mercoledì 29 maggio 2024

Corra la voce, “Miciu e Cirano sulla luna” e il teatro sociale siciliano

 


La rassegna, prodotta da Buongiorno Sicilia e finanziata nell’ambito di Palcoscenico Catania 2024 dal Comune di Catania e dal Ministero della Cultura, partirà nei primi di giugno nell’Auditorium di via Zurria e nelle Terme della Rotonda per promuovere una drammaturgia contemporanea di forte impegno e legato alle tradizioni. Oltre alla novità sul poeta erotico catanese, scritta da Giuseppe Lazzaro Danzuso, tre riprese di fortunati spettacoli: “Al di là del mare” di Giovanni Anfuso e “Mi chiamo Iqbal Masih e sono un bambino” e “Malala. Questa è la mia storia” di Angelo D’Agosta. Le attività culturali collaterali e i laboratori da prenotare

 

Corra la voce si intitola la Rassegna sulla nuova drammaturgia siciliana che, prodotta da Buongiorno Sicilia e finanziata nell’ambito di Palcoscenico Catania 2024 dal Comune di Catania e dal Ministero della Cultura, partirà nei primi di giugno per promuovere un teatro contemporaneo di forte impegno e legato alle tradizioni.

“Questo progetto – ha spiegato Simone Trischitta, presidente di Buongiorno Sicilia – è stato pensato in continuità con il lavoro iniziato con An American Christmas story e ImpossibiliAmori, presentati negli anni passati sempre negli spazi dell’Auditorium di via Zurria a Catania. Stavolta poniamo a confronto due generazioni di autori, valorizzando anche una nuova, preziosa location: le Terme della Rotonda”.

La rassegna Corra la voce prevede una novità, Miciu e Cirano sulla Luna di Giuseppe Lazzaro Danzuso, e tre riprese di fortunati spettacoli teatrali: Al di là del mare di Giovanni Anfuso e Mi chiamo Iqbal Masih e sono un bambino e Malala. Questa è la mia storia di Angelo D’Agosta.

Corra la voce prevede inoltre attività culturali collaterali.

Si comincerà infatti il tre e quattro giugno dalle 15 alle 18 in via Zurria con due lezioni di Angelo D’Agosta su Il teatro civile. Il primo giorno il tema sarà Dalla cronaca alla drammaturgia e il secondo L’arte del racconto. Si proseguirà l’otto giugno nelle Terme della Rotonda alle 19 con la presentazione del libro di Angelo D’Agosta Teatro Civile 2010-2013 e alle 21 con la rappresentazione di Mi chiamo Iqbal Masih e sono un bambino. L’indomani, nell’Auditorium di via Zurria, sarà la volta di Malala. Questa è la mia storia diretto da D’Agosta e interpretato da Lorenza Denaro. In entrambi gli spettacoli, regista assistente è Agnese Failla.

L’undici e dodici giugno dalle 16 alle 18 in via Zurria, protagonista sarà Domenico Tempio, con un laboratorio tenuto da Giuseppe Lazzaro Danzuso dal titolo L’amore al tempo della Carestia. Il giorno dopo, alle 20, nelle Terme della Rotonda lo stesso scrittore parlerà del suo libro Gran Circo Catania dialogando con Dora Marchese.

“Ci sarà poi, alle 21 del 27 giugno in via Zurria – ha sottolineato Simone Trischitta – il debutto di Miciu e Cirano sulla luna, diretto e interpretato da Angelo D’Agosta, con Andrea Balsamo e con attrezzi di scena e costumi di Sara Lazzaro Danzuso e regista assistente Agnese Failla”.

Lo spettacolo sarà replicato il giorno 28 e, al contrario degli altri, gratuiti, sarà offerto al prezzo simbolico di dieci euro. Quanto alle lezioni e ai laboratori, per parteciparvi occorrerrà prenotare chiamando Buongiorno Sicilia o mandando un messaggio Whatsapp al numero 347.6380512.

A chiudere la rassegna, il 5 luglio alle 21.30 nelle Terme della Rotonda, sarà Al di là del mare, diretto da Giovanni Anfuso e con Liliana Randi, protagonista di uno spettacolo, rappresentato per la prima volta nel 2015, che propone storie di rifugiati. Il lavoro si avvale di elementi scenici di Alessandro Chiti e delle musiche di Nello Toscano. La consulenza per i costumi è di Riccardo Cappello.

 

Studenti e grandi artisti in concerto per festeggiare la sicilianità. Analfino, Lautari, Bordonaro e Pizzifolk sul palco dell’I.O.S. Musco di Catania per la serata conclusiva del progetto “Canti e cunti”

 

Studenti e grandi artisti in concerto per festeggiare la sicilianità. Analfino, Lautari, Bordonaro e Pizzifolk sul palco dell’I.O.S. Musco di Catania per la serata conclusiva del progetto “Canti e cunti”

30 maggio 2024 ore 19.00
I.O.S. “Musco”, Catania, via Giovanni da Verrazzano, 101

L’evento, previsto per giovedì 30 maggio presso la sede dell’istituto scolastico catanese alle ore 19.00, vedrà l’ensemble orchestrale del “Musco” eseguire diversi brani in lingua siciliana, tra cui un inedito scritto dagli studenti, insieme ai musicisti. L’esibizione sarà il momento conclusivo del progetto promosso dall’istituto catanese in collaborazione con l’Associazione Musicale Etnea e sostenuto dall' Assessorato regionale all'istruzione con il bando "Non solo Mizzica - Il siciliano, la lingua di un popolo”, che nelle scorse settimane ha coinvolto undici scuole partner della provincia etnea  workshop, incontri, lezioni studio ed esibizioni musicali

 

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Lello Analfino

 

