Enrico Foti, candidato a Catania alla carica di Rettore per il sessennio 2025/203. Il programma in dieci punti frutto di una riflessione collettiva
Enrico Foti, candidato alla carica di Rettore per il
sessennio 2025/2031
«Propongo il “nostro” programma
nato da un’esperienza di “scrittura collaborativa”, frutto di una riflessione
collettiva, maturata nel tempo».
«Ho il piacere di presentare al vaglio della Comunità
universitaria intera il “nostro” programma. Una vera e propria esperienza di
“scrittura collaborativa”, frutto del contributo che tante/i donne e uomini
dell’Ateneo – colleghe/i della docenza e del personale tecnico-amministrativo,
nonché studentesse e studenti – hanno voluto generosamente condividere e che delinea
la mission e la vision del nostro Ateneo, nel suo immediato futuro. La nostra idea
comune è che il programma rettorale non possa esprimere il pensiero di pochi (e
men che meno di una sola persona), ma debba essere il frutto di una riflessione
collettiva, maturata nel tempo, con il contributo di tutti», parole
chiarificatrici del prof. Enrico Foti, candidato, all’Università di
Catania, alla carica di Rettore per il sessennio 2025/2031.
Figura di spicco nel panorama accademico internazionale,
eccellente conoscitore della gestione universitaria, Enrico Foti è uno
studioso, un professore di idraulica, un ingegnere dell’acqua. Ha sempre
condotto la propria attività di studio e di ricerca, impiegando le metodologie
e i risultati al servizio di problematiche concrete poste dalla realizzazione
di grandi opere pubbliche nonché delle necessità del territorio e della
collettività, sottopostegli nell’ambito dei molteplici incarichi di
consulenza ricevuti (sia da amministrazioni pubbliche, sia da privati) e
che hanno dato luogo anche a importanti occasioni di formazione per i propri
studenti, in un circolo virtuoso in cui ricerca, ricerca applicata,
formazione e servizio alla collettività, si alimentano continuamente e
reciprocamente.
La candidatura del prof. Enrico
Foti è focalizzata su dieci punti programmatici, la cui essenza è
correlata alla esigenza di recuperare
e/o potenziare la centralità
dello studente. Alleghiamo al
presente Comunicato Stampa il programma completo (Studiare e lavorare
in Sicilia. Un ateneo efficiente e innovativo per il futuro dei nostri giovani),
riportiamo di seguito, in sintesi, alcuni dei passi significativi per
ciascuno dei punti programmatici.
1. Studiare e lavorare in Sicilia. I rapporti per lo sviluppo del
territorio.
«Dobbiamo
trovare e darci insieme il coraggio di affrontare la situazione attuale, per
dare vita a un Ateneo più efficiente e attrattivo, che diventi
protagonista della città e del territorio, molto di più di quanto lo sia
stato fino a ora. Dobbiamo farlo per assicurare un futuro migliore ai nostri
giovani e alla nostra terra. Studiare e lavorare in Sicilia è il nostro
obiettivo primario, che deve orientare ogni nostra azione, ogni nostra
scelta, per rilanciare l’Ateneo, coniugando esperienza, innovazione e
trasparenza».
2. Dallo studente-numero allo studente-persona.
«Non più
un’Università fatta solo di lezioni ex
cathedra, libri da studiare ed esami da dare, ma una Comunità di crescita,
studio e ricerca, che si basa su uno scambio continuo di esperienze e di
stimoli, dove gli studenti partecipano ad associazioni di vario tipo,
svolgono attività sportive, espressive e culturali, costruendo reti di
relazioni forti – anche avvalendosi di un apposito sistema e-mail di Ateneo
– che permarranno per tutta la vita».
3. Non esiste didattica di qualità senza ricerca di qualità.
«Occorre puntare
allo sviluppo di poli di ricerca specializzati e competitivi a livello
internazionale, da trasformare in fiori all’occhiello dell’Ateneo, in grado
di raccordarsi con le più qualificate Istituzioni universitarie e di ricerca
straniere, anche al fine di creare lauree e dottorati autenticamente a doppio
titolo e con impatto internazionale. Va incrementato il numero delle unità
di personale impegnate nella gestione finanziaria e amministrativa dei
progetti finanziati e nella loro rendicontazione, e ciò sia a livello centrale,
sia a livello dipartimentale, per le quali va previsto e costruito un adeguato
percorso formativo specialistico».
