giovedì 31 ottobre 2013


 
 
 
A Catania, successo per il convegno, in tre giornate di studio,
“Baroni, Bombe e Balilla nella città dalle cento campane”
sull’opera letteraria “Un posto tranquillo”
dello scrittore Enzo Marangolo

 

Concluso con successo, alle “Ciminiere” di Catania, con il gratuito patrocinio della Provincia Regionale di Catania, il convegno “Baroni, Bombe e Balilla nella città dalle cento campane” sull’opera letteraria “Un posto tranquillo”, dello scrittore acese Enzo Marangolo articolato in tre giornate di studio a cura della direzione di Prova d’Autore & Lunarionuovo e del gruppo Cias (Convergenze Intellettuali Artistiche di Sicilia). “La mia intenzione di organizzare questo convegno - ha dichiarato il prof. Mario Grasso -, è scaturita dagli stimoli provocati dalle rievocazioni che dell’amico scrittore mi è capitato sentire da Enzo Mellia, (poeta non meno di quanto, professionalmente, stimatissimo penalista) in tutte le nostre amicali, non rare, occasioni di incontri e divagazioni su argomenti letterari. Aggiungo che, oltre alle pregresse esperienze come, tra tante altre, i convegni su Bartolo Cattafi, Angelo Maria Ripellino e Umberto Barbaro, mi ha rafforzato in questa decisione il poter disporre della collaborazione scientifica dei sodali del gruppo Cias (Convergenze Intellettuali e Artistiche di Sicilia) che ho l’onore di coordinare”. Provenienti da tutta la Sicilia, con la sola eccezione dello scrittore fiorentino Stefano Lanuzza, hanno animato il convegno numerosi relatori. Nella giornata conclusiva di domenica apprezzamenti per gli interventi critici di: Grazia Calanna con “Slanci, silenzi e scenari (in un soffio vitale)”, Gaetano Vincenzo Vicari con “I colori di Un posto tranquillo”, Roberta Musumeci con “Un posto tranquillo: ciak, si gira!”,  Gaetano Cellura con “Bell’Acireale ai margini della guerra”, Massimiliano Magnano con “Quel sottile velame” e, infine,  Stefano Lanuzza con “Un posto tranquillo?”. “Pubblicheremo subito gli atti, con l’auspicio che possano costituire testimonianza analitico-critica di singolare importanza, dopo mezzo e passa secolo dalla prima edizione del romanzo – ha sottolineato il prof. Grasso in chiusura di convegno -. Il tutto grazie alla generosità dei relatori e dell’editrice di Prova d’Autore Nives Levan, che ha sostenuto l’intera organizzazione, compresa la realizzazione della mostra fotografica, dell’artista Gessica Scandura, su alcuni luoghi del romanzo”.  Ricordiami, infine che, nelle prime due giornate di studio sono intervenuti con le rispettive relazioni: Mario Grasso, Una pecora rossa nella grigia città degli inquadrati;  Sonia Baglieri, Il triplice volto di Un posto tranquillo;  Valeria Spallino, Il fermo immagine della guerra;  Flora Somma; Gli ispettori di un posto tranquillo; Ilary Tiralongo; Slowly Going: Ombre sulla rena;  Stefania Calabrò; Paradiso e qualche purgatorio in un posto tranquillo; Massimiliano Raciti: L’arte degli eterni equilibri; Enzo Mellia; Testimonianze;  Salvatore Scalia; Da podestà a sindaci, i baroni di Acireale modello di trasformismo; Renata Governali; Sfiorati ma non toccati;  Daniela Saitta; Sbarco in provincia. Attese, silenzi e ironie nella Sicilia delle svolte mancate; Cristina Arizzi; Il realismo di una città “che non conclude nulla”; Francesco Foti; Sonorità di un posto tranquillo tra grilli e cicale; Francesca Taibbi; Linearità linguistica e diegetica in Un posto tranquillo;  Claudia Russo; Enzo Marangolo e la finestra chiusa sul mondo; Luigi Carotenuto. Un posto tranquillo: sogni fumosi in una città siciliana.

