, nato e cresciuto nella provincia ciociara e convinto di essere una ragazza mancata a causa di un 'errore genitale', con il sogno di diventare famosa.  Rocco Fiorella, è il suo nome,  un quindicenne nato e cresciuto nell’arretratezza culturale di quella provincia ciociara, dove il conservatorismo e il bigottismo arrivano a distruggere anche i rapporti familiari interni. Tra un padre ubriaco e violento e una madre posseduta dal demonio, Rocco cresce senza andare a scuola, imparando solo il linguaggio delle botte.

Rocco appartiene al genere maschile solo per “un errore genitale” ma si sente femmina e come tale desidererebbe apparire agli occhi degli altri. Ma la “società di massa” in cui è costretto a vivere è così omogenea da far scomparire le singolarità. Gli insulti e le offese contro Rocco partono da casa sua e corrono sulle bocche dei suoi compaesani, moltiplicandosi e raggiungendo quotidianamente la sua beata ignoranza. E da un paese che veramente è un “borgo selvaggio” è necessario scappare, cercando altro, magari quella notorietà, promessa dalla televisione, che serve a diventare qualcuno.

 “Famosa”, scritto e interpretato da Alessandra Mortelliti, diventa così un intenso e commovente manifesto di denuncia verso la società e la politica che, nella loro totale indifferenza verso i diritti civili, perpetuano e legittimano un pensiero unico da restaurazione moderna. Nella società “liquida” in cui viviamo, esiste una sola morale, imposta come regolazione coercitiva dell’agire sociale attraverso la proposta di valori cui nessun uomo ragionevole può sottrarsi. Come diceva Zygmunt Bauman: “nell’idea dell’armonia e del consenso universale, c’è un odore davvero spiacevole di tendenze totalitarie, rendere tutti uniformi, rendere tutti uguali.



27 aprile  2017

ODISSEA - un racconto mediterraneo Canto IX - Il Ciclope

con Mario Incudine - musiche Antonio Vasta

regia Sergio Maifredi


Odissea – Un racconto mediterraneo restituisce alla narrazione orale, al cantore vivo e in carne ed ossa di fronte a noi, le pagine dell’Odissea che dagli anni della scuola abbiamo letto in silenzio.

L’Odissea è la prima fiction a episodi. Questa è una delle sue forze. I racconti vivono assoluti. Il “montaggio” avviene nella testa dello spettatore che può conoscere o ignorare gli episodi precedenti.
Odissea – Un racconto mediterraneo è una rotta, la rotta di Odisseo, ed è la rotta che unisce le sponde del mediterraneo da Est a Ovest da Nord a Sud.
L’Odissea è un arco che scavalca le epoche. È la classicità e al tempo stesso la modernità, inventa il flashback tremila anni prima del cinema americano, cala Odisseo all’Inferno duemila anni prima di Dante. Calipso oggi scolpisce in un sms il suo ultimo pensiero per Odisseo e Odisseo twitta la strage dei Proci anziché affidarla a Femio il cantore, padre di tutti gli uffici stampa del mondo. Ma la forza dell’Odissea resta immutata.
Odissea – Un racconto mediterraneo è un progetto permanente, un percorso da costruire canto dopo canto scegliendo come compagni di viaggio i grandi cantori del teatro contemporaneo e quegli artisti che sappiano comunicare in modo estremamente diretto, non con la protezione del “buio in sala” ma guardando negli occhi il proprio pubblico, non proteggendosi dietro gli schermi delle belle luci o di una bella musica di sottofondo ma affrontando a mani nude la parola.

Il Ciclope - Canto IX è il primo cunto di Odisseo. È il racconto con cui inizia la "versione di Odisseo". Alla reggia di Alcinoo, Odisseo ascolta Demodoco il cantore, narrare della guerra di Troia e dei ritorni degli eroi sopravvissuti. Odisseo piange e si rivela ad Alcinoo. Omero dal racconto in "oggettiva" passa al racconto in "soggettiva". Odisseo dipana per Alcinoo il filo delle sue avventure ed inizia con gli "effetti speciali", con il ciclope Polifemo, certo di catturare l'attenzione del re e di ottenere da lui navi per tornare ad Itaca.
Mario Incudine, artista di straordinario talento, attore, cantante, scrittore, reduce dal successo de Le Supplici a Siracusa di cui ha firmato la regia con Moni Ovadia e di cui è stato interprete e traduttore in lingua siciliana, affronta a suo modo questo "cunto". Lo trasforma in un vero e proprio canto con musiche scritte appositamente da Antonio Vasta, suo fidato collaboratore.
Il Ciclope di Omero si contamina con la riscrittura di Pirandello e di Sbarbaro, entrambi "traduttori" del Ciclope di Euripide.

