Concluso il Festival e Premio Letterario Paolo Prestigiacomo San Mauro Castelverde Tre giorni nel Borgo della poesia per “fare comunità”.
Concluso il Festival e Premio
Letterario
Paolo Prestigiacomo San Mauro
Castelverde
Tre giorni nel Borgo della
poesia per “fare comunità”.
Premiati: Milo De Angelis (vincitore VIII Premio Paolo
Prestigiacomo), Umberto Piersanti (premio alla Carriera), Cettina Caliò
(menzione sezione generale). Marco Corsi e Giorgio Ghiotti (vincitori della sezione
under 40).
È ufficiale San Mauro Castelverde (PA) è
il Borgo della Poesia così battezzato da una ridente moltitudine di
poeti intervenuti dalla Sicilia e da tutta Italia per partecipare al Festival e Premio Letterario “Paolo Prestigiacomo San
Mauro Castelverde” indetto dall’amministrazione
comunale, con la direzione di Fabrizio Ferreri e in collaborazione
con il periodico culturale l’EstroVerso diretto da Grazia Calanna.
Un Festival e Premio Letterario per promuovere cultura, senso di appartenenza,
partecipazione e per riportare all’attenzione di studiosi e appassionati di
poesia l’opera dello scrittore maurino Paolo Prestigiacomo
(San Mauro Castelverde, 1947 – Roma, 1992).
“Questa
prima edizione del Festival di poesia Paolo Prestigiacomo – San Mauro
Castelverde, in concomitanza con l’VIII edizione del Premio Paolo
Prestigiacomo, ha lasciato un primo seme. Se la comunità maurina attraverso il
Festival può recuperare una parte importante della propria identità, è la
stessa poesia, in questo frangente storico dominato dall’individualismo e da
una comunicazione ultra-pervasiva e super-egoica, ad aver bisogno di comunità.
I tanti poeti giunti da ogni parte d’Italia hanno dimostrato che la poesia ha
ancora una sua vitalità, che non è solo quella del testo dentro al sistema
chiuso e ristretto degli addetti ai lavori, ma è la vitalità di un messaggio
che entra nelle fibre del mondo, produce una scossa, un corto-circuito, la
riappropriazione di qualcosa che è andato perduto o dimenticato”, dichiara
il Direttore prof. Fabrizio Ferreri.
Su
iniziativa degli organizzatori del Festival e del Premio dal 19 al
21 agosto 2021 si sono susseguiti diversi appuntamenti molto
partecipati che, a partire dalle scuole, dalle associazioni locali, dei valenti
giovani del Servizio Civile, hanno visto il coinvolgimento attivo dell’intera
collettività.
Questi
i momenti salienti: il 19 agosto, al Teatro Comunale di San Mauro Castelverde, l’incontro
con le famiglie e gli studenti dell’Istituto Comprensivo Pollina - San Mauro
Castelverde, partecipanti al Laboratorio Poesia Paolo Prestigiacomo. Per l’occasione
i poeti in erba hanno letto i componimenti scritti nel corso del laboratorio,
ognuno ispirato dai versi di Paolo Prestigiacomo, altresì hanno assistito
entusiasti alla proiezione del video che ha documentato le giornate del
laboratorio.
Il 20 agosto, si è tenuto il convegno “Diamoci
verso. Visioni, pratiche e ricognizioni della poesia in Sicilia” con il contributo del comitato scientifico
composto da Andrea Accardi, Giuseppe Gabriele Condorelli e Diego Conticello, evento
di grande valenza anche in considerazione della presenza di studiosi che sono
interventi da tutta la Sicilia e da tutta Italia per un confronto
sulla poesia siciliana denso, originale e, ricco di omaggi, al poeta Angelo Scandurra
(del quale è stato letto un bellissimo inedito inviato in dono dai figli), come
a Bartolo Cattafi, Santo Calì, Salvo Basso, Nino De Vita e, non ultimo, Franco
Battiato. La giornata si è conclusa suggestivamente con le Letture poetiche che, a partire dal momento solenne sotto la
casa del poeta Prestigiacomo, scortate dalle note di tanti talentuosi musicisti,
si sono librate per l’intero
borgo.