Scatti di alcuni momenti del convegno:





 

 

CATANIA: Successo per la presentazione del libro “Arsura d’amuri” di Alfio Patti organizzato dall’Archeoclub

 

Successo, mercoledì 30 ottobre, nell’aula magna del c.d. “G. Pizzigoni” di Catania  per la presentazione del libro “Arsura d’amuri” di Alfio Patti organizzato dall’Archeoclub Catania, presieduto dalla prof.ssa Giusy Liuzzo che ha introdotto gli ospiti. Per prima ha preso la parola la giornalista Grazia Calanna (relatrice) che ha detto: “Ricordiamo che a dispetto dell’intensa attività creativa Graziosa Casella non compare nelle antologie pubblicate prima e dopo la seconda guerra mondiale. Il suo italiano è ricercato, come si evince dall’opera di Alfio Patti. Nelle liriche, sia in vernacolo siciliano sia in lingua, si riscontra un’effettiva ricchezza di vocaboli per mezzo dei quali la poetessa catanese affronta un ampio ventaglio di temi con consapevolezza e con padronanza espressiva dentro un cerchio esteso che dall’amore ruota alla descrizione dei paesaggi circostanti, fino ai classici (e intramontabili) temi esistenziali. Un libro impreziosito dalla lettera immaginaria intitolata “Da un punto impreciso del tempo” scritta di getto, dopo essersi svegliata di soprassalto,  a notte fonda, dalla poetessa Gabriella Rossitto, un pensiero, un tarlo, un’emozione che, forse, solo una donna può percepire dopo aver respirato le poesie della Casella”.

“Questo libro – ha detto Alfio Patti -, ci racconta di un amore passionale, quello che arde, che consuma e fa sciogliere, come cera al sole, gli amanti; una passione autentica e sincera, tanto forte e ardente quanto dolorosa e lesiva della stessa vita dell’autrice per via del divario d’età col suo amante, molto più giovane di lei.
Casella fu la sola poetessa che prese parte attivamente ai movimenti poetici del dopoguerra a Catania. Frequentò assiduamente i circoli culturali e scrisse in dialetto e in lingua, ma le sue poesie, raccolte in due sillogi da pubblicare “Ciuri di spina” e “Autunnu e primavera”, andarono perdute. Graziosa Casella fa parte di quella schiera di donne che ha dovuto affrontare un mondo di violenze, fisiche e psicologiche, per affermare il loro valore, la loro dignità e i loro principi”. Questo libro, scritto da Alfio Patti e pubblicato dalla Bonanno editrice, il primo in assoluto ad occuparsi di lei, la riscatta e le rende giustizia. La serata è stata allietata dalle letture di Rita Lacagnina e dai momenti di spettacolo dello stesso Patti che ha cantato le poesie della Casella accompagnandole con il sottofondo musicale della sua chitarra.



 

 

 

 

giovedì 24 ottobre 2013


Convegno: Baroni, Bombe e Balilla nella città dalle cento campane

Catania, 25 – 26 e 27 ottobre 2013, al Complesso Fieristico “Le Ciminiere”.

 

“Baroni, Bombe e Balilla nella città dalle cento campane” è il titolo del convegno, sull’opera letteraria “Un posto tranquillo” di Enzo Marangolo (Acireale 1922-2009), articolato in tre giornate di studio, a cura della direzione di Prova d’Autore & Lunarionuovo e del Gruppo CIAS (Convergenze Intellettuali Artistiche di Sicilia), che nei giorni 25 – 26 e 27 ottobre 2013, dalle ore 16 alle 21, sarà accolto dalla Sala E6 – Pad. D del Complesso Fieristico “le Ciminiere”. Presidente del Convegno: avv. Vincenzo Mellia. Relatori: Cristina Arizzi (Messina), Sonia Baglieri (Ragusa); Stefania Calabrò (Lentini); Grazia Calanna (Zafferana Etnea); Luigi Carotenuto (Giarre); Gaetano Cellura (Agrigento); Francesco Foti (Riposto); Renata Governali (Catania); Mario Grasso (Acireale); Stefano Lanuzza (Firenze); Massimiliano Magnano (Siracusa); Enzo Mellia (Acireale); Roberta Musumeci (Mascali); Marina Napoli (Trapani); Massimiliano Raciti (Giarre); Claudia Russo (Enna); Daniela Saitta (Maletto); Salvatore Scalia (Mascalcia); Flora Somma (Aci S.Antonio); Valeria Spallino (Palermo); Francesca Taibbi (Giarre); Ilary Tiralongo (Avola); Gaetano Vincenzo Vicari (Caltanissetta). Mostra fotografica di Gessica Scandura: Luoghi di “Un posto tranquillo”