A Catania la musica diventa la porta d’accesso per far riscoprire ai giovani il valore della cultura siciliana e della lingua dell’isola attraverso un concerto che vedrà l’ensemble orchestrale dell’I.O.S. "Musco" condividere il palco dell’istituto etneo con i Lautari, Lello Analfino, Eleonora Bordonaro e i Pizzifolk - gruppo composto da docenti e alunni dell'IC Pizzigoni-Carducci di Catania -  in occasione di una grande festa della sicilianità. Il concerto, che si svolgerà giovedì 30 maggio 2024 alle ore 19.00 presso l’I.O.S. “Musco” (Via Giovanni da Verrazzano, 101, Catania), sarà l’appuntamento conclusivo di "Canti e Cunti", progetto promosso dall’istituto catanese in collaborazione con l’Associazione Musicale Etnea e sostenuto dall' Assessorato regionale all'istruzione con il bando "Non solo Mizzica - Il siciliano, la lingua di un popolo”, che nelle scorse settimane ha coinvolto undici scuole partner della provincia etnea  workshop, incontri, lezioni studio ed esibizioni musicali. 

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I Lautari

 

Durante l’esibizione, presentata da Salvo La Rosa, gli studenti suoneranno insieme ai Lautari un inedito nato dalle attività laboratoriali, “La Ballata di Gammazita”, e diversi altri brani del repertorio del gruppo di world music. «I nostri ultimi quarant’anni di carriera - racconta la band - durante i quali il siciliano ha rappresentato una costante nelle nostre canzoni, sono un’ulteriore dimostrazione del potere del nostro dialetto di essere un linguaggio universale». La serata vedrà l’ensemble Musco, diretto dal maestro Daniele Zappalà, suonare anche “Cocciu d’amuri” insieme al cantante Lello Analfino, autore del brano. «Sarà un vero privilegio essere un ambasciatore di sicilianità in mezzo ai giovani. Credo fermamente nella bontà del lavoro svolto da “Canti e cunti” e spero che presto il siciliano diventi lingua oggetto di studio nelle scuole» ha commentato l’artista.

Il concerto è il culmine di un progetto che nelle scorse settimane ha visto artisti e poeti dialettali portare in undici scuole della provincia laboratori e concerti-lezione: «È stata un'esperienza di condivisione - racconta Eleonora Bordonaro - ma anche di grande curiosità e attenzione. Molti ragazzi sono rimasti sorpresi dallo scoprire che lingua siciliana e strumenti musicali tradizionali possano risultare ancora così contemporanei. Ad esempio, un brano solo voce e marranzano riesce ad esprimere un sound che non esiterei a definire techno».



lunedì 27 maggio 2024

ABBATTIMENTO LISTE DI ATTESA, IL CIMEST: “LE FARMACIE NON SONO AMBULATORI MEDICI”

  IL CIMEST: “LE FARMACIE NON SONO AMBULATORI MEDICI”

ABBATTIMENTO LISTE DI ATTESA IN FARMACIA – SCELTA SBAGLIATA CHE NON TUTELA IL PAZIENTE: IL FARMACISTA NON HA STUDIATO MEDICINA - DURISSIMA PRESA DI POSIZIONE DA PARTE DEL CIMEST

Durissima presa di posizione da parte dei vertici del Cimest (Coordinamento Intersindacale Medicina Specialistica di Territorio) presidente Salvatore Calvaruso e coordinatori Domenico Garbo e Salvatore Gibiino.

Il Ministro della Salute sta per emanare un Decreto Legge sull’abbattimento delle liste di attesa coinvolgendo le farmacie.

Da non crederci, un elettrocardiogramma si potrà andare a fare dal farmacista che tutto ha studiato tranne che medicina. È vero, farà un corso che gli insegnerà dove mettere gli elettrodi (ma non sa che secondo le patologie che lui sconosce questi elettrodi potranno essere messi in posti diversi, alcune volte al secondo spazio intercostale, altre al quarto, altre al contrario da sinistra verso destra o da destra verso sinistra). Poi si collegherà ad una cardiologia in Pakistan?, in India?, in Europa? che senza visitare il paziente relazionerà l’elettrocardiogramma, o l’holter ECG o il monitoraggio pressorio, o anche una analisi del sangue, o una spirometria ecc. ecc..

Per i poco informati è come dire che per costruire un palazzo si comincia a costruire dal tetto. Proprio questo sta decretando il Ministro della Salute che, udite udite, è anche un medico e Professore Universitario e Rettore. Forse si dimentica che prima di un esame strumentale si deve valutare la storia clinica del paziente, chiedere quali malattie ha avuto, la familiarità, i luoghi di lavoro ecc.ecc. (anamnesi remota) e poi passare alla sintomatologia per cui richiede l’esame come per esempio se ha dolore al petto, come insorge questo dolore, quanto dura, dove si irradia ecc. ecc. (anamnesi prossima) e per ultimo eseguire l’esame strumentale, ma non sempre necessario.

Il Decreto sovvertirà tutto quello che si è insegnato all’Università, si dovranno riscrivere i libri di medicina e... si dovranno ampliare i cimiteri.

Chi vi scrive è un cardiologo del territorio, ex professore universitario che ha insegnato la Semeiotica (cioè conoscere la malattia attraverso i segni e la visita) a centinaia di futuri medici.

Cancelliamo con un decreto tutto questo, facciamo subito l’elettrocardiogramma o qualsivoglia altro esame che il Ministro ed i suoi predecessori improvvidamente stanno autorizzando (spirometria?, Holter?, esami del sangue?, prelievo di campioni biologici nasali?, salivari?, orofarigei? Cicli di fisioterapia?). Addirittura i vaccini, forse si dimentica che la somministrazione di un vaccino può dare gravi effetti collaterali come una reazione allergica grave e che, se non interviene il medico con terapia appropriata (obbligo negli studi medici di bombola di ossigeno e di farmaci di primo soccorso) può portare al decesso del paziente?