Ed è interessante notare che Pirandello lo traduca a ridosso della prima guerra mondiale e Sbarbaro delle seconda. Il Ciclope anche questo è: la forza bruta contro l'intelligenza, la violenza contro l'accoglienza.

giovedì 15 dicembre 2016

MONOFEST, FOODTHEATRE

Sabato, 17 dicembre, alle ore 11, al Piccolo Teatro della città, in via Federico Ciccaglione, 29, a Catania sarà presentata alla stampa ed al pubblico la rassegna Monofest, Foodandtheatre. Promossa dall’associazione teatro Città  in collaborazione con l'associazione culturale  Nora 2.0 ed ospitata dal Piccolo Teatro di Città. Cinque gli appuntamenti in calendario da dicembre 2016 ad aprile 2017. 
Che gusto hanno le parole? Come le preferiamo? Dolci o amare? Condite o schiette? Monofest è la rassegna che associa al gioco teatrale quello della cucina, a ogni spettacolo verrà associato in food-concept che sarà degustato dal pubblico, prima, dopo o durante lo spettacolo.
Monofest  sarà fulcro di aggregazione culturalgastronomico sotto il segno della creatività  collocandosi come  appuntamento mensile nuovo nel panorama degli eventi culturali della città di Catania.
Cinque appuntamenti insieme a cinque novità italiane di drammaturgia contemporanea. Ad aprire la rassegna sarà Valeria Contadino con i suoi "Monologhi di una caffettiera " testo di Lia Alibrandi tratto dall'omonimo racconto.
La Rassegna si avvale dell’apporto di sponsor di qualità che hanno permesso e sostenuto la sua ideazione: Expo Food and Wine, Hotel Nettuno, BrasilRecca caffè senza pecca, Consorzio di tutela arancia rossa di Sicilia IGP , Casa Normanna, I.P.S.S.A.R. KAROL WOJTYLA di Catania.
Il cibo come un modo di creare maggiore intimità con il pubblico per una nuova forma di esperienza teatrale, dove Gusto, Olfatto e Vista sono intrinseci alla memoria, alla narrazione e alla cultura.
Alla conferenza stampa interverranno Orazio Torrisi, Presidente dell’associazione Teatro Città, Valeria Contadino, attrice, responsabile Associazione Culturale NORA 2.O, Alessandra Ambra, direttore generale e manager di Sief Italia e Expo Food and Wine, Daniela Di Piazza, dirigente e scolastica dell’ I.P.S.S.A.R. KAROL WOJTYLA di Catania e i rappresentanti degli sponsor.
Durante la conferenza stampa il pubblico potrà gustare insieme le “Prelibatezze” proposte da Hotel Nettuno e Istituto Alberghiero Karol Wojtyla.

