Le Vie dei Tesori ritornano a Catania (dal 10 ottobre al 9 novembre) e a Ragusa (dal 18 ottobre al 2 novembre). I luoghi inediti di questa edizione.

 


Aree archeologiche, ipogei, antiche confraternite e botteghe artigianali

Cave e bunker della guerra, chiostri silenziosi e giardini preziosi

Le Vie dei Tesori ritorna a Catania dal 10 ottobre al  9 novembreE a Ragusa dal 18 ottobre al 2 novembre

 

INTERVISTE MONTATO: SINDACO TRANTINO (CT) E ASSESSORE GURRIERI (RG)

 

CATANIA. Riscoprire il Foro Romano e l’ipogeo, che si uniranno all’Anfiteatro romano, alle antiche terme trasformate in chiese, all’area archeologica di Santa Venera al Pozzo nella vicina Acireale: quest’anno Le Vie dei Tesori a Cataniada venerdì 10 ottobre a domenica 9 novembre per cinque weekend - getterà uno sguardo appassionato sulla città antica, ma conoscerà anche una delle più antiche Confraternite, leggerà le lettere dei Verga, andrà per botteghe, studi e case d’artista, ritroverà giardini arrampicati sulla lava, esperienze fuori porta. Sarà invece un rifugio antiaereo dove non si entrava più dalla fine della guerra, una delle sorprese più attese delle Vie dei Tesori a Ragusa dove il festival ritorna da sabato 18 ottobre a domenica 2 novembre per tre weekend: e non sarà il solo perché si visiterà la Prefettura con i commoventi affreschi di Duilio Cambellotti; si raggiungerà la misteriosa Cava Gonfalone, si entrerà nel delicato giardino segreto di Palazzo Donnafugata, per poi scoprire, nel cuore di Ibla, l’unico chiostro rimasto intatto dopo il terremoto che nel 1693 rase al suolo il Val di Noto: piacque talmente a Pietro Germi che vi volle girare “Divorzio all’italiana” nel 1961. 

 “Le Vie dei Tesori rappresentano un’occasione preziosa per riscoprire e valorizzare le radici della nostra identità. Il coinvolgimento di tanti comuni della Città metropolitana, da Catania a Pedara, da Acireale a  Paternò, dimostra come il nostro territorio sappia fare rete intorno alla cultura e alla bellezza - ha detto il sindaco metropolitano e sindaco di Catania, Enrico Trantino - Aprire ai cittadini luoghi che abitualmente vivono una dimensione istituzionale, come Palazzo Minoriti o Palazzo degli Elefanti, significa restituire la memoria e il valore di spazi che appartengono a tutti. È un invito a riappropriarsi con orgoglio del nostro patrimonio, trasformandolo in energia vitale per le comunità di oggi e di domani”. Insomma, sono programmi veramente molto articolati, che dimostrano curiosità, voglia di riappropriarsi di una bellezza che si srotola sulle mura di pietra lavica, nei siti archeologici, nelle antiche cave, ma anche in luoghi del tutto inattesi come un hangar enorme per dirigibili e idrovolanti, in territorio di Augusta (dal secondo weekend). Invece Ragusa per la prima volta coinvolge anche Santa Croce Camerina, costola di un itinerario inedito nelle aree archeologiche. “È un’edizione importante perché ci sono luoghi appena restituiti alla comunità, come il bunker nei bassi del Palazzo Comunale o la chiesa di Santa Maria del Gesù a Ibla che riapre dopo anni il chiostro sopravvissuto al terremoto – dice  Giovanni Gurrieri, assessore al Centro storico e Mobilità del comune di Ragusa – E torneremo sulle tracce del Grand Tour raggiungendo i siti di Santa Croce Camerina”.

