lunedì 6 febbraio 2023

COMUNICATO STAMPA Sciarada macabra di Giovanni Marchese Un romanzo di formazione ai confini della realtà, un viaggio affascinante verso un mondo misterioso. “Se pensate che la coscienza possa concludere il proprio viaggio con la morte, è possibile che non abbiate mai lavorato in un cimitero. Alcuni soggetti dotati di particolari capacità, in determinate circostanze, sono in grado di percepire segnali dall’aldilà ed entrare in contatto con gli spiriti dei morti”. È l’incipit del nuovo libro di Giovanni Marchese, “Sciarada macabra”, prefato da Danilo Arona, edito da Algra nella collana di letteratura horror e fantastica Demoni meridiani, diretta da Giuseppe Maresca e Luca Raimondi – acquistabile in tutte le librerie e online su https://www.algraeditore.it/narrativa/sciarada-macabra/. Il plot: Italia, prima metà degli anni Novanta. Gioele sembrerebbe un ragazzo come tanti altri, ma in realtà nasconde un macabro segreto. Alla nascita ha ricevuto un dono, un potere medianico, che però decide di tenere nascosto a tutti, poiché teme di non essere accettato. Un giorno, tuttavia, qualcosa cambierà e Gioele dovrà scegliere tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Spiritismo, percezioni extra-sensoriali, ex criminali nazisti, esperienze di pre-morte, mesmerismo e apparizioni spettrali fanno da sfondo a un romanzo di formazione ai confini della realtà. * Per un ulteriore approfondimento, riportiamo di seguito l’intervista inedita allo scrittore Giovanni Marchese. Quando è nata l'idea di questo libro? C’è un aneddoto, qualcosa di non detto, che possiamo raccontare ai nostri lettori? “La prima stesura di Sciarada macabra risale al 2017-18, l’idea di raccontare una storia di fantasmi però mi stuzzicava da sempre. Successivamente, fui coinvolto da Giuseppe Maresca e Luca Raimondi, curatori dell’antologia L’isola delle tenebre, edita da Algra, il cui successo portò l’editore a varare la collana Demoni meridiani, dedicata al fantastico e all’orrore, a cura di Maresca e Raimondi. Fu in quel frangente che proposi loro Sciarada macabra, considerato che iniziavano a selezionare dattiloscritti inediti per la nuova collana. Il testo fu accettato e nel frattempo fui coinvolto anche nella successiva antologia Gotico siciliano”. Dove (anche metaforicamente) è nato e in che modo è cresciuto il suo ‘testo’? E, ancora, come nasce la preferenza per questo genere? “La prima stesura di Sciarada macabra è stata scritta nell’arco di tre mesi, in una soffitta, dove avevo sistemato temporaneamente lo scrittoio in vista di un trasloco. Scrivendo più che altro a notte fonda e alle prime luci dell’alba. In silenzio e solitudine. Il dattiloscritto è stato ripreso e sviluppato in seguito in fase di editing, dopo essere stato selezionato dai curatori, chiaramente. Frequento da lettore il genere fantastico e dell’orrore da una vita, ho sempre avuto una predilezione particolare per le storie situate ai confini della realtà. Il mistero è presente nelle storie che scrivo ogni volta, ne sono attratto, e in questo romanzo infine ho avuto l’occasione di trattare pure lo spiritismo, il mesmerismo e la medianicità in chiave narrativa”. Perché questo libro? Perché questo titolo? Lo sveliamo per i lettori? “Principalmente perché questo tipo di storie mi ha sempre appassionato, sin da ragazzo leggevo storie di fantasmi, dai classici racconti di Montague R. James al popolarissimo Stephen King passando per il Dylan Dog di Tiziano Sclavi. E andando avanti negli anni ho avuto modo di approfondire il genere fantastico, attraverso le opere di Henry James, Shirley Jackson oppure Dino Buzzati, tra i tanti. Senza trascurare i grandi classici del genere al cinema. L’auspicio è che il testo possa appassionare il lettore come ha fatto con me mentre scrivevo, che riesca a trascinarlo in un viaggio affascinante verso un mondo misterioso. Il titolo Sciarada macabra invece ha un legame preciso con il romanzo, che il lettore scoprirà leggendolo. Entrambi i termini hanno origine dal francese, e giustapposti indicano che nel romanzo c’è in atto anche un gioco di parole, un enigma, un rompicapo che ha a che fare con la morte, il mondo dei morti, a cui prestare attenzione”. * Giovanni Marchese è autore del romanzo L’uomo di Schrödinger (VerbaVolant, 2014). Suoi racconti sono apparsi sulle riviste Nuova Prosa, Alibi, DoppioZero, Verde, L’Inquieto, MareNero, Cariddi, Basito, nell’antologia de La Semana Negra di Gijon ’09 e in raccolte quali Storytellers, Teorie e tecniche di indipendenza, I racconti della metro e, per i nostri tipi, L’isola delle tenebre e Gotico siciliano. Autore della monografia Leggere Hugo Pratt (Tunué, 2006) e di brevi saggi sul fumetto usciti su testate specializzate, ha anche scritto soggetto e sceneggiatura dei romanzi a fumetti Ti sto cercando (2008), Nessun ricordo (2009) e Invito al massacro (2012), tutti pubblicati da Tunué, del graphic novel Surrealismo (2021), edito da Centauria, e di alcuni fumetti brevi presenti su diverse pubblicazioni. Si allegano: Il CS (Comunicato Stampa) in file word; il PDF del libro; la copertina del libro; la foto dell’autore (Giovanni Marchese).

