Azioni eclatanti e "scioperi", lo annunciano i collaboratori della provincia di Catania del quotidiano “La Sicilia”
«Non abbiamo avuto alcuna risposta sui mancati pagamenti
degli anni passati né garanzie sulle collaborazioni più recenti. Di fronte al
silenzio dei vertici amministrativi della “Domenico Sanfilippo Editore”,
vogliamo fare sentire la nostra voce di giornalisti che svolgono attività con
professionalità e dedizione. Per questo annunciamo fin da ora azioni eclatanti,
senza escludere "scioperi" con l'interruzione a scrivere articoli e a proporre
le nostre segnalazioni alla redazione».
Lo annunciano i collaboratori della provincia di Catania del
quotidiano “La Sicilia”. Una protesta senza precedenti nella storia ultra
settantennale del quotidiano catanese di viale Odorico da Pordenone della
famiglia Ciancio, ora gestito –come è noto– in amministrazione
straordinaria.
«Una scelta –spiegano i “corrispondenti” da ogni parte della
provincia– che finora abbiamo evitato perché fiduciosi in risposte precise a
istanze prima ben note alla proprietà e poi conosciute dai commissari
straordinari. Risposte, però, mai arrivate, al di là di vaghi e generici
impegni».
Viene ancora puntualizzato: «Noi corrispondenti, ogni giorno
impegnati a raccontare la cronaca della provincia, compresa quella su fatti di
mafia e criminalità organizzata, non riceviamo i compensi che ci sono dovuti da
troppo tempo. Ci sono colleghi che attendono arretrati anche da anni. La
liquidazione è avvenuta a singhiozzo, senza peraltro ricevere i cedolini di
avvenuto pagamento (dettaglio che crea parecchio confusione). Ci sono
corrispondenti che –nonostante la loro puntualità a consegnare mensilmente le
note di collaborazione– avanzerebbero anche svariate migliaia di euro. Eppure
nessuno ci ha dato alcuna garanzia né per le spettanze passate né per quelle
maturate dall’insediamento dei commissari straordinari. C’è chi segnala,
inoltre, che dai prospetti personali Inpgi non figurerebbero versamenti dei
contributi previdenziali relativi agli ultimi anni».
Una situazione ritenuta ormai insopportabile. Ne va della
credibilità aziendale e della qualità dell’informazione, che in mancanza
dell’apporto qualificato dei “corrispondenti” verrebbe, di fatto, inzuppata di
comunicati di palazzo o note copia-incolla, mortificando una sezione del
giornale (quella delle pagine provinciali) che è fonte di richiamo dei lettori.
Un rischio che i collaboratori si augurano di scongiurare. Già da tempo parecchi
corrispondenti hanno interrotto il rapporto di collaborazione o ridotto
drasticamente l’attività proprio per i mancati pagamenti. Chi ha continuato, lo
ha fatto per senso di responsabilità.
«Finora siamo stati comprensivi (il momento storico, la crisi
del settore, il calo degli introiti pubblicitari…) ma è chiaro –viene
sottolineato– che non possiamo continuare a lavorare gratis. Sì, di questo si
tratta. Non possiamo lavorare senza risolvere quei crediti che vantiamo,
generati da molte mensilità di compensi, peraltro già bassi rispetto all’impegno
e alla qualità professionali che garantiamo quotidianamente. Un lavoro
essenziale per l’uscita in edicola de “La Sicilia”, che tuttavia non sembra ci
venga riconosciuto. Se poi siamo ritenuti non “necessari”, ci venga detto
chiaramente e ognuno farà le proprie scelte. Ecco perché ci sentiamo costretti
ad annunciare azioni di protesta. Con l’auspicio che possa servire ad
intraprendere un dialogo serio e fattivo con l’amministrazione de “La
Sicilia”».
HANNO ADERITO:
Antonio Carreca, Giorgio Cicciarella, Giuseppe Ciraudo,
Angela Di Francisca, Chiara Di Grande, Carmelo Di Mauro, Lucio Di Mauro, Sonia Distefano, Laura
Fazzina, Vittorio Fiorenza, Lucio Gambera, Antonio Garozzo, Martino Geraci,
Francesco Grassia, Mario Grasso, Lorenzo Gugliara, Maria Gabriella Leonardi, Chiara Mazzaglia, Sandra Mazzaglia,
Mariano Messineo, Simone Murgo, Nello Pietropaolo, Gianfranco Polizzi, Mario Previtera,
Filippo Romeo, Simone Russo, Luigi Saitta, Angela Seminara, Salvo Sessa, Salvo Sidoti, Mary Sottile,
Salvo Spampinato.
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