Ridefinire" di Antonio Raciti, curatrice Laura Cavallaro Vernissage venerdì 20 Settembre, Palazzo Platamone di Catania
Venerdì, 20 settembre, al Palazzo Platamone
di Catania (in via Vittorio Emanuele II, n. 279), ore 19, sarà inaugurata la
mostra fotografica di Antonio Raciti "Ridefinire", presenti la
curatrice, Laura Cavallaro, la giornalista Grazia Calanna che condurrà
l’evento. Ingresso libero. Si riporta di seguito uno stralcio dal testo critico
della Cavallaro; la scheda mostra e la biografie di autore e curatore. Si allegano due fotografie in mostra (Ombouè
Gabon, 2019; Yadz Iran, 2013) e la locandina della mostra in oggetto.
“Porsi di fronte a
un’immagine e osservarla è un invito. Un invito a ripensare l’attività umana in
relazione alle cose, allo spazio, agli altri. Un invito a riconsiderare gli
stessi oggetti, le forme, la qualità e la quantità, persino i colori e la luce.
Porsi di fronte a un’immagine e osservarla è il tentativo di guardare con occhi
nuovi e, al contempo, antiche consapevolezze, perché se un’attitudine razionale
ci induce a classificare, uno sforzo genuino ce ne libera.
Tutto ciò che ciascuna immagine ci
restituisce, sarà ben più misterioso della creatività individuale di colui che
l’ha generata perché si farà proiezione delle nostre riflessioni, ombre dei
nostri timori, angoli vivi dei nostri limiti, distese dei nostri pensieri e
pieghe smussate dei nostri desideri.
Su tali basi nasce “Ri-definire” di Antonio
Raciti, un’esposizione di 26 scatti, in bianco/nero e colori, che ritraggono
scorci, luoghi e cose dove il suo occhio si è poggiato nel corso degli anni nel
suo errare e che, insieme per la prima volta, creano un puzzle variegato unito
da un unico comune denominatore, la forma.
Fili di ragnatela corrispondono a resistenti
travi di acciaio del Forth Bridge in
Scozia;
I segni evidenti, naturalmente incisi, delle
betulle bianche fanno da contraltare alle ombre che arcate di cemento disegnano
sui muri di un vicolo di Yazd, in Iran; Gusci di lumache ammassate rimandano
all’architettura sinuosa del Ponte della
Pace a Tblisi, in Georgia; I buffi granchi disposti a schieramento alla
mercé delle maree ricordano i galleggianti
delle reti dei pescatori nell’alba immensa di
Zanzibar; Uccelli si stagliano, liberi, su un cielo di un fitto blu chagalliano
al di sopra di un’architettura che lo incornicia, e un altro, solitario,
altrettanto libero sorvola le acque, impressioniste, dell’isola africana. Le
mani di un uomo e una donna che avvicinandosi si sfiorano mentre i loro sguardi
si cercano sono simili tanto nei preziosi rituali di un matrimonio shintoista
in Giappone, quanto nei giovani
pomeriggi più modaioli dell’occidentale Gallipoli.
Così come le madeleine di Proust, immerse nel tè di tiglio, aprono una via
d’ingresso privilegiata nella memoria liberando un ricordo, anche le fotografie
di Raciti esortano a fare altrettanto, a richiamare quella memoria che non è
solo percettiva o visuale ma è anche del corpo e dello spazio, corpo e spazio
dilatati, diluiti. La memoria che ci ricorda come siamo fatti e cosa ci
circonda.
La forma, sostanza dell’immagine, si
ri-definisce e ci invita ad un altrove, ad un non luogo potente nel quale siamo
stati o dove ancora dovremo stare e nella forma così esposta prendiamo atto. In
fondo, non siamo che forme, accesi di luce proiettiamo ombre, un yin e yang
continuo intramezzato di colore e nel colore agiamo, ri-definendoci,
ridisegnando noi stessi. Talvolta siamo cactus protesi al sole ad aspettare,
altre siamo lampioni che illuminano la via, altre ancora siamo capitelli e
archi lobati, ogivali, siamo da soli o in coppia….diveniamo come bifore, siamo
nuvole che si inseguono, case che si fingono roccia e scale da apprezzare ad
ogni gradino.