Come e perché questo convegno lo spiega il prof. Mario Grasso: “Ritengo doveroso premettere che la mia intenzione di organizzare questo convegno è scaturita dagli stimoli provocati in me dalle rievocazioni che dell’Amico scrittore mi è gradevolmente capitato sentire da Enzo Mellia, (poeta non meno di quanto, professionalmente, stimatissimo penalista) in tutte le nostre amicali, non rare, occasioni di incontri e divagazioni su argomenti letterari. Aggiungo che mi ha rafforzato in questa decisione il poter disporre della collaborazione scientifica dei sodali del Gruppo CIAS (Convergenze Intellettuali e Artistiche di Sicilia), che ho l’onore di coordinare. E anche pregresse esperienze come, tra tante altre, i convegni su Bartolo Cattafi, (cfr. gli atti in Lunarionuovo N. 6/7 – 1980); Angelo Maria Ripellino, (cfr. ibidem. N.21/22 – 1983); Umberto Barbaro (cfr. ibidem N. 48 – 1988). Il Gruppo CIAS accoglie intelligenze con spiccata sensibilità per studi umanistici, applicazioni in ricerche scientifiche, nonché inclinazione verso scritture letterarie creative, specialmente di giovani, portatori di nuove istanze epocali. A questi amici del Gruppo Convergenze ho rivolto la proposta di un contributo di studi sul Marangolo di Un posto tranquillo. La risposta è stata immediata e generosa, come dimostra l’elenco di nomi che fa onore al programma che qui viene riportato. Ci ha agevolato, nella speditezza della conclusione, il non chiedere sponsorizzazioni o contributi economici, né a Enti pubblici né a privati, infatti ci è stata sufficiente la concessione gratuita che dei locali del complesso fieristico le Ciminiere ci ha fatto la Provincia Regionale di Catania, dimostrando, attraverso la favorevole istruttoria dei funzionari preposti e la deliberazione dell’attuale Commissario regionale, spiccata sensibilità e pronta disponibilità. Altri ringraziamenti rivolgo, fin da questa sede, agli Amici del CIAS relatori, e tra questi, particolarmente, allo stesso avvocato Enzo Mellia, che ha dato la propria prestigiosa adesione a presiedere il Convegno. Ringrazio inoltre fin da ora quanti vorranno seguire i lavori che si svolgeranno nelle ore pomeridiane delle tre giornate. Pubblicheremo subito gli atti, con l’auspicio che possano costituire testimonianza analitico- critica di singolare importanza, dopo mezzo e passa secolo dalla prima edizione del romanzo. Un particolare, quest’ultimo, che ritengo di poter evidenziare in quanto i contributi di questo Convegno saranno esito di pareri analitico-critici espressi da lettori delle nuovissime generazioni. Forse questo solo particolare vale l’impegno che ci ha animato al momento di promuovere il Convegno, affidato alla generosità dei relatori e dell’editrice di Prova d’Autore, Nives Levan, che pubblicherà gli atti e che, spontaneamente, ha sostenuto l’intera organizzazione, compresa la realizzazione della mostra fotografica, dell’artista Gessica Scandura, su alcuni luoghi del romanzo Un posto tranquillo”.

Il Programma:

 

VENERDÌ 25 OTTOBRE

ORE 16, 30: Inaugurazione della mostra fotografica di Gessica Scandura “Luoghi di Un

posto tranquillo, rivisitati mezzo e passa secolo dopo la prima edizione del romanzo”.

 

RELATORI

Ore 17, 00: Mario Grasso, Una pecora rossa nella grigia città degli inquadrati.

“ 17, 30: Sonia Baglieri, Il triplice volto di Un posto tranquillo.

“ 18, 00: Valeria Spallino, Il fermo immagine della guerra.

“ 18, 30: Flora Somma; Gli ispettori di un posto tranquillo.

“ 19, 00: Ilary Tiralongo; Slowly Going: Ombre sulla rena.

“ 19, 30: Stefania Calabrò; Paradiso e qualche purgatorio in un posto tranquillo.

“ 20, 00: Massimiliano Raciti: L'arte degli eterni equilibri.

 

SABATO 26 OTTOBRE

RELATORI

Ore 16, 30: Enzo Mellia; Testimonianze.

“ 17, 00: Salvatore Scalia; Da podestà a sindaci, i baroni di Acireale modello di trasformismo.

“ 17, 30: Renata Governali; Sfiorati ma non toccati.

“ 18, 00: Daniela Saitta; Sbarco in provincia. Attese, silenzi e ironie nella Sicilia delle svolte mancate.