Il 21 agosto, si è svolta la serata finale del Festival premiazione dell’VIII Premio Paolo Prestigiacomo San Mauro Castelverde: momenti di alta commozione si sono alternati ad
altrettanti di festosa ilarità, in Piazza Municipio, presenti con il Sindaco
Giuseppe Minutilla e l’assessore alla Cultura Matteo Mazzola, la vedova di Nunzio
Prestigiacomo, Alessandra Galluzzo, fratello di Paolo, già Presidente del
Premio, scomparso lo scorso 7 luglio, ricordato nel corso della cerimonia.
Premiati dalla prestigiosa giuria
composta dalla poetessa Gabriella Sica, dal poeta
Nino De Vita e dal professore Salvatore
Silvano Nigro:
Milo De Angelis (vincitore sezione generale) con la
seguente motivazione:
Milo De Angelis si aggiudica l’VIII
edizione del “Premio Letterario Paolo Prestigiacomo” con Linea intera, linea
spezzata. Libro potente, imperativo, sempre con quell’inconfondibile
sostenuto tono ormai anche per noi familiare, che si dispiega alto senza concessioni,
con il massimo dell’esattezza, come in una mappa o in un campo dove la
geometria è tutto, fino all’ultimo preciso millimetro. Ogni poesia del libro è
un luogo geometrico, sia un campo di calcio o un’aula scolastica, o l’interno
di un tram o di un bar, o lo spazio circoscritto di una piscina o di un carcere.
Un luogo dunque dell’amata Milano che invoca una conclusione fulminante,
inossidabile come un goal stellare o lo sguardo decisivo di una compagna di
classe o l’incontro sempre frontale con un compagno di allenamenti o i dialoghi
serrati con i minuti e le ore contate. Figure tutte da ricordare come eroi
sfolgoranti in un campo della guerra combattuta fin dagli anni Settanta, figure
tremende e solitarie, che non restano mai intatte, sempre passeggere. “La
poesia non sta dalla nostra parte” scrive Milo mai indulgente mentre scolpisce
con le parole, e intanto ci inoltriamo nei nostri giorni chissà se contati da
qualche divinità che non ci è dato incontrare. Alla fine tra le “regole del
bene” c’è quella dell’affondo decisivo per scrivere una poesia, per “trovare in
una stella / l’attimo giusto per il calcio di rigore”.
Cettina Caliò (menzione sezione generale), con la seguente
motivazione:
Cettiina Caliò
riceve la Menzione all'VIII edizione del Premio Paolo Prestigiacomo con i versi
di Di tu in noi (La Nave di Teseo). Titolo che gioca sui pronomi personali per
sottolineare quel percorso dolente tra il tu che se n'è andato e il noi che,
nonostante tutto, rimane intatto, una corrispondenza che prosegue nonostante
tutto. Lei si ferma accanto al glicine in fiore, anche se il presente è
esondato implacabilmente dagli argini rotti. Cettina Caliò scende con
delicatezza in un dialogo impossibile con l'amato e prova a cantare la levità
della morte sulla pesantezza della vita. Perché il solo tu si assesti sul noi
compiutamente.
Marco Corsi e Giorgio
Ghiotti (vincitori ex-aequo della sezione under 40), con le seguenti
motivazioni:
Marco Corsi
La materia dei giorni è il titolo del
libro (Manni) di Marco Corsi, poeta che ausculta il passato e il presente del
mondo, il suo vasto svolgimento e la sua essenza accostando all’orecchio la
conchiglia della poesia. Perché Corsi è poeta sempre all’erta con l’udito ma
anche con la vista e il tatto, vivace e sempre molto prensile. Un libro maturo
e ricco, apparentemente difficile, che nella lettura si rivela accogliente e
affabile, legato alla terra, alle presenze e agli eventi, pieno di una “grazia
armata”. Un libro che si muove tutto raccogliendo l’intenso ritmo di fondo
intorno ai respiri, ai passi incessanti e viandanti, portando “a spalla un rito
antico di pietà umana”. Un libro in versi e in prosa che spazia dal minimo
all’assoluto, dal personale alla specie, dalla natura fisica intesa come fibre
del corpo al più ampio ordine cosmico. Un libro che si orienta verso il ciclo
de “l’ascesa e la caduta”, che assorbe quello che c’è di “succulento” e quello
che sa di “dissoluzione”, che si ferma “lungo il filo delle mattonelle” come un
filo malinconico di pensiero e si allarga all’esplorazione del mondo misterioso
delle origini nei paesi più lontani e colorati. La materia dei giorni si
sedimenta e si accumula, si fa memoria piena di buchi e di buio o di improvvisa
luce, si fa esperienza e aria, viaggio e visione.
