L'Affabulazione di Pasolini secondo Mario Sorbello e l'inevitabile scontro tra giovinezza e vecchiaia
È un viaggio complicato e complesso quello raccontato dall'attore e regista Mario Sorbello che sul palco dell’ex Teatro Tezzano, rinato dopo un importante operazione culturale con il nome Teatro Holytape, mette in scena “Affabulazione” di Pierpaolo Pasolini, testo scritto nel 1966 e successivamente pubblicato nel 1969.
La CGS Karol Compagnia Teatrale di Sorbello, protagonista
anche sulla scena, pone l'accento sullo scontro generazionale tra padre e
figlio, tema caro a Pasolini, e della classe borghese che rappresenta la
coscienza di tutti noi.
Lo spettacolo è una riflessione sulla società di oggi e di
ieri dove si analizza il desiderio del padre, interpretato da un intenso Mario
Sorbello, che dà sfogo ad un vero sentimento di possessione nei confronti del
figlio per ritrovare una giovinezza ormai perduta, fino a scontrarsi con il
caparbio rifiuto dello stesso e la sua volontà di essere libero da ogni
costrizione, a cui fa anche da contraltare la presenza della madre.
Sulla scena viene perfettamente ben definito, proprio come
richiede la drammaturgia pasoliniana,un gioco perverso di “attrazione” e
“repulsione” diventando una straziante metafora d’incomunicabilità tra due
generazioni tipica degli anni sessanta in cui il reciproco silenzio portò il
nostro Paese a conflitti drammaticamente cruenti.
Una messa in scena carica di simbolismi e di parole
fatte di immagini salienti tra sogno e realtà, proprio come un continuo
affabulare, cariche di significato e di critiche al sistema sociale
interpretate dal cast composto da Lina Giuffrida, Giovanni Aiello, Althea Di
Filippo, Giosiana Cabbanè e Armando Garufi.
Sorbello in questa pièce da lui diretta riesce
ad ottenere l'obiettivo prefissato in particolar modo nel momento in cui il
padre, dopo aver spiato il figlio con la giovane compagna in un momento intimo
lo ucciderà proprio come Cronos fece con i propri figli, sollecitando
momenti di riflessione e turbamento nello spettatore.
L'idea non semplice di mettere in scena uno spettacolo
teatrale di Pasolini in un contesto sociale come quello attuale è una vera
scommessa, che la sala del teatro Holytape ha premiato con applausi convinti un
teatro di parola fatto di sentimenti come rancore, indifferenza, mancato
affetto, incomprensione e il naturale scontro tra giovinezza e vecchiaia, che
il pubblico ha premiato con convinti applausi e diversi commenti positivi sui
social.
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