giovedì 28 novembre 2019

Imperdibile "Le tre corde" di Antonella Sturiale al teatro del Canovaccio di Catania




L'idea di questo lavoro nasce dalla mia passione per il personaggio di Ciampa de "Il berretto a sonagli" di Luigi Pirandello" che in passato ho avuto l'onore ed il grande piacere di interpretare lasciandomi un segno nell'anima talmente profondo che, a distanza di anni, mi è venuta l'idea di raccontarlo, insieme a tutti gli altri personaggi pirandelliani, dopo un decennio circa. Ho pensato così di affidare alla poetica penna di Antonella Sturiale, le sorti di Ciampa e degli altri, dieci anni dopo le vicende narrate da Pirandello. Quando ho letto il copione di Antonella mi sono molto meravigliato: aveva colto l'essenza vera e profonda della mia idea. Ho voluto, inoltre, impreziosire il lavoro con le meravigliose musiche originali di Alessandro Cavalieri.
Ho desiderato che gli attori da me diretti conservassero la semplicità e la naturalezza mostrando il lato umano dei personaggi con le loro fragilità, le loro debolezze, le loro personali caratteristiche. Le tre corde simboleggiano quelle corde d'orologio di cui parlava Pirandello nella sua commedia: civile, seria e pazza. In questo caso le corde sono corde vere che legano, liberano, muovono, controllano i comportamenti dell'essere umano nella società in cui egli vive. Le corde sono mosse da un "pupo" che rappresenta l'anima più profonda dei protagonisti, un pupo che è l'alter ego del Buffone. Poesia, suggestioni, musica e pantomime si intrecciano per creare un equilibrio scenico che rappresenta la vita, il divenire, l'evoluzione o l'involuzione di ogni individuo.
(Saro Pizzuto)

Note dell’autore de “Le tre corde”
Parto così, ringraziando l’attore e regista Saro Pizzuto per avermi offerto questa “succulenta” opportunità artistica: scrivere un testo sui personaggi de “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello dieci anni dopo i rocamboleschi avvenimenti narrati dal grande drammaturgo. L’ho trovata un’idea davvero molto originale che ha stuzzicato in me, fin da subito, una particolare ispirazione.
Parto da una parola, “speranza”, una di quelle parole piene di tanta fede e fiducia nella buona riuscita: speranza, in ebraico, deriva dal sostantivo "tiqwah" che vuol dire anche corda. La corda è quel legame invisibile che lega una persona a qualcosa o a qualcuno ma, anziché negare la libertà, ne valorizza l’importanza attraverso la coscienza dei singoli.
L’atto unico “Le tre corde” (corde che, in questo caso non sono quelle dell’orologio ma tre corde vere), con le bellissime musiche di Alessandro Cavalieri, parla dell'evoluzione o dell'involuzione dei singoli personaggi nati dalla geniale penna di Pirandello; questi si interfacciano con la propria coscienza che in scena viene rappresentata come coscienza unica, universale, custode del segreto del saper vivere un'esistenza saggia e serena, una coscienza che è protagonista indiscussa del palcoscenico della vita e che induce ad una profonda riflessione sulla propria incapacità di giudizio libero da condizionamenti pregiudizievoli.
Principalmente ho voluto dare voce ai due veri protagonisti della vicenda pirandelliana che però rimangono silenti, appartati in un angolo come se i fatti non appartenessero loro: il galantuomo, poetico e romantico Cavaliere Fiorica e la dolce e sognatrice Nina si confessano, cuore in mano, rivelando il mistero della loro relazione in un crescendo di emozioni, turbamento e commozione.
La verità sta nella "parola", nel coraggio di affrontare “vis – à - vis” chi ci ha deluso e ferito: in quel momento scopriamo che la chiave che apre ogni porta è il dialogo onesto, il confronto, la consapevolezza di essere specchio uno dell'altro.
(Antonella Sturiale)

Teatro del Canovaccio di Catania - Via Gulli, 12
28-29-30 novembre\ 6-7 dicembre c.a. ore 21,00
1 e 8 dicembre alle ore 18,00
Per info e prenotazioni: 3914888921 - 330847394

Personaggi ed interpreti (in ordine alfabetico):
Fana e Assunta (Fiorenza Barbagallo)
Nina (Maria Grazia Cavallaro)
La Saracena e Beatrice (Iolanda Fichera)
Il Cavaliere Fiorica (Domenico Fiore)
Fifì (Luciano Leotta)
Spanò (Pippo Marchese)
Il Buffone e Ciampa (Saro Pizzuto)
Pantomime (Agata Raineri)

Costumi di Chiara Viscuso
Scenografia di Gabriele Pizzuto
Sisegno Luci di Simone Raimondo e Gabriele Pizzuto
Produzione: Teatro del Canovaccio

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