 

Il festival che apre e racconta siti, e propone esperienze in tutta l’Isola (e da otto anni anche a Mantova) si prepara quindi a sbarcare ancora una volta  in Sicilia Orientale, in collaborazione con il Comune e la Città metropolitana di Catania – che apre l’imponente Palazzo Minoriti - , il Comune di Ragusa, il Parco archeologico di Catania e Valle dell’Aci. Sempre con il supporto del main sponsor Unicredit - "Unicredit è orgogliosa di sostenere l'arte e la cultura come motori di sviluppo sociale, economico e sostenibile - dichiara Salvatore Malandrino, regional manager Sicilia - Il patrimonio culturale, artistico e paesaggistico rappresenta un asset fondamentale e distintivo della Sicilia e per questo motivo vogliamo dare il nostro contributo come principale banca del territorio"e dell’USR che collabora alla formazione dei ragazzi (sono 1500 in tutta l’Isola) che partecipano alle visite al fianco degli esperti del patrimonio. Quest’anno è stata anche preparata un’inedita offerta didattica che durerà tutto l’anno.

E’ avviato un dialogo forte con l'Agenzia del Demanio (che aprirà l’atteso hangar dei dirigibili di Augusta), con Poste e Federalberghi che affiancheranno istituzioni, enti, associazioni coinvolti dal progetto, patrocinato dalla Camera dei deputati, dal ministero della Cultura, sostenuto dall’assessorato al Turismo della Regione siciliana attraverso i fondi Funt del ministero del Turismo

E arriva anche la collaborazione con l’Ordine dei Fisioterapisti di Catania, Ragusa e Siracusa che sarà presente in piazza Stesicoro a Catania e in piazza San Giovanni a Ragusa: nei gazebo i fisioterapisti iscritti all’albo saranno a disposizione per consulenze di valutazione funzionale fisioterapica garantendo la massima privacy (contributo simbolico di 5 euro devoluto interamente in beneficenza). È un’iniziativa che Vie dei Tesori porta avanti con l’Ordine, “per far conoscere una disciplina che va oltre il trattamento dei disturbi muscolari, investendo diversi ambiti specialistici della fisioterapia” spiega Orazio Meli, presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti (OFI) di Catania, Ragusa e Siracusa.  

 

Le Vie dei Tesori ogni anno genera una notevole ricaduta economica sul territorio, in termini di indotto turistico (alberghi, ristoranti, negozi, mezzi di trasporto), nelle città che attraversa: come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole, l’intero festival complessivamente l’anno scorso ha sfiorato gli 8 milioni di indotto: di questi, quasi 709 mila euro a Catania dove ha accolto oltre 22 mila visitatori, e 180 mila a Ragusa dove sono arrivati 5700 visitatori, sempre con un indice di gradimento che supera il 90 per cento. Il programma del festival, le schede dei luoghi e le esperienze, ma anche curiosità e info pratiche: tutto è disponibile sul sito www.leviedeitesori.com e sulla App Le Vie dei Tesori.

 

IL FESTIVAL A CATANIA

Impaginato da Alessandra Fabretti, il programma parte da un focus sul patrimonio archeologico, una vera immersione nel cuore antico della città visto che dopo anni, grazie alla collaborazione con il Parco archeologico di Catania e Valle dell’Aci guidato da Giuseppe D’Urso,  si entrerà nei due ambienti superstiti del Foro romano, nel cortile San Pantaleone, circondato da edifici e magazzini. Nel Cinquecento contava ben otto ambienti e un’ala occidentale con le terme Amasene, negli secoli successivi divenne residenza di povera gente, e scomparve sotto i palazzi. E si potrà accedere anche all’Ipogeo romano, tomba monumentale di età imperiale (I-II secolo dopo Cristo), tra le poche sopravvissute delle vaste necropoli che occupavano l’area a nord dell’attuale centro storico di Catania. La tomba, che nel tardo Medioevo fu utilizzata come calcara dai monaci del convento, venne riscoperta nel XVII secolo e persino Houel la raffigurò in un suo acquerello. I due monumenti compongono un itinerario archeologico con l’Anfiteatro Romano (aperto anche lo scorso anno, in notturna), la cripta di Sant’Euplio, le Terme dell’Indirizzo, resti di un complesso romano del II secolo; e le Terme della Rotonda individuate dal principe di Biscari sotto una chiesa bizantina. Fuori porta, ad Acireale apre l’interessante area archeologica di Santa Venera al Pozzo. Ma Catania è veramente stratificata, rispettosa nel tempo dei livelli sociali: diversi aristocratici fondarono, nel 1570, sotto l’insegna del Santissimo Crocifisso, la Nobile Arciconfraternita dei Bianchi per recare conforto ai condannati a morte. Si visiterà la chiesa di San Martino sede della Confraternita, retta dal nobile Don Pietro Moncada Paternò Castello, principe di Valsavoia: si visiteranno il Salone dei Governatori e la biblioteca dove sono conservati documenti e volumi dal XVI secolo. Fa il paio con il Fondo Verga conservato all’Archivio Storico: epistole e documenti della famiglia del drammaturgo, per leggere in controluce la vita a Catania a metà Ottocento; e la biblioteca Ursino Recupero che conserva un patrimonio immenso di 290 mila volumi delle congregazioni e monasteri soppressi; sarà uno spettacolo anche la salita alla chiesa di San Nicolò l’Arena, con il camminamento che chiude la scala a chiocciola di 141 gradini. Ma anche la cappella Bonaiuto, che stregò Houel; la chiesa di Santa Maria di Gesù che accoglie opere di Antonello Gagini e Antonello da Saliba, e che quest’anno aprirà eccezionalmente il suo chiostro. Si aggiunge San Francesco Borgia, una delle quattro “voci” del barocco catanese: nata dal trauma del 1693, racconta le scelte dei Gesuiti che si ritrovano anche nella commissione delle preziose suppellettili liturgiche .

