IMPRENDITORIALITÀ CATANIA, «BASTA CON L'IMPROVVISAZIONE»
CATANIA - Il mondo delle nuove
imprese è diventato un catalizzatore per tutti coloro che decidono
d'intraprendere un business nel campo dell’innovazione sociale e hi-tech. Ma non
sempre chi si affaccia sul mercato globale possiede le competenze manageriali
per affrontare le sfide altamente competitive di un contesto in continua
evoluzione.
Questo il tema che ha guidato
l’incontro con gli studenti dal titolo “Imprenditori Straight up! Manifesto
contro l’ignoranza nel business: il Decalogo” che si è tenuto ieri - 30
maggio 2016 - al Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania.
L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Sicilian Venture Philantropy
(Svpf) nell’ambito delle iniziative del progetto ministeriale “Start
Impresa”.
Studenti, imprenditori e
accademici hanno fatto piena luce sulle criticità e sui punti di forza che
segnano spesso il destino degli imprenditori: «In un’epoca in cui tanti si
improvvisano sturtupper – ha dichiarato la prof. Elita Schillaci,
ordinario di Imprenditorialità e Business Planning e presidente di Svpf - è
necessario definire quali sono gli asset valoriali da seguire e soprattutto
quali sono le regole che determinano il successo di un’azienda: più dell’80 %
dei progetti imprenditoriali falliscono. Molto spesso analizzando le storie di
insuccesso ci imbattiamo in casi in cui “l’ignoranza manageriale” è l’artefice
principale dell'andamento di un'economia sempre più instabile. Non basta una
buona idea per fare business, bisogna anche possedere le giuste competenze per
poterla realizzare. Alla base di tutto – ha commentato - ci deve essere una
solida cultura d’impresa e abbiamo voluto che fossero proprio i nostri studenti
a esporre i punti del nostro decalogo: è importante far capire che non si può
fare management e business senza conoscere le regole proprie di queste
discipline. Come è emerso dai contributi degli studenti e dalle testimonianze
degli imprenditori, possiamo affermare che in primo luogo bisogna potenziare i
processi di apprendimento: basta con l’improvvisazione, in un contesto dove la
business intelligence ricopre un ruolo sempre più pregnante, la fase di learning
diventa cruciale».
Ma sono le risorse umane a fare
la differenza, sia in termini organizzativi che in ambito relazionale: «Bisogna
apprendere anche dagli errori, dai competitors e soprattutto dai clienti – ha
affermato la prof. Schillaci – si devono conoscere e superare i propri limiti,
ampliare la propria capacità di ascolto e scegliere accuratamente la squadra di
collaboratori che ci affiancherà nella nostra avventura imprenditoriale».
«La conoscenza degli strumenti
di pianificazione finanziaria diventa fondamentale per ancorare l’idea di
impresa al mondo reale», come sottolineato da Marco Romano (prof.
associato di imprenditorialità e Business Planning Università di Catania),
mentre sul fronte delle imprese che hanno impiegato processi di apprendimento
nella realizzazione del loro business sono arrivate le testimonianze di
Donato Didonna (amministratore unico Cappadonia s.r.l) e Irene
Spinello (direttore generale Algoritmi s.n.c), che ha illustrato le
potenzialità di sviluppo legate all’impiego di software per l’analisi dei dati.
Informazioni e procedure che
devono essere monitorate soprattutto durante la vita quotidiana delle aziende
come puntualizzato da Maurizio Stella (dottore commercialista,
consigliere dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di
Catania) e Melita Nicotra (assegnista di ricerca, Università di
Catania).
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