Teatri di Pietra in Sicilia, settimana importante che vede l'inaugurazione di tre siti: la Cattedrale di Triokala presso Caltabellotta, il Parco Archeologico Palmintelli di Caltanissetta e la storica sede di Eraclea Minoa
Una settimana importante per la XXI
edizione dei Teatri di Pietra in Sicilia che vede l’inaugurazione di
tre siti:
dal 4 agosto “Agamenno Men” presso
la Cattedrale di Triokala di Caltabellotta, martedì 5
agosto “Penelope VS Ulisse”
al Parco Archeologico Palmintelli di Caltanissetta e mercoledì 6 agosto il
primo appuntamento nella storica sede di Eraclea Minoa con “Essere o non essere Shakespear”.
Mercoledì 6 agosto appuntamento con “De Rerum Natura”
(una koinè di canto, poesia, teatro e danza
dedicato al poeta latino Lucrezio) all’Agorà di Halaesa presso Tusa
che si ripeterà venerdì 8 agosto al Tempio di Hera di Selinunte,
sabato 9 agosto al Parco Archeologico
Palmintelli di Caltanissetta,
domenica 10 agosto a Eraclea Minoa. Venerdì 8 agosto andrà
in scena “Ulisse racconta Ulisse”
presso la Cattadrale Triokala di Caltabellotta, mentre la “Danza delle Baccanti” andrà in scena sabato
9 agosto al Tempio di Hera e domenica 10 agosto a Solunto presso
Santa Flavia. Questi sono due appuntamenti-concerti sulla musica di Remo
Anzovino con la danza delle Baccanti che lo vedrà sul palco con Sergio
Vespertino e Giuseppe Milici. Infine domenica 10 agosto altro
spettacolo nel palermitano: la potente accusa alla società del profitto e della
ricchezza “Pluto o il dono della fine del
mondo” che si terrà presso le Terme arabe di Cefalà
Diana.
“De rerum natura” è un’opera
tratta da Lucrezio, per danza e teatro con la regia e coreografia di Aurelio
Gatti, musica di Marco Schiavoni con Elisa Carta Carosi, Lorenzo
Della Rocca, Rosa Merlino
Camillo Ciorciaro e Chiara Meschini. Si tratta di un poema che parla
del mondo, delle origini di tutto e della sua inconcludenza, del vano
direzionarsi delle cose e della loro esattezza in perenne trasformazione, dei
fenomeni naturali e delle loro cause, del loro splendore, della loro oscurità e
della irresponsabilità di ogni cosa. Ma anche del principio della libera
volontà di movimento per tutti i viventi e del libero arbitrio che è lo spirito
(mens) espressione di energia vitale assoluta. Tutto questo fa del De rerum
natura materia di teatro e danza. In scena il Poeta e il suo Inquisitore, e poi
la danza che moltiplica ogni dinamica per offrirsi come unicità delle nostre
esistenze, che nella loro caducità, nel loro dolore, meritano di essere
pienamente vissute.
“Essere o non essere Shakespeare” di Salvatore
Ferlita e Sergio Vespertino, musiche di Virginia Maiorana con
Sergio Vespertino con il contributo
registico di Gianfranco Perriera. Sergio Vespertino indosserà i panni di
un professore invasato, un ricercatore instancabile e appassionato fino alla
monomania: il suo oggetto di studio è William Shakespeare, il Bardo per
eccellenza. Il tutto, condito dall’inconfondibile ironia e dalla verve
istrionica di Vespertino, mattatore capace di incantare e divertire con leggerezza e profondità.
“Pluto o il dono
della fine del mondo” di Anton Giulio Calenda, tratto dal Pluto
di Aristofane per la regia Alessandro Di Murro con Matteo
Baronchelli, Alessio Esposito, Amedeo Monda, Laura Pannia
musiche originali di Amedeo Monda. Se Povertà è il capitalismo e Pluto
una forma idilliaca di comunismo noi applichiamo il metodo aristofanesco e
prendiamo le distanze da entrambi. Con questo materiale così vivo e multiforme
costruiremo uno spettacolo che renderà evidente la crisi irreversibile di
queste due ideologie.
Ci manterremo ben distanti da forme estreme di
nichilismo, andremo alla ricerca di qualcosa di nuovo che, lo ammettiamo,
ancora non conosciamo. Ottimisti perché consapevoli che l'umanità sbaglia ma
sbaglia sempre meglio.
“Penelope Vs Ulisse” è uno
spettacolo ispirato all’Odissea di Omero (drammaturgia di Giuseppe
Dipasquale con Viola Graziosi e David Coco. "Penelope vs
Ulisse" non è solo la storia di un ritorno, ma un'indagine intima sulla
fiducia, sulla memoria, e sulla forza indissolubile di un amore messo alla
prova dal tempo e dalla distanza. Immaginate queste parole risuonare tra le
pietre antiche, sotto il cielo di siti archeologici suggestivi. La potenza del
mito di Ulisse e Penelope si fonde con la bellezza dei luoghi, creando
un'esperienza teatrale itinerante unica e coinvolgente. Lasciatevi condurre nel
cuore dell'Odissea, dove il filo sottile del racconto tiene sospeso il destino
di un re e di una regina.
L’idea da cui prendono vita i Teatri
di Pietra, nasce proprio dal concetto di rete e dalla reale valorizzazione
del Patrimonio monumentale e paesaggistico attraverso le arti performative che
rendono nuovamente vitali e attuali temi come la partecipazione e la
cittadinanza: questo è fare Rete. Una prassi su cui il Maestro
Aurelio Gatti, direttore artistico della manifestazione, ha insistito molto
con le istituzioni siciliane con lo scopo ultimo di restituire la forma e il
significato ancestrale alla relazione multipla tra le differenti comunità, il
territorio con la sua storia, gli artisti e i ricercatori.
Con più di 80 spettacoli in
19 siti di 7 province, il Maestro Aurelio Gatti, quest’anno,
è riuscito ad unire idealmente in un’unica “rete” tutta la Sicilia, da nord a
sud da est a ovest:
“Il Teatro è il miglior strumento per
valorizzare il nostro grande patrimonio – dichiara il direttore artistico - a
condizione che rimanga integro nella sua funzione di rito collettivo perché,
altrimenti, si riduce a un’esposizione formale che poco a che a vedere con la
riflessione sulla bellezza e sull’uomo. La robustezza e l’azione dei
Teatri di Pietra si fonda sulle volontà espressa e aderita da parte di artisti,
compagnie, operatori culturali di fare rete, da una parte, e dall’altra dalla
convinzione che ogni territorio è importante quando si esprime nella cura e
valorizzazione dell’identità delle comunità.”
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