Una novità sarà anche ISOLA, hub di innovazione sociale nato a Palazzo Biscari la cui storia si intreccerà con spazi di idee e visioni future.

Tre le botteghe artigiane: l’elegante mondo di carta di Cartura, i pupi antichi dei Fratelli Napoli e, novità di quest’anno, lo storico coltellinaio Gerace che produce ancora lame affilate e cesellate a mano. Poi i musei-gioiello: il MUSCA, piccola raccolta dedicato alle antiche carrozze e ai finimenti: qui grandi e piccini potranno tentare il “battesimo della sella”. Il Museo etnoantropologico Panascia, nato dalla passione di un privato, Arturo Panascia per gli attrezzi da lavoro del mondo contadino: sono migliaia gli oggetti che un tempo avevano una funzione e oggi sono dimenticati. Ritornano anche gli studi e atelier d’arte: si parte da Aci Castello e dalla casa-museo di Jean Calogero, strano e non conosciutissimo pittore (il vero nome era Giovanni Calogero) le cui opere oniriche e colorate piacquero a Liz Taylor, Gregory Peck o Gary Cooper. Poi la Fondazione Kalos, museo delle collezioni di arti decorative e applicate. Fuori porta, a San Giovanni La Punta, il parco naturale immenso popolato da sculture e installazioni della Fondazione La Verde La Malfa, che virtualmente si confronta con il viaggio ideato da Rossella Pezzino de Geronimo a Le Stanze in fiore

Rieccoci in città, per luoghi che sono sicurezze: oltre all’immenso Palazzo Minoriti, si potrà visitare la sede istituzionale del Comune, Palazzo degli Elefanti che cela affreschi settecenteschi, decorazioni barocche e opere d’arte; la Società Storica Catanese (che conoscono solo i cittadini e neanche tutti) con la “stanza dei re” e documenti dal 1816 al dopoguerra; il Museo Vincenzo Bellini dedicato al compositore; palazzo Asmundo di Gisira trasformato in hotel di charme; l’ex industria delle calzature EGA, 850 metri quadrati, su tre livelli in stile Decò, che nasconde un passaggio segreto verso il teatro Dusmet. Sali su e trovi Terrazza Agata, il belvedere sullo stesso complesso, dove leggere la mano di padre e figlio architetti, Carmelo e Salvatore Sciuto Patti.

I laboratori: si parlerà di frutti dimenticati e si preparerà il vin cotto al Bastione degli Infetti; si cucineranno le Rame di Napoli, i dolci di Ognissanti … nel giorno di Ognissanti; si annuseranno erbe aromatiche a Pedara. E i più piccoli potranno accarezzare un dromedario da Gjmàla a Trecastagni.

