Valeria Contadino debutta alla 59^ed del Festival dei 2 Mondi di Spoleto
Dopo i successi di questi mesi del 2016 divise tra
gli spettacoli "La Cagnotte” regia Water Pagliaro e la tournée de "Il bugiardo"
regia Alfredo Ariàs, nonché il recente reading “Il Castello racconta”,
l’attrice catanese Valeria Contadino sarà protagonista de "Il
Casellante" di Andrea Camilleri, durante la 59^ edizione del Festival dei
2 Mondi, la manifestazione internazionale di musica, arte, cultura e
spettacolo che si svolge a Spoleto richiamando numeroso
pubblico.
Insieme a Valeria Contadino, sul palco ci
saranno Moni Ovadia, Mario Incudine, Sergio Seminara, Gianpaolo Romania ed i
musicisti Antonio Vasta ed Antonio Putzo.
"Il Casellante" debutterà sabato 25
giugno h. 16:00 e andrà in scena anche l'indomani, domenica 26 alle h. 18:30,
ambedue le date andranno in scena al al Teatro San Nicolò di
Spoleto.
Sarà il personaggio di Minica, interpretato
dalla Contadino, a rappresentare, accogliere e raccontare il peso di una
violenza della maternità negata e della femminilità offesa, oggi tema
tristemente mediatico, più di quanto già espresso dall’autore siciliano nel del
ciclo delle metamorfosi con Maruzza, Beba e Anita.
Valeria Contadino, moglie e mamma di cinque figli
nella vita reale, si presta a diventare una Donna comune e quasi anonima, tanto
che con la sua «facci da mogliere» non può essere considerata né bella e né
brutta. Solo la sua metamorfosi, rendendola protagonista di un miracolo,
l’innalzerà al grado di una possibile mitologica sublimazione del dolore. Il
personaggio di Minica rappresenta più di altre il senso naturale del femminile.
Camilleri ci potrebbe portare anche qui nella favola della metamorfosi, facendo
cambiare la donna in donna-albero. Invece, attraverso un altro fatto doloroso
come la guerra, ci rifà scoprire la vita. Il vagito di un bimbo, quasi fosse il
miagolio di un gatto, emerge dalle macerie. Si offre come frutto alla
trasformazione irrisolta di Minica e trionfa in tutta la sua semplicità a
testimoniare la vittoria della vita sulla morte e sul dolore.
Lo spettacolo “Il casellante” di Andrea Camilleri
verrà proposto nella forma del melologo, fondendo recitazione e musica. Qui
l’attrice Valeria Contadino dipana il racconto dando corpo ad una triplice
dimensione narrativa.
Ph. Antonio Parrinello
Il Casellante è, fra i racconti di Camilleri, uno
dei più struggentemente divertenti del ciclo cosiddetto mitologico. Secondo a
Maruzza Musumeci e prima de Il Sonaglio, questo racconto ambientato nella
Sicilia di Camilleri, terra di contraddizioni e paradossi, narra la vicenda di
una metamorfosi. Ma questa Sicilia è la Vigàta di Camilleri che diventa ogni
volta metafora di un modo di essere e ragionare le cose di Sicilia. Dopo il
successo ottenuto dalle trasposizioni per il teatro de Il birraio di Preston, La
concessione del telefono, che insieme a La Cattura, Troppu trafficu ppi nenti,
La Signora Leuca, Cannibardo e la Sicilia costituiscono la drammaturgia degli
ultimi anni, l’autore del romanzo e il regista dell’opera tornano nuovamente
insieme per riproporre al pubblico teatrale nazionale una nuova avventura dai
racconti camilleriani. Una vicenda affogata nel mondo mitologico di Camilleri,
che vive di personaggi reali, trasfigurati nella sua grande fantasia di
narratore. Una vicenda emblematica che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e
moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale ad un tempo. Il
Casellante è il racconto delle trasformazioni del dolore della maternità negata
e della guerra, ma è anche il racconto in musica divertito e irridente del
periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. Il carattere affascinante di
questo progetto, posto essenzialmente sulla novità del testo e della sua
possibile realizzazione, si sposa tutt’uno con la possibilità di ricercare
strade sempre nuove e diverse per la drammaturgia contemporanea. La parola, ed
il giuoco che con essa e di essa è possibile intraprendere, fa di questo testo
un oggetto naturale da essere iniziato e elaborato all’interno di un’alchimia
teatrale vitale e creativa. Altro aspetto è quello della lingua di Camilleri.
Una lingua personale, originalissima, che calca e ricalca, in una divertita e
teatralissima sinfonia di parlate una meravigliosa sicilitudine
linguistica.
Commenti
Posta un commento