Un "Sistema" per pensare a un’Italia vicina ai teatri e all’arte
"I grandi ci sono, ma molto occupati a buttar
via confini e steccati". Suona così il verso della canzone “La Città dei Bambini” di Enrico Strobino, citata da
Enzo Bianco, presidente del Teatro Bellini e sindaco di Catania, nel suo
intervento al convegno “La musica per la legalità e l’inclusione sociale”,
svoltosi nella Sala Danzuso del Teatro Sangiorgi nell’ambito della “Festa delle
orchestre giovanili italiane”, che ieri sera ha visto cinquecento tra piccoli
musicisti e coristi sul palco del Massimo per un entusiasmante concerto.
“Vedere – ha detto Bianco - quattrocento bambini riuniti in un’orchestra
e cento coristi italiani di ogni etnia, è stata una delle più intense emozioni
della mia non breve attività di sindaco”.
Un’emozione resa possibile dal “Progetto Sistema” nato da un
finanziamento comunitario del PAG
“Sicurezza per lo sviluppo”
– PON “Progetto Sistema”, gestito dal Bellini e
diretto da Francesco De Zan. Un finanziamento, ha ricordato Bianco, recuperato
in extremis e che ha consentito di portare, ieri, decine di famiglie di Librino
a scoprire per la prima volta la magnificenza del Teatro Bellini, patrimonio
della città, orgogliosi che i loro figli suonassero in un ambiente tanto bello.
Grazie al progetto - come spiegato da Roberto Grossi, nella
doppia veste di sovrintendente del Teatro e presidente del cda del Comitato Sistema delle Orchestre e dei Cori
Giovanili e Infantili Onlus - nei quartieri disagiati di Catania centinaia
di bambine e bambini
stanno vivendo un’esperienza di
prevenzione del disagio e
di formazione della
personalità, imparando a
suonare in orchestra e a cantare in un coro attraverso
l’innovativa didattica del “Sistema” inventato quarant’anni fa dal maestro José
Antonio Abreu. E che propone
l’orchestra come palestra di vita, come prototipo della socialità.
“Il
Bellini – ha ricordato Grossi - è il primo teatro d’Italia a spendere bene le
risorse europee come capofila di due progetti Pon per la lotta all’illegalità e
a favore dell’inclusione sociale: il Sistema e, assieme al San Carlo di Napoli,
un percorso per le professioni che hanno a che vedere con lo
spettacolo”.
Non
a caso la senatrice Elena Ferrara - prima firmataria del ddl dedicato al maestro
Claudio Abbado, fondatore con Grossi del Comitato Sistema -, ha parlato della
necessità “di pensare a un’Italia vicina ai teatri e all’arte”, di “mettere
l’industria creativa al centro del nostro progetto di sviluppo culturale,
sociale ed economico”. La senatrice
Ferrara ha confermato l’impegno del governo per una normativa innovativa anche
nel campo della educazione musicale.
L’unica paura, insomma, è quella che il Progetto Sistema possa non essere
più finanziato. Perché, come ha sottolineato Raffaela Milano, responsabile dei
Programmi Italia-Europa di Save the Children – associazione che sta per sottoscrivere
un importante accordo con il Sistema delle orchestre
giovanili per contrastare, attraverso la musica, la povertà educativa in
Italia, ossia “l’incapacità di far fiorire talenti” – “non ci sarebbe nulla di
peggio che illudere tutti questi bambini e poi non proseguire sul percorso
tracciato”.
Particolarmente emozionante l’intervento di Julian Isaias Rodriguez Diaz,
ambasciatore in Italia della Repubblica bolivariana del Venezuela, che ha
parlato in termini poetici di quell’autentico miracolo chiamato El Sistema, che
nel suo Paese è stato seguito da oltre mezzo milione di bambini dando risultati
straordinari. L’Ambasciatore ha spiegato che il metodo Abreu serve per “curare
sofferenze emotive e spirituali”. E questo si sposa perfettamente con il
concetto che il presidente Bianco e il sovrintendente Grossi hanno della
funzione del Teatro Bellini, visto come servizio pubblico al pari della Sanità o
della Scuola.
Più
tecnici, ma ugualmente appassionati, i contributi di Antonella Coppi - docente
di Educazione alla vocalità e Fondamenti di Musica dell'Università di Bolzano -
, di Maria Rosa De Luca – docente di Storia della Musica dell’Università di
Catania e componente del cda del Bellini -, che ha parlato del “mandato
intellettuale dei musicologi nella costruzione della cittadinanza europea”, il
musicista Paolo Damiani, componente del Comitato nazionale del Miur per
l'apprendimento pratico musicale, che ha parlato sul tema “Musica insieme, il
cantiere del sentire e del fare” e Giulia Micheloni - consigliere della
fondazione Carispezia e coordinatrice del Tavolo Sociale della
provincia spezzina – che ha parlato dell’azione di questa “banca con un
cuore”.
E
dopo l’intervento di Mattia Veggo, uno dei direttori d’orchestra del concerto di
ieri, che ha cominciato la sua carriera per gioco, come i bambini impegnati
ieri, a trarre le conclusioni del convegno è stato Grossi, sottolineando la
necessità che l’esperienza di questo progetto cresca.
“C’è già l’idea – ha detto - il metodo Abreu come filosofia di vita,
servono coraggio, perché gli ostacoli sono tanti, e tenacia perché l’emozione di
un momento non è sufficiente, ma occorre soprattutto la condivisione tra
soggetti pubblici: Comuni, Teatri, Università, Privati come le banche per dare
risposte ai tanti bambini ancora esclusi. Dobbiamo avere la forza di diventare i
soggetti che creano queste opportunità, rispondendo alla domanda inespressa di
innumerevoli bambini”.
JOSE’ ANTONIO
ABREU
José Antonio
Abreu è nato 77 anni fa a Valera, una città venezuelana più o meno delle
dimensioni di Catania, ma ha origini italiane. Suo nonno materno, Antonio
Anselmi, era emigrato in Sud America negli ultimi anni dell’Ottocento da
Marciana, sull’isola d’Elba, portando con sé un autentico tesoro: i 46 strumenti
a fiato della banda che dirigeva nel suo Paese.
Abreu, docente
di economia e diritto, uomo politico impegnato nel sociale, ha sempre suonato. E
nel 1975 ha lanciato El Sistema, un innovativo e collaudato metodo di
insegnamento della musica ai giovani che ha dato straordinari risultati in
termini di efficacia prima di tutto sociale nel recupero di giovani esposti al
crimine, alla povertà e alla droga, ma anche artistica: gli allievi dei corsi
hanno intrapreso carriere internazionali di rilievo diventando importanti
musicisti e persino direttori d’orchestra.
Abreu è stato in
Italia diverse volte, sempre in contatto con il Comitato Sistema di Grossi,
programmando insieme iniziative come un concerto congiunto in onore di Papa
Francesco.
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