“ 18, 30: Cristina Arizzi; Il realismo di una città "che non conclude nulla".

“ 19, 00: Francesco Foti; Sonorità di un posto tranquillo tra grilli e cicale.

“ 19, 30: Francesca Taibbi; Linearità linguistica e diegetica in Un posto tranquillo.

“ 20, 00: Claudia Russo; Enzo Marangolo e la finestra chiusa sul mondo.

“ 20, 30: Luigi Carotenuto. Un posto tranquillo: sogni fumosi in una città siciliana.

 

DOMENICA 27 OTTOBRE

RELATORI

Ore 16, 30: Grazia Calanna; Slanci, silenzi e scenari (in un soffio vitale).

“ 17, 00: Gaetano Vincenzo Vicari; I colori di Un posto tranquillo.

“ 17, 30: Roberta Musumeci; Un posto tranquillo: ciak, si gira!

“ 18, 00: Gaetano Cellura; Bell'Acireale ai margini della guerra.

“ 18, 30: Massimiliano Magnano; Quel sottile velame.

“ 19, 00: Stefano Lanuzza; "Un posto tranquillo"?

“ 19, 30: Conclusioni del Presidente del Convegno avv. Enzo Mellia;

“ 20, 00: Chiusura del Convegno: ringraziamenti e comunicazioni

del Coordinatore del Gruppo CIAS.

 


«Di mia a tia - Il dialetto siciliano fra poesia e ironia»
libro di poesie dialettali di Giuseppe Pappalardo
 

 
Ampio successo per l’evento tenutosi ieri nella prestigiosa villa Malfitano a Palermo. Circa 150 coloro che hanno seguito in religioso silenzio la presentazione di «Di mia a tia - Il dialetto siciliano fra poesia e ironia», libro di poesie dialettali di Giuseppe Pappalardo, raffinato poeta dai molti riconoscimenti nell’ultimo triennio. La silloge composta da 39 poesie conquista il lettore fin da subito con versi riflessivi e nostalgici, giungendo alle ultime pagine, con sonetti umoristici e divertenti. L’agile raccolta di versi rivela la maturità dell’autore nell’utilizzo delle molteplici possibilità espressive del dialetto e la sua abilità nel muoversi dal registro lirico a quello ironico-burlesco, dalla memoria rievocativa alle meditazioni sull’esistenza, dalla favolistica moraleggiante al buonumore di matrice esopiana, fino all’attualità politico-economica e alla modernità in chiave scherzosa. approfondimento del dialetto siciliano. Nel libro si nota una certa vocazione dell’autore alla variatio che deriva dalla sua vita inizialmente trascorsa a Paternò e dopo a Palermo, vocazione espressa con una sorta di divertito compiacimento di chi sperimenta su se stesso la «variazione geolinguistica». Due ore di alto livello culturale con eccellenti relatori: il Prof. Ruffino, già Preside della Facoltà di Lettere e Presidente del Centro studi filologici e linguistici siciliani; la Prof.ssa Perrone, Presidente della Dante Alighieri di Palermo e ordinario di Letteratura Contemporanea; la Prof.ssa Luzzio, docente di lettere nel Liceo; il Prof. Gianni Nanfa, attore, editore, autore, dottore in Filosofia del linguaggio, già docente di Lettere. E Palermo si conferma una città culturalmente viva.

 
 
 
Il M° Di Mauro dirige

il secondo concerto della Stagione concertistica

dell’Accademia Filarmonica di Messina

 

Sabato 26 ottobre 2013 ore 18.00

Al teatro Vittorio Emanuele di Messina

Direttore d’Orchestra M° Francesco Di Mauro

Solista: Giulia Giuffrida

Helycon Symphony Orchestra

 

MUSICA CLASSICA: Un lieto ritorno nella città di Messina per il M° Francesco di Mauro, prestigiosa figura del concertismo italiano ed internazionale, in occasione del concerto organizzato dall’Accademia Filarmonica di Messina per sabato 26 ottobre alle ore 18.00 al teatro Vittorio Emanuele di Messina

Il concerto diretto dal M° Di Mauro, vedrà in scena la solista Giulia Giuffrida e i giovani talentuosi musicisti della Helycon Symphony Orchestra. “Promuovere, grazie al talento di giovani musicisti, il repertorio della musica classica del Settecento e di quella contemporanea, soprattutto del Novecento Storico Italiano, troppo spesso emarginato in un angusto agone intellettualistico” con queste parole il M° Di Mauro spiega l’obiettivo che lo ha spinto a fondare e dirigere la Helycon Symphony Orchestra “una concreta opportunità per i giovani di misurarsi in contesti musicali di grande levatura. I giovani sono il nostro futuro, a loro voglio offrire le opportunità professionali che troppo spesso mancano in questo settore”.