Ma forse si dimentica che un elettrocardiogramma nei limiti della norma senza la visita che obbligatoriamente deve precedere ogni esame strumentale, non ha alcun significato? Non è questo che si insegna all’Università? Un paziente può avere un ECG normale ma una gravissima patologia valvolare cardiaca che si diagnostica con la visita. Và dal farmacista… poi una relazione di un cardiologo telefonico… referta… tutto normale e per ultimo il farmacista… con una bella pacca sulla spalla dice all’improvvido paziente vai tranquillo tutto a posto!!!

Per non parlare che in queste strutture che apriranno le farmacie non vi è alcuna salvaguardia sanitaria che invece è obbligatoria nei VERI STUDI MEDICI, è sufficiente, dice il Ministro, l’idoneità igienico sanitaria, per i non addetti un gabinetto (uno solo senza andicap), altezza del tetto 2,70 mt, pavimento pulito, mobili spolverati.... E basta??? Siamo impazziti??? Lo stesso Ministero od i suoi predecessori hanno più volte emanato diversi decreti sull’accreditamento riguardo gli obblighi sanitari che deve avere un VERO STUDIO MEDICO sono decreti di anche 250 pagine, dico 250 pagine che specificano i requisiti generali, poi organizzativi, poi strutturali, poi tecnologici e così via. Tanto per fare un esempio approntare gli organigrammi per la gestione delle informazioni, miglioramento della qualità, analisi dei disservizi, valutazione dei protocolli dei percorsi assistenziali, piano per la gestione delle emergenze, dell’aggiornamento, delle complicanze, la conservazione dei documenti, il fascicolo sanitario elettronico, manutenzione ordinaria e straordinaria delle apparecchiature, protezione  antincendio, acustica, sicurezza antinfortunistica, acustica, elettrica, barriere architettoniche, Legge 231 sull’anticorruzione e mi fermo qui, sono 250 pagine e non valutare se i mobili sono spolverati o se il pavimento è pulito e se vi è un bagno.

Si dimentica anche che il fisioterapista che i vari Ministri hanno autorizzato a lavorare in farmacia non sono abilitati ad operare se prima un FISIATRA e non il medico di medicina generale prescrive il piano riabilitativo.

Per non parlare dei gravissimi reati in cui potrà incorrere chi apre (farmacisti) uno studio che esegue prestazioni mediche. Parliamo della mancanza della figura del DIRETTORE SANITARIO che non può essere un FARMACISTA come vorrebbe far credere impropriamente questa bozza di decreto.

La figura del DIRETTORE SANITARIO è normata dalla legge, infatti ad esso vanno riconosciute plurime attribuzioni, incluse quelle di carattere manageriale e medico-legale, in quanto egli verifica l’appropriatezza delle prestazioni medico-chirurgiche erogate, la corretta conservazione dei farmaci, organizza la logistica dei pazienti e, soprattutto, governa la gestione del rischio clinico.

Il Direttore sanitario è il garante ultimo dell’assistenza sanitaria ai pazienti e del coordinamento del personale sanitario operante nella struttura, affinché tale attività sia sempre improntata a criteri di qualità e di sicurezza:

·       è una figura dirigenziale in campo medico che ricopre un ruolo di garanzia, di guida, supervisione e qualità delle prestazioni erogate da una struttura sanitaria;

·       è una figura garante per gli utenti e per gli operatori del corretto esercizio delle prestazioni sanitarie erogate all’interno della struttura, e cioè che siano effettuate in sicurezza, da personale sanitario con adeguata preparazione ed in condizioni igienico-sanitarie adeguate oltre che in modo conforme alle regole di deontologia professionale;

·       è una figura obbligatoria in ogni struttura sanitaria che svolga la sua attività in forma ambulatoriale o societaria;

·       è responsabile di tutta l’attività sanitaria del centro in cui opera;

·       la responsabilità del Direttore sanitario può assumere anche rilievo penale.

Si riportano solo alcune Leggi che documentano il divieto di gestire un ambulatorio da parte del farmacista e l’obbligo che esso sia un MEDICO:

Legge n° 24/2017 (Legge Gelli) Art. 7

Responsabilità civile della struttura e dell'esercente la professione sanitaria

“La struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata che, nell'adempimento della propria obbligazione, si avvalga dell'opera di esercenti la professione sanitaria, anche se scelti dal paziente e ancorché non dipendenti della struttura stessa, risponde, ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del codice civile, delle loro condotte dolose o colpose”.

 Regolamento generale sanitario (1901) – Art. 83

“Chiunque intende aprire o mantenere in esercizio ambulatori o case o istituti di cura medico-chirurgica […] ne fa domanda al Prefetto, corredandola con la dichiarazione scritta di un dottore in medicina e chirurgia, che assume la direzione tecnica dell'istituto che si intende aprire o mantenere in esercizio”

Regio Decreto 1265/1934 - Testo Unico delle Leggi Sanitarie (TULLSS) - Art. 193

“Nessuno può aprire o mantenere in esercizio ambulatori, case o istituti di cura medico-chirurgica o di  assistenza ostetrica, gabinetti di analisi per il pubblico a scopo di accertamento diagnostico, case o pensioni per gestanti, senza speciale autorizzazione del prefetto, il quale la concede dopo aver sentito il parere dei Consiglio provinciale di sanità.

Legge 412/1991 – Art. 4 comma 2

«[…] dette istituzioni sanitarie sono sottoposte al regime di autorizzazione e vigilanza di cui all’art. 43 della legge 833/1978 (Legge istitutiva del SSN) e devono avere un direttore sanitario o tecnico, che risponde personalmente dell’organizzazione tecnica e funzionale dei servizi e del possesso dei prescritti titoli professionali da parte del personale che ivi opera».

a) Abusivo esercizio di una professione – art. 348 c.p.

Art. 348 c.p. - Esercizio abusivo di una professione.