4. Valorizzare e gratificare il personale tecnico-amministrativo.
«Una
componente indispensabile per il progetto della futura Università di Catania. È
necessario assicurare un maggiore coinvolgimento del personale nella vita e
nelle scelte di governo, stimolando la partecipazione e l’ascolto reciproco,
valorizzando i contributi che potrà dare, garantendo ambienti di lavoro
decorosi e strumenti (formazione e welfare) adeguati, creando percorsi di reale
riconoscimento dell’impegno profuso da ciascuna unità di personale».
5. Semplificazioni delle procedure amministrative, snellimento
burocratico e interventi di riorganizzazione. La sostenibilità economico-finanziaria.
«Lo scopo
di tale azione, da svolgersi presto e bene, è quello di garantire la
migliore funzionalità dei Dipartimenti, nell’interesse degli studenti e
dei docenti, consentendo al personale tecnico-amministrativo di ridurre i
“tempi di risposta”. Ciò riguarda, anzitutto, le attività provveditorali per
l’acquisto di beni e servizi, di rimborso delle missioni, di gestione dei
contratti, di supporto ai progetti di ricerca, tutte necessarie per il migliore
svolgimento delle attività didattiche e di ricerca».
6. Politiche di terza missione.
«Andranno
sviluppate meglio e ulteriormente tutte quelle iniziative già in essere presso
l’Ateneo: si pensi alle attività museali, al trasferimento tecnologico mediante
spin-off e start-up, ai brevetti, alla collaborazione col mondo della Scuola,
ai corsi organizzati in collaborazione con gli Ordini professionali. L’Università
di Catania può e deve valorizzare la propria identità, non solo in quanto
luogo di formazione e di ricerca, ma anche quale attore determinante nella
costruzione di processi culturali, preziosi in questo momento storico, in grado
di generare soluzioni creative e complesse ai problemi del nostro tempo».
7. La sanità universitaria.
«È
importante promuovere la dignità dei docenti universitari attraverso una
qualità didattico-scientifica elevata, orientando la scelta dei vertici su
criteri meritocratici. Ciò richiede obiettivi e percorsi di sviluppo che
tengano conto delle necessità del territorio, creando poli di eccellenza nella
medicina universitaria. I docenti devono continuare a svolgere le loro attività
di ricerca e didattica in inscindibile correlazione con l'attività
clinico-assistenziale, al fine di preparare al meglio i futuri medici a offrire
assistenza di alta qualità, in modo che la sanità universitaria catanese possa
sempre essere, oltre che dinamico polo di ricerca e innovazione, punto
di riferimento di eccellenza per la comunità anche sotto il profilo
clinico-assistenziale».
8. Il rilancio delle sedi decentrate.
«Occorre avviare
una rimeditazione delle scelte sin qui operate, col pieno coinvolgimento di
tutto il personale, docente e tecnico-amministrativo. Ciò, per il necessario e
convinto rilancio di due realtà importanti per l’Ateneo. Occorre farlo, privilegiando
la qualità anziché la quantità, nell’ambito di un progetto organico e
armonico di offerta formativa, per ciascuna delle due sedi decentrate,
specificamente pensato e strettamente collegato alla tradizione economica,
sociale, culturale dei due territori, favorendo per tale via un più
significativo supporto allo sviluppo del territorio che le ospita».
9. Orientamento e inclusione.
«Per gli
studenti e le studentesse che si avvicinano all’Università, l’orientamento non
è solo una presentazione dell’offerta formativa, ma un’opportunità per
riflettere sui propri interessi, i propri valori e le risorse personali e
contestuali. In tal senso, l’orientamento promuove una riflessione profonda
sul senso della scelta universitaria. Accanto agli incontri informativi
tradizionali, verranno proposte esperienze interattive che favoriscano
l’incontro con la Comunità universitaria in tutte le sue componenti, con
particolare attenzione ai temi dell’inclusione, della giustizia sociale e della
sostenibilità».
10. Una governance
partecipata e processi decisionali trasparenti.