Prestigioso e giovane talento siciliano  di altissima qualità artistica, il M° Francesco Di Mauro, ha raggiunto grandissimi traguardi professionali e riconoscimenti in brevissimo tempo: Direttore d’Orchestra, Coordinatore Artistico della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Direttore Musicale Onorario a vita del Teatro dell’Opera di Odessa e Principal Guest Conductor della Krakow Philharmonic Orchestra. È stato Direttore Artistico della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Direttore Artistico del Teatro Bergeries di Parigi, Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica Statale di Pazardjik.

Il programma musicale del concerto di sabato 26 ottobre vedrà una selezione dei più intensi brani di Mozart (Sinfonia n. 29 in la maggiore k 201 e Concerto n. 5 in la maggiore k 219) e la Sinfonia n. 44 in mi minore "Trauer" di Haydn.

Un altro rilevante appuntamento vedrà il ritorno del M° Di Mauro nella cittadina messinese per il Riconoscimento Speciale a Benemeriti della Cultura, della Scienza, dell'Arte e della Solidarietà "Giordano Bruno 2013" su proposta dell'Accademia Internazionale "Amici della Sapienza" di Messina e del Club UNESCO di Messina e della Sezione staccata di Catania. Il 15 dicembre 2013 invece sarà il Duomo di Monreale ad ospitare un prezioso concerto nel quale il Maestro dirigerà l'Orchestra Sinfonica Siciliana su musiche di Haydn e Pergolesi.
 
