ETNA IN SCENA: DOMANI SERA ’IMPERDIBLE “Centona” di Maria Rita Leotta
“CENTONA”, che nella parlata popolare catanese dell’epoca
significava “CONFUSIONE”, è la raccolta completa di tutte le poesie di Nino
Martoglio, pubblicata per la prima volta a Catania all’inizio del 1900
dall’editore Cav. Niccolò Giannotta.
Luigi Pirandello scrive nella prefazione a “Centona”: “Nino Martoglio è tutta la sua Sicilia, che ama e che odia, che ride e gioca e piange e si dispera, con gli accenti e coi modi che in CENTONA sono espressi per sempre, incomparabilmente."
L’opera è una raccolta dell’umanità dell’epoca: l’innocenza dei ragazzini al primo amore (L’Amuri:… “Mamma, cchi veni a diri nnamuratu?”), i quartieri popolari con i “curtigghiarisimi” e i “mbriachi scienti”, l’amore e cose della vita della Catania di fine ottocento inizi novecento.
Uno spaccato di storia, e un testamento prezioso del tesoro che ogni terra dovrebbe custodire gelosamente e tramandare: il dialetto, la lingua dei nostri avi.
In questa versione teatrale, tra le molteplici rappresentate nel tempo, sono stati selezionati i pezzi più rappresentativi dell’opera: LA CRIATA SPARRITTERA, LA TESTIMUNIANZA, LA CAVALLARIA RUSTICANA, LU TELEFRICU SENZA FILA, L’AMURI, LAPARDERA, LU SULI E LA LUNA, A FORFICIA, CAINO E ABELI, LI PATRUNI TALIANI E LA BARIA CATANISI, CURTIGGHIARISIMI, L’OMU SECUNNU LA TEORIA DARWINIANA, NICA, CHIACCU DI FURCA, LA VITA E L’AMURI, CUMMATTIMENTU DI ORLANDU E RINALDU, PARABULA FURMICULA, e altri testi ancora, alcuni di essi sapientemente musicati dal Maestro Alessandro Cavalieri, che come sempre dimostra il suo genio creativo e il suo gusto raffinato nel comporre le musiche originali per LI ME’ SUNETTI, PARTENNU PRI MARI, LI SALAREDDA, ONOMASTICU, LA ATTA E LA FIMMINA.
E non solo! In questa versione sono stati inseriti alcuni testi della “seconda centona” di Martoglio, COSE DI CATANIA, la raccolta di versi precedentemente pubblicati nel periodico satirico D’Artagnan , diretto e curato dallo stesso Martoglio: “…tutto quanto di inedito trovo tra le mie vecchie carte, e tutto quel che non fa ancora parte di alcun volume, pur avendo visto la luce in varie riviste del mio popolare e battagliero D’Artagnan” scrive Martoglio in una lettera al Capuana, suo prefatore.
Da questa seconda raccolta, sono stati inseriti nello spettacolo FAVULA SICILIANA e L’OMU.
Insomma uno spettacolo nuovo, originale che vuole raccontare uno stralcio di storia della Sicilia, nelle sue caratteristiche più intrinseche.
Dalle comiche situazioni delle curtigghiare e dei mbriachi scienti, alla drammaticità di “tistimunianza” e “Nica”; dalla filosofia di “la vita e l’amuri” all’esilarante cummattimentu di Orlandu e Rinaldu; il tutto alternato alle musiche originali del Maestro Cavalieri create esclusivamente per questo spettacolo.
Uno spettacolo per tutti: per i “non più giovani”, (che di certo ricorderanno con nostalgia i tempi in cui la Centona veniva persino studiata a scuola!), perché ripercorrano atmosfere del passato;
e soprattutto per i giovani, perché conoscano costumi, tradizioni e un linguaggio ormai quasi dimenticato, prezioso patrimonio della nostra cultura che deve assolutamente essere recuperato e tramandato, perché la cultura sta nelle nostre radici, nella nostra storia.
In questa edizione di LA CENTONA, ho voluto puntare più SULL'INTERPRETAZIONE e non sulla riproduzione didascalica e tradizionalmente poetica dei testi rappresentati. Credo che ogni testo vada interpretato e mai riprodotto allo stesso modo, pur non violentandone il senso, la metrica e l'intenzione dell'autore. Questo credo vada fatto sempre, in ogni regia che si rispetti. Trovo che riprodurre in maniera canonica non abbia niente di creativo, e l’unico risultato sarebbe un surrogato, una copia mal fatta dell’idea di qualcun altro. Interpretare significa vedere da altre angolazioni da quelle canoniche, trovarci del nuovo, avere una propria idea nuova, diversa; interpretare significa, per me, rinnovare, in qualche modo, senza, ripeto, violentare il testo. Interpretare i versi, le rime, è ancora più difficile, perché non si può spaziare in altro modo che con "l'interpretazione", a differenza della prosa, dove non è necessario rispettare un capoverso o una rima. Solo con L'INTERPRETAZIONE si può rendere diverso un testo classico, purché essa sia sempre nel rispetto del testo stesso. Ecco, io vorrei fare questo con CENTONA: dare dei colori diversi (non opposti!) all'anima dei personaggi che in CENTONA si susseguono. GRAZIE a tutto coloro che vorranno vedere e apprezzare i miei colori in un testo per nulla semplice.
Luigi Pirandello scrive nella prefazione a “Centona”: “Nino Martoglio è tutta la sua Sicilia, che ama e che odia, che ride e gioca e piange e si dispera, con gli accenti e coi modi che in CENTONA sono espressi per sempre, incomparabilmente."
