Fumetto e arti visive, l'asse Catania-Pordenone per la candidatura a Capitale della Cultura 2028
Catania Continua verso il 2028 e fa tappa a Pordenone
CASA
DEL FUMETTO, IL NUOVO TASSELLO DEL RACCONTO CULTURALE DEL CAPOLUGO ETNEO
Ispirata
al Palazzo di Parco Galvani ed erede dell’esperienza di Etna Comics, il nuovo
progetto punta a trasformare la cultura pop in laboratorio permanente di
formazione, ricerca e partecipazione
Catania
Continua
a tracciare
nuove rotte. Oggi a Pordenone – Capitale italiana della Cultura 2027
– Catania ha compiuto una tappa importante del suo percorso verso la
candidatura 2028, con un incontro istituzionale e tecnico che ha messo al
centro collaborazione e buone pratiche. In municipio, il sindaco di Catania Enrico
Trantino ha incontrato il primo cittadino di Pordenone Alessandro Basso,
alla presenza dei dirigenti della Cultura Paolo Di Caro (Catania) e Flavia
Maraston (Pordenone), dell’assessore alla Cultura Alberto Parigi,
del parlamentare Emanuele Loperfido, di amministratori locali e di Paolo
Dalla Sega (PTS e Melting Pro).
«È
stato un incontro per ribadire il rapporto di collaborazione tra Catania e
Pordenone – spiega il sindaco Trantino – declinato sia in termini di eventi e
strutture utilizzate in vista della Capitale della Cultura, soprattutto sul
tema del fumetto, sia con il coinvolgimento di Pordenone nell’Osservatorio
delle Capitali Italiane L'Aquila 26 e Pordenone 27, che seguirà da vicino
anche l’eventuale designazione di Catania. È stata l’occasione per uno scambio
di buone prassi e per iniziare un lavoro comune».
Mostre,
formazione ed eventi legati alla comic art: è qui che il dialogo tra le due
città si accende di rimandi: da una parte Pordenone, che nel dossier “Pordenone
2027. Città che sorprende” ha fatto del fumetto, del disegno e della fotografia
uno dei cuori della propria proposta; dall’altra Catania, che proprio grazie a Etna
Comics – festival internazionale del fumetto, del gioco e della cultura pop
– ha trasformato il centro fieristico Le Ciminiere – oggi ferito sì, ma pronto
a risorgere dalle sue ceneri con maggiore slancio - in una delle grandi piazze
italiane della cultura pop, e il progetto di una Casa del Fumetto nel
centro storico del capoluogo etneo, ispirata al Palazzo del Fumetto di
Pordenone.
In questo incrocio, il fumetto diventa molto più di un genere di intrattenimento: è un linguaggio che si fa ponte tra generazioni e culture. Il programma pomeridiano ha dato concretezza a queste parole. Prima l’incontro tecnico fra i referenti e i dirigenti culturali dei due Comuni per mettere a confronto modelli organizzativi, governance della cultura, politiche di partecipazione e metodi di costruzione dei dossier di candidatura. Un momento “a porte chiuse” ma decisivo per far dialogare uffici, regolamenti, processi amministrativi: la parte meno visibile ma fondamentale di ogni Capitale della Cultura. A seguire, la visita guidata alla mostra dedicata a Inge Morath ha riportato l’attenzione sui linguaggi visuali. La grande fotografa austriaca diventa il pretesto per riflettere sul ruolo delle immagini – statiche o in sequenza – come strumenti di narrazione delle città e delle comunità. Poi la delegazione catanese ha varcato la soglia del Palazzo del Fumetto, ospitato nella Villa di Parco Galvani: un museo internazionale interamente dedicato al fumetto, nato nel 2018 e oggi riconosciuto come uno dei principali poli italiani per mostre, formazione ed eventi legati alla comic art. Il Palazzo del Fumetto è un contenitore culturale e creativo che usa lo strumento divulgativo del fumetto per coniugare cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento. Allo stesso modo, Etna Comics ha costruito in oltre dieci anni una comunità trasversale di lettori, gamer, illustratori, sceneggiatori, studenti, facendo della cultura pop un driver di rigenerazione simbolica per Catania. Dentro questo scenario, la scelta di Catania e Pordenone di costruire un asse comune su fumetto e arti visive non è un dettaglio di colore, ma un tassello strategico: significa scommettere su linguaggi capaci di parlare a pubblici nuovi, ibridare alto e basso, unire ricerca artistica e industria creativa.


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