CV del M° FRANCESCO DI MAURO
 
Francesco Di Mauro, Direttore d’Orchestra, è Coordinatore Artistico della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Direttore Musicale Onorario a vita del Teatro dell’Opera di Odessa e Principal Guest Conductor della Krakow Symphony Orchestra. È stato Direttore Artistico della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Direttore Artistico del Teatro Bergeries di Parigi, Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica Statale di Pazardjik.
Ha compiuto i suoi studi presso il Conservatorio di Parigi conseguendo il Diploma e il primo premio con medaglia d’oro in Direzione d’Orchestra sotto la guida di celebri maestri come Sergiu Celibidache, János Fürst e Henri-Claude Fantapié e il Diploma di Composizione ed Analisi sotto la guida di Philippe Capdenat e Robert Rudolf.
È diplomato anche in Violino e Viola, diplomi conseguiti con il massimo dei voti, rispettivamente presso il Conservatorio di “A. Corelli” di Messina e il Conservatorio di Parigi. Si è infine perfezionato in Viola con Libor Novacek e Gérard Caussé.
Da ottobre a dicembre 2001 viene nominato Assistente alla Direzione Musicale e Artistica dell’EAOSS. Da gennaio a dicembre 2002 è nominato Cooperatore alla Direzione Artistica e Assistente alla Direzione Musicale presso la FOSS. Da gennaio a dicembre 2003 viene nominato Maestro Collaboratore con l’obbligo della Direzione d’Orchestra. Nel gennaio 2004 viene assunto a tempo indeterminato presso la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana con il ruolo di  Maestro collaboratore con l’obbligo della Direzione d’Orchestra e le mansioni di Coordinatore della Direzione artistica.
Sin dall’inizio del suo mandato di Direttore Artistico presso l’Orchestra Sinfonica Siciliana (dicembre 2005-aprile 2007) ha concentrato la propria attenzione alla realizzazione dell’ambizioso progetto volto al rilancio dell’orchestra. Pertanto ha puntato ad un’efficace riorganizzazione della stessa tramite il ripristino, dopo vent’anni, dei concorsi in orchestra, la valorizzazione delle risorse interne,  offrendo ai professori d’orchestra la possibilità di esibirsi in qualità di solisti, l’organizzazione di gruppi da camera necessari al miglioramento collettivo della compagine orchestrale, l’organizzazione di tournées, la realizzazione di registrazioni di CD con la Naxos, la programmazione di una stagione (2006/2007) che ha visto la presenza di artisti di altissima professionalità e fama, alcuni dei quali per la prima volta in Sicilia come Rafael de Burgos e Yuri Temirkanov, altri di ritorno alla Sinfonica dopo molti anni di esilio come Gabriele Ferro, Alain Lombard, Hubert Soudant, Gustav Khun, Michel Plasson, Thomas Sanderling etc… .
Particolare cura ha rivolto alla valorizzazione di giovani talenti locali ed europei.
Grazie all’ideazione e alla realizzazione del progetto didattico “Musicaingioco”, di cui è altresì Direttore Musicale, è stato possibile coinvolgere le scuole, il Conservatorio e l’Accademia delle Belle Arti di Palermo e nelle stagioni 2010/2011, 2011/2012 e 2012/2013  si sono registrate la presenza e la partecipazione di oltre 16.000 ragazzi delle scuole della regione siciliana e della Calabria.
Ha sviluppato una politica sociale che ha prodotto delle agevolazioni per pensionati, disoccupati e lavoratori.
Nell’opera di qualificazione professionale ha coinvolto collaboratori di specifica e alta competenza, opportunamente adoperati nella collaborazione artistica.
Ha organizzato conferenze propedeutiche ad una fruizione più consapevole dei concerti, invitando relatori di chiara fama specialisti del settore quali Mario Bortolotto, Paolo Gallarati, Jacopo Pestelli, Carla Moreni, Roberto Pagano etc… .
Infine per una migliore promozione e visibilità dell’orchestra ha puntato ad una più efficace organizzazione del marketing e dell’ufficio stampa.
Ha realizzato poi dei pacchetti turistici che hanno contribuito ad incrementare le presenze di pubblico del 30%.
Il tutto è stato promosso e realizzato facendo attenzione al contenimento dei costi, nel rispetto delle linee guida del Ministero.
La stagione sinfonica del 2007 è stata giudicata dalla critica più accreditata come la migliore d’Italia e una tra le più belle in  Europa.
Dopo anni di diaspora del pubblico, la 48° stagione della Sinfonica Siciliana ha invertito la tendenza, facendo registrare nel primo quadrimestre dello stesso anno un incremento del 53% di pubblico rispetto ai dati dell’anno precedente.
Affianca alla carriera di Direttore Artistico quella di Direttore d’Orchestra, carriera quest’ultima che si è sviluppata grazie ad impegni presso prestigiose istituzioni musicali quali il Teatro dell’Opera di Odessa, l’Opera Hall di Toronto, l’Opera Lyra di Ottawa, il Teatro dell’Opera di Cracovia, il Teatro Lirico di Cagliari, il Teatro Nazionale dell’Opera di Danzica, la Berkley Opera House di San Francisco, l’Orchestra Filarmonica di Cracovia, l’Orchestra Filarmonica di Ostrava, l’Orchestra della Radio Televisione di Sofia, la Lousiana Acadiana Symphony Orchestra, la Vancouver Symphonia Orchestra, l’Orchestra Filarmonica di Kiev, l’Orchestra Filarmonica Toscanini di Parma, l’Orchestra Filarmonica di Torino, la Denver Symphony Orchestra, la Vancouver Symphony Orchestra, l’orchestra Sinfonica Nazionale di Istanbul, l’Orchestra Sinfonica di Bari, l’Orchestra Sinfonica di Città del Messico, l’Orchestra Sinfonica di Guanajuato, l’Orchestra Sinfonica di Brasilia, il Festival di Primavera di Praga, Mozart Festival in New York.
Tra i suoi più significativi successi si citano: il debutto presso la Canargie Hall di New York, la Direzione del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini presso l’Opera Lyra di Ottawa, del Don Giovanni al Teatro dell’Opera di Cracovia, di Così fan tutte al Teatro Regionale Toscano, di Tosca al Teatro Nazionale dell’Opera di Danzica, de l’Aida, Cavalleria Rusticana e Pagliacci  alla Berkley Opera House di San Francisco, la direzione del concerto Sinfonico in commemorazione della strage del 2 agosto 1980, trasmesso in diretta mondiale da Radiotre e da Raitre con l’orchestra Sinfonica “Arturo Toscanini” di Parma, e del concerto sinfonico in memoria della strage di Piazza Fontana con l’Orchestra Filarmonica di Torino.
Intensa l’attività discografica con la registrazione di alcuni CD in prima assoluta, dedicati a Ghedini, Malipiero, Hovaness, Whittman, Jacob, Donatoni e Dallapiccola per la Stradivarius. Imminente l’uscita di due CD per la Bongiovanni, registrazioni in prima assoluta de La Sonnambula di Vincenzo Bellini nella versione inglese di Bishop e di Stella di Napoli di Giovanni Pacini con l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Cracovia.
 
