Successo a
Etna in Scena per RENZO ARBORE e l’ORCHESTRA
ITALIANA
Con
ironia e delicatezza, Renzo Arbore sa come scatenare il suo pubblico. Lo ha
fatto dovunque nel mondo con l’Orchestra Italiana, e, ultimamente, anche in tv,
ospite al Festival di Sanremo, dove la sua esibizione è stata un tripudio
generale, tra applausi e standing ovation. E ora riprende il tour con
l’Orchestra Italiana. “Il concerto di
questa nuova serie ‐ ricorda Arbore ‐ è
ispirato ai grandi maestri della scuola napoletana, Murolo e Carosone, con una
sintesi del loro repertorio sentimentale e umoristico ‐ che
vedrà l’esibizione “speciale” di quasi tutti i componenti della mia Orchestra ‐ con
brandelli di racconti raccolti da me in giro per il mondo”. “La scaletta del
concerto – aggiunge
Renzo – coniuga il nuovo e l’antico suono di Napoli:
voci e cori appassionati, girandole di assoli strumentali: al suono di
“Reginella”, ad esempio, vedo il pubblico (di tutto il mondo) cantarne a
squarciagola il ritornello e, magicamente, farsi trasportare proprio là (a
Napoli) nella terra da dove quelle emozioni sono partite”. Lo showman
italiano più conosciuto nel mondo gira ininterrottamente con la sua Orchestra,
da un’estremità all’altra, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Messico al Canada
con innumerevoli concerti acclamatissimi ovunque in un clima da record. In
questi anni Arbore ha ottenuto tantissimi premi e riconoscimenti, rafforzando
il ruolo per così dire “istituzionale” dell’Orchestra Italiana con Arbore ormai
diffusamente riconosciuto come autentico “ambasciatore” della musica e
della cultura “italiana” nel mondo. Renzo Arbore è circondato da 15 talentuosi
musicisti: “…all stars” come ama definirli egli stesso, tra i quali spiccano
l’appassionato canto di Gianni Conte, la seducente voce di Barbara
Buonaiuto, quella ironica di Mariano Caiano e i virtuosismi vocali e
ritmici di Giovanni Imparato. E poi ancora: la direzione orchestrale e
il pianoforte di Massimo Volpe, le chitarre di Michele Montefusco,
Paolo Termini e Nicola Cantatore, la fisarmonica di Claudio Catalli,
le percussioni di Peppe Sannino, la batteria di Roberto Ciscognetti,
il basso di Massimo Cecchetti e, dulcis in fundo, gli struggenti e
festosi mandolini di Nunzio Reina, Gennaro Petrone e Salvatore
Esposito.
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