«All’intera
Comunità universitaria va assicurata la possibilità concreta di partecipare
attivamente alla vita dell’Ateneo e all’assunzione delle decisioni,
contribuendo così a far riguadagnare al nostro Ateneo credibilità
all’interno del territorio in cui opera e, con essa, la fiducia dei nostri
giovani e delle loro famiglie. Occorre puntare sulla partecipazione, sul
senso di appartenenza, sul recupero di entusiasmo, sull’impegno di tutti e di
ciascuno, da incentivare anche attraverso un regolare e periodico svolgimento
di Assemblee di Ateneo».
*
·
La prima azione (immediata e risoluta) in caso di elezione.
«In
aderenza agli obbiettivi fondamentali che mi sono posto, la prima azione
risoluta sarà per gli studenti. Innanzitutto attraverso l’immediato avvio di una
revisione dell'offerta formativa per meglio rispondere alle esigenze di
formazione avanzata dei nostri studenti, in linea anche con le aspettative e le
richieste del territorio; quindi attraverso il rilancio del prestigio
dell'ateneo su scala regionale, nazionale e internazionale, per meglio
valorizzare i titoli di studio conseguiti dai nostri studenti e l'impegno
didattico-scientifico dei colleghi della docenza; il rilancio immediato di
trasparenza e partecipazione, con regolari assemblee di ateneo e con la
pubblicazione online di tutti gli atti emanati dagli organi collegiali, a
partire dai documenti relativi alle spese e al bilancio. In buona sostanza,
pronto e risoluto a ricostruire l’ateneo catanese “a vetri”, dai quali possa
trasparire una gestione virtuosa ed efficace, che restituisca fiducia agli
studenti, alla comunità universitaria tutta e alla stessa città di Catania», dichiara
il prof. Enrico Foti.
*
Ricordiamo, per concludere, che, il prof. Enrico Foti, dal
2009 al 2013 è stato eletto direttore del DICA - Dipartimento Ingegneria
Civile e Ambientale - e contestualmente alla carica di senatore accademico
nonché alla carica di rappresentante dei Direttori di Dipartimento nel Comitato
di Gestione di Ateneo. Successivamente,
dal 2014 al 2022, è stato eletto (per due mandati consecutivi) Direttore del
DICAR - Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura (nato dalla fusione
del precedente Dipartimento di ingegneria Civile e Ambientale con il
Dipartimento di Architettura e Urbanistica)". Innovazione, strategia,
gestione e operatività hanno distinto una brillante azione manageriale
(incessante e condivisa) che, distinguendosi per coinvolgimento,
valorizzazione, motivazione e responsabilizzazione, continua, tutt’oggi, a
rappresentare un esempio in termini di singolarità ed efficacia.
Tra i prestigiosi incarichi di consulenza, citiamo, tutt’ora
in corso, quello di collaudatore della Diga Foranea di Genova, il
più grande intervento di potenziamento della portualità italiana e la diga più
profonda d’Europa, un’opera unica al mondo per complessità, dimensioni,
ricadute positive sulla città di Genova quale hub logistico per il commercio in
Europa e sul sistema paese. Dall’espletamento degli incarichi di consulenza, il
prof. Foti, per un verso ha prestato la propria expertise scientifica a servizio
della collettività, per l’altro, dagli stessi, ha sempre tratto nuovi
spunti di indagine, sfociati in nuovi progetti di ricerca e pubblicazioni
scientifiche condivise con la stessa Unict.
Nel 2010, su incarico del governo di Dubai, la consulenza in
ordine alla qualità e al flusso delle acque del Business Bay Canal di Dubai;
nel 2016, l’essere stato consulente della società Systematica srl per la realizzazione del porto di Gaza
nell’ambito del progetto del piano di trasporti della Palestina “Road and
Transportation Master Plan of West Bank and Gaza Strip” (denotando
attenzione professionale verso lo
sviluppo globale); negli anni 2015-2017, l’incarico di consulente dei
commissari straordinari del MoSE di Venezia: la più grande opera
idraulico-marittima del mondo, seconda solo al canale di Panama. Da questa
esperienza, oltre all’interessante produzione scientifica, è nata una
collaborazione stabile con il MIT di Boston.
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