                                                                                                                     
 
 
 
 
 
 
 
 
 

giovedì 3 ottobre 2013


 
“Per le persone che amo”

Il primo cd di Neil Garden

 
 



“Una bambina sempre felice, per questo la chiamavano Alice. Girava il mondo coi suoi occhi ma poi tornava sempre a casa dolce casa”. Sono versi trasognati del ripostese Sebastiano Messina, in arte Neil Garden, tratti da “Casa dolce casa”, ultimo dei nove brani facenti parte dell’album, autoprodotto, intitolato “Per le persone che amo”, per il quale si sono già espressi favorevolmente artisti come  Morandi, Maurizio Vandelli, Brando, Stefano Senardi, e, non ultimo, Michael Pergolani di Radio Rai Uno che ha condiviso e commentato positivamente l’originale “Capitan baun baun”. L’attualità del passato, l’amore, i dilemmi esistenziali, la disillusione e persino, con il brano “Vai via dall'inferno”,  l’invito, per i più giovani, a ricercare la propria libertà lontano da ogni forma di  dipendenza. “La musica - sottolinea Neil Garden -, è un mondo dove tutto può succedere e tutto può essere trasmesso. Con le note, in maniera semplice e diretta, si possono comunicare sentimenti e desideri che diversamente non saprei esprimere. Provare a parlare all'anima delle persone attraverso la musica è come creare un mondo alternativo, e quando si riesce è come compiere un piccolo miracolo di cui le nostre giornate non dovrebbero fare a meno”. Come nasce e cresce la tua passione? “La mia passione mi accompagna da sempre. Da bambino ho iniziato a studiare pianoforte e a strimpellare una chitarra che avevo in casa. A 18 anni, grazie alla frequentazione di alcuni musicisti, ho scritto le prime canzoni. Dapprima, molto timidamente, le facevo sentire solo agli amici, più avanti, incoraggiato dagli stessi, ho iniziato a propormi per alcune serate voce e chitarra fino a farmi sentire da tanti produttori e diverse case discografiche, una su tutti  la  “Sony Music” col direttore artistico di allora Mauro Albertani il quale diede un giudizio positivo sulle mie canzoni incoraggiandomi ad andare avanti fino a questo mio primo cd grazie al quale sto avendo molte soddisfazioni”. Quali sono i tuoi artisti di riferimento? “Bob Dylan, Van Morrison, Lucio Battisti, De Gregori, Franco Battiato e diversi altri cantautori italiani”. Per concludere ci racconti l’aneddoto legato alla scelta del tuo nome d’arte? “ Il nome in un certo senso me lo ha suggerito Marco Lombardo, all'epoca socio di Mick Hucknall, il leader dei Simply Red. Ho lavorato per la loro azienda vitivinicola sull'Etna, curavo anche il giardino. Loro scherzosamente amavano chiamarmi "Nel garden", così l'ho trasformato in Neil Garden. Ho bellissimi ricordi di quel periodo, come la vacanza trascorsa con Mick, Marco e alcuni loro collaboratori a Milo, nella villa presa in affitto dall’indimenticabile Lucio Dalla”.

GRAZIA CALANNA

 

L’articolo (sotto la foto) in versione ridotta (dalla redazione) è uscito sul quotidiano LA SICILIA (03.10.2013)
 

 

“Per le persone che amo”

Il primo cd del ripostese Sebastiano Messina, in arte Neil Garden

 
 