[I]. Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000.

Forse prossimamente saranno i macellai ad essere autorizzati a piccoli interventi chirurgici, ne ho visto diversi sono molto bravi e con una manualità che a volte supera il Chirurgo.

Tantissimo rispetto per i farmacisti, in famiglia ho anche un ex Presidente dell’Ordine dei Farmacisti ed anche ex Vice Presidente di Federfarma e quindi ho il titolo per conoscere la loro preparazione di grandissimo rispetto per la farmaceutica ma non per la medicina.


Il Presidente CIMEST

Dr. Salvatore Calvaruso

I Coordinatori CIMEST

Dr. D. Garbo
Dr. S. Gibiino (relatore)


ABBATTIMENTO LISTE DIATTESA IN FARMACIA – SCELTA SBAGLIATA CHE NON TUTELA IL PAZIENTE: IL FARMACISTANON HA STUDIATO MEDICINA - DURISSIMA PRESA DI POSIZIONE DA PARTE DEL CIMEST



Durissima presa di posizione da parte dei vertici del Cimest (Coordinamento Intersindacale Medicina Specialistica di Territorio) presidente Salvatore Calvaruso e coordinatori Domenico Garbo e Salvatore Gibiino.

Il Ministro della Salute sta per emanare un Decreto Legge sull’abbattimento delle liste di attesa coinvolgendo le farmacie.

Da non crederci, un elettrocardiogramma si potrà andare a fare dal farmacista che tutto ha studiato tranne che medicina. È vero, farà un corso che gli insegnerà dove mettere gli elettrodi (ma non sa che secondo le patologie che lui sconosce questi elettrodi potranno essere messi in posti diversi, alcune volte al secondo spazio intercostale, altre al quarto, altre al contrario da sinistra verso destra o da destra verso sinistra). Poi si collegherà ad una cardiologia in Pakistan?, in India?, in Europa? che senza visitare il paziente relazionerà l’elettrocardiogramma, o l’holter ECG o il monitoraggio pressorio, o anche una analisi del sangue, o una spirometria ecc. ecc..

Per i poco informati è come dire che per costruire un palazzo si comincia a costruire dal tetto. Proprio questo sta decretando il Ministro della Salute che, udite udite, è anche un medico e Professore Universitario e Rettore. Forse si dimentica che prima di un esame strumentale si deve valutare la storia clinica del paziente, chiedere quali malattie ha avuto, la familiarità, i luoghi di lavoro ecc.ecc. (anamnesi remota) e poi passare alla sintomatologia per cui richiede l’esame come per esempio se ha dolore al petto, come insorge questo dolore, quanto dura, dove si irradia ecc. ecc. (anamnesi prossima) e per ultimo eseguire l’esame strumentale, ma non sempre necessario.

Il Decreto sovvertirà tutto quello che si è insegnato all’Università, si dovranno riscrivere i libri di medicina e... si dovranno ampliare i cimiteri.

Chi vi scrive è un cardiologo del territorio, ex professore universitario che ha insegnato la Semeiotica (cioè conoscere la malattia attraverso i segni e la visita) a centinaia di futuri medici.

Cancelliamo con un decreto tutto questo, facciamo subito l’elettrocardiogramma o qualsivoglia altro esame che il Ministro ed i suoi predecessori improvvidamente stanno autorizzando (spirometria?, Holter?, esami del sangue?, prelievo di campioni biologici nasali?, salivari?, orofarigei? Cicli di fisioterapia?). Addirittura i vaccini, forse si dimentica che la somministrazione di un vaccino può dare gravi effetti collaterali come una reazione allergica grave e che, se non interviene il medico con terapia appropriata (obbligo negli studi medici di bombola di ossigeno e di farmaci di primo soccorso) può portare al decesso del paziente?

Ma forse si dimentica che un elettrocardiogramma nei limiti della norma senza la visita che obbligatoriamente deve precedere ogni esame strumentale, non ha alcun significato? Non è questo che si insegna all’Università? Un paziente può avere un ECG normale ma una gravissima patologia valvolare cardiaca che si diagnostica con la visita. Và dal farmacista… poi una relazione di un cardiologo telefonico… referta… tutto normale e per ultimo il farmacista… con una bella pacca sulla spalla dice all’improvvido paziente vai tranquillo tutto a posto!!!

Per non parlare che in queste strutture che apriranno le farmacie non vi è alcuna salvaguardia sanitaria che invece è obbligatoria nei VERI STUDI MEDICI, è sufficiente, dice il Ministro, l’idoneità igienico sanitaria, per i non addetti un gabinetto (uno solo senza andicap), altezza del tetto 2,70 mt, pavimento pulito, mobili spolverati.... E basta??? Siamo impazziti??? Lo stesso Ministero od i suoi predecessori hanno più volte emanato diversi decreti sull’accreditamento riguardo gli obblighi sanitari che deve avere un VERO STUDIO MEDICO sono decreti di anche 250 pagine, dico 250 pagine che specificano i requisiti generali, poi organizzativi, poi strutturali, poi tecnologici e così via. Tanto per fare un esempio approntare gli organigrammi per la gestione delle informazioni, miglioramento della qualità, analisi dei disservizi, valutazione dei protocolli dei percorsi assistenziali, piano per la gestione delle emergenze, dell’aggiornamento, delle complicanze, la conservazione dei documenti, il fascicolo sanitario elettronico, manutenzione ordinaria e straordinaria delle apparecchiature, protezione  antincendio, acustica, sicurezza antinfortunistica, acustica, elettrica, barriere architettoniche, Legge 231 sull’anticorruzione e mi fermo qui, sono 250 pagine e non valutare se i mobili sono spolverati o se il pavimento è pulito e se vi è un bagno.

Si dimentica anche che il fisioterapista che i vari Ministri hanno autorizzato a lavorare in farmacia non sono abilitati ad operare se prima un FISIATRA e non il medico di medicina generale prescrive il piano riabilitativo.

