martedì 2 febbraio 2021

“cinque sensi per un albero” un libro corale con autori da tutta Italia e dalla Francia, a cura di Grazia Calanna.

 


cinque sensi per un albero è - dichiara la Calanna - un libro che vede la partecipazione di numerosi autori (molti dai quali affermarti) da tutta Italia e dalla Francia, curato da Grazia Calanna. “Dopo questa prima pubblicazione realizzata in formato ebook dalla rivista culturale l’EstroVerso (lì dove è gratuitamente leggibile nella home del sito lestroverso.it) se, come desideriamo, concluderemo con un editore coraggioso e tenace, alla stregua di una bella betulla, stamperemo su carta ecologica. L’idea è quella di sensibilizzare (anche) destinando i proventi spettanti per la curatela all’acquisto di alberi da donare ai bambini perché li piantino nelle proprie città ovvero nelle medesime città di appartenenza degli autori che hanno sposato il progetto”.

Il progetto, molto partecipato, è realizzato in collaborazione con l’associazione catanese Mindart (mindart.it), presieduta dallo Storico dell’Arte, prof.ssa Laura Cavallaro; della stessa, il vice Presidente, Nino Federico, ha curato impaginazione e grafica del libro.

Questi i nomi degli autori che hanno aderito ai quali la curatrice si è unita con una sua poesia: Adua Biagioli Spadi, Alessandro Finocchiaro, Andrea Cati, Angelo Santangelo, Anna Maria Gregni, Antonella Sgroi, Antonietta Sturiale, Antonino Giovanni Famà, Antonio Di Grado, Antonio Raciti, Azure Moreux, Azzurra D’Agostino, Carlo Tosetti, Cetty Previtera, Chiara Carastro, Ciro Palumbo, Daìta Martinez, Dario Borso, Dario Matteo Gargano, Davide Cortese, Deborah Mega, Diana Finocchiaro, Diego Conticello, Diego Zarck, Elisa Ruotolo, Fabrizio Ferreri, Franca Alaimo, Gabriella Cremona, Gabriella Grasso, Gabriella Sica, Gerardo Masuccio, Giancarlo Baroni, Giancarlo Stoccoro, Gian Mario Villalta, Giovanna Iorio, Giovanni Iudice, Giovanni Pozzi, Giovanni Turra, Giusi Baglieri, Giuseppe Campo, Giuseppe Manitta, Grazia Procino, Irène Duboeuf, Laura Cavallaro, Laura Liberale, Laura Licciardi, Laura Lomuscio, Letizia Dimartino, Lina Maria Ugolini, Livio Cortese, Lorenzo Caschetta, Luigi Carotenuto, Luigi Taibbi, Marco Saya, Marco Sonzogni, Maria Allo, Maria Borio, Maria Gabriella Canfarelli, Maria Grazia Calandrone, Maria Grazia Insinga, Mariapia Quintavalla, Maria Rosaria Marcenò, Marilina Giaquinta, Marinella Fiume, Nino Federico, Mauro Zorer, Orazio Caruso, Paola Casulli, Paola Loreto, Paola Tricomi, Pietro Russo, Raffaela Fazio, Renato Pennisi, Riccardo Di Palma, Rita Pacilio, Rosa Maria Di Salvatore, Rossella Pretto, Salvo Zappulla, Samantha Torrisi, Saragei Antonini, Savina Dolores Massa, Sciabò Melania Vinci, Scilio Calì, Seba Giuliano, Sebastiano Grasso, Silvia Benedetti, Silvia Rosa, Sonia Maria Luce Possentini, Sveva Calanna (la mascotte di 5 anni che ha realizzato un bellissimo albero a tempera), Tiziana Fini, Tommaso Di Dio, Valentina Calista.

 

“Fin dall’origine il destino degli uomini fu associato a quello degli alberi con legami talmente stretti e forti che è lecito chiedersi che cosa ne sarà di un’umanità che li ha brutalmente spezzati. Con la riflessione di Jaques Brosse, psicoanalista, scrittore e giornalista, tra i più grandi conoscitori di mitologia legata agli alberi, ho pensato – tanto più in un delicatissimo momento storico qual è quello che stiamo vivendo, per riflettere più estesamente su quello che (a proposito di salute, non esclusivamente fisica) ci aspetta (e ci spetta) – di rivolgere un invito a scrivere (fotografare o dipingere o disegnare) per gli “Alberi” la cui esistenza è indissolubilmente legata alla nostra. Alberi senza i quali, non possiamo ignorarlo, la vita non sarebbe possibile - prosegue la Calanna -. Alberi, creature dalla mobilità invisibile, ‘Dei’, capaci, come comprovato da numerosi studi, di comunicare per il tramite di un esteso ‘vocabolario di odori’. Maestri. Esseri esemplari, solidali, dalla ‘sensibilità’ singolare, conoscitori della legge primigenia dell’esistenza, dai quali abbiamo moltissimo da imparare. Il risultato è un testo corale che coinvolge in pienezza i nostri sensi, i nostri sentimenti. Un ‘si’ come un inno alla vita, contro ogni sorta di abuso perpetrato (anche) mediante l’uso smodato e incontrollato della tecnologia. Senza voler essere contraddittori la nostra voce – attraversato il ‘tema’ in modo trasversale e senza toni ‘predicatori’ che non condurrebbero da nessuna parte – desidera avere valore unanime oltreché a favore della vita tutta, a favore dell’esserci consapevole, consapevolezza senza la quale nessun riparo è (o sarà mai) possibile – conclude la Calanna -. Ognuno a proprio modo, con la poesia, la narrazione, il saggio, la fotografia, il dipinto e l’illustrazione (in copertina, di Sonia Maria Luce Possentini, Betulle come canne d’organo, pastello e acquarello su carta satinata) che abbiamo scelto di ricondurre in copertina, quasi a rappresentarci tutti come betulle. Betulle, simbolo di rinnovamento, alberi splendenti che prosperano restituendo alla vita paesaggi nei quali, con audacia, a differenza di altri, scelgono di mettere radici”.

