IL Macs presenta: Prima Luce personale di Stefania Orrù
Prima Luce personale di
Stefania Orrù
Vernissage sabato 11 luglio,
al Castello di Schisò
Il MacS (Museo Arte Contemporanea
Sicilia) presenta Prima Luce, personale di Stefania
Orrù a cura di Stefano Gagliardi e Alessandra Redaelli. Il vernissage si
terrà sabato 11 luglio, alle ore 20.00, al Castello di Schisò (Giardini
Naxos), nuova e suggestiva sede espositiva del MacS, per concludersi domenica
2 agosto. Per l’occasione l’artista Stefania Orrù proporrà una serie di opere
inedite.
Giuseppina
Napoli, (Direttrice Macs) - Con Prima
Luce, mostra personale di Stefania Orrù, il MacS apre le porte del
prestigioso sito del Castello di Schisò a Giardini Naxos. È nella scelta di
questo luogo suggestivo, ancora Cantiere Culturale, che il MacS avvalora la sua inclinazione al dinamismo ed al sodalizio
culturale facendone un'ulteriore sede espositiva permanente e siamo lieti di
inaugurare questo nuovo inizio con la Orrù, ancora di più perché è un'artista
donna e di origini isolane. Giovane pittrice sarda proviene da un'isola che
come la Sicilia è nel Mediterraneo e, come la Sicilia, ha il dono della luce
così che appare naturale che la sua ricerca artistica sia volta a catturare
l'essenza della luce, talvolta solo suggerendola, talvolta rendendola
manifesta, per esprimere quel mistero atavico che si cela dietro ai chiaroscuri
ed alle ombre. Altra peculiarità della Orrù è la sensibilità
che caratterizza la sua produzione artistica nel voler esplorare un
universo femminile di emozioni reso attraverso i volti ed i corpi, soggetti
prediletti. Custode poi della lezione dei maestri quattrocenteschi, la Orrù
incarna con naturalezza nelle sue opere ed attraverso le tecniche che ha
imparato quella congiunzione tra contemporaneo ed antico, quell'unione di
turbamento, trepidazione e commozione dell'animo umano che in questo Castello,
trascorso raccordo di civiltà e di storie dalla fascinosa atmosfera, è reso
inviolabile. Così nella quasi sacralità di questo incontro di spazio e tempo,
sensazioni ed immagini, il MacS riconferma il valore dell'arte, della cultura e
della bellezza e Stefania Orrù con la mostra Prima Luce, ne diventa
testimone.
Uno stralcio dal testo critico di Alessandra
Redaelli
- “Coerente al suo stile lirico, intimo, e tuttavia in continua evoluzione,
l’artista torna con una serie di figure e di volti che
appaiono sostanziati di pura luce. Alla costante ricerca di risposte profonde –
che significativamente rintraccia nel proprio volto in un autoritrarsi
incessante e senza tregua – l’artista è
passata da una figurazione più delineata ad una graduale rarefazione della
forma. Se all’inizio erano volti, e soprattutto corpi, che si stagliavano con
grazia classica su uno spazio vago non ancora definito, se negli ultimi tre
anni il punto di vista si è ravvicinato in primi piani suggestivi come icone,
dove la forma sembra sostanziarsi in coaguli di materia luminosa, oggi Stefania
Orrù, sembra giunta ad una sintesi di questo
complesso percorso.
Negli ultimi lavori la figura è pura
luce e, quasi fosse composta di materia incandescente, emerge dal buio
condensandosi in una nebulosa che sembra potersi disfare al solo gesto di
sfiorarla con la mano. E’ una figura intensa, potente, che guarda lo spettatore
negli occhi con dolcezza e fermezza come per richiamarlo ad un legame
ancestrale e irrinunciabile.
Oppure è figura dagli occhi chiusi in
meditazione–dialogo con se stessa, nel desiderio di dimensioni altre, di altre
sedimentazioni dell’emozione. Quello che nelle opere precedenti si poteva
leggere come un affiorare dell’anima, un farsi forma dello spirito, sembra qui
aver raggiunto una completezza di suggestioni mistiche. Una sacralità che non è
solo, e non tanto, nella scelta delle posture, nell’iconografia, ma piuttosto
in un senso di saggezza raggiunta e di luce interiore, sia metaforica che
reale. La raffinatissima tecnica dell’affresco, unica, nella sua mirabile
fusione di antiche pratiche e moderni
materiali, giunge qui ad una maturità texturale ed espressiva rara, quanto straordinaria.
L’impasto ruvido, che l’artista doma e
padroneggia con grazia e furore, si fa superficie scabra, erosa, improvvisa
spaccatura, dislivello da saggiare con i polpastrelli, da scrutare così da
vicino da appoggiare il viso alla tavola fino a sentirne l’odore, e poi, di
colpo, si appiana in esplosioni luminose capaci di annichilirci. Ed è proprio
in questa tecnica particolarissima, forse un po’ magica, che risiede il senso
stesso della fascinazione del lavoro di Stefania Orrù, sospeso tra suggestioni
antiche, memorie di affreschi corrosi dal tempo, ed emozioni così attuali da
farci sussultare”.
Commenti
Posta un commento