Giorgio Ghiotti
La via semplice di Giorgio
Ghiotti, già autore di romanzi e altri libri in versi nonostante la sua giovane
età, è quella che ci viene indicata con piglio e fermezza come pratica di una
possibile poetica, quella di una poesia chiara e appunto semplice, scarna e
sincera: “Semplice vorrei la via della parola”. Una poetica che tuttavia non è
solo personale ma si allarga a una ipotetica “scuola romana”, scaglionata e
molteplice, che va da Sandro Penna a Beppe Salvia, fino Gabriele Galloni, già
sceso tra le ombre dell’Ade a venticinque anni, già astro ammirato da una
notevole schiera di amici. E dopotutto anche Paolo Prestigiacomo, che non ha
mai dismesso i suoi voluttuosi panni siciliani, appartiene di fatto a quella
scuola dove il barocco è di casa. Ghiotti dedica a Galloni il suo piccolo e
prezioso libro e, ricalcando le orme elegiache di poeti latini e romani, celebra
l’amico scomparso e, allo stesso tempo, le molte figure di quella scuola, a cui
si sente di appartenere idealmente, come fosse “una chiara luce e un destino”.
C’è la bellezza dell’ultima “estate del mondo” di Galloni e chissà che non ci
sia sotterraneamente un omaggio a un altro poeta romano che pure dovrebbe
essergli caro, che è Dario Bellezza. Ghiotti rinnova così e tramanda lo spirito
appassionato e per sempre vivo di una comunità che ha coltivato fraternamente
l’amicizia e la poesia stessa e la vita quando diventa leggenda.
Assegnato infine il premio alla Carriera al poeta Umberto Piersanti (premio alla Carriera),
con la seguente motivazione:
Umberto Piersanti si aggiudica il “Premio alla carriera Paolo
Prestigiacomo” con il suo bellissimo e intenso libro rievocativo dell’infanzia,
Campi d’ostinato amore (La Nave di Teseo), e libro più idoneo a tale riconoscimento
non si poteva scovare in tutta la poesia contemporanea. A rileggere il passato
remoto della propria vita, chissà se felice davvero o solo nella rimembranza,
Piersanti ricorda la favola bella della vita. Forse non proprio bella, già
tarata com’era dalla guerra in corso nei suoi primi anni di vita, anzi vita
subito nata alla guerra in corso, costellata dalle immagini del padre tornato
per poco a casa, delle voci inquiete delle donne, di qualche partigiano di
passaggio sui monti, ma sono immagini sfocate che vivono intensamente solo
nella memoria: quello che rimane, ancora sfolgorante nella mente, è il suo
scendere per fossi e greppi al mutare delle stagioni, trovare piante e fiori
antichi e nuovissimi che nascono proprio in quel mese e non in altri, vicino
agli animali che sgusciano accanto ai piedi. Perché Piersanti la vaghezza la
conosce solo nella memoria, ma è preciso sempre ed empirico quando scrive di
piante e di storia, e allora più che leopardiano è pascoliano e novecentesco, e
anzi appartiene di diritto al nuovo secolo che sconta tutte le offese arrecate
alla natura. Sul colle dell’infinito, nei pressi della propria casa di prima e di
ora, va e viene perché quelli sono i luoghi persi e che sempre ritornano, nella
poesia e nella vita che si trasforma in una favola bella e struggente, ora che
sta passando, che è irrimediabilmente passata. E allora l’infanzia gli appare
finalmente come la bellezza, l’immagine della poesia in assoluto.
“Con il premio di poesia
intitolato a Paolo Prestigiacomo, poeta di San Mauro
Castelverde, discepolo e amico di Palazzeschi, scomparso prematuramente a Roma
nel 1992 – ribadisce il Sindaco, Giuseppe Minutilla – l'Amministrazione comunale
intende ricordare un proprio illustre concittadino dimostrando al contempo che
anche nella Sicilia, a torto considerata minore, è possibile realizzare progetti
di alto profilo culturale. Siamo felicissimi degli esiti di questo Festival-Premio,
crediamo fortemente nel valore aggiunto che solo la cultura può dare alle nostre
vite, la cultura è cibo; scommettiamo sulla poesia a partire proprio dai nostri
piccoli poeti. Ringrazio molto Fabrizio Ferreri e Grazia Calanna per il lavoro
organizzativo che ha coinvolto la nostra comunità e che ha fatto comunità portando
sul nostro territorio poeti intervenuti da tutta Italia”.
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