In barca lungo il waterfront, tra le rocce fiorite del Parco Paternò del Toscano, la sorpresa a Mascalucia del giardino esotico di Salvatore Bonajuto, disperso tra sculture e succulente. Fuori porta si salirà (è proprio il caso di dirlo) a Floresta, o si resterà esterrefatti di fronte ai paesaggi western dei Calanchi del Cannizzola, nel territorio di Paternò. Sul fronte teatro, oltre ai pupi dei Fratelli Napoli al Teatro Dusmet (è previsto anche un particolare format di scena con delitto), ecco uno spettacolo di Rodolfo Torrisi sulla vita di Don Milani raccontata dal fratello Adriano; e un lavoro sulla scomparsa di Ettore Majorana. Due le passeggiate: una alla ricerca delle edicole votive del centro storico; e l’altra ascoltando il racconto di via Crociferi. Acireale, oltre all’area archeologica – dove sono previsti laboratori per bambini sull’arte antica di modellare un vaso, e sulla simulazione di uno scavo - , riaccoglie le stanze private di Palazzo Fiorini; aprono le aule studio e le collezioni del Seminario Vescovile; la grandiosa Matrice di tutte le Aci (con la degustazione di una dolce “cuppulidda” di San Filippo); si va a lezione dai maestri di cartapesta, e si assaggia la granita acese da Sicula Street  

Partecipano al festival a Catania gli studenti e le studentesse del Liceo Statale Turrisi Colonna, del Liceo Regina Elena, dell’ I.I.S. "Concetto Marchesi", Brunelleschi e Marconi Mangano; del Liceo Artistico Statale Emilio Greco e del  Liceo Statale Galileo Galilei e dello  IOS Musco.

 

 IL FESTIVAL A RAGUSA

È veramente un viaggio inedito nella Ragusa che nasconde benissimo i suoi segreti: con una novità, esibendo i coupon delle Vie dei Tesori, si potrà visitare con un biglietto ridotto (5 euro invece che 13 euro) la grande mostra “Gli Egizi e i doni del  Nilo” organizzata da Arthemisia fino al 26 ottobre a Palazzo Garofalo. Impaginato da Giovanni Gurrieri e Clorinda Arezzo, il programma delle Vie dei Tesori si muove in verticale. Dal basso verso l’alto. Partendo proprio dal primo rifugio antiaereo costruito in una galleria sotto il municipio, che poteva ospitare oltre trecento persone. Una novità saranno anche le Latomie di Cava Gonfalone che riaprono finalmente dopo tre anni di chiusura: un viaggio nel ventre della città, la “Ragusa in negativo” da cui venne scavata la pietra con cui la città fu ricostruita dopo il terremoto. E così anche la Grotta delle Trabacche, uno dei sepolcri ipogei tardo romani più affascinanti del territorio ibleo, nella quiete della campagna verso Santa Croce Camerina. Per una visione dall’alto bisognerà invece salire i 129 gradini del campanile della Cattedrale: a 50 m. d’altezza si scoprirà che Ragusa è veramente unica.

 

Anche la Prefettura apre le porte, sarà un’occasione unica per visitarla a ammirare i famosi affreschi realizzati da Duilio Cambellotti nel 1933 per celebrare la nascita della Provincia: censurato dopo la caduta del Fascismo, l’artista dovette attendere tempo prima di poter lavorare di nuovo, oltre vent’anni dopo realizzerà le vetrate dell’Ecce Homo, che sorge nel punto più alto della vecchia Ragusa. 

Andar per chiese, a Ragusa è più facile che andar per palazzi: a Santa Maria delle Scale ci si lascerà travolgere dal racconto che si cela dietro il bassorilievo in terracotta dedicato all’Assunzione di Maria, la “dormitio virginis”. A Santa Maria dell’Itria  si andrà invece per cripte, ce n’è una particolare, legata alla Congregazione di San Giuliano … Infine a Santa Maria del Gesù per ritrovare l’antico convento dei Frati Minori Riformati, e l’unico chiostro che si salvò dal sisma che rase al suolo il Val di Noto. Appena restituita alla comunità dopo diversi decenni, fu anche il set di “Divorzio all’italiana” nel 1961. 