venerdì 2 dicembre 2016

Taormina riavrà la sua libreria storica

TAORMINA - «Abbiamo voluto dare continuità e rinnovato slancio ad un’attività che non può considerarsi un mero esercizio commerciale, ma una vera e propria officina culturale, e perciò in grado di garantire risultati eccellenti in un luogo che rappresenta un brand mondiale di cultura e turismo». Con questa motivazione, costruttiva e pertinente, l’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Carlo Vermiglio, ha annunciato che la Libreria Bucolo sarà ospitata in una parte dei locali di Palazzo Ciampoli, gioiello dell’architettura gotico-catalana di proprietà del demanio regionale, che domina l’omonima scalinata affacciata sul corso principale di Taormina.
La nuova collocazione consentirà a breve la ripresa dell'attività della storica libreria, l'unica nel raggio di 50 chilometri, avviata e gestita da Santina Bucolo e dalla figlia Antonella Ferrara fin dal 1998, e tuttavia chiusa in ottobre per l'impossibilità di fare fronte all’oneroso canone di locazione. Il tempestivo sostegno dell'Assessore regionale dei Bbcc eviterà di privare più a lungo la città e i paesi limitrofi di quello che si è rivelato negli anni un importante presidio culturale. Vermiglio ha approfittato degli Stati generali del Turismo Siciliano, ospitati nei giorni scorsi proprio nella Perla dello Jonio, per comunicare la notizia agli operatori del settore e alla stampa: «Puntiamo in particolare - ha sottolineato - sullo scambio orizzontale tra la programmazione di Palazzo Ciampoli e l'apporto che la Libreria Bucolo ha dimostrato di saper fornire. Questa sinergia sarà fondamentale per creare un efficiente centro di aggregazione culturale, in grado di attuare tutta una serie di iniziative che verranno prodotte di concerto: bookshop in occasione delle mostre, sala di lettura, reading, incontri con grandi autori, riservando specifica attenzione al periodo invernale, in un’ottica di efficace destagionalizzazione».
Si scioglie così il nodo principale di una vicenda che da mesi suscitava solidarietà e indignazione nel mondo della cultura, ed era stata perciò portata all’opportuna conoscenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro dei Beni Culturali e Ambientali e del Turismo Dario Franceschini, ricevendo da entrambi riscontro rispetto a quello che è subito apparso come un caso emblematico della sorte che affligge e minaccia le librerie storiche del Paese.
Se da più di un anno il problema della sede vedeva le titolari della Libreria Bucolo cercare collaborazione nel settore pubblico e privato, la sensibilizzazione ha raggiunto l'acme in giugno con un animato flash mob ed una petizione suffragata da migliaia di firme di appassionati lettori, tra i quali spiccavano scrittori, artisti, intellettuali. Fino al giorno di svuotare gli scaffali dai libri e chiudere, nonostante le sentite dimostrazioni di consenso e nonostante le maggiori testate nazionali (tra cui “Il corriere della sera”, “La stampa”, i Tg Rai) avessero lanciato il grido d’allarme per scongiurare la chiusura dell’unica libreria attiva in una città come Taormina, patria elettiva da sempre di illustri letterati.
L’ampia risonanza mediatica di questi fatti ha senza dubbio messo ulteriormente il dito nella piaga della difficile situazione logistica e finanziaria che ha portato in Italia alla dismissione di tante, troppe librerie storiche. Una moria determinata da negative concause: l’attuale stato di crisi generale rende sempre più insostenibile l’affitto del punto vendita, difficoltà aggravata dalla contrazione dei consumi, dovuta a sua volta al radicale cambiamento del mercato del libro a seguito della trasformazione tecnologica dell’editoria, con la conseguente concorrenza proveniente dalla diffusione degli e-book e dal proliferare dei siti di e-commerce. Per le librerie resistere è sempre più difficile. La chiusura degli esercizi può però essere fermata grazie ad interventi come quello attuato per la Libreria Bucolo dall'Assessore regionale ai Bbcc Vermiglio, che ha agito in linea con le misure adottate nella penisola per altri casi di rilievo, come ad esempio le agevolazioni da parte delle Istituzioni che hanno consentito a Milano di mantenere le sedi in cui operano le storiche librerie Bocca e Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele e la Libreria Mondadori di piazza Duomo, che insistono tutte in immobili assegnati dalle pubbliche amministrazioni.
Allo stesso modo, la Libreria Bucolo, grazie al trasferimento a Palazzo Ciampoli, potrà riprendere e proseguire a condizioni sostenibili l’attività interrotta un paio di mesi fa per cessata locazione e l’impossibilità di procedere all’esoso rinnovo. Tale interruzione, rivelatasi per fortuna temporanea, segnava una sconfitta sul piano soprattutto culturale e sociale, trattandosi di una libreria storica e peraltro la sola, come si è anticipato, a servire il vasto circondario. Si prospetta ora un lieto fine che Santina Bucolo e Antonella Ferrara hanno perseguito con tenacia e promettono di tradurre in traguardi sempre più ambiziosi a beneficio della comunità, in sintonia con la vocazione turistica e culturale di Taormina: «Moltiplicheremo il nostro impegno - assicurano le due indomite librarie, vero esempio di come l'amore per i libri si possa trasmettere di generazione in generazione - attivando 12 mesi l’anno un’intensa circolazione di idee e prevedendo la presenza di prestigiosi nomi della letteratura e dell'arte, con eventi di rilievo internazionale per un’offerta adeguata a soddisfare i residenti e i visitatori, oltre un milione, che ogni anno scelgono la Città del Centauro».
Si ripristina così lo stretto legame tra la Libreria Bucolo e la città, un rapporto foriero di rimarchevoli sviluppi e felici iniziative, tra le quali spicca il festival letterario Taobuk, manifestazione di autentico spessore internazionale, fondato e presieduto dalla stessa Antonella Ferrara.