Per non parlare dei gravissimi reati in cui potrà incorrere chi apre (farmacisti) uno studio che esegue prestazioni mediche. Parliamo della mancanza della figura del DIRETTORE SANITARIO che non può essere un FARMACISTA come vorrebbe far credere impropriamente questa bozza di decreto.

La figura del DIRETTORE SANITARIO è normata dalla legge, infatti ad esso vanno riconosciute plurime attribuzioni, incluse quelle di carattere manageriale e medico-legale, in quanto egli verifica l’appropriatezza delle prestazioni medico-chirurgiche erogate, la corretta conservazione dei farmaci, organizza la logistica dei pazienti e, soprattutto, governa la gestione del rischio clinico.

Il Direttore sanitario è il garante ultimo dell’assistenza sanitaria ai pazienti e del coordinamento del personale sanitario operante nella struttura, affinché tale attività sia sempre improntata a criteri di qualità e di sicurezza:

·       è una figura dirigenziale in campo medico che ricopre un ruolo di garanzia, di guida, supervisione e qualità delle prestazioni erogate da una struttura sanitaria;

·       è una figura garante per gli utenti e per gli operatori del corretto esercizio delle prestazioni sanitarie erogate all’interno della struttura, e cioè che siano effettuate in sicurezza, da personale sanitario con adeguata preparazione ed in condizioni igienico-sanitarie adeguate oltre che in modo conforme alle regole di deontologia professionale;

·       è una figura obbligatoria in ogni struttura sanitaria che svolga la sua attività in forma ambulatoriale o societaria;

·       è responsabile di tutta l’attività sanitaria del centro in cui opera;

·       la responsabilità del Direttore sanitario può assumere anche rilievo penale.

 

Si riportano solo alcune Leggi che documentano il divieto di gestire un ambulatorio da parte del farmacista e l’obbligo che esso sia un MEDICO:

 

 

Legge n° 24/2017 (Legge Gelli) Art. 7

Responsabilità civile della struttura e dell'esercente la professione sanitaria

“La struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata che, nell'adempimento della propria obbligazione, si avvalga dell'opera di esercenti la professione sanitaria, anche se scelti dal paziente e ancorché non dipendenti della struttura stessa, risponde, ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del codice civile, delle loro condotte dolose o colpose”.

 

Regolamento generale sanitario (1901) – Art. 83

“Chiunque intende aprire o mantenere in esercizio ambulatori o case o istituti di cura medico-chirurgica […] ne fa domanda al Prefetto, corredandola con la dichiarazione scritta di un dottore in medicina e chirurgia, che assume la direzione tecnica dell'istituto che si intende aprire o mantenere in esercizio”

 

Regio Decreto 1265/1934 - Testo Unico delle Leggi Sanitarie (TULLSS) - Art. 193

“Nessuno può aprire o mantenere in esercizio ambulatori, case o istituti di cura medico-chirurgica o di  assistenza ostetrica, gabinetti di analisi per il pubblico a scopo di accertamento diagnostico, case o pensioni per gestanti, senza speciale autorizzazione del prefetto, il quale la concede dopo aver sentito il parere dei Consiglio provinciale di sanità.

 

Legge 412/1991 – Art. 4 comma 2

«[…] dette istituzioni sanitarie sono sottoposte al regime di autorizzazione e vigilanza di cui all’art. 43 della legge 833/1978 (Legge istitutiva del SSN) e devono avere un direttore sanitario o tecnico, che risponde personalmente dell’organizzazione tecnica e funzionale dei servizi e del possesso dei prescritti titoli professionali da parte del personale che ivi opera».

 

a) Abusivo esercizio di una professione – art. 348 c.p.

Art. 348 c.p. - Esercizio abusivo di una professione.

[I]. Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000.

Forse prossimamente saranno i macellai ad essere autorizzati a piccoli interventi chirurgici, ne ho visto diversi sono molto bravi e con una manualità che a volte supera il Chirurgo.

 

Tantissimo rispetto per i farmacisti, in famiglia ho anche un ex Presidente dell’Ordine dei Farmacisti ed anche ex Vice Presidente di Federfarma e quindi ho il titolo per conoscere la loro preparazione di grandissimo rispetto per la farmaceutica ma non per la medicina.

 

 

Il Presidente CIMEST

Dr. Salvatore Calvaruso

 

I Coordinatori CIMEST

Dr. D. Garbo

Dr. S. Gibiino (relatore)

martedì 21 maggio 2024

A Catania successo per “Abitare il silenzio”, II Festival dell’autobiografia diretto da Lucia Caruso.

 




A Catania successo per “Abitare il silenzio”, II Festival dell’autobiografia diretto da Lucia Caruso.

Conclusi tre giorni preziosi all’insegna del silenzio come luogo per cogliere consapevolmente ciascuno il proprio colloquio interiore.

 

 CATANIA – Grande e sentita partecipazione, a Catania, per la seconda edizione di Abitare il silenzio, Festival dell’autobiografia tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi, ideato e diretto da Lucia Caruso, organizzato, insieme, dalle associazioni L'Albero Filosofico (Catania), diretta dalla stessa Caruso, e Terre perse per ritrovarsi (Venezia), diretta da Alessandro Doria, con il patrocino del Comune di Catania.

 

Accolti dalla Biblioteca “Bellini” di Catania, conclusi tre giorni preziosi all’insegna del “silenzio” come luogo per cogliere consapevolmente (ciascuno) il proprio colloquio interiore. Moderati dalla giornalista Grazia Calanna, è stato un susseguirsi di preziosi interventi. Con anche gli organizzatori Lucia Caruso e Alessandro Doria, hanno preso parte Novella Primo, Rosalba Galvagno, Francesco Farinella e Duccio Demetrio (special guest, presente anche un attesissimo laboratorio di scrittura).

