Piano Nazionale Agrumicoltura, la presidente Concetta Raia all’assessore Cracolici: “attivi subito un tavolo di confronto con le categorie che sia propedeutico all’incontro con il Ministro Martina”
Catania,
5 ottobre 2016 - “L’assessore regionale Antonello Cracolici attivi subito un
tavolo di confronto con le categorie, produttori e coltivatori, parti sociali,
propedeutico alla riunione fissata con il Ministro Martina in merito al piano
nazionale sull’agrumicoltura e, in particolare, alla salvaguardia dei nostri
territori dagli attacchi imminenti di nuovi devastanti patogeni. L’azione di
prevenzione dalle malattie va fatta a monte, partendo dai nostri vivai”. Lo dice
la presidente della Commissione Ue all’Ars, Concetta Raia, raccogliendo le sollecitazioni del mondo agrumicolo
siciliano e, in particolare, della provincia di Catania che sarà presente
venerdì prossimo compatta all’incontro in programma al Dipartimento di Agraria
dell’Università di Catania.
“Avviare
immediatamente nuove strategie per valorizzare l’agrumicoltura dell’isola: La
Sicilia deve puntare sulle cose che da sempre sa fare bene: la qualità –
sottolinea la deputata regionale –Da alcuni anni le politiche di apertura della
Comunità Europea, i cambi climatici e l’incremento del mercato di libero
scambio (merci) tra i paesi del bacino del Mediterraneo hanno esposto la nostra
regione a problemi di patologia vegetale causati da patogeni o altri agenti che
potrebbero mettere a rischio l’agrumicoltura siciliana”.
Ad oggi i patogeni devastanti sono: il
Citrus black spot, il huanglongbing degli agrumi, i ceppi resistance breaking
down del virus della tristeza degli agrumi o la recrudescenza di vecchie
malattie come l’exocortite degli agrumi.
“L’agrumicoltura è da
tempo minacciata dalla “Tristezza” causata dalCitrus Tristeza Virus (CTV), responsabile di un’ampia epidemia
che coinvolge anche produzioni territoriali pregiate e che porta alla morte
delle piante – spiega Concetta Raia – Focolai sono attualmente presenti in più
zone produttive di spicco. La principale via di introduzione in nuove aree è
attraverso il materiale di propagazione infetto. Risulta necessaria
l’adozione di materiale vivaistico certificato per contrastare la diffusione,
per cui occorre promuovere il ricorso a materiale virus-esente e supportare i
vivaisti nel loro ottenimento; Opportuno aumentare i livelli di monitoraggio da
parte dei Servizi Fitosanitari Regionali”.
“Uno strumento per
fronteggiare tale avversità è l’espianto e il reimpianto con portainnesti
tolleranti al CTV, tanto più urgente da mettere in atto dal momento che la gran
parte degli impianti è su portainnesto suscettibile al CTV – prosegue – Prioritario
mettere in campo azioni di larga scala e misure ad hoc per favorire nuovi investimenti volti alla riconversione
produttiva (non attraverso la tecnica del reinnesto, da valutare, invece,
l’infittimento ma solo nelle zone dove l’eradicazione non è più possibile), con
misure specifiche e fondi facilmente accessibili per gli agricoltori.”
Il comparto agrumicolo siciliano con i
suoi oltre 130 mila ettari riveste un ruolo di primo piano nel panorama
Nazionale ed Europeo, sia da un punto di vista economico che sociale,
interessando circa 80 mila aziende. Fornisce
prodotti di qualità e dall’elevato valore nutrizionale, molto spesso
espressione tipica dei territori, garantisce reddito ed occupazione. “Il
settore sta attraversando un particolare momento congiunturale, con un
preoccupante trend di contrazione della domanda interna e conseguente riduzione
delle quotazioni – ricorda la parlamentare democratica –e richiede urgenti
azioni orientate alla salvaguardia e alla valorizzazione delle produzioni”
“Chiedo
all’assessorato, attraverso la programmazione 2014-2020 di incentivare per innovare
tale comparto e renderlo un fiore all’occhiello dell’agricoltura Europea
puntando sulla produzione di altissima qualità che il nostro territorio è in
grado di garantire al resto d’Europa”.
“Bisogna
guardare non all’immediato ma a ciò che il mondo ci riserva nel prossimo
decennio, soprattutto nell’interesse delle generazioni di giovani imprenditori
agricoli che si affacciano ai nuovi mercati e si propongono come leader di
prodotti di qualità”
“Bisogna
mettere a punto nuove strategie che permetteranno, anche grazie all’attivazione
di un nuovo piano agrumi per salvaguardare e valorizzare le produzioni
agrumicole regionali, innalzando gli standard produttivi e qualitativi di tutta
la filiera agrumicola con l’intento di ottenere entro un quinquennio un
comparto agrumicolo moderno, dinamico e che sia in grado di affrontare a testa
alta i nostri diretti concorrenti come la Spagna, nonché di essere
qualitativamente superiore ai Paesi del nord e sud Africa che offrono prodotti
a prezzi decisamente più competitivi dei nostri”.
“In
un comparto come quello agricolo non devono esistere anelli deboli che possano
pregiudicare la filiera. Tutto questo passa attraverso un’azione di
pianificazione che a partire dal vivaio fino alla grande catena di
distribuzione non deve presentare falle nel sistema. Oggi il sistema
agricoltura deve essere visto esattamente come un qualsiasi altro sistema
industriale dove si deve massimizzare la resa e la qualità allo scopo di poter
occupare porzioni sempre più importanti del mercato internazionale”.
Le 4 linee programmatiche indispensabili sono: la certificazione delle piante in vivaio al
fine di garantire al produttore piante sane che possano dare buoni risultati in
tempi brevi; il monitoraggio mediante nuove tecnologie quali il remote sencing,
il telerilevamento e la diagnosi in remoto delle principali aree agrumicole
della nostra Regione al fine di capire in maniera immediata i principali
problemi fitosanitari; l’identificazione della vocazione dei territori al fine
di garantire prodotti di qualità che oggi per un mercato come quello italiano
rappresenta un carattere distintivo; la salvaguardia dei nostri territori dagli
attacchi imminenti di nuovi devastanti patogeni.
“A
livello nazionale, poi – conclude raia – chiediamo al Ministero
dell’Agricoltura di utilizzare procedure adeguate negli hot spot a della
penisola e tramite la Comunità Europea, anche controlli serrati nei
punti di accesso delle merci dei Paesi del nord Europa che come è noto sono un
importante punto di ingresso della merce proveniente dai Paesi non Europei”.
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