“Una bambina sempre felice, per questo la chiamavano Alice. Girava il mondo coi suoi occhi ma poi tornava sempre a casa dolce casa”. Sono versi trasognati del ripostese Sebastiano Messina, in arte Neil Garden, tratti da “Casa dolce casa”, ultimo dei nove brani facenti parte dell’album, autoprodotto, intitolato “Per le persone che amo”, per il quale si sono già espressi favorevolmente artisti come  Morandi, Maurizio Vandelli, Brando, Stefano Senardi, e, non ultimo, Michael Pergolani di Radio Rai Uno che ha condiviso e commentato positivamente l’originale “Capitan baun baun”. L’attualità del passato, l’amore, i dilemmi esistenziali, la disillusione e persino, con il brano “Vai via dall'inferno”,  l’invito, per i più giovani, a ricercare la propria libertà lontano da ogni forma di  dipendenza. “La musica - sottolinea Neil Garden -, è un mondo dove tutto può succedere e tutto può essere trasmesso. Con le note, in maniera semplice e diretta, si possono comunicare sentimenti e desideri che diversamente non saprei esprimere. Provare a parlare all'anima delle persone attraverso la musica è come creare un mondo alternativo, e quando si riesce è come compiere un piccolo miracolo di cui le nostre giornate non dovrebbero fare a meno”. Come nasce e cresce la tua passione? “La mia passione mi accompagna da sempre. Da bambino ho iniziato a studiare pianoforte e a strimpellare una chitarra che avevo in casa. A 18 anni, grazie alla frequentazione di alcuni musicisti, ho scritto le prime canzoni. Dapprima, molto timidamente, le facevo sentire solo agli amici, più avanti, incoraggiato dagli stessi, ho iniziato a propormi per alcune serate voce e chitarra fino a farmi sentire da tanti produttori e diverse case discografiche, una su tutti  la  “Sony Music” col direttore artistico di allora Mauro Albertani il quale diede un giudizio positivo sulle mie canzoni incoraggiandomi ad andare avanti fino a questo mio primo cd grazie al quale sto avendo molte soddisfazioni”. Quali sono i tuoi artisti di riferimento? “Bob Dylan, Van Morrison, Lucio Battisti, De Gregori, Franco Battiato e diversi altri cantautori italiani”. Per concludere ci racconti l’aneddoto legato alla scelta del tuo nome d’arte? “ Il nome in un certo senso me lo ha suggerito Marco Lombardo, all'epoca socio di Mick Hucknall, il leader dei Simply Red. Ho lavorato per la loro azienda vitivinicola sull'Etna, curavo anche il giardino. Loro scherzosamente amavano chiamarmi "Nel garden", così l'ho trasformato in Neil Garden. Ho bellissimi ricordi di quel periodo, come la vacanza trascorsa con Mick, Marco e alcuni loro collaboratori a Milo, nella villa presa in affitto dall’indimenticabile Lucio Dalla”.

GRAZIA CALANNA

 

L’articolo (sotto la foto) in versione ridotta (dalla redazione) è uscito sul quotidiano LA SICILIA
(03.10.2013)
 

 

«ALKESTIS»




Palermo. Debutterà giovedì con repliche sino al 5 e dal 10 al 12 dello stesso mese, «ALKESTIS», liberamente ispirato all'omonimo mito classico, una drammaturgia originale di Manlio Marinelli, per la regia di Lia Chiappara, con Giorgia Coco, Matteo Contino, Francesco Gulizzi, Luca Iervolino, Viviana Lombardo, Rosario Sparno ed Enrica Volponi; le musiche sono di Ruggero Mascellino, scene e costumi di Dora Argento, luci di Gianfranco Mancuso.
«Esiste ancora un'idea del tragico nel teatro contemporaneo? » si interrogano Manlio Marinelli, drammaturgo, e Lia Chiappara regista del Teatro Libero. «Questa è la domanda che ci siamo posti - rispondono - nell'immaginare una nuova Alcesti che rispondesse alla nostra sensibilità. Non abbiamo creduto fosse possibile ridurre l'operazione ad una vaga ricollocazione storica e culturale del mito della sposa di Admeto, ma abbiamo pensato fosse necessario ripensare il testo dentro la nostra civiltà teatrale». Dunque, Marinelli, compie una ricollocazione spaziale diversa rispetto al mito classico, ambientando l'azione in un luogo- non luogo di una città, sospesa tra favola e dolorosa cronaca contemporanea, una comunità devastata dalla guerra che si racconta e trepida per il destino di Alkestis, ultima eroina positiva. Come nella tragedia greca, le azioni non avvengono in scena, ma vengono raccontate da personaggi strani e stralunati, degli autentici anti-eroi, scorie di una umanità dolorosa e insieme ridicola, che patisce la condizione assurda dell'uomo che vive senza speranza trascendente. Tirano le fila dell'azione e del susseguirsi degli eventi due figure estranee al mito originale, ma calate nella dimensione mitologica più propria della storia: mister Apollon e mister Thanatos, due becchini, che celebrano la liturgia della decomposizione di una società martoriata e dilaniata da un conflitto perenne. Il mito si traduce in una drammaturgia che segue un pastiche linguistico con continui sconfinamenti nelle lingue del sud, mescolando tragico e comico.