Le "Nozze d'Oro" di Salvatore e Giuseppina Privitera, un traguardo d'amore celebrato dalla sensibilità artistica della figlia Maria
Cinquanta primavere sono trascorse per i coniugi Salvatore e Giuseppina
Privitera convolati alle “Nozze d’Oro” il 7 settembre
u.s. Un traguardo esemplare di vita insieme, costruita sulla forza dell’ amore,
solidificato nel corso degli anni trascorsi durante le stagioni della vita,
dove si sono raccolti i frutti del loro amore, tre splendidi figli Orazio,
Piero e Maria, dove non sono mancate le gioie, i sorrisi, ma anche i sacrifici
e le prove che però non hanno spezzato il sentimento e la loro voglia di
rimanere insieme alla famiglia tanta desiderata e tanta amata. La loro solida
unione coniugale diventa un esempio per le generazioni future che, spesso, non
contraggono più matrimonio, o spesso si separano, o divorziano facilmente ai
primi ostacoli. Salvatore e Giuseppina, entrambi siciliani, hanno vissuto da
giovani in Svizzera, in periodi differenti, lavorando lui nel settore dell’edilizia
e lei nel campo della sartoria. Per amore della propria terra natia sono
ritornati nella bella isola di Sicilia dove, nati e cresciuti, si sono incontrati
casualmente e subito innamorati di quell’amore che non è semplicemente un colpo
di fulmine. Lui Salvatore Privitera originario di Pozzillo, frazione di Acireale
(CT), lei Giuseppina Fichera originaria di Presa, frazione di Piedimonte Etneo
(CT), dopo un anno di fidanzamento tra mare e monti, si sono sposati il 7
settembre 1966 nel piccolo paese di Presa presso la Chiesa S. Maria delle
Grazie. La loro unione è stata benedetta dal parroco Giuseppe Pappalardo
dinanzi alle relative famiglie, parenti e amici che sono stati sempre vicini
alla coppia partecipando anche al primo traguardo importante della loro vita
coniugale, quale le “Nozze d’Argento”, la cui celebrazione si è svolta al
Santuario S. Maria della Vena, sempre nella frazione di Piedimonte Etneo (CT),
dinanzi al parroco Vincenzo Vecchio; Madonna da sempre venerata con estrema
devozione dalla famiglia Privitera pur avendo avuto, sin da sposati, la propria
residenza a Giarre (CT).
La famiglia che Salvatore e Giuseppina hanno costruito con amore e
dedizione si è accresciuta negli anni con l’arrivo dei nipoti Federica e
Alessio, nati dal matrimonio del figlio primogenito Orazio con la sua sposa Patrizia,
e dei nipoti Flavio e Tiziano, nati dal matrimonio del figlio secondogenito
Piero insieme alla sua sposa Sandra. I figli, le nuore e i nipoti hanno voluto
realizzare una festa in loro onore in occasione del “50° Anniversario di
Matrimonio” desiderando, ancora una volta, far benedire le fedi nuziali al
Santuario S. Maria della Vena, accompagnandoli all’altare felici e gioiosi per
la S. messa celebrata dal parroco Carmelo La Rosa, alla quale hanno partecipato
con altrettanto trasporto parenti, amici e paesani. Una cerimonia sentita e
decorosa nel corso della quale hanno
preso parte attiva tutti i familiari più stretti a testimonianza del loro
legame e compartecipazione. Un corteo familiare sorridente e festoso, infatti,
ha visto varcare la soglia d’ingresso del Santuario Mariano con a capo i due
nipoti Flavio e Alessio, quali paggetti portatori delle fedi nuziali, seguiti
dalla figlia terzogenita Maria col papà sottobraccio e dalla loro mamma
sottobraccio ai due figli Orazio e Piero. Durante la messa, anche le letture e
il salmo responsoriale sono stati recitati dalla figlia Maria e dalla nuora
Sandra Pennisi, mentre i doni dell’offertorio fiori, pane e vino sono stati
portati dai loro tre figli. Tutta la celebrazione è stata allietata dalle
musiche eseguite dall’altra nuora pianista
M° Patrizia Caltabiano e dai canti del coro dei partecipanti, dove si è
espressa con voce angelica la nipote solista quattordicenne Federica Privitera.