All’Antico Mercato tra i pupi tradizionali, a Palazzo della Cancelleria si attiva un percorso immersivo tra sapori della tradizione; con un omaggio al grande maestro e fotografo Giuseppe Leone attraverso gigantografie poco conosciute del 1975 provenienti da Villa Di Pasquale. Si potranno ascoltare anche leggende popolari e misteri dal narratore Adalberto Migliorisi durante le sue “Scantastorie. E seguendo il filo delle piante si può anche rileggere il Giardino ibleo che custodisce veri tesori, come il prezioso trittico del Novelli nella chiesa di Sant’Agata, l’edicola votiva della Madonna della Luce, o il piccolo e nascosto giardino del Nilo sulla vallata dell’Irminio, fino alla chiesa di San Giorgio. 

Hanno un sapore d’altri tempi, delicato come un tulle che copre una finestra: le sale di Palazzo Arezzo di Trifiletti raccontano un’esistenza nobiliare ma innovativa. O i mascheroni barocchi di Palazzo Cosentini, che narrano l’ascesa operosa di una nobile famiglia che, dopo il terremoto del 1693, ha saputo trasformare la ricostruzione in una rinascita di potere e bellezza. A Ibla, Palazzo Donnafugata sa nascondere benissimo i suoi tesori: se il raffinato teatro ottocentesco che pare aver chiuso or ora il sipario, è affacciato sulla strada, è invece perfettamente celato il giardino all’italiana, protetto dal silenzio delle mura e dal profumo delle sue rose che abbracciano la statua del Mosè. Antico ma non antiquato, il gentlemen club”, sempre a Ibla: il Circolo di conversazione continua a sfidare i secoli e vive quotidianamente tra chiacchiere e gioco.

Calato in un’atmosfera suggestiva, il Museo Obsculta, voluto nel 2011 dalle monache benedettine che continuano ancora oggi ad osservare l’Adorazione Perpetua del SS. Sacramento: è una vera immersione nella vita monastica, in ambienti suggestivi che conducono fino agli spazi soprastanti le navate della chiesa, dove è ancora possibile affacciarsi dalle cosiddette “gelosie” da cui le monache di clausura osservavano senza esser viste. Sarà invece una vera scoperta, Casa Museo Appiano, creata dall’organista Salvatore Appiano: una wunderkammer dove ogni dettaglio parla a sé. Arredata sontuosamente, persino la tavola è apparecchiata con stoviglie di pregio: Casa Appiano raccoglie storie. E note. Fuori porta, il giardino del Castello di Donnafugata, con i suoi incomprensibili calcoli iniziatici. Da Sicilia Antiqua partirà un percorso guidato sulle tracce dei viaggiatori del Grand Tour tra Settecento e Ottocento, e raggiungerà per la prima volta anche Santa Croce Camerina; la (pressoché sconosciuta) area archeologica di Mezzagnone, forse chiesa bizantina, forse mausoleo islamico o bagno termale, sulle antiche vie di transito, racconta di culture che si sono intrecciate in Sicilia; e il villaggio bizantino dell’antica Kaukana, testimone della vita religiosa nei primi secoli del Cristianesimo. Un luogo semplice che  parla di vicinanza con il continente africano. 

Tra le esperienze, tornano le amatissime cooking class sulle scacce ragusane preparate con tre diversi panifici De.Co, e si aggiungono tre masterclass dedicate al Cerasuolo di Vittoria, tutte presso la sede dei Cenacolari. Si potrà partecipare alle lezioni di yoga con il maestro Carmelo Battaglia in alcuni siti barocchi a Ragusa Superiore e a Ibla, ma anche sul mare a Marina di Ragusa. E ancora, una camminata dedicata ai cinque sensi tra i vicoli di Ibla, con Luisa Manni di Be Rural; e un viaggio silenzioso tra le tombe monumentali e le cappelle nobiliari del cimitero con Saro Di Stefano. Due gli spettacoli:  "Furor & Thánatos": follia e morte, un viaggio nella fragilità della psiche; e “Il regno dei ricordi” il 2 novembre legato alla Festa dei Morti. Sono scritti e diretti da Pino Migliorisi e realizzati da Maniacreativa. Partecipano a Le Vie dei Tesori gli studenti delle scuole  I.I.S. "Giuseppe Mazzini" e  I.I.S. "G. Vico – Umberto I – R. Gagliardi"; e l’associazione Così Come Sei OnLus.

 

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