mercoledì 5 ottobre 2016

Le "Nozze d'Oro" di Salvatore e Giuseppina Privitera, un traguardo d'amore celebrato dalla sensibilità artistica della figlia Maria



Cinquanta primavere sono trascorse per i coniugi Salvatore e Giuseppina Privitera convolati alle “Nozze d’Oro” il 7 settembre u.s. Un traguardo esemplare di vita insieme, costruita sulla forza dell’ amore, solidificato nel corso degli anni trascorsi durante le stagioni della vita, dove si sono raccolti i frutti del loro amore, tre splendidi figli Orazio, Piero e Maria, dove non sono mancate le gioie, i sorrisi, ma anche i sacrifici e le prove che però non hanno spezzato il sentimento e la loro voglia di rimanere insieme alla famiglia tanta desiderata e tanta amata. La loro solida unione coniugale diventa un esempio per le generazioni future che, spesso, non contraggono più matrimonio, o spesso si separano, o divorziano facilmente ai primi ostacoli. Salvatore e Giuseppina, entrambi siciliani, hanno vissuto da giovani in Svizzera, in periodi differenti, lavorando lui nel settore dell’edilizia e lei nel campo della sartoria. Per amore della propria terra natia sono ritornati nella bella isola di Sicilia dove, nati e cresciuti, si sono incontrati casualmente e subito innamorati di quell’amore che non è semplicemente un colpo di fulmine. Lui Salvatore Privitera originario di Pozzillo, frazione di Acireale (CT), lei Giuseppina Fichera originaria di Presa, frazione di Piedimonte Etneo (CT), dopo un anno di fidanzamento tra mare e monti, si sono sposati il 7 settembre 1966 nel piccolo paese di Presa presso la Chiesa S. Maria delle Grazie. La loro unione è stata benedetta dal parroco Giuseppe Pappalardo dinanzi alle relative famiglie, parenti e amici che sono stati sempre vicini alla coppia partecipando anche al primo traguardo importante della loro vita coniugale, quale le “Nozze d’Argento”, la cui celebrazione si è svolta al Santuario S. Maria della Vena, sempre nella frazione di Piedimonte Etneo (CT), dinanzi al parroco Vincenzo Vecchio; Madonna da sempre venerata con estrema devozione dalla famiglia Privitera pur avendo avuto, sin da sposati, la propria residenza a Giarre (CT).

La famiglia che Salvatore e Giuseppina hanno costruito con amore e dedizione si è accresciuta negli anni con l’arrivo dei nipoti Federica e Alessio, nati dal matrimonio del figlio primogenito Orazio con la sua sposa Patrizia, e dei nipoti Flavio e Tiziano, nati dal matrimonio del figlio secondogenito Piero insieme alla sua sposa Sandra. I figli, le nuore e i nipoti hanno voluto realizzare una festa in loro onore in occasione del “50° Anniversario di Matrimonio” desiderando, ancora una volta, far benedire le fedi nuziali al Santuario S. Maria della Vena, accompagnandoli all’altare felici e gioiosi per la S. messa celebrata dal parroco Carmelo La Rosa, alla quale hanno partecipato con altrettanto trasporto parenti, amici e paesani. Una cerimonia sentita e decorosa  nel corso della quale hanno preso parte attiva tutti i familiari più stretti a testimonianza del loro legame e compartecipazione. Un corteo familiare sorridente e festoso, infatti, ha visto varcare la soglia d’ingresso del Santuario Mariano con a capo i due nipoti Flavio e Alessio, quali paggetti portatori delle fedi nuziali, seguiti dalla figlia terzogenita Maria col papà sottobraccio e dalla loro mamma sottobraccio ai due figli Orazio e Piero. Durante la messa, anche le letture e il salmo responsoriale sono stati recitati dalla figlia Maria e dalla nuora Sandra Pennisi, mentre i doni dell’offertorio fiori, pane e vino sono stati portati dai loro tre figli. Tutta la celebrazione è stata allietata dalle musiche eseguite dall’altra  nuora pianista M° Patrizia Caltabiano e dai canti del coro dei partecipanti, dove si è espressa con voce angelica la nipote solista quattordicenne Federica Privitera. Per l’occasione la figlia Maria Privitera, pittrice e poetessa, ha realizzato, come bomboniere e in onore dei suoi genitori, una raccolta di quadrettini intitolati “Pesco in fiore” dipinti a mano con tecnica olio su tela. La seguente raccolta si compone di n.15 pezzi  nei quali, oltre ad essere raffigurati in forme diverse per ognuno di loro il fiore del pesco, vi sono dipinte delle farfalle, l’una diversa dall’altra, quest’ultime più volte presenti  in altre sue opere pittoriche tanto da esserne diventate un simbolo identificativo. Riferisce difatti l’autrice: “Il fiore del pesco è stato sempre un fiore prediletto da nostra madre. La ragione la ricerco nella circostanza che, se pur tutti i fiori sono stati sempre amati da lei, quelli che producono un frutto sono ancora più pregiati proprio perché, trasformandosi, creano nutrimento per la vita, così come tutta la sua vita è stata un continuo donarsi a noi figli in maniera amorevole e instancabile alla stregua di nostro padre che ha sempre lavorato con passione e onestà. La farfalla, in questo caso, è il simbolo del loro amore perché non può vivere senza il fiore di cui si alimenta, così come l’amore, per sopravvivere, ha bisogno dell’unione, della tolleranza e della condivisione”.



