Chiara Taigi: "Che il cielo abbia pietà di Donna Anna"
TAORMINA
- «Donna Anna non cerca vendetta per la violenza subita, ma per l'omicidio del
padre, estrema nefandezza del Burlardor». Il soprano Chiara Taigi, la cui voce
cristallina dotata di coloratissime sfumature è apprezzata in tutto il mondo,
parla così del personaggio che interpreterà al Teatro Antico di Taormina. Il
Don Giovanni di Mozart è uno dei tre titoli, insieme alla Carmen
di Bizet e a Il Barbiere di Siviglia di Rossini, scelti dal celebre
regista e scenografo Enrico Castiglione per il cartellone estivo allestito dal
Festival Euro Mediterraneo, in collaborazione con la sezione Musica&Danza di
Taormina Arte di cui lo stesso Castiglione è direttore artistico. La “Trilogia
di Siviglia”, così definita per la comune ambientazione delle opere nella città
andalusa, sarà in programma nella Perla dello Ionio dall'1 al 14 agosto.
Dopo
il vivo successo ottenuto con Carmen (in scena ancora il 7, 10 e 13
agosto), la "Trilogia" prosegue il 4, 9 e 12 agosto con il capolavoro del
Salisburghese, scritto con il librettista Lorenzo Da Ponte nel 1787 sulla fonte
letteraria del celeberrimo dramma scritto da Tirso de Molina da cui furono
tratte svariate opere teatrali sia in musica che in prosa, delle quali quella
firmata Mozart-Da Ponte ha di certo contribuito ad accrescere la fama della
figura dell’irriducibile libertino, risoluto ad infrangere i cuori femminili di
tutta Europa. Nel ruolo del titolo il basso baritono Panajotis Iconomou, in
quello del Commendatore il basso José Antonio Garcia. Nelle vesti di Donna Anna
si alterneranno appunto Chiara Taigi (4, 12 agosto) ed il soprano Elena Borin (9
agosto). A indossare i panni di Donna Elvira i soprani Adriana Damato (4, 9
agosto) e Tian Hui (12 agosto). Il fidato servo Leporello sarà interpretato dal
basso Noé Colin, Don Ottavio dal tenore Filippo Pina Castiglioni, Masetto dal
basso Daniele Piscopo, Zerlina dal mezzosoprano Marina Ziatkova. L'Orchestra del
Festival Euro Mediterraneo verrà diretta da Stefano Romani, il Coro Lirico
Siciliano da Francesco Costa. Le recite inizieranno alle 21.30.
Chiara
Taigi ha iniziato giovanissima gli studi musicali alla Scuola Pontificia Romana,
sotto l'attenzione del compositore Mons. Valentino Miserachs, che le ha dato la
possibilità di esibirsi di fronted al Santo Padre Giovanni Paolo II. Nella prima
parte della sua lunga e fortunata carriera ha debuttato in ruoli altamente
virtuosistici, come ad esempio la Regina della Notte nel Flauto magico di
Mozart. Poi, nel 2007, dopo le esperienze scaligere con il maestro Muti, la
scelta di virare verso un repertorio più drammatico: Medea, Tosca, Manon
Lescaut, Leonora, Nedda, Liù, Norma sono soltanto alcune tra le eroine
interpretate dalla Taigi.
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Donna Anna è la figlia del Commendatore ma anche l'amante inconsapevole di Don
Giovanni. Secondo lei chi è davvero?
«È
una donna di fede nella quale mi riconosco molto e con la quale sono in qualche
modo cresciuta visto che si tratta di un ruolo che mi ha accompagnata nel corso
degli anni. L'omicidio del padre, per mano dell'uomo che è entrato nel suo letto
soltanto perché lei credeva che fosse il suo promesso sposo Don Ottavio, ne
sconvolge l'equilibrio facendo nascere nella sventurata un profondo sentimento
di vendetta nei confronti di Don Giovanni, che la allontana dai suoi ideali
cristiani. Credo che una delle scene più belle ed emotivamente pregnanti sia
quella in cui sviene sul cadavere del suo papà, perché quella perdita segna per
sempre la sua vita. Ma da vera fedele quale è, ad un certo punto esclama "forse
un giorno il cielo ancora sentirà pietà di me", esprimendo così la sua sincera
richiesta di misericordia divina».
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Lei e il maestro Castiglione avete lavorato insieme in diverse occasioni negli
ultimi anni, l'ultima delle quali proprio alcune settimane fa a
Siracusa.
«Esatto.
Il nostro è un rapporto professionale basato innanzitutto sulla reciproca stima,
che alimenta il piacere di continuare a collaborare. Quella che Enrico sta
realizzando quest'estate è davvero un'impresa titanica: prima la Norma al
Teatro Greco di Siracusa, e ora questa stupenda "Trilogia di Siviglia" qui a
Taormina: per me dovrebbe cambiare il suo nome in Ercole! È un professionista
come pochi altri, instancabilmente dedito al suo lavoro e creativamente
sorprendente. Lavorare con lui significa mettersi totalmente al servizio della
squadra, perché il vero obiettivo non è risaltare come solisti, ma creare un
prodotto che nella sua totalità venga apprezzato dal pubblico: dalla regia alle
scenografie, passando per i costumi, la parte musicale e quella vocale, non ci
sono prime donne nelle produzioni dirette da Enrico, e il merito di questo è
interamente suo».
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Quali sono le maggiori difficoltà nell'interpretare un ruolo come quello di
Donna Anna?
«È
un personaggio davvero affascinante, e musicalmente parlando cerco di attenermi
il più possibile alle indicazioni fornite dallo stesso Mozart. Come la maggior
parte delle partiture da lui scritte, ci sono moltissime agilità vocali. Quello
su cui mi permetto di giocare un po' è, riversandovi qualcosa di me stessa, il
versante interpretativo. Ci tengo anche a sottolineare che questo è un ruolo che
in realtà non avevo in programma di cantare, ma Enrico Castiglione, dopo
l'esperienza siracusana di Norma, mi ha chiesto di rimanere e prendere
parte a questa nuova produzione. Io ho visto in questa richiesta una chiamata
alle armi per proteggere quest'isola stupenda dalla deriva a cui sta andando
incontro. Noi artisti abbiamo il dovere morale di impegnarci affinché una terra
così bella non perda il suo valore. La Sicilia non si discute, si ama».
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Nel Don Giovanni la figura femminile viene abusata, imbrogliata,
abbandonata. Secondo lei, attraverso quale chiave di lettura possiamo leggere le
storie di Zerlina, Donna Anna e Donna Elvira?
«In
questi tre esempi, Mozart è riuscito a sintetizzare le fasi della vita umana
della donna: Zerlina rappresenta la gioventù, Donna Anna l'età adulta, mentre
Donna Elvira la maturità. Tutte vengono ingannate o sedotte da questo tombeur de
femmes a prescindere dal numero dei loro anni. Elvira, inoltre, porta con sé
anche il concetto di maternità violata, mi riferisco a quando dice a tutti che
vuole manifestare il suo “stato”, lasciando proprio intendere di aspettare un
bambino da Don Giovanni. E trovo in qualche modo poetico che sia proprio la più
anziana tra le tre a portare in grembo una nuova vita, come simbolo di rinascita
di quel ciclo di cui lei rappresenta uno degli stadi più avanzati».
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