 

Nella prima giornata, Lucia Caruso e Alessandro Doria si sono soffermati sul concetto di “autobiografia come cura sui”; notevoli gli apprezzamenti per il primo “Silent reading party”, con un libro, i cellulari spenti e tantissimo reciproco ascolto; per “Narrarsi nel luoghi della cura” con Federica Marcucci e Alessio Muratore focalizzato sull’importanza di riconoscere il proprio passato per avere un futuro; per “Scrivere nell’abbandono”, con Alessandro Doria che si è soffermato sul valore della scrittura, specie quella autobiografica, quale supporto prezioso per la serenità della e nella propria quotidianità; per “Il silenzio e la scrittura” di Maria Liberti che ha proposto una ricca riflessione sul rapporto fra il silenzio e la scrittura, quella autobiografica, in particolare, che attraverso lo scandaglio di sé opera come adeguato strumento della socratica cura sui; per “Una madeleine tra il tempo che fugge e il tempo delle profondità” di Francesco Farinella che ha magistralmente condotto i presenti alla scoperta della “memoria involontaria” approfondendo la tematica autobiografica in uno degli eventi più straordinari della Storia della letteratura, che ha avuto profonde ripercussioni nella psicologia e fenomenologia della memoria; per “La saggezza del silenzio”, una lettura orteghiana con Massimo Vittorio che ha rimandato all’autenticità comunicativa del silenzio e al rifiuto di un dire permanente, visto come una sofisticazione del vissuto.

 

Giornata clou, quella di sabato, arricchita da tre preziosi e spessissimi interventi: “Solo il silenzio vive”, di Novella Primo che a partite dal requisito imprescindibile della meditazione, il silenzio, ha ripercorso con appassionante cura le cartografie della memoria nelle scrittrici Romano, Spaziani e Anedda; “Il caso Goliarda Sapienza”, autobiografia e psicoanalisi con Rosalba Galvagno che ha brillantemente indagato il rapporto intercorrente tra Autobiografia e Psicoanalisi a partire dal romanzo “Il filo di mezzogiorno”, racconto della cura psicoanalitica che la scrittrice catanese sostenne intorno agli anni 1962-1965, con magnetici riferimenti e, anche, al capolavoro “L’arte della gioia”, romanzo pubblicato postumo nel 1998; “Il silenzio degli addii” con Duccio Demetrio che ha “illuminato” situazioni di raccoglimento, di ricerca del silenzio, di scrittura autobiografica e poetica quali strumenti che “rendono più sopportabile lo spaesamento e l’impossibilità dell’addio”. “Autobiografia di un corpo” con la sensibilità colta di Daniela Bellavia e, in chiusura, “Ad un tratto il ricordo m’è apparso”, laboratorio esperienziale con Lucia Caruso e Francesco Farinella che si sono soffermati insieme ai partecipanti su Autobiografia e memoria involontaria: “Le scritture del desiderio”.

 

Si è conclusa a Catania, suscitando enorme interesse, la seconda edizione del Festival dell’autobiografia Abitare il Silenzio, tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi, organizzata dalle associazioni l’Albero Filosofico, Catania e Terreperseperritrovarsi, Venezia. All’evento hanno partecipato numerosi relatori provenienti da tutta Italia. L’autobiografia, sostiene Lucia Caruso, presidente dell’associazione l’Albero Filosofico e ideatrice del Festival, è uno strumento indispensabile nel processo umano della ricerca dei significati per collocarsi nel mondo. E se ci chiediamo come fare per abitare il Silenzio scopriamo la possibilità di un’originaria “narrazione di Sé” per cogliere quel colloquio interiore che ognuno di noi intrattiene con le voci della propria anima. E ancora il silenzio degli addii come questione filosofica individuale e universale. Scegliere di raccontarli e scriverne risveglia miti e narrazioni che trasformano gli addii in storie dell’umanità. Ed in tali situazioni il raccoglimento, la ricerca del silenzio, la scrittura autobiografica e poetica rendono più sopportabile lo spaesamento e l’impossibilità dell’addio”, dichiara Lucia Caruso, Presidente dell’Albero Filosofico.

 

“Desideravo ringraziare prima di tutto il pubblico di questa edizione per essere stato presente in modo attivo e partecipe alla seconda edizione del festival. Insieme alla dott.ssa Caruso stiamo provando ad offrire un prodotto culturale che aiuti le persone a pensare, a riflettere, evitando l’inutile chiacchiericcio che si ascolta per strada o che si può leggere nei social. È un progetto che spero possa trovare un coinvolgimento o un supporto anche da parte dell’amministrazione, così come accade a Venezia, mio comune di residenza, dove gli assessorati lavorano in concerto per garantire le nostre Riflessioni Lagunari. Credo sia un vantaggio per Catania e per tutta la Sicilia poter godere di un momento di riflessione culturale importante al punto da aver permesso di offrire gratuitamente ai presenti la partecipazione del prof. Duccio Demetrio, uno dei massimi esponenti viventi della filosofia della narrazione. Da Giugno, inizieremo a preparare l’edizione 2025, sperando di poter coinvolgere ancora più persone”, conclude Alessandro Doria, Presidente di “Terre perse per ritrovarsi” (Venezia).  