L’opera è una raccolta dell’umanità dell’epoca: l’innocenza dei ragazzini al primo amore (L’Amuri:… “Mamma, cchi veni a diri nnamuratu?”), i quartieri popolari con i “curtigghiarisimi” e i “mbriachi scienti”, l’amore e cose della vita della Catania di fine ottocento inizi novecento.
Uno spaccato di storia, e un testamento prezioso del tesoro che ogni terra dovrebbe custodire gelosamente e tramandare: il dialetto, la lingua dei nostri avi.
In questa versione teatrale, tra le molteplici rappresentate nel tempo, sono stati selezionati i pezzi più rappresentativi dell’opera: LA CRIATA SPARRITTERA, LA TESTIMUNIANZA, LA CAVALLARIA RUSTICANA, LU TELEFRICU SENZA FILA, L’AMURI, LAPARDERA, LU SULI E LA LUNA, A FORFICIA, CAINO E ABELI, LI PATRUNI TALIANI E LA BARIA CATANISI, CURTIGGHIARISIMI, L’OMU SECUNNU LA TEORIA DARWINIANA, NICA, CHIACCU DI FURCA, LA VITA E L’AMURI, CUMMATTIMENTU DI ORLANDU E RINALDU, PARABULA FURMICULA, e altri testi ancora, alcuni di essi sapientemente musicati dal Maestro Alessandro Cavalieri, che come sempre dimostra il suo genio creativo e il suo gusto raffinato nel comporre le musiche originali per LI ME’ SUNETTI, PARTENNU PRI MARI, LI SALAREDDA, ONOMASTICU, LA ATTA E LA FIMMINA.
E non solo! In questa versione sono stati inseriti alcuni testi della “seconda centona” di Martoglio, COSE DI CATANIA, la raccolta di versi precedentemente pubblicati nel periodico satirico D’Artagnan , diretto e curato dallo stesso Martoglio: “…tutto quanto di inedito trovo tra le mie vecchie carte, e tutto quel che non fa ancora parte di alcun volume, pur avendo visto la luce in varie riviste del mio popolare e battagliero D’Artagnan” scrive Martoglio in una lettera al Capuana, suo prefatore.
Da questa seconda raccolta, sono stati inseriti nello spettacolo FAVULA SICILIANA e L’OMU.
Insomma uno spettacolo nuovo, originale che vuole raccontare uno stralcio di storia della Sicilia, nelle sue caratteristiche più intrinseche.
Dalle comiche situazioni delle curtigghiare e dei mbriachi scienti, alla drammaticità di “tistimunianza” e “Nica”; dalla filosofia di “la vita e l’amuri” all’esilarante cummattimentu di Orlandu e Rinaldu; il tutto alternato alle musiche originali del Maestro Cavalieri create esclusivamente per questo spettacolo.
Uno spettacolo per tutti: per i “non più giovani”, (che di certo ricorderanno con nostalgia i tempi in cui la Centona veniva persino studiata a scuola!), perché ripercorrano atmosfere del passato;
e soprattutto per i giovani, perché conoscano costumi, tradizioni e un linguaggio ormai quasi dimenticato, prezioso patrimonio della nostra cultura che deve assolutamente essere recuperato e tramandato, perché la cultura sta nelle nostre radici, nella nostra storia.
In questa edizione di LA CENTONA, ho voluto puntare più SULL'INTERPRETAZIONE e non sulla riproduzione didascalica e tradizionalmente poetica dei testi rappresentati. Credo che ogni testo vada interpretato e mai riprodotto allo stesso modo, pur non violentandone il senso, la metrica e l'intenzione dell'autore. Questo credo vada fatto sempre, in ogni regia che si rispetti. Trovo che riprodurre in maniera canonica non abbia niente di creativo, e l’unico risultato sarebbe un surrogato, una copia mal fatta dell’idea di qualcun altro. Interpretare significa vedere da altre angolazioni da quelle canoniche, trovarci del nuovo, avere una propria idea nuova, diversa; interpretare significa, per me, rinnovare, in qualche modo, senza, ripeto, violentare il testo. Interpretare i versi, le rime, è ancora più difficile, perché non si può spaziare in altro modo che con "l'interpretazione", a differenza della prosa, dove non è necessario rispettare un capoverso o una rima. Solo con L'INTERPRETAZIONE si può rendere diverso un testo classico, purché essa sia sempre nel rispetto del testo stesso. Ecco, io vorrei fare questo con CENTONA: dare dei colori diversi (non opposti!) all'anima dei personaggi che in CENTONA si susseguono. GRAZIE a tutto coloro che vorranno vedere e apprezzare i miei colori in un testo per nulla semplice.
MARIA
RITA LEOTTA
I
testi interpretati in questa edizione:
La
jastima
PARRA
L’AUTURI (da dialugu tra la Centona e lu so’ Auturi)
LI
ME SUNETTI
LA
CRIATA SPARRITTERA
FAVULA
SICILIANA
PARTENNU
PRI MARI
‘A
TISTIMUNIANZA
Briscula
ncumpagni
LA
CAVALLARIA RUSTICANA
IL
TELEGRIFO SENZA FILI
LAPARDERA
LU
SULI E LA LUNA
‘A
FORFICIA
CAINU
E ABELI
LI
PATRUNI ‘TALIANI E LA BARIA CATANISA
LU
DISIU
CURTIGGHIARISIMU
L’OMU
SECUNNU LA TIURIA DARWINIANA
L’AMURI
ONOMASTICU
L’OMU
(parra la fimmina)
LA
‘ATTA E LA FIMMINA
LA
VITA E L’AMURI
NICA
LU
CUMMATTIMENTU DI ORLANDU E RINALDU
Chiaccu
di furca
LI
SALAREDDA
“PARABULA
FURMICULA”
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