La Norma di Vincenzo Bellini continua a conquistare il pubblico del Teatro Greco di Siracusa
SIRACUSA
- Prosegue con gran successo, di pubblico e critica, la seconda stagione lirica
del Festival Euro Mediterraneo al Teatro Greco di Siracusa, inaugurata lo scorso
4 luglio con la Norma di
Vincenzo Bellini, firmata - scene e regia - da Enrico Castiglione. Sabato 18
luglio, alle ore 20,30, andrà in scena la terza, e penultima,
recita.
Già la scorsa estate la prima
edizione aveva fatto registrare numeri eccezionali, riscuotendo il favore sia
dei residenti come dei numerosi turisti che ormai da anni chiedevano l'apertura
dello spazio scenico del Teatro Greco anche alla lirica. Un'impresa non
semplice, e senza dubbio ambiziosa, che ha come obiettivo primario quello di
gettare e consolidare le basi di una manifestazione permanente che raccolga al
suo interno musica, danza, lirica - e che riesca a competere con i più
importanti festival estivi sparsi per l'Europa e nel mondo, così da poter
ampliare e amplificare l'appeal che la città di Siracusa già esercita a livello
internazionale.
Un progetto esclusivo, quindi, avviato e
realizzato dalla produzione e organizzazione della Fondazione FEM, e promosso da
Comune di Siracusa, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Siracusa
Turismo, Associazione Noi Albergatori di Siracusa, grazie alla disponibilità
dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione e della Soprintendenza
Archeologica di Siracusa.
Artefice e ideatore è il
maestro Enrico Castiglione, che per la skené aretusa ha ricreato «una sorta di
primitiva Stonehenge, tra riti druidici e giganteschi dolmen. Un'ambientazione
barbarica e notturna, con la quale ho sperimentato un nuovo modo di messa in
scena per l'opera: palcoscenico in declivio ed orchestra inserita nell'impianto
scenico come parte integrante della scena stessa e non più un elemento
separato. Ho immaginato l’intero
allestimento proprio lo scorso anno mentre provavo la regia dell’Aida. Ora sono
molto contento che questo desiderio sia stato reso possibile».
Quella scelta dal
regista e scenografo romano, noto in tutto il mondo per la qualità dei suoi
allestimenti, è una soluzione scenica molto suggestiva, arricchita dalle creazioni della costumista Sonia Cammarata, tra le più
affermate del panorama teatrale e dotata di una spiccata sensibilità per la
ricostruzione storica del costume.
L’intero spazio dell'azione evoca un’immensa
foresta nascosta da imponenti rocce e dirupi: quella delle Gallie al tempo della
conquista romana, dove si consuma la sofferta storia d’amore tra Norma e
Pollione. Il cast artistico vanta autentiche star della lirica internazionale,
come il celebre soprano Chiara Taigi nel ruolo del titolo, il famoso tenore
Piero Giuliacci in quello del generale romano Pollione, l’acclamato soprano
Adriana Damato in Adalgisa, il possente basso José Antonio Garcia in Oroveso e i
validissimi Giuseppe Distefano (Flavio) e Anna Consolaro (Clotilde). L'orchestra
è guidata da Jacopo Sipari da Pescasseroli, il Coro Lirico Siciliano è istruito
da Francesco Costa.
«Sul piano musicale e vocale - ha spiegato
Chiara Tagi - Bellini alterna fiorettature melismatiche che fanno svettare la
voce a melodie lente, giocate sull’esasperazione dei fiati. E su questo rifletto
ora che affronto per la prima volta Norma, un ruolo musicalmente abbagliante e
al contempo latore di un messaggio universale, più che mai attuale: una donna,
una madre, sia pure per amore, ha tradito patria e religione, e sta per
macchiarsi di figlicidio. Ma si ferma appena in tempo e si autopunisce, facendo
giustizia immolando se stessa».
«Così come Norma - ha sottolineato
Alessandra Damato anche Adalgisa affronta un’escalation di emozioni dentro di sé
e questo fa sì che viva in una costante tensione drammatica. La forza che
caratterizza il mio personaggio è, dunque, quella stessa di una donna che,
nonostante sia stata sedotta e abbia ceduto alle lusinghe di un amore, alla fine
sceglie l’amicizia e si aggrappa alla solidarietà femminile per essere più
coraggiosa. La caratterizza una grande forza e un’estrema prova d’amore fino al
proprio sacrificio».
Quella
di Norma, perciò non è soltanto una straordinaria storia di amori e di
tragedie, anche l'elemento del riscatto occupa un posto di primo piano, come ha
ben analizzato il tenore Piero Giuliacci. «In Pollione l’elemento catartico
risiede nel ravvedimento che lo coglie di fronte al frutto del suo amore per
Norma. Davanti ai figli e al loro destino, viene investito da un sentimento
ritrovato e si pente gettandosi tra le fiamme con l’amata di sempre, proferendo
in extremis Il tuo rogo, o Norma, è il mio».
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