 

CATANIA "DAI UN CALCIO AL LINFOMA" LILT

 


CATANIA - PREVENZIONE TUMORI, SABATO SCORSO “DAI UN CALCIO AL LINFOMA” LILT, SFIDA FRA MEDICI E PAZIENTI

Mister Pino Rigoli: “L’attività sportiva dà una spinta eccezionale sotto l’aspetto psicologico e questo assume un valore maggiore quando, come in una squadra, ci si affida al gruppo”

 

È stata ancora una festa, la nona dal suo inizio, per “Dai un calcio al linfoma”, la partita di pallone promossa dalla Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) di Catania e dalla sua delegazione di Belpasso, disputata sabato scorso 18 maggio a Catania presso “La Meridiana”. A fronteggiarsi sul campo le compagini di pazienti ed ex pazienti siciliani di oncoematologia e dei medici degli ospedali catanesi, ovvero Gladiatori e Sanitari: per la cronaca, la sfida si è conclusa 5 a 2 per i Gladiatori. L’evento, presentato da Federica Zammataro e Giacomo Giurato, è stato patrocinato dalla Regione Siciliana (assessorato della Salute) e dall’Arnas “Garibaldi” di Catania; a dirigere la gara sono stati gli arbitri della sezione AIA di Catania.

“Dai un calcio al linfoma” rientra fra le attività di prevenzione terziaria proposte dalla Lilt, che seguono il malato nel percorso di guarigione. Proprio su questo, il Presidente della Lilt di Catania, Aurora Scalisi, dichiara: “Non vincitori né vinti in questa magnifica partita, curata dalla nostra delegazione di Belpasso, ma amicizia e cordialità che si consolidano anno dopo anno fra medici e pazienti. La Lilt di Catania è da sempre presente, con discrezione ed empatia, in questo ‘spazio’ che dalla malattia va al percorso di guarigione, dalle corsie di ospedale ai campi di calcio, perché dal cancro si può guarire”.

Presente all’incontro un volto noto del calcio siciliano, mister Pino Rigoli, che ha dispensato consigli tattici alle due squadre, ma ha pure sottolineato quanto lo sport sia un prezioso alleato per chi si ritrova ad affrontare, nella vita, un momento difficile: “Non potevo che rispondere alla chiamata della Lilt e trascorrere un pomeriggio insieme a questi medici, che sono straordinari nel loro lavoro, e ai loro pazienti ai quali, da uomo di calcio, dico che l’attività sportiva dà una spinta eccezionale sotto l’aspetto psicologico e questo assume un valore maggiore quando, come in una squadra, ci si affida al gruppo”.

“Abbiamo celebrato anche per quest’anno una bella festa, hanno vinto i pazienti che avevano già vinto la loro battaglia e adesso si ripetono sul campo: complimenti a loro”, aggiunge il capitano dei Sanitari, il dott. Ugo Consoli, direttore dell’Ematologia dell’Arnas “Garibaldi”.

Prima dell’inizio della gara è stato letto un messaggio di Vito Cataldo, capitano dei Gladiatori, che ha rivolto un pensiero speciale a chi resta accanto ai malati di tumore nel percorso clinico e post-clinico: “Non è scontato che tutti si facciano carico della malattia di un parente o di amico e c’è pure chi, dopo la diagnosi, non si vede più. Avere accanto qualcuno ti permette di stare bene anche mentalmente e questo è importante al pari della medicina. Fortunato chi, come me, affrontando la malattia è sempre stato sostenuto dai suoi cari”.

giovedì 16 maggio 2024

Abitare il silenzio da domani al 19 maggio alla Biblioteca BELLINI Catania (ingresso libero) il II Festival dell’autobiografia

 

Abitare il silenzio


II Festival dell’autobiografia tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi

17-18-19 maggio Biblioteca BELLINI Catania (ingresso libero)

 

S’intitola Abitare il silenzio è la seconda, unica in Sicilia, edizione del Festival dell’autobiografia tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi, ideato e diretto da Lucia Caruso, organizzato, insieme, dalle associazioni L'Albero Filosofico (Catania) e Terre perse per ritrovarsi (Venezia) con il patrocino del Comune di Catania.

 

Moderati dalla giornalista Grazia Calanna, interverranno, con anche gli organizzatori Lucia Caruso e Alessandro Doria, Maria Liberti, Federica Marcucci, Alessio Muratore, Francesco Farinella, Massimo Vittorio, Novella Primo, Rosalba Galvagno, Duccio Demetrio (ospite d’onore, presente con Lectio e laboratorio di scrittura) e Daniela Bellavia.

 

Per la prima volta, da un’idea di Lucia Caruso, da segnalare, il “Silent reding party”, un’ora con un libero e senza telefono. Lettori “silenziosi” potranno partecipare portando il proprio libro preferito, un tappetino o un cuscino; si dovrà spegnere il cellulare, volendo condividere la propria lettura tra un benvenuto di rito, una brioche e un caffè.   

                                                            

LA VITA COME NARRAZIONE TRA SILENZI E SCRITTURE: “Caro silenzio, aiutami a non parlare di te, aiutami ad abitarti”, scrive Chandra Livia Candiani, ne “Il silenzio è cosa viva”. E se ci chiediamo perché il silenzio è cosa viva possiamo sviluppare una riflessione su come esso non significhi tacere, ma è stare in compagnia “di qualcosa di tenero e avvolgente”, è tendere una mano tra le parole e l’assenza. Il silenzio non come un vuoto nulla, non come assenza di rumore, bensì luogo in cui realizzare un’originaria narrazione di sé, per cogliere quel colloquio interiore che ognuno di noi intrattiene con le voci e i silenzi della propria anima, stando dentro noi stessi, consapevolmente. Il silenzio come forma vivente di meditazione e bellezza, come cura, come ricerca della verità, stato di grazia. I silenzi parlano, urlano, e rimangono inevitabilmente “una forma di parola” nei paesaggi fuori e dentro di noi.

