Al MacS tripudio di emozioni con Marc Vinciguerra e la sua “di Cielo e di Terra”
Catania – Lo scorso sabato,
al MacS (Museo di Arte Contemporanea
Sicilia), diretto da Giuseppina Napoli,
tripudio di emozioni per la mostra evento intitolata “di Cielo e di Terra” firmata dall’illustre scultore Marc Vinciguerra, attualmente tra i
protagonisti della 58th Biennale di Venezia. Marc Vinciguerra coniuga
passato e futuro, altresì con evidente abilità, coniuga arte figurativa e
concettuale. Ha allietato il pubblico con la lettura di
una sua poesia filosofica e ha ringraziato la direttrice del MacS per aver
accolto il suo dono The Triptych of The Religion of Atheism (Scultura
Triptycs 2015 -2017), al quale, anch’esso facente parte della collezione, si
aggiungerà in Settembre, The Ecstasy of
the Absence of Meaning (Scultura Portrait 2017).
“Attualmente - ha ricordato Vinciguerra -, sto esibendo una statua
monumentale a Venezia alla Biennale di architettura con altri artisti tra cui
Richard Meier Pritzker Price, architetto del Getty Museum. La mia installazione
a Venezia è stata qualificata come "straordinaria" da Fine Art
Connoisseur Magazine e di questo sono molto onorato. Sono felicissimo di trovarmi qui a Catania,
in questo luogo meraviglioso e accogliente proprio come la sua Direttrice che
ringrazio tantissimo per la grande sensibilità umana e artistica”.
Per
l’occasione è intervenuto anche il curatore della mostra, il prof. Adriano Pricoco (Accademia della Belle Arti di Catania),
del quale riportiamo il testo critico
complessivo:
DI CIELO E DI TERRA
Ogni
asserzione può contenere in se la sua stessa antitesi.
Uno dei dilemmi
insanabili dell'umanità può essere ascritto alla dicotomia tra dogma religioso
e la sua antitesi, l'ateismo. Persino nella sua apparente semplicità, questa
affermazione nasconde comunque una enorme insidia. Può esistere una
spiritualità laica, persino atea? L'arte, in quanto forma più alta
dell'espressione umana, elaborata fin dall'alba dei tempi - dunque già prima
della formulazione concettuale dell'esistenza di Dio -, ha cercato di dare una
risposta a questo quesito. Lo psicologo delle scienze cognitive Paul Bloom
asserisce che la religione sia un prodotto indiretto; osserva come essa derivi
da un dualismo istintivo e come lo stesso sia innato negli esseri umani. L'ovvia
contrapposizione sarebbe dunque il monoismo. Il dualismo ritiene esista una
distinzione
fondamentale
fra mente e materia, il monoismo afferma che la mente sia una manifestazione
dellamateria e che essa stessa non possa essere disgiunta dalla materia.
Il trittico
“The Religion of Atheism” che Marc Vinciguerra espone negli spazi del MaCS,
sovverte l'imperativo darwiniano ed al contempo rinnega ogni possibile dogma.
Per comprendere la metodologia operativa dell'artista francese bisogna
sottolineare che l'uomo è l'epicentro della sua ricerca. Non l'istanza
paradigmatica di un pool memico¹ all'interno del quale possano trovare terreno
fertile asserzioni di natura dualistica. È evidente che la figura umana si erga
a metafora di identità contrapposta all'alterità del dogma religioso. Del resto
la figura dell'artista ha già un ché di spirituale, l'atto della creazione
contiene in se una componente dogmatica. Ma soffermiamoci sulla
figura
metaforica: come afferma lo stesso artista, l'intento è trovare una
spiritualità post-Dio, una identità non deliberatamente laica, bensì
consapevole, intellettualmente conscia che possa portare ad una nuova
definizione di Sacro, sebbene non di natura teleologica.
Ovviamente
esiste una considerazione parallela che va al di là dell'ambito circoscritto
delle arti visive e che riguarda peculiarmente la natura delle immagini.
L'inflazione quantitativa e di conseguenza qualitativa (nel senso del
depauperamento dei significati), non può e non deve essere messa in secondo
piano. Cosa rende queste figure che compongono il trittico metafora del
contemporaneo? Anzitutto la tensione, sono figure sospese, come in preda a
spasmi, reclamano un desiderio di emancipazione morale, rivendicano la volontà
di ergersi quasi a conquistare il diritto di esistere in quanto uomo;
affermazione del potere dell'intelletto attraverso un percorso di maturazione
interiore, consapevole e cosciente. Larga parte della scienza del XXI° secolo è
caratterizzata dall'ambito delle neuroscienze che ci hanno permesso di
comprendere come il confine fra ciò che definiamo reale ed il mondo immaginario
e immaginato sia di gran lunga meno netto di quanto si possa credere,
configurando la possibilità di derivare la heideggeriana Vorhandenheit dalla
Zuhandenheit; basando questa derivazione sull'ipotesi di una progressiva
esternalizzazione, mediata e artificiale dei formati rappresentazionali
corporei che si sono originariamente evoluti per consentirci di comprendere il
mondo fisico reale, dunque che l'esternalizzazione astraente fornita dalla
rappresentazione del reale, in primo luogo quella permessa dal linguaggio, affondi
le sue radici nel trascendere il corpo rimanendone all'interno, secondo il
procedimento proprio della simulazione incarnata. Le sculture, a dimensione
reale inducono appunto ad una riflessione profonda sulla natura umana, sul
conflitto che contrappone la realtà percepita a quella sublimata nel
processo del
fare arte, condizione filosofica ed aulica della natura umana.
Adriano Pricoco
¹ Richard
Dawkins, il padre della teoria della memetica, rileva come certi geni e per
accostamento certe idee religiose forse sopravvivono per un merito assoluto
(sebbene l'uso del termine “merito” lo usi senza l'intento di fornire un qual
si voglia giudizio di valore); detti memi sopravvivebbero in qualsiasi pool
memico indipendentemente dagli altri memi che li circondano, talune idee
religiose sopravvivono come parte di un memeplesso in quanto compatibili con
altri memi già presenti nel pool memico.
La
mostra (aperta al pubblico fino al prossimo 15 Settembre 2019, sarà visitabile
da martedì a domenica, dalle 10.30 alle 17.30).
“Marc
Vinciguerra - ha ribadito Giuseppina Napoli (Direttrice MacS Catania) - esplora con rara
sensibilità attraverso la matericità delle sue opere la strada della
spiritualità umana, atea, laica, credente, ma sempre umana. Ed è all'Uomo e
alla sua ricerca tendente all'infinito o al finito cui l'artista dedica un
trittico di grande intensità espressiva ed emotiva, un momento di sosta tra la
ricerca e il credo. Con la sua opera, The Triptych of The Religion of Atheism, affronta un
tema senza tempo, oggi più che mai importante per indirizzare la riflessione verso
il significato concreto di una maggiore solidarietà e consapevolezza di tutti
verso tutti. È un presidio di libero pensiero, di pace, di armonia, di speranza
per l’intera umanità”.
3 foto (jpg di Ornella Ginewra)
Addetto stampa MacS Grazia Calanna
Sede:
MacS – Museo Arte Contemporanea Sicilia
Indirizzo: via
Crociferi – via S. Francesco n. 30, Catania
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