Il dramma di Caino e Abele. Papa Francesco e la guerra tra russi e ucraini di Fernando Massimo Adonia
“Il dramma di Caino e Abele. Papa Francesco e la guerra tra
russi e ucraini” di Fernando Massimo Adonia - edito da Algra -, reperibile
in tutte le librerie come online (anche sul sito della casa editrice https://www.algraeditore.it/saggistica/il-dramma-di-caino-e-abele-papa-francesco-e-la-guerra-tra-russi-e-ucraini/), è un volume che dà voce
ad una voce che grida pace nel deserto: quella di Papa Bergoglio. Cardine del
libro un messaggio carico di complessità e preoccupazione: “Mentre si assiste a
un macabro regresso di umanità, mi chiedo, insieme a tante persone angosciate,
se ci sia la volontà di evitare una continua escalation militare e verbale; se
si stia facendo tutto il possibile perché le armi tacciano”.
L’approfondimento intervista all’autore Fernando Massimo Adonia
Com’è nata
l’idea del suo libro “Il dramma di Caino e Abele”?
Era
impensabile che potesse scoppiare una guerra nel cuore d’Europa, non dopo la
caduta del muro di Berlino. La storia sembrava diretta verso un’altra
direzione: verso la pace e il dialogo tra popoli e nazioni. Invece no: è
successo. Come dice Papa Francesco da anni, è in corso “la terza guerra
mondiale a pezzi”. Il mondo brucia e la guerra in Ucraina rappresenta la
saldatura tra tanti conflitti sparsi dove a combattersi sono sempre gli stessi
attori globali. Gli Stati tornano a investire sulle armi, mentre la forbice tra
i ricchi del Pianeta e i più poveri è aumentata. È tornata la minaccia nucleare
e il mondo è tornato ad essere quel campo di battaglia per definire nuovi
assetti di potere.
Qual è il senso della letteratura e, più in generale, della scrittura oggi?
Una domanda enorme. Provo a rispondere: la scrittura serve ad affinare il
pensiero, a leggere l’Uomo e a comprendere il senso profondo degli eventi. Può
anche essere un esercizio di ascesi. Ma anche un servizio alla propria comunità
affinché possa saperne sempre di più su qualsiasi interrogativo, anche privato,
possa assillare il sentire umano.
Quale messaggio desidera lanciare con il suo libro?
Sfruttando
l’appello del Papa, il messaggio del libro può essere racchiuso in una sola
parola: “Fermatevi!”. Ma c’è uno scopo ulteriore fissato in queste pagine:
spiegare perché il Papa, in questa crisi, ha deciso di non schierarsi con
nessuno dei contendenti, se non con le popolazioni martirizzate e gli
innocenti. Una scelta difficilissima, spesso criticata e banalizzata. Ma
coerente con la storia di un'istituzione che da Duemila anni accompagna le
sofferenze dell’umanità. L’obiettivo del papa è la pace: una pace che sia
tenuta in piedi dalla giustizia. Il racconto dei buoni contro i cattivi non
aiuta a individuare le cause del conflitto e mettere a tacere le armi, anzi.
Quella tra russi e ucraini e una crisi che viene da lontano, il Vaticano l’ha
seguita da vicino, richiamando – in tempi non sospetti – tutti i protagonisti a
non superare il punto di non ritorno. Una storia spesso non raccontata.
Qual è il libro più bello che ha letto (ad oggi) e che potrebbe aver
ispirato questo suo lavoro?
Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio ha appena compiuto dieci anni. Un
papato dal forte impatto mediatico, ma con un Papa spesso travisato. Il
professore Massimo Borghesi ha dedicato più di uno studio finalizzato a
comprendere le coordinate intellettuali di Francesco. Alle spalle c’è un
pensiero complesso che, prendendo le mosse dall’opera del filosofo e teologo Romano
Guardini, tende ad armonizzare le contrapposizioni che animano il teatro di
questo mondo. Insomma, senza alcune coordinate culturali, è impossibile
comprendere i gesti e le parole del pontefice argentino.
Scelga il
passo dal suo libro per salutare e incuriosire i lettori.
Come detto
più volte, i temi della guerra e della pace sono presenti lungo tutto il
pontificato di Francesco. A Bari, nel 2020, ha tenuto forse una delle lezioni
più estese e intense sull’argomento, pronunciata a conclusione dei lavori del
primo incontro promosso dalla Cei, su iniziativa del cardinale Gualtiero
Bassetti e di Antonino Raspanti (vescovo di Acireale), dal titolo Mediterraneo
frontiera di pace. Si tratta di una riflessione resa ancora più eloquente
da una suggestiva serie di dettagli e segni. Francesco ha parlato all’interno
della cattedrale di San Nicola, una basilica tanto cara ai fedeli
russo-ortodossi, ai quali è peraltro permesso di celebrare secondo la propria
tradizione liturgica. Fuori, invece, a pochi metri di distanza, c’è la statua bronzea
del santo venerato da cattolici e ortodossi e donata, nel 2007, da Vladimir
Putin alla città pugliese. Ma c’è un dettaglio ulteriore che sollecita quanti
inseguono la cabala: il discorso papale è stato pronunciato il 24
febbraio, lo stesso giorno dell’inizio delle operazioni militari in
Ucraina. (pp. 90-91)
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