 

 


 Tra fede e devozione presentata ContaminAzione la XIX mostra di abiti e costumi teatrali dedicati a Sant’Agata  firmata Liliana Nigro


CATANIA- Nel primo giorno della zona arancione per la Sicilia in pieno rispetto delle norme anticovid la galleria del centro commerciale "Porte di Catania" é arricchita dagli splendidi abiti e costumi teatrali realizzati dagli allievi della cattedra di Storia del Costume per lo Spettacolo diretta da Liliana Nigro, docente dell'Accademia di Belle di Arti di Catania, in occasione della XIX mostra dedicata a Sant'Agata.
"Contamin/Azione", il titolo della mostra, evento patrocinato dal Comune di Catania con il supporto della Maison Alta Moda Sposa “Amelia Casablanca”, l'associazione PromoPaola di Agnese Juzack e il gruppo di giovani stilisti della “Maison Du Cochon”. 
“Si può pregare Sant’Agata in diversi modi- spiega Liliana Nigro curatrice dell’evento più atteso e glamour dell’anno- anche creando degli abiti e dei costumi teatrali pensati appositamente per raccontare la sua storia di donna e martire”. La mostra con i suoi settanta abiti e i suoi ricami diventa punto d’incontro tra la tradizione religiosa e quella più laica capace di instaurare un dialogo tra diversi settori di crescita umana e civile. “La festa di Sant’Agata è il momento più atteso dai catanesi- spiega padre Francesco Collodoro parroco della Chiesa Madonna del Carmine intervenuto per benedire la mostra e i presenti in uno dei periodi più difficili del secondo dopoguerra ad oggi- tutti coloro che svolgono un ruolo nel campo della formazione e dell’educazione hanno il compito di rafforzare e sviluppare la cultura che può essere interpretata anche con la creatività e la fantasia dei giovani stilisti che ogni anno partecipano all’esposizione”. Dello stesso parere Riccardo Tomasello, presidente dei festeggiamenti Agatini: “Creare e diffondere la bellezza è l’unico mezzo che i giovani hanno per difendersi e migliorare la nostra società”. 
Sulle note del sax di Luigi Zimmitti e la voce del soprano Marzia  Catania il giornalista Rai Stefano Corradino, testimonial dell’evento, ha tagliato il nastro augurale della XIX edizione.
La giuria di qualità  presieduta da Anna Rita Mattaliano, direttore ospedale San Marco, insieme a Santino Mirabella, giudice tribunale di Catania, Antonio Parrinello, giornalista, Salvo Noe’ motivatore, Fabio e Nino Palella, Maison Amelia Casablanca, Marcello Santocchini, ristoratore, Simone Lemmo, speaker, Plinio Milazzo, attore, Lina Scalisi, presidente Accademia di Belle Arti, Maria Nunzia Villarosa, direttore Archivio di Stato di Catania, Enzo Tromba, direttore dell'Accademia di Belle Arti di Catania, Marco Mirabella, imprenditore ed organizzatore di eventi, Giusy Sciacca, giornalista, Riccardo Tomasello, presidente Festeggiamenti Agatini, e Alessandro Porto assessore Comune di Catania, hanno assegnato alle tre creazione più  meritevoli una borsa di studio e uno stage formativo offerto dalla Maison Amelia Casablanca, firma riconosciuta dalle passerelle internazionali dall’Alta Moda Sposa.  
Al primo posto per la sobria eleganza e la cura dei particolari si classifica l'abito creato dagli stilisti Noemi Sicurella, Maria Sgandurra e Gloria Trinacriae; conquistail secondo posto la stilista Gloria Ferlisi per aver raccontato il martirio di Agata unendo elementi della tradizione senza trascurare le innovazioni fornite da materiali inusuali; terzo posto per Roberta Schiliró per aver descritto austerità e femminilità legata ad un alone di mistero.
La mostra sarà visitabile fino al 14 febbraio tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00. Oltre all'esposizione degli abiti é possibile  poter ammirare gli scatti dei fotografi Giuseppe Lo Presti, Massimo Pantano, Donatella Turillo, Angelica Ausilia Giadone, Giuseppe Sergi, Enzo Raineri e i fotografi dell'Associazione Acaf.