Per l’occasione la figlia Maria Privitera, pittrice e poetessa, ha realizzato, come
bomboniere e in onore dei suoi genitori, una raccolta di quadrettini intitolati
“Pesco in fiore” dipinti a mano con tecnica olio su tela. La seguente raccolta si
compone di n.15 pezzi nei quali, oltre
ad essere raffigurati in forme diverse per ognuno di loro il fiore del pesco,
vi sono dipinte delle farfalle, l’una diversa dall’altra, quest’ultime più
volte presenti in altre sue opere
pittoriche tanto da esserne diventate un simbolo identificativo. Riferisce
difatti l’autrice: “Il fiore del pesco è
stato sempre un fiore prediletto da nostra madre. La ragione la ricerco nella
circostanza che, se pur tutti i fiori sono stati sempre amati da lei, quelli
che producono un frutto sono ancora più pregiati proprio perché, trasformandosi,
creano nutrimento per la vita, così come tutta la sua vita è stata un continuo
donarsi a noi figli in maniera amorevole e instancabile alla stregua di nostro
padre che ha sempre lavorato con passione e onestà. La farfalla, in questo caso,
è il simbolo del loro amore perché non può vivere senza il fiore di cui si
alimenta, così come l’amore, per sopravvivere, ha bisogno dell’unione, della
tolleranza e della condivisione”.
L’artista, nella sua qualità di poetessa,
ha dedicato ai genitori anche una poesia dal titolo “Perché l’amore…”: “Perché l’amore è guardarsi
negli occhi per ascoltare l’anima, mentre il cuore gioisce o
si affatica. Perché l’amore è tenersi per mano raccogliendo la vita come il
fiore più bello che, se pur con qualche spina, genera sempre altra vita. Perché
l’amore è speranza, è condivisione, ma è anche perdono, sacrificio e
riconciliazione. Perché l’amore è esserci nonostante tutto. Perché l’amore è capire, è
saper ascoltare e donarsi senza pretese. Perché l’amore è sorridere
nella gioia e far ritrovare il sorriso nel dolore. Perché l’amore è vita, è
forza, è cammino…un cammino lungo una vita!”. La poesia è stata
omaggiata, insieme ai confetti d’oro, agli invitati e ai numerosi partecipanti
presenti alla cerimonia che si è conclusa con un forte applauso e con il lancio
del riso insieme a qualche piccola gocciolina di un’ acquazzone settembrino per
rispettare la tradizione sposa bagnata sposa fortunata! Dal contenuto del testo
poetico e dall’ispirazione pittorica si evince l’importanza del legame
matrimoniale che la figlia ha voluto far primeggiare nei confronti dei suoi
genitori proprio perché il loro è stato un matrimonio fondato sul sentimento autentico
e sul rispetto reciproco. Con questi omaggi l’artista ha desiderato ringraziare
i genitori per i valori che hanno sempre trasmesso, per l’esempio di vita che
hanno condotto e per il tempo, le fatiche spese e dedicate alla famiglia.
Questa
coppia ammirevole ha scelto la via dell’amore, ma quello vero, forte e
durevole, quello che è capace di generare comprensione, perdono, rinuncia e
dedizione, quello che è capace di affrontare ogni ostacolo e non solo, perché,
affinché un matrimonio possa sopravvivere nel tempo, occorre abbracciare la via
del sacrificio così come ha anche riferito il parroco durante l’omelia, il
quale rivolgendosi alla coppia ha espressamente formulato: “Beati, beati voi che
avete scelto il sacrificio”. E’ proprio e solo l’amore l’unica forza che è
capace di generare il sacrificio! Salvatore e Giuseppina hanno prestato fede
alle promesse coniugali formulate da giovani, dimostrando che hanno creduto al
vincolo indissolubile del matrimonio religioso. Sposandosi si sono incamminati insieme
e durante la loro storia lunga una vita hanno incontrato non solo primavere, ma
anche inverni. La vita quale dono
bellissimo, ricca di gioie e di felicità, pone a tutti degli ostacoli, delle
responsabilità e delle difficoltà che se affrontate con fiducia, con fede e
speranza, allora ogni rinuncia, ogni sacrificio è ripagato con l’immensa gioia
di tenere sempre in vita il focolare domestico, quale unico legame prezioso da
salvaguardare che si apprezza lì dove
c’è l’autenticità, lì dove c’è il rispetto per la vita e per i veri valori che i
coniugi Salvatore e Giuseppina Privitera hanno saputo coltivare e trasmettere. Auguriamo a questa splendida coppia tanti
altri anni di amore e di felicità.
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