 

Morte di un commesso viaggiatore

Mercoledì 8 febbraio, debutta al Piccolo Teatro della Città di Catania il capolavoro
di Arthur Miller nella nuova produzione del Teatro della Città, diretta da Nicola Alberto Orofino e interpretata da Miko Magistro

Il conflitto familiare, la critica al sogno americano e la responsabilità morale dell'individuo sono i temi al centro dell’opera Morte di un commesso viaggiatore, il testo più conosciuto dell'opera drammaturgica di Arthur Miller nonché uno dei più importanti del teatro contemporaneo statunitense. Ed è proprio questo titolo – nella traduzione italiana di Masolino D’Amico  - al centro della nuovissima produzione del Teatro della Città diretta dal regista Nicola Alberto Orofino e interpretata da Miko Magistro nei panni, appunto, del commesso viaggiatore Willy Loman.
Lo spettacolo – che fa parte del cartellone del Teatro Brancati - debutta mercoledì 8 febbraio, alle ore 17,30 al Piccolo Teatro della Città e sarà in scena fino a domenica 12 febbraio. In scena, accanto al protagonista Miko Magistro, Debora Bernardi, Luca Fiorino, Giovanni Arezzo, Francesco Bernava, Santo Santonocito, GianMarco Arcadipane, Daniele Bruno, Alice Sgroi, Lucia Portale.
«Morte di un commesso viaggiatore – dice il regista Nicola Alberto Orofino - è una storia di fallimenti in un mondo che si ostina a non contemplare le difficoltà. Il contesto che si rivela è quello in cui l'unica cosa che conta veramente è la creazione del profitto. Il mondo è quello in cui ancora oggi siamo immersi. Da questo punto di vista nulla è cambiato dal 1949, anno di pubblicazione del capolavoro di Arthur Miller, ad oggi. Anzi. Tutto è peggiorato. Sprofondato. Morte di un commesso viaggiatore racconta benissimo ancora oggi gli scarti umani, familiari e sentimentali che produce il glorioso capitalismo. L'analisi che viene fuori, spietata, macabra e senza nessuna speranza apparente, non poteva che essere concepita nel luogo in cui quel sistema economico e sociale dà il meglio di sé. L'America di ieri e di oggi, quella del sogno americano, ma anche quella  dell’ideologia trumpista. Make America Great Again! Liberalismo estremo, competitività, fanatismo, materialismo, consumismo. Tutto si mischia nel mito americano».
Se l'unico obiettivo della corsa è, però, arrivare primi, quali possibilità  rimangono per gli ultimi?
«La risposta di Miller – continua il regista - chiude le porte alla luce e alla vita. La morte (anch'essa da capitalizzare con il riscatto dell'assicurazione) è l'unica possibilità che rimane a chi non arriva primo. È l'unica possibilità del commesso viaggiatore. Allo spettatore rimane il racconto di una parabola (morale) tutta giocata nel microcosmo familiare, cellula perfetta per narrare i meccanismi di quella cultura, agli uomini di oggi e di domani (si spera), la ricerca di soluzioni sociali, economiche, umane, filosofiche, per non morire da commessi viaggiatori».

Morte di un commesso viaggiatore
Piccolo Teatro della Città (via Ciccaglione, 29)

Mercoledì 8 febbraio ore 17.30
Giovedì 9 febbraio ore 21
Venerdì 10 febbraio ore 21
Sabato 11 febbraio ore 17.30 e 21
Domenica 12 febbraio ore 17.30
spettacolo in abbonamento
biglietto 20 euro

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