TURISMO, BANDI EUROPEI: LA RICETTA PER LO SVILUPPO
CATANIA - Il mondo professionale chiede alla politica regionale un passo
avanti su programmazione e certezza amministrativa, ma un passo indietro sulla
progettazione. Il corretto utilizzo della prossima tornata di finanziamenti
europei, infatti, potrebbe innescare lo sviluppo del comparto turistico,
mettendo in moto l'economia e risollevando le sorti del nostro territorio: «Gli
interventi dovrebbero essere mirati soprattutto alla qualità del progetto, molto
spesso invece le lungaggini burocratiche frenano l'utilizzo efficace e ottimale
degli strumenti di finanziamento, relegando la fase progettuale, spesso
marginale rispetto a tutto l'iter amministrativo. Oggi in concomitanza con
l'introduzione della nuova legge sugli appalti, che in parte ridefinisce
l'importanza di questa fase, le categorie professionali possono dare davvero il
loro contributo sul fronte delle proposte, ribaltando e potenziando i risultati
finali». Con queste parole il presidente dell'Ordine degli architetti di
Catania Giuseppe Scannella ha aperto i lavori del convegno "Turismo,
grandi attrattivi e bandi europei", organizzato da Ordine e Fondazione, che ha
ospitato l'intervento dell'assessore regionale al Turismo Anthony Emanuele
Barbagallo.
La programmazione europea e i fondi destinati al
settore turistico e culturale sono stati al centro della relazione sullo stato
dell'arte delle politiche per lo sviluppo messe in campo dall'Amministrazione
regionale: «I nuovi programmi comunitari prevedono 220 milioni di euro destinati
all'asse turismo/beni culturali – ha esordito l'assessore – per la prima volta
le due entità vengono considerate in maniera unitaria, permettendo di destinare
gran parte degli interventi alla tutela e alla valorizzazione dei sette siti
Unesco. Ma la vera novità è che i fondi verranno gestiti dalla Regione, evitando
così la frammentazione avvenuta durante la scorsa programmazione: le risorse
quindi verranno distribuite ai 42 Comuni che rientrano nei siti che sono i
principali attrattori in termini di presenze turistiche e valore
storico-culturale. I settori d'intervento spaziano dall'ampliamento della
ricettività, alla messa in sicurezza dei beni archeologici passando per il
miglioramento della fruibilità degli stessi». Uno scenario che apre opportunità
legate alla costruzione di una vera e propria rete dei siti, che verranno
considerati come espressione di quel “museo diffuso” che è la Sicilia. «Abbiamo
bisogno degli strumenti legislativi adeguati che ci consentano di misurarci con
la qualità della progettazione – ha commentato la presidente della Fondazione
architetti Paola Pennisi – e nel caso dei beni paesaggistici e culturali
bisogna puntare a creare un sistema che interagisca con l'ambiente e i contesti
urbani».
«Quello che spesso penalizza noi professionisti – ha
affermato il presidente dell'Ordine dei commercialisti di Catania Sebastiano
Truglio – è l'incertezza amministrativa di cui, purtroppo, oggi abbiamo
esperienza. Occorre coinvolgere di più i professionisti, soprattutto nella fase
preliminare di redazione dei bandi, per renderli facilmente fruibili ed
eseguibili». La scorsa tornata di finanziamenti ci lascia in eredità molteplici
ritardi e tante storie di sotto-utilizzo dei fondi, soprattutto per quel che
riguarda i beni archeologi: «Valorizzazione e fruizione dei beni sono due
aspetti congiunti – ha commentato il presidente dell'Ordine degli ingegneri di
Catania Santi Maria Cascone - in molti casi abbiamo assistito a
interventi parziali, mirati solo a determinati aspetti delle Opere, così com'è
successo con i Parchi archeologici, e questo non ha portato apprezzabili
ricadute in termini economici. Si deve intervenire anche sulle infrastrutture e
sulla mobilità: dalle strade fino all'illuminazione pubblica».
Alla tavola rotonda erano presenti numerosi
professionisti provenienti da diversi ambiti professionali. «Si è avuto un
prezioso confronto – ha concluso Scannella - dal quale sono emerse tante
opportunità ma, anche una precisa responsabilità: quella di affrontare con
competenza e responsabilità consapevole le sfide che ci attendono. Ciascuno nel
proprio ruolo e quello degli architetti è quello di aver cura, con il loro fare,
di un Paese bellissimo».
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