 


«Per questa seconda edizione del Festival abbiamo scelto di narrarci attraverso il tema del Silenzio. Ma cosa ci consente di costruirci un’identità e di trovare un posto nel mondo? E’ la narrazione ed è proprio da questa premessa che emerge la necessità di valutare l’importanza della scrittura autobiografia che diventa così un potente mezzo di auto-guarigione, di presa in carico della propria storia, di ampliata consapevolezza delle proprie ferite e della possibilità di guardare al proprio passato da un altro punto di vista, stabilendo un distanziamento emotivo e filosofico dagli eventi traumatici, che permette di poter maggiormente convivere  con il proprio presente, rafforzando la propria capacità di reagire ad un passato debilitante che inibisce il  proprio progetto di vita.  Come sostiene F. Cambi: “l’autobiografia è, allora, processo formativo, esperienza di formazione, modellizzazione «rieducativa» di sé, coltivazione narcisistica, esercizio letterario ecc. Ma è soprattutto iter formativo. Un viaggio nel sé, per sé, per darsi forma” […]. L’autobiografia cambia il soggetto. Lo rimette a fuoco in modo nuovo. Ne sposta il baricentro, l’immagine, il senso. Il ricorso sempre più frequente a tali approcci è dovuto in prima istanza al fatto che i metodi autobiografici, sollecitando a riflettere e ripercorrere la propria vita, raccontata o scritta attraverso la voce dei singoli protagonisti, è dovuto non soltanto alla legittimazione della loro utilità quale metodi di ricerca scientifica, ma anche per la loro funzione educativa, terapeutica, rieducativa, autoeducativa e di auto-orientamento, aprendo altresì alla prospettiva del lifelong learning. Il soggetto che narra, infatti, ricostruisce gli episodi della sua vita dotandola di senso. È un soggetto capace di porsi interrogativi, di scrutare dentro di sé e di trovare/costruire la propria identità. È terapeutica, perché permette di prendersi cura soprattutto nei momenti difficili, ed è educativa e formativa perché raccontando le nostre esperienze conosciamo meglio noi stessi rafforzando altresì le capacità metacognitive e di auto-orientamento, dotando di significati sempre più ampi le nostre azioni.  Attraverso la scrittura autobiografica l’individuo non solo ha la capacità di rivedersi, ma cosa ancora più importante ha la possibilità di riprogettarsi e di recuperare le potenzialità residue insite in ognuno di noi, nonostante tutto», dichiara Lucia Caruso, Presidente dell’Ass. L’Albero Filosofico.

 

Ricchissimo il programma (che riportiamo sotto in sintesi, interamente illustrato nella locandina allegata e all’interno del sito www.alberofilosofico.it alla voce EVENTI) animato dalla presenza di illustri ospiti con i quali si potranno fare e approfondire esperienze di conoscenza e ascolto.

 

                                    

 

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ABITARE IL SILENZIO                                                  

FESTIVAL dell’autobiografia tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi                                                                                    17-18-19 Maggio 2024                                                                                                             

SECONDA EDIZIONE                                                    

BIBLIOTECA BELLINI, via A. di Sangiuliano 307 – CATANIA

INGRESSO LIBERO                                                                        

IDEATRICE E DIRETTRICE DEL FESTIVAL                      

LUCIA CARUSO

MODERATRICE E ADDETTO STAMPA                                                                                                                              GRAZIA CALANNA 

 

PROGRAMMA

Moderati dalla giornalista Grazia Calanna, interverranno, con anche gli organizzatori Lucia Caruso e Alessandro Doria, Maria Liberti, Federica Marcucci, Alessio Muratore, Francesco Farinella, Massimo Vittorio, Novella Primo, Rosalba Galvagno, Duccio Demetrio (ospite d’onore, presente con Lectio e laboratorio di scrittura) e Daniela Bellavia.

 

 

VENERDI 17 MAGGIO                                                                                                

h 9,30        SALUTI E APERTURA DEI LAVORI

                  L’AUTOBIOGRAFIA COME “CURA SUI” con Lucia Caruso, Alessandro Doria                                        

                   Presidenti delle Associazioni L’ Albero Filosofico e Terre perse per ritrovarsi

h 10,00   LE PAROLE SONO COME CUSCINI…   La biblioterapia nei processi educativi e formativi incontro con le scuole a cura di Lucia Caruso 

h 10,30    SILENT READING PARTY, UN’ORA CON UN LIBRO E SENZA TELEFONO

                 A cura dei formatori autobiografici dell’Albero Filosofico e Terreperseperritrovarsi

h 12,00    NARRARSI NEI LUOGHI DELLA CURA con Federica Marcucci, Alessio Muratore

AUTOBIOGRAFIA E MEMORIA FAMILIARE

h 13,00    PAUSA PRANZO

h 15,00    SCRIVERE NELL’ABBANDONO con Alessandro Doria

h 15,30   IL SILENZIO E LA SCRITTURA con Maria Liberti

h 16,00    UNA MADELEINE TRA IL TEMPO CHE FUGGE E IL TEMPO DELLE PROFONDITA’ con Francesco Farinella

h 17,00     LA SAGGEZZA DEL SILENZIO: una lettura orteghiana con Massimo Vittorio

                                                                                              

SABATO 18 MAGGIO      

h 9,30     “SOLO IL SILENZIO VIVE”

               Cartografie della memoria nelle scrittrici Romano, Spaziani, Anedda con Novella Primo

h 10,30   AUTOBIOGRAFIA E PSICOANALISI: 

                 Il caso Goliarda Sapienza con Rosalba Galvagno

h 11,30   IL TEMPO INTERIORE DI BERGSON con Francesco Farinella

                                                  

h 13,00   PAUSA PRANZO

h 15,00   NEL SILENZIO DEGLI ADDII Lectio e laboratorio di scrittura con Duccio Demetrio

 

 

DOMENICA 19 MAGGIO

h  9,30     AUTOBIOGRAFIA DI UN CORPO Il mio corpo è la mia casa con Daniela Bellavia

h 10,30  “AD UN TRATTO IL RICORDO M’È APPARSO”               

                Autobiografia e memoria involontaria, “Le scritture del desiderio”, laboratorio esperienziale con L. Caruso, F. Farinella.

h 12,30   CHIUSURA DEI LAVORI