Teatro Massimo Bellini: arriva “Carmen” nella nuova versione del Balletto di Milano
CATANIA – Una Carmen tutta danzata sulle immortali
melodie di Bizet. La propone il rinomato Balletto di Milano per la stagione 2017
del Teatro Massimo Bellini, sul cui palcoscenico lo spettacolo sarà in scena per
7 rappresentazioni dal 21 al 26 novembre. La suddivisione è in quattro
quadri, liberamente ispirati
alla novella omonima di Prosper Mérimée e all'opera di George Bizet.
L’Orchestra
del Teatro Massimo Bellini sarà diretta da Gianmario
Cavallaro, la coreografia è firmata a
quattro mani da Agnese Omodei Salé e Federico Veratti, l’ideazione scenica è di Marco Pesta, i
costumi sono di Federico
Veratti. Nel title role Alessia Campidori si alternerà con Angelica Gismondo
(prevista nelle recite pomeridiane del 24 e 25 novembre), Don José è Alessandro Orlando, mentre
Alessandro Torrielli, primo elemento di novità incarna il Destino che incombe. Il ruolo di
Escamillo è stato affidato a Federico Mella, al quale subentrerà Germano
Trovato (per la recita serale 24), Micaela è Marta Orsi. La prima rappresentazione di martedì 21
novembre (Turno A) è fissata alle ore 20,30. Seguono le repliche di mercoledì 22 alle 17,30
(Turno S1); giovedì 23 alle 17,30 (Turno R); il doppio spettacolo di venerdì 24
alle 16,30 (Turno S2) e alle 21 (Turno B); infine le recite di sabato 25 alle
17,30 (Turno C), e domenica 26 alle 17,30 (Turno D).
Poche opere
hanno avuto tanta fortuna quanto la Carmen di Bizet, un capolavoro che ha
visto numerose riletture in forme artistiche diverse dalla lirica: cinema, musical e naturalmente la danza.
A firmare
memorabili coreografie si sono succeduti, nel corso del Novecento, l’inimitabile
Roland Petit con Zizi Jeanmaire e i Ballets de Paris; il coreografo cubano
Alberto Alonso con l’étoile russa
Majja Pliseckaja, lo svedese Mats Ek con il Cullberg Ballet e Ana
Laguna, l’inglese Matthew Bourne o il boemo Jiří Kylián, per non dire della
versione flamenca di Antonio Gades approdata sul grande schermo per la regia di
Carlos Saura.
Il Balletto di
Milano apre a nuove interpretazioni senza tradire la tradizione e avvalendosi di
una modernizzazione della messa in scena e dello stile, che sbalza l’intera
vicenda con l’essenzialità di tratti dei Capricci di Goya e l’astrazione
delle geometrie cubiste.
Carmen è senza
dubbio uno dei personaggi più forti nella storia dell’opera lirica e
nell’immaginario collettivo è l’incarnazione della femminilità e della
seduzione. Bella e anticonformista, passionale e desiderata, sfida chiunque
voglia sottometterla, usando il suo fascino e la sua personalità per ottenere
tutto ciò che desidera. Mossa dall’amore per la libertà e l’indipendenza,
resterà incondizionatamente fedele a se stessa anche se consapevole che questo
la condurrà alla morte. Carmen è infatti una gitana, una zingara che crede nel
destino che ha letto nelle carte, ma non esiterà a sfidare per l’ultima volta
José, l’uomo che ha piegato al suo volere, costringendolo a cambiare vita e a
seguirla pur sapendo che egli la ucciderà.
E così nella
Carmen del Balletto di Milano il Destino assume un ruolo determinante,
dominando la vicenda e svelandosi man mano attraverso i simboli delle carte:
amore, tradimento, morte. Come tre sono i colori che indossa: bianco per
l’amore, rosso per la passione, nero per la morte. Presenza costante, mette
sulla strada della bella gitana don José prima ed Escamillo poi, le è accanto
nel farle seguire il cuore, le svela la Morte imminente in un avvincente faccia
a faccia sulle note dell’habanera.
Il celebre brano
in cui Carmen appariva prima spavalda e seducente, la vede ora abbandonarsi
nella braccia di colui che presto la porterà con sé. Bandito e assassino e poi
vittima come nella novella o ingenuo soldato dell’opera che perde la testa fino
all’autodistruzione? Don José è comunque folgorato da Carmen sin dal primo
incontro. Per lei è stato degradato, è diventato disertore, brigante,
assassino... Ossessionato dall’idea di perderla non ha esitazioni
nell’ucciderla.
Come nell’opera,
il torero Escamillo e Micaela sono gli altri interpreti principali di un
balletto ricco di coreografie coinvolgenti: dagli appassionati pas de deux
alle tante e vivaci danze d’assieme di gitani, soldati e sigaraie realizzate
sulle stupende musiche di Georges Bizet, non solo tratte dall’omonima opera, ma
anche dalle due Suites ricavate da Ernest Guiraud e dalla seconda
Suite dall’Arlésienne. Sonorità che enfatizzano la vicenda e il
clima d’energia e passione che si ritrova anche nell’allestimento in cui
convivono tradizione e modernità.
Diretto dal 1998
da Carlo Pesta, il Balletto di Milano è tra le compagnie di danza di maggior
prestigio in Italia, riconosciuta e sostenuta dal MiBACT (Ministero per i Beni e
le Attività culturali) e dal Comune. Eccezione fatta per il Teatro alla Scala, è
l’unica compagnia di balletto stabile a Milano e in tutta la Lombardia ad avere
un proprio teatro e un’attività internazionale. La linea artistica ha portato il
Balletto di Milano a essere presente con tutti i suoi spettacoli nei maggiori
teatri italiani ed esteri, fondazioni liriche e festival dove ottiene sempre
successi di pubblico e critica unanimi. Compagnia versatile, il cui stile è
apprezzato da un pubblico eterogeneo, vanta un ampio repertorio che spazia da
grandi classici del repertorio alle rivisitazioni dei più celebri titoli della
letteratura, proposti in un’armoniosa mescolanza di stili, fino a produzioni
contemporanee che sottolineano l’alto livello che la
contraddistingue.
Nella sua storia
spiccano grandi e numerosissimi artisti: attualmente collaborano con il Balletto
di Milano nomi della coreografia internazionale come Giorgio Madia e Teet Kask.
Nel 2013 ha inaugurato il Teatro di Milano, la nuova sede dove organizza, oltre
agli spettacoli, numerose iniziative volte alla diffusione della danza, tra cui
la stagione di balletto per le scuole, incontri e seminari, mostre. Il Teatro di
Milano è considerato tra i punti di riferimento cittadini per l’arte coreutica,
musicale e di spettacolo dal vivo.
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