CINEMA: INAUGURATO IL FESTIVAL VIA DEI CORTI, GRANDE PARTECIPAZIONE

Ieri si è inaugurato il Festival Indipendente di Cinema Breve che si svolgerà sino  al 4 dicembre, a Gravina di Catania presso l’auditorium del Teatro Angelo Musco, un programma ricco di eventi e non solo cinema, filo conduttore di tutto il festival, la Mafia.

Grande successo con una notevole presenza di pubblico, infatti il direttore artistico, Cirino Cristaldi ha dichiarato: “La prima giornata si è conclusa nei migliori dei modi. Ci sono stati  150 studenti provenienti da diverse scuole dalla Sicilia e tanti altri appassionati. Le conferenze sono state seguite e abbiamo registrato un pienone di pubblico. Ci aspettiamo un pubblico così entusiasta anche nei prossimi giorni”.

La kermesse è iniziata con il Concorso Cortometraggi Scolastici, i bambini delle scuole sono stati premiati, ecco  i vincitori:

Premio per il miglior film: Alter Ego, Liceo Meucci, Aprilia LT.

Menzione per la qualità del lavoro svolto e per l’interpretazione a cui va una menzione speciale. –Ritirano il premio il regista e il compositore delle musiche.

Premio speciale per una scuola siciliana della giuria e premio speciale per l’impatto sociale: Un’altra Città di I.C. Dusmet-Doria, Catania

Migliore colonna sonora: Mafia I.C.S. Di Guardo, Catania

Premio per miglior regia e miglior fotografia: Lo Studente che non c’è, Scuola Media Luciani di Ascoli P.

Miglior montaggio: Il cinema è un’invenzione per l’avvenire, Associazione Culturale Kinetta

Premio pubblico e Miglior sceneggiatura: La tradizione siciliana, I.C.S. Verga di Viagrande.

Menzione speciale per il tema trattato: Passi in più per andare a scuola, I.C.S. P. Orsi di Siracusa.

Nel pomeriggio sono stati proiettati due dei film in concorso per la sezione Film in Sicily, “Italo” di Alessia Scarso  e “Gleno- dove finisce la valle” di Francesco di Martino, domani il terzo film in gara.

Un festival che non è solo cinema ma anche libri, nella location della Sala delle Arti di Gravina,  è stato presentato “Regressione Suicida” libro di successo di Salvatore Massimo Fazio accompagnato dall’editore Salvo Bonfirraro.

Il festival nasce con l’intento di porre l’attenzione su temi importanti, quali la Mafia, l’ambiente, la sensibilità verso gli animali e la Natura, visti attraverso gli occhi di chi queste realtà le vive continuamente. Si è conclusa così questa giornata, con l’apertura ufficiale del festival e il ritorno al tema conduttore sulla mafia con il monologo di Nino Gullotti, 100.

Un Festival ricco di eventi che vuole avere un risvolto educativo così come ha dichiarato la presidente dell’associazione Gravina Arte, Marcella Messina:  “Ieri abbiamo avuto ospiti scuole siciliane e non. Siamo contenti che un tema così importante come quello del cinema possa coinvolgere ragazzi e aiutarli nel comprendere non solo i valori educativi, ma anche una passione di quest’arte.”