“PRUVULAZZU”: DOMANI, SABATO 23 APRILE ALLE 17 ALLA SALA MAGMA DI CATANIA LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI RENATO PENNISI – ALLE 21 REPLICA DE “IL FRUSCÌO DEL TEMPO”
Un
poeta che «sente bene la rugosità del reale; che ne sa registrare le
contraddizioni e le storture; che ne sa ascoltare le dissonanze; che sa
riferirne senza convertire l'evidenza in grottesco, ma se mai in amarezza, e
qualche volta in (mai retorica) indignazione». Con queste parole Giovanni Tesio
introduce “Pruvulazzu”,
un intinerario di Renato
Pennisi,
raffinato autore e poeta, che in questa sua nuova fatica propone una lingua
siciliana sempre più apprezzata ed accettata dal pubblico. Il “pruvulazzu” del
titolo è «la polvere che talvolta nella vita come nelle città (non solo Catania)
finisce per prevalere, tanto da ispirare un moto di protesta civile e
provocazione di chi fa la sua parte con sacrifici (“jastimi”)»:
Sciancata Italia, ntra sti
strati / chini di scaffi e pruvulazzu / cchi fini ficiru deci anni / di jastimi?
Stu silenziu / vulissi diri che semu tutti morti? E
sarà presentata alle 17 di domani, sabato 23
aprile, alla Sala Magma in via Adua 3 a
Catania
questa nuova e preziosa opera di Renato Pennisi, che sarà presente all'evento
curato da Corrado
Peligra e
da Roberto
Cicala,
Direttore Editoriale delle Edizioni Interlinea, per i cui tipi esce il volume
dell'apprezzato poeta catanese, tra le cui opere si annovera anche l'intenso
“Oratorio di Resurrezione”. Testo, quest'ultimo, che aveva segnato il ritorno in
“cabina di regia” per Salvo
Nicotra,
Direttore Artistico della Sala Magma di
Catania,
nella scorsa stagione teatrale della storica location etnea. E dopo le
applaudite prime rappresentazioni della scorsa settimana, riecco la nuova fatica
in regia di Salvo Nicotra, con un lavoro simbiotico, in cui ha condivso
l'esperienza con il noto e molto amato autore, attore e regista
Antonio
Caruso, a
cui è legato da profonda e lunga amicizia. Domani, sabato 23 aprile, alle
21,
riecco in via Adua 3 a
Catania
“Il fruscìo del
tempo”,
atto unico interpretato dal poliedrico Antonio
Starrantino,
con replica domenica 24 alle 18.30.
L’atto unico di Antonio Caruso, “Essere o
non essere umano”, qui integrato con citazioni da Seneca e Pirandello, giunge a
una sua ulteriore tappa, dopo essere stato proposto in passato per la regia
dello stesso autore e l’interpretazione sempre di Antonio Starrantino; torna in
scena con il titolo “Il fruscio del tempo”, secondo la metodologia del
“laboratorio permanente” tanto cara a Salvo Nicotra e con la quale sia l’autore
che l’attore si sono già cimentati in passato con il Centro Magma di Catania; si
ricordi, a tal proposito, l’“Oratorio di Resurrezione” dello scorso anno. In
attesa di sostenere un “improbabile” provino (e solo in questa fase) un attore,
muovendosi come in una sorta di labirinto “fuori scena”, si confronta con il
monologo più noto dell’intera letteratura teatrale; in ballo c’è l’attribuzione
del ruolo più ambito, quello del principe Amleto.
Le parole del Bardo diventano pretesto per
una lunga teoria di ipotesi interpretative, non solo in chiave tecnico-attoriale
ma anche in quella più ampiamente semantica. Il protrarsi dell’attesa porta sino
a conseguenze inaspettate il percorso di sottile introspezione e l’analisi –
partendo dai “come” e “perché” connessi al lavoro attoriale – si concentra
principalmente sul tempo, sul suo valore e sull’uso o abuso che se ne
fa.
Il tempo coincide con l’esistenza,
ovviamente; e il nesso tra l’essere (e il non essere) e lo scorrere lieve – solo
apparentemente silenzioso – del tempo appare evidente nell’accostamento, che
diventa irrimediabilmente confronto, tra il minimalismo delle azioni quotidiane
– ripetitive, spinte sino al paradosso e all’assurdo, persino al ridicolo e al
grottesco – e il senso profondo dell’umana esistenza, con la consapevolezza che,
in un’ideale ciclicità, è assai labile il confine tra ridicolo e
tragico.
Per un incredibile gioco della sorte
l’operazione teatrale – progettata in autunno – prende vita nel particolare
momento in cui una congiunzione di eventi ne rafforza e vivifica alcuni
fondamentali significati. Quanto occorso in queste settimane all’autore del
testo, infatti, ha indotto il Centro Magma – in tutte le sue componenti – a
vedere come rischiarato da una luce aggiuntiva l’intero enunciato e ciò che a
tutti è sembrato un prodigio è stato ancor più esaltato dalla diretta
partecipazione alla messa in scena (predisposizione di alcune registrazioni
originali e di alcuni estratti da suoi precedenti lavori), con propria voce,
dello stesso Antonio Caruso cui è stato “naturale” dedicare ogni porzione del
tempo – guarda caso, il tempo – impegnato in questa ennesima avventura del
Centro Magma che comincia così i festeggiamenti per i propri trentacinque anni
di ininterrotta attività.
CENTRO CULTURALE E TEATRALE MAGMA
presenta
IL FRUSCÌO DEL
TEMPO
Da Seneca a Pirandello passando per il Grande
Bardo
OVVERO
ESSERE O NON ESSERE UMANO
ESSERE O NON ESSERE UMANO
Atto unico di
Antonio Caruso
Con
Antonio
Starrantino
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