“La trilogia di Siviglia”: così Enrico Castiglione si prepara anche quest’anno a conquistare Taormina con la grande lirica
“La trilogia di Siviglia”: così Enrico
Castiglione si prepara
anche quest’anno a conquistare Taormina
con la grande lirica
TAORMINA - «Immaginiamo un tripudio di ventagli e mantiglie, gonne
fluttuanti in una sensuale habanera, corride eccitanti, amori fatali, serenate
notturne e seduzioni a tutte le ore. Siamo a Siviglia, città passionale ed
esotica». Così Enrico Castiglione evoca la città andalusa, scenario ideale di
tre capolavori operistici che il celebre regista e scenografo ha voluto
accomunare nella stagione estiva che il Festival Euro Mediterraneo allestirà al
Teatro Antico per la sezione Musica e Danza di Taormina Arte.
Nasce così il progetto “La trilogia di Siviglia” che dall’1 al 14 in agosto
vedrà in scena “Carmen” di Bizet, “Il barbiere di Siviglia” di Rossini, “Don
Giovanni” di Mozart: una programmazione intrecciata, per consentire a residenti
e turisti di prenotare pacchetti articolati e completi. Concepiti per la cavea
classica, gli spettacoli firmati dall’artista romano di origini etnee
riscuotono dal 2007 uno strabiliante successo, condiviso con la raffinata
costumista palermitana Sonia Cammarata, sua compagna anche nella vita.
Incontriamo Enrico Castiglione nell’incanto della cavea classica, dove
alterna a ritmo serrato le prove di “Barbiere” e “Don Giovanni”, come impone
l’intensa attività che lo vede impegnato in tutti i continenti, dall’Europa
alle Americhe all’Estremo Oriente. Per fortuna le prove di “Carmen” sono già
archiviate, anzi “sbocciate” nella recita fuori calendario, anticipata il 15
luglio, data obbligata in vista del collegamento satellitare necessario per
permettere la trasmissione in diretta mondovisione nei cinema. E migliaia di
cinespettatori in Europa e oltreoceano si sono sommati al tutto esaurito del
pubblico confluito al Teatro Antico per decretare il pieno successo
dell’operazione.
Carmen la sigaraia libertaria, Figaro il barbiere factotum, Don Juan El
Burlador: le loro gesta - nelle opere liriche, e prima ancora nelle fonti
letterarie – hanno come sfondo comune la città di Siviglia. Ma diversi da un
testo all’altro sono i contesti, le storie, i personaggi, le epoche, le ragioni
drammatiche e musicali. Perché una trilogia sivigliana? come farà emergere
affinità e differenze?
«Se il carattere spagnolo è predominante, ciò che mi affascina di ognuna di
queste opere è la possibilità di rappresentare il sentimento dell’Amore sotto
diverse sfaccettature, tutte antitetiche tra loro, specie se imprigionate nelle
spire della passione fine a se stessa, della spasmodica ricerca del piacere.
L’amore in Carmen è effimero, come effimero è il gesto da cui si
manifesta, quando la protagonista getta la rosa ai piedi di Don José,
scegliendolo platealmente davanti ad una piazza di sigaraie, popolani e
soldati. Una storia che diviene tragedia perché si trasforma in gelosia, in
possesso, in morte, annientando l’unico amore autentico, che nell’opera è
rappresentato dal sentimento di Micaela nei confronti di Don José. In Don
Giovanni abbiamo invece la massima esaltazione della ricerca del piacere,
perseguita attraverso l’inganno e la sopraffazione del potere, che il cavaliere
esercita per conquistare le sue prede e subito dopo abbandonarle nella
disperazione, prontamente attratto da una nuova preda. C’è infine l’amore
giovane, tenace e a lieto fine del Barbiere di Siviglia, anche se il
sequel delle Nozze di Figaro fa meditare sulla stabilità sentimentale:
ma questa è tutta un’altra storia».
I suoi allestimenti lirici hanno uno spiccato taglio cinematografico che li
rende particolarmente attraenti. Vanno perciò a ruba anche i video, mentre i
network televisivi (Rai, Sky) se li contendono e li programmano a lungo. Anche
le dirette dal Teatro Antico nei cinema in tutto il mondo hanno fatto
registrare numeri da capogiro: quest’anno è toccato alla seducente “Carmen”.
Quanto la affascina regia televisiva rispetto a quella teatrale? Le
riproduzioni in video minacciano o promuovono lo spettacolo dal vivo?
«Amo il teatro musicale e la mia formazione mi consente di disegnare la
scenografia e affrontare simultaneamente regia teatrale e televisiva, per fare
un prodotto artistico unico nel suo genere. Il trionfo di “Carmen” è eloquente.
Questa è la strada per garantire un futuro alla lirica. Lo spettacolo dal vivo,
la trasmissione in diretta mondovisione, le registrazioni sono tutte vie
maestre che accendono la passione per il melodramma. Lo spettatore che va a
teatro è lo stesso che ascolta musica in casa, che acquista e scarica cd e
video, e ha addirittura riscoperto il vinile …».
Analizziamo la sua visione di queste tre opere, cominciamo dalla tragica
“Carmen”.
«Per questo nuova produzione ho concepito una scenografia di migliaia di mattoni
che, come le passioni e i sentimenti, mutano posizione di scena in scena: un
gioco geometrico che rispecchia la mutevolezza dell’animo umano, rappresentato
in primis da Carmen che s’innamora di Don José senza amarlo davvero, in una
situazione conflittuale che la condurrà presto ad innamorarsi di un altro uomo
e restare vittima della gelosia… E come i sentimenti possono cambiare, ecco che
anche l’immensa scenografia costruita per Taormina cambierà sotto gli occhi
degli spettatori, con un impatto che spero possa emozionare, al pari della
musica di Bizet».
Tragico è pure “Don Giovanni”: ha scelto una lettura più settecentesca o
più demoniaca?
«L’una non esclude l’altra. M’interessa fare emergere la proteiforme
valenza del personaggio: la lucidità illuministica che ne fa un dominatore, la
dipendenza dal piacere che lo porterà alla rovina, la tracotanza che gli
impedirà il pentimento. È un’opera che ho avuto modo di approfondire in diverse
produzioni. La metto in scena a Taormina per la prima volta con un allestimento
inedito, pensato esclusivamente per il palcoscenico del Teatro Antico, con
nuovi costumi che esaltano il fregio seicentesco, disegnati e costruiti da
Sonia Cammarata nel proprio laboratorio. In scena, in un’immensa scacchiera, i
personaggi saranno condotti a giocare un’inquietante partita a scacchi, su cui
i desideri, i sentimenti, le passioni si rincoreranno per fondersi,
intrecciarsi, allontanarsi. Un gioco al massacro, all’insegna dell’inganno,
della seduzione fine a se stessa, nella totale mancanza di vero amore, che
condurrà alla morte, ovvero allo scacco matto del protagonista.»
E come premerà il pedale della comicità che rende irresistibile “Il
barbiere”?
«Ecco un’altra opera meravigliosa che sono sicuro avrà un riscontro enorme
a Taormina, non meno delle altre due. La mia messinscena si animerà in una
ambientazione davvero insolita, che rievoca una galleria d’arte, all’interno
della quale, di quadro in quadro, di cornice in cornice, i personaggi
muoveranno i propri passi e creeranno spassosi "tableaux". Ma non
voglio svelare oltre, ci saranno molte sorprese; perché l’opera deve
affascinare con la voce e la recitazione, ma deve anche stupire con la
scenografia e lasciare al pubblico emozioni forti ed originalissime».
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