Salute femminile tra medicina e innovazione: sinergia concreta tra associazionismo, università e ospedali
Si è svolto nella prestigiosa Aula Magna del Rettorato
dell’Università di Catania, il convegno “Salute femminile tra medicina e
innovazione. Tumori, menopausa e nuove frontiere diagnostiche”, un appuntamento
di alto profilo scientifico, istituzionale e culturale che ha posto al centro
dell’attenzione la salute della donna come tema non solo sanitario, ma anche
sociale, culturale e civile.
Il convegno, promosso da Fildis Siracusa e Mani Amiche Onlus di Catania, ha
ricevuto il patrocinio dell’Università di Catania, del Comune di Catania,
dell’ARNAS Garibaldi Nesima, del Dipartimento di Medicina Clinica e
Sperimentale, del CoEHAR – Centro di eccellenza internazionale per la ricerca
sulla riduzione del danno da fumo, dell’Accademia Internazionale Mauriziana e della
Fondazione Salute e Cultura, a conferma di una rete istituzionale ampia e
coesa.
Ad aprire i lavori è stata Giulietta Irene Gionfriddo, presidente di FILDIS
Siracusa, che ha moderato e coordinato l’impianto scientifico-divulgativo del
convegno, sottolineando come l’iniziativa sia nata dalla volontà di creare una
sinergia concreta tra associazionismo, università e strutture ospedaliere,
realtà diverse ma complementari, portatrici di istanze differenti e accomunate
dall’obiettivo di essere luogo di dialogo, responsabilità condivisa e impegno
per la comunità.
Ad inaugurare i saluti istituzionali è stato il Magnifico Rettore
dell’Università di Catania, Enrico Foti, che ha evidenziato l’importanza di una
collaborazione sempre più stretta tra mondo universitario e sistema
ospedaliero, sottolineando il valore della presenza dell’università all’interno
delle strutture sanitarie come luogo di formazione, ricerca e innovazione, e
degli ospedali come contesto fondamentale di formazione sul campo.
A seguire, l’intervento della delegata del Rettore al Terzo Settore, Cettina
Laudani, che ha ribadito la piena volontà dell’Università di Catania di
rafforzare il rapporto con il mondo dell’associazionismo, riconoscendone il
ruolo strategico nella lettura dei bisogni sociali e nella costruzione di
percorsi e progetti condivisi.
È poi giunto il saluto di Fildis Italia, portato da Flavia Butera,
coordinatrice nazionale per le relazioni europee, che ha richiamato l’impegno
storico della Federazione nel sostenere lo studio, la ricerca e l’analisi delle
problematiche sociali, con particolare attenzione alla condizione femminile.
Dopo i saluti, il convegno è entrato nel vivo con gli interventi di Salvatore
Pulvirenti e Diana Cinà.
Salvatore Pulvirenti, presidente di Mani Amiche Onlus, ha spiegato come il
convegno nasca dall’esigenza condivisa di due realtà associative complementari:
da un lato FILDIS Siracusa, espressione dell’universo femminile impegnato nello
studio e nel superamento delle problematiche sociali e culturali che riguardano
le donne; dall’altro Mani Amiche Onlus, da sempre attiva nel sostegno alla
ricerca scientifica, in particolare oncologica. Un impegno concretizzato nel
tempo attraverso la donazione di un Laboratorio di Oncologia Molecolare al
Dipartimento Biometec dell’Università di Catania, il finanziamento di un
progetto di ricerca contro i tumori al Dipartimento di Scienze del Farmaco, il
supporto alla ricerca informatica applicata alla medicina mediante la donazione
di un computer al Dottorato di Informatica dell’Ateneo catanese e
l’assegnazione di borse di viaggio a studiosi che hanno partecipato alla quarta
edizione del workshop SIB, promosso dalla Società Italiana di Biochimica e
Biologia Molecolare insieme all’Università di Catania.
Diana Cinà, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania,
ha introdotto il convegno dal punto di vista scientifico e sanitario,
delineando i temi centrali dell’incontro e offrendo una chiave di lettura per
gli interventi dei relatori.
Nel corso della sessione scientifica, Giuseppe Ettore, Direttore del
Dipartimento Materno-Infantile dell’ARNAS Garibaldi-Nesima, ha affrontato il
tema della salute ginecologica nelle diverse età della donna, con particolare
attenzione alla prevenzione, alla qualità della vita e alla sensibilizzazione,
sottolineando come la salute femminile incida profondamente anche sul benessere
familiare e comunitario.
Francesco Frasca, professore ordinario di Endocrinologia all’Università di
Catania, ha approfondito l’osteoporosi in un’ottica di medicina di genere,
evidenziando come le differenze biologiche e sociali incidano sui percorsi
diagnostici e terapeutici.
Roberto Bordonaro, direttore del Dipartimento Oncologico dell’ARNAS Garibaldi,
ha posto l’attenzione sull’accesso delle donne ai percorsi di prevenzione e
cura oncologica, sull’adesione agli screening, sulle disuguaglianze ancora
presenti, e sulle ricadute sociali di una prevenzione ancora insufficiente.
A chiudere le relazioni, Giovanni Li Volti, professore ordinario di Biochimica
e direttore del CoEHAR, ha illustrato le potenzialità dell’intelligenza
artificiale applicata alla salute femminile, delineando scenari sempre più
vicini alla pratica clinica in termini di diagnosi precoce, prevenzione e
personalizzazione delle cure.
Le conclusioni sono state affidate a Rosalba Parenti, delegata del Rettore per
la Ricerca in ambito biomedico, che ha richiamato il valore strategico della
ricerca scientifica e della collaborazione interdisciplinare per affrontare le
sfide presenti e future della salute femminile.
Il convegno, partecipato e di alto profilo, si è confermato come un momento
capace di unire competenze scientifiche, istituzioni e società civile,
ribadendo che la tutela della salute delle donne passa necessariamente
attraverso la costruzione di alleanze solide, continuative e responsabili.


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