mercoledì 27 dicembre 2017

Zummara World Fest




ZUMMARA WORLD FEST
meeting della zampogna | workshop | festa a ballu | concerti

Ecco nascere sulle pendici sud-orientali dell'Etna, il "Zummara World Fest", festival di suoni e musiche del mondo. L'edizione "zero" partirà con una grande festa dedicata alla zampogna con workshop, esibizioni, festa a ballu. Una manifestazione organizzata dalla parrocchia di San Nicolò, parroco Stefano Panebianco
, direttore artistico Maestro Carmelo Colajanni, i giovani dell’associazione Musicale Beata Chiara Luce, gruppo ora-orto.
Due giorni di musica e tradizioni siciliane per rivivere il senso del Natale siciliano.

PROGRAMMA:
27 dicembre| MEETING DELLA ZAMPOGNA
16:30- WORKSHOP " A ciaramedda: dal legno al suono" a cura di ROSARIO ALTADONNA.
18:00- pastorali e balletti per le vie del quartiere. 
19:00 - esibizione degli zampognari presso la Chiesa di S.Nicolò. 
20:30 - festa a ballu
28 dicembre | FRANCESCA INCUDINE
19:00 -"Sonnu Sunnuzzu"


Viaggio tra le ninne nanne del mondo, per raccontare il miracolo della Natività, su passi letterari tratti da "In nome della madre" di Erri De Luca. 
con
Francesca Incudine, 
Carmelo Colajanni, fiati
Manfredi Tumminello, corde
Lorenza Denaro, voce recitante
La partecipazione agli eventi del festival è GRATUITA. 
Tutti gli zampognari/musicisti che parteciperanno riceveranno:
-ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE DEL WORKSHOP
-FOTO E VIDEO PERSONALI
Info: zummaraworldfest@gmail.com
Facebook: Zummara World Fest
Instagram: zummaraworldfest

Elisa Toscano Relazioni Pubbliche e Marketing
Tel. 3737568363
Uff. 0957521065
elisa@elisatoscano.it