Di Rosalba Perrotta, in tutte le librerie “Festa in giardino” edito da Algra.
In
tutte le librerie “Festa in giardino” edito da Algra. Il nuovo
romanzo di Rosalba Perrotta, ambientato in una Sicilia non stereotipata,
affronta la contemporaneità con una scrittura che sorprende.
Edito da Algra,
è in tutte le librerie “Festa
in giardino”, il nuovo brillante romanzo di Rosalba Perrotta,
stimata autrice di saggi sociologici e di romanzi.
Sinossi: Roxane conduce una vita tranquilla, come suo figlio ama la libertà ed entrambi non soffrono per la distanza, nonostante lui viva dall’altra parte del mondo. Sta per lasciare la sua casa col bel giardino ricco di fiori e, mentre prepara gli scatoloni, è assalita dai ricordi. Pensieri nascosti sbucano fuori dai magazzini della sua memoria e, successivamente, vengono agitati dall’inaspettata telefonata di uno zio ultranovantenne che le consegna una scatola, avvolta in carta di giornale e legata con lo spago, colma di testimonianze del suo passato. Roxane, allora, comincia a ripensare al mistero delle proprie radici, e si chiede chi sia la misteriosa Franziska, una donna della quale non aveva mai sentito parlare prima. Tra un guazzabuglio di emozioni si ritrova così ad affrontare un viaggio, interiore e non, mentre attorno a lei si muovono il vivace cagnolino Andy Pandy, Matilde con le sue extension svolazzanti, l’hikikomori Daniele e Michelangelo, immerso nell’avventura del suo nuovo blog. Troviamo, nel romanzo, una Sicilia inedita, fuori dagli stereotipi, in cui il fascino della tradizione si coniuga con suggestioni, miti e problemi della realtà contemporanea.
Breve intervista per
la stampa
Parliamo dei protagonisti del libro?
Incontriamo nel romanzo Roxane, che,
mettendo ordine in occasione di un trasloco, ripercorre gli eventi della sua
lunga vita: è una figlia adottiva e avverte l’esigenza di scoprire il mistero
della sua famiglia di origine.
Alla
storia di Roxane si intrecciano le vicende di Matilde, professoressa
quarantenne dalle extension svolazzanti, ammalata di perfezionismo, che insegue
il sogno di un figlio (prima che sia troppo tardi), e la storia di Daniele, un
ragazzo che si dice prossimo alla laurea ma non ha dato neanche un esame e vive
recluso in compagnia del computer. Sullo sfondo, Catania, nel suo passato e nel
suo presente. Con le chiese barocche, i tetti di tegole ruggine, le dolcerie
colorate, le parole del suo dialetto.
Quali
temi affronta il suo romanzo?
Guardare alla realtà con levitas per
ridimensionare i problemi: l’ironia e l’umorismo ci aiutano a vivere. La
perfezione è una condanna: fa soffrire e rende antipatici. Dare senso alla vita
e trarne gioia, a qualunque età: stare bene è meglio che stare male. La vita è
l’arte dell’incontro. Sono gli altri a dirci chi siamo. Gli altri possono
aiutarci, stimolare la nostra intelligenza, nutrire la nostra immaginazione.
Dobbiamo scegliere con cura i nostri “altri”. E poi… sottotemi che lettori e
lettrici scopriranno da soli. Pure tematiche di cui io, nel raccontare, non mi
sono nemmeno resa conto.
Come nasce il suo libro e come, man mano sono emersi personaggi e
dettagli?
“Ci sono oggetti inutili?” L’idea è nata proprio da questa domanda. Una
domanda che ponevo a me stessa (e che mi pongo tuttora) quando, per rendere
meno caotico il luogo in cui vivo, cerco di liberarmi delle cose che non
servono. Difficile per me trovarle: gli oggetti mi catturano nel vortice dei
ricordi, mi trasportano alla ricerca del tempo perduto. “Ci sono oggetti
inutili?” Da questa domanda è nata Roxane, la protagonista del mio romanzo che,
in occasione di un trasloco, fa i conti col proprio passato di bambina lasciata
in un convento. E accanto a Roxane si sono materializzati tutti gli altri
personaggi. Personaggi, luoghi e atmosfere sono emersi pian piano nella mia
mente: mi facevano compagnia mentre guidavo nel traffico cittadino, mi
distraevano quando all’aeroporto aspettavo il volo, o mentre ero in fila alla
posta, o stavo nel mio letto in attesa del sonno. Assumevano infine consistenza
quando, davanti al computer, accanto alla finestra da cui si vede l’albero di
jacaranda, tessevo la trama della storia intrecciando emozioni, parole e
frasi.
Perché scrivere Festa in giardino?
Per vivere altre vite, e per farle vivere anche
agli altri. Per stare bene io, e per far stare bene chi mi legge. Scrivere Festa
in giardino mi ha divertita e mi ha fatto riflettere, spero che accada lo
stesso a chi deciderà di leggerlo.
Alcuni passi dal libro
(Roxane)
“… Caos? Ma perché caos! Affastellamento affascinante. Riassunto, armonioso e
in ordine sparso di una vita.”
Si
guarda intorno: maschera con piume di pavone comprata a New Orleans, torri di
libri di fiabe, Christmas card dell’amica indiana, della coppia inglese gay,
del collega polacco. Spartiti di musica ingialliti dal tempo, il violino nella
custodia consumata, i quaderni delle elementari, riviste di quando insegnava
Sociologia all’università, fotografie in bianco e nero… (p. 8)
E
se nella scatola ci fosse qualcosa che riguarda la sua madre antica?
“Madre
antica”, vuole chiamarla così. “Vera madre” sarebbe ingiusto per la mamma che
l’ha cresciuta. “Madre biologica” le sembra gelido. Madre antica… sì
l’antiquariato è di pregio. Roxane scherza per dominare l’emozione. (p. 64)
(Matilde)
Si guarda con gli occhi degli alunni e si vede odiosa.
Dopo
tanto studio e tanto impegno… cosa ha fatto di male? Non sa insegnare?
Genitori,
maestre e professori l’hanno amata perché era perfetta: la colpa non può essere
sua.
E
allora di chi è? Dei ragazzi e dei cattivi maestri che hanno distrutto la
scuola. (p. 58)
(Daniele)
… lui non ha mai superato un esame.
Si
prepara.
Entra
in aula.
E
poi fugge.” (p. 74)
(Virgilio
e Matilde) Perché guastare una serata tanto piacevole? E poi, Virgilio
esercita un’influenza così positiva su di lei…
Cambia
qualcosa se trent’anni prima lui, forse, ha ucciso la moglie?” (p. 187)
(Roxane
e Madre Emerenziana) Come ci si veste per fare visita a una Madre Badessa?
Elegante ma non troppo, e niente frivolezze. Pantaloni? Meglio di no. Maniche
al gomito come in chiesa negli anni Cinquanta? Siamo in luglio, però le suore
si intabarrano con qualunque temperatura. Un abito estivo con le maniche lei lo
possiede, ma non è adatto; c’è un cuore sul sedere con sopra scritto “Slurp”.
(p. 142)
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