Apertura della caccia e impatto faunistico: la lucida analisi di false affermazioni ambientaliste.
Il seguente comunicato è stato inviato al Presidente della
Regione Siciliana, all’Assessore dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e
della Pesca Mediterranea , all’Assessore del Territorio e
dell’Ambiente . Oggi a seguito del ricorso ambientalista presentato il 30
Agosto 2021 al T.A.R. di Catania con oggetto impugnazione calendario venatorio
2021-2022 è estremamente attuale.
“Ci risiamo!
Puntualmente, con l’approssimarsi della apertura della
stagione venatoria, ricomincia, da parte delle associazioni ambientaliste,
l’attacco alla caccia!!
Risale al giorno 11 agosto l’ultima richiesta avanzate da
otto associazioni ambientaliste al Presidente Musumeci di “Stoppare la caccia e
salvare animali scampati agli incendi”.
Il tema è stato subito dopo ripreso anche da quattro
parlamentari regionali con una interpellanza.
Eh si! Per questi signori la soluzione a quanto si sta
verificando in Sicilia, che come ogni anno viene gravemente colpita dagli
incendi, è fermare la caccia e così salvare gli animali superstiti!!!!
Quanta ipocrisia! Quanto pressapochismo!
Dov’erano questi signori quando divampavano gli incendi?
Cosa hanno fatto per evitarli? Non è dato saperlo. Assistiamo solo alle
passerelle sulle ceneri delle zone distrutte (epica quella alla fu Oasi del
Simeto) lanciando anatemi contro tutto e tutti.
Poi, puntualmente, ecco pervenire la immancabile richiesta
di sospensione dell’apertura della stagione venatoria!
Ma veniamo al merito di tale richiesta ed alle sue presunte
motivazioni.
-Vastità degli incendi con conseguenti danni alla fauna ed
agli habitat naturali che si aggraverebbero con l’avvio della stagione
venatoria.
E’ necessario chiarire alcuni aspetti preliminari.
La Sicilia ha una superficie regionale complessiva di circa
2.409.000 ettari. Di questa ben 844.000 ettari sono destinati a Parchi,
Riserve, Oasi, ecc..
Nel 2020 la superficie andata distrutta a causa degli
incendi è stata pari a 36.321 ettari pari a circa l’1,5% dell’intera superficie
agro-silvo-pastorale dell’isola. Quest’anno certamente gli ettari già andati
distrutti sono senz’altro di più ma anche a voler raddoppiare il dato
complessivo dello scorso anno parliamo sempre del 3% circa (purtroppo) della
superfice dell’intera isola.
Inoltre il dato oggettivo che emerge dall’analisi degli
eventi incendiari che si sono succeduti dal mese di giugno in poi, dato
confermato esplicitamente da esponenti di rilievo delle più importanti
associazioni ambientaliste, è che ad andare in fumo sono state per lo più zone
(almeno teoricamente) oggetto di tutela come Parchi, Riserve, Oasi, ZPS, SIC
ecc.. Zone quindi già totalmente precluse all’attività venatoria.
Nelle altre zone che hanno subito incendi, non precluse a
vario titolo all’attività venatoria, si applica comunque il disposto dell’art.
10 della L. 353/2000 che prevede per diversi anni una serie di divieti tra cui
la caccia.
Che senso ha allora parlare di sospensione dell’attività
venatoria per zone in cui la stessa non può praticarsi?
La verità è che si tenta di cavalcare la tragedia ambientale
per portare avanti le proprie battaglie di parte.
Ciò anche dinnanzi ai Giudici Amministrativi, come successo
qualche anno addietro, senza tuttavia avere ottenuto alcun pronunciamento
favorevole.
-Contrasto tra la dichiarazione dello stato di crisi e di
emergenza a causa degli incendi e dell’eccezionale situazione meteoclimatica e
l’avvio della stagione venatoria fissata dal Calendario venatorio 2021-2022 per
il 1 settembre prossimo.
Anche in questo caso non può non evidenziarsi la
pretestuosità di quanto denunciato.
Di vero la dichiarazione di crisi e di emergenza
sottoscritta dal Presidente Musumeci nulla ha a che vedere con la caccia. Essa
infatti è stata adottata in applicazione della legge regionale n. 13/2020 e
tende soprattutto a permettere al governo regionale di intervenire a sostegno
di tutti coloro che hanno subito danni a causa degli incendi con immediatezza
per fronteggiare le più urgenti necessità visto anche il perdurare ancora per
alcuni giorni dell’eccezionale ondata di calore che ha investito l’isola.
-Anticipo dell’apertura della stagione venatoria al 1
settembre in contrasto con il parere scientifico dell’ISPRA.
Anche su questo punto non può non contestarsi l’assoluta non
rispondenza di quanto richiesto dalle associazioni ambientaliste con la realtà
dei fatti.
Deve infatti chiarirsi come, contrariamente a quanto ex
adverso riportato, proprio l’ISPRA nel suo parere sul CV 2021-2022 della
Regione Siciliana ha espressamente previsto l’anticipo della caccia sin dal 1
settembre per alcune specie tra cui il Colombaccio, la Gazza, la Ghiandaia ed
il Coniglio selvatico, in relazione ai censimenti dello stesso già in corso.
Nessun aumento e/o anticipo illegittimo quindi da parte
della PA dei periodi di caccia ma pieno rispetto della normativa comunitaria,
nazionale e regionale vigente.
Quanto infine alla “decimazione” della fauna, paventata
nella nota de qua, che conseguirebbe all’apertura della stagione venatoria che
avrebbe conseguenze irreversibili può facilmente controbattersi come il
prelievo venatorio sia quanto mai regolamentato e limitato e mai tendente alla
“decimazione “ delle specie cui i cacciatori hanno sempre dimostrato di tenere
certamente in misura superiore a chi, dal salotto di casa, perora la causa
ambientalista e nulla fa ogni anno per impedire il ripetersi dello scempio
ambientale a cui tutti assistiamo.
Sicilia Nostra
Liberi Cacciatori Siciliani
Italcaccia
A.N.CA.
AgriAmbiente
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