Successo a Noto, 'Nei Luoghi della bellezza' di Luisa Mazza, per la prima presentazione in Sicilia dell'antologia "Poeti in classe" con Roberto Galaverni e Grazia Calanna
Lo scorso venerdì 20 aprile 2018, nella
sala “Gagliardi” di Noto, nell’ambito del progetto culturale
“Nei Luoghi della Bellezza” ideato e coordinato da Luisa Mazza, successo per la
prima presentazione siciliana dell’antologia “Poeti in classe 25 poesia per
l’infanzia e non solo” a cura
di Evelina De Signoribus e Elena Frontaloni.
Per
l’occasione è intervenuto il critico letterario de Il Corriere della Sera, Roberto
Galaverni, che ha presentato il libro insieme alla poetessa e giornalista Grazia
Calanna (unica
siciliana presente nell’antologia edita da ‘italic pequod’). L'incontro
ha sviluppato vari momenti come il dialogo/intervista con gli studenti
siciliani (nella foto di P. R. Platania con la Calanna e Galaverni), la lettura
e il commento delle poesie, la selezione di alcuni versi delle poesie in
antologia per elaborare “interazioni poetiche” adattate e dedicate alla fascia
d'età. Poeti in
classe contiene testi (una
presentazione e una poesia per ciascun autore) di Silvia Vecchini, Italo Testa,
Luigia Sorrentino, Luigi Socci, Lucilio Santoni, Giovanni Previdi, Natalia
Paci, Valerio Nardoni, Renata Morresi, Francesca Matteoni, Matteo Marchesini,
Franca Mancinelli, Andrea Inglese, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Massimo Gezzi, Paolo
Gentiluomo, Francesca Genti, Federico Federici, Azzurra D’agostino, Grazia Calanna, Maria Grazia Calandrone,
Domenico Brancale, Vito M. Bonito, Vanni e Loren Bianconi, Martino Baldi.
Contiene, inoltre, una testimonianza inedita su Giorgio Caproni, maestro
elementare, della figlia Silvana e una “cronaca” dell’incontro tra Giovanni
Giudici e i bambini di una classe quinta di Sarzana.
Cosa significa oggi scrivere e scegliere
la poesia?
Grazia Calanna: “Chi scrive versi non
dimentica, come elabora Jorge Luis Borges in “Obra poética”, che ogni poesia è misteriosa;
nessuno sa interamente cosa gli è stato concesso di scrivere. Altrettanto
non dovrebbe dimenticare, quando (se) si occupa di recensirli (come nel mio
caso), l’incombente rischio di travisare, stravolgere, deragliare; non dovrebbe
dimenticare l’umiltà; non dovrebbe dimenticare il rispetto per coloro che (al
di là del “talento”, più o meno riconoscibile o inculcabile) si esprimono con
la verità – l’odore ne imprime distintamente le pagine (anche quelle virtuali)
– affidando alla precarietà del verbo il proprio frangibile sentire. Chi è il
poeta? È un prescelto celeste al servizio della poesia destinato a cogliere
(con singolari sensibilità e perspicacia) un dettato prodigioso nella misura
della sua stessa imperscrutabilità. In pochissimi, poi, avranno il coraggio di
avvicinarsi con scrupolo, con coscienza, nel tentativo di cercare o cercarsi
tra le righe. Penso alla poesia “Due righe” di Bartolo Cattafi (Tra cosa e
cosa / due righe buttate là sulla pagina / ma chi si prende la
briga / di passarci su il dito / di farsi morsicare da due aspidi
/ nell’estate pietrosa?).
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