Ci ri-definiamo perché non possiamo farne a
meno, perché a questo invito, per il quale vale la pena presentarsi anche se
talvolta va ben oltre la comprensione umana, non possiamo rinunciare”.
TITOLO MOSTRA: Ridefinire
AUTORE: Antonio Raciti
CURATORE: Laura Cavallaro
TIPOLOGIA: 26 scatti fotografici in b/n e colore
Biografia autore
Antonio Raciti è
nato a Zafferana Etnea (CT) nel 1958,
ha frequentato il Liceo Scientifico ad
Acireale e successivamente a Firenze ha conseguito la laurea in Farmacia.
Esercita la professione di farmacista nel
proprio paese d’origine.
Di temperamento appassionato e poliedrico, si
è avvicinato, negli anni di formazione, alla militanza politica, alla studio
della musica ed alla pratica teatrale. In tutti questi ambiti ha trasfuso il
suo entusiasmo e la sua curiosità intellettuale.
Nel 2004 ha conseguito il “compimento
inferiore” in tromba. Si è esibito in orchestre di fiati e dal 2003 al 2006 ha
dato vita ad un quintetto da camera che ha ricevuto lusinghieri apprezzamenti.
Fin dal mitico ’68 con la storica Bencini si
è appassionato alla fotografia, seguendone l’evoluzione tecnologica fino
all’avvento del digitale. In particolare si è specializzato nella fotografia
naturalistica, di viaggio e dei ritratti dal vero. Ha partecipato a diverse
mostre collettive ed ha realizzato delle mostre personali: a Zafferana Etnea, a
Catania, a Mistretta, a Palermo.
Negli ultimi anni ha trasformato la sua
passione per i viaggi, per la fotografia e per la scrittura in attività di
conoscenza antropologica e in crescita interiore. Ne sono scaturiti tre volumi
(Deccan, SBC edizioni, 2010; Dharma, Robin Edizioni, 2012 e La terra dei
Kalinga, 2014) che non sono asettici reportage di viaggio, ma itinerari
spirituali e occasioni di meditazioni sull’esistenza. Conosce l’Etna ed il suo
territorio e ne apprezza le storie e i cibi tipici.
Biografia curatore
Laura Cavallaro, è storica dell'arte,
operatore museale e docente. Nasce a Catania il 3 aprile 1985. Dopo aver
conseguito la maturità classica si iscrive all’Università di Catania in Scienze
dei beni culturali, dove si laurea nell’aprile 2008. Successivamente,
assecondando la sua più grande passione, si trasferisce ad Urbino, conseguendo
la laurea specialistica in Storia dell’arte presso l’Università degli studi
“Carlo Bo”. Ha curato diversi testi critici relativamente alla mostra
“Sculture” del Maestro Gesualdo Prestipino (Catalogo Edizioni MacS, 2013); alla
mostra “Prima Luce” di Stefania Orrù (Alzani Tipografia, Pinerolo, 2015) e alla
mostra “Welcome to America” di Ryan Mendoza (Vanspijk Editore, 2015). È stata
curatrice delle mostre “Vulcano dell'arte” dell'artista cinese Xu HongFei
tenutasi a Zafferana Etnea nel 2013, della mostra antologica dell'artista
polacca Marta Czok nel 2014 al Castello di Calatabiano, della mostra
fotografica “Essere Sguardo” di Antonio Raciti a Palazzo Platamone di Catania
nel 2014, e co-curatrice della mostra “7” a Palazzo Corvaja a Taormina, 2016.
Ha lavorato per quattro anni presso il MacS – Museo Arte Contemporanea Sicilia
di Catania.
Dal 2016 insegna storia dell’arte negli
istituti superiori.
Collabora per la sezione Arte, con il
periodico culturale “l’EstroVerso” dove cura la rubrica “fuori Mostra”.
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