L’artista, nella sua qualità di poetessa, ha dedicato ai genitori anche una poesia dal titolo “Perché l’amore…”: “Perché l’amore è guardarsi negli occhi per ascoltare l’anima, mentre il cuore gioisce o si affatica. Perché l’amore è tenersi per mano raccogliendo la vita come il fiore più bello che, se pur con qualche spina, genera sempre altra vita. Perché l’amore è speranza, è condivisione, ma è anche perdono, sacrificio e riconciliazione. Perché l’amore è esserci nonostante tutto. Perché l’amore è capire, è saper ascoltare e donarsi senza pretese. Perché l’amore è sorridere nella gioia e far ritrovare il sorriso nel dolore. Perché l’amore è vita, è forza, è cammino…un cammino lungo una vita!”. La poesia è stata omaggiata, insieme ai confetti d’oro, agli invitati e ai numerosi partecipanti presenti alla cerimonia che si è conclusa con un forte applauso e con il lancio del riso insieme a qualche piccola gocciolina di un’ acquazzone settembrino per rispettare la tradizione sposa bagnata sposa fortunata! Dal contenuto del testo poetico e dall’ispirazione pittorica si evince l’importanza del legame matrimoniale che la figlia ha voluto far primeggiare nei confronti dei suoi genitori proprio perché il loro è stato un matrimonio fondato sul sentimento autentico e sul rispetto reciproco. Con questi omaggi l’artista ha desiderato ringraziare i genitori per i valori che hanno sempre trasmesso, per l’esempio di vita che hanno condotto e per il tempo, le fatiche spese e dedicate alla famiglia.

Questa coppia ammirevole ha scelto la via dell’amore, ma quello vero, forte e durevole, quello che è capace di generare comprensione, perdono, rinuncia e dedizione, quello che è capace di affrontare ogni ostacolo e non solo, perché, affinché un matrimonio possa sopravvivere nel tempo, occorre abbracciare la via del sacrificio così come ha anche riferito il parroco durante l’omelia, il quale rivolgendosi alla coppia ha espressamente formulato: “Beati, beati voi che avete scelto il sacrificio”. E’ proprio e solo l’amore l’unica forza che è capace di generare il sacrificio! Salvatore e Giuseppina hanno prestato fede alle promesse coniugali formulate da giovani, dimostrando che hanno creduto al vincolo indissolubile del matrimonio religioso. Sposandosi si sono incamminati insieme e durante la loro storia lunga una vita hanno incontrato non solo primavere, ma anche inverni.  La vita quale dono bellissimo, ricca di gioie e di felicità, pone a tutti degli ostacoli, delle responsabilità e delle difficoltà che se affrontate con fiducia, con fede e speranza, allora ogni rinuncia, ogni sacrificio è ripagato con l’immensa gioia di tenere sempre in vita il focolare domestico, quale unico legame prezioso da salvaguardare  che si apprezza lì dove c’è l’autenticità, lì dove c’è il rispetto per la vita e per i veri valori che i coniugi Salvatore e Giuseppina Privitera hanno saputo coltivare e trasmettere.  Auguriamo a questa splendida coppia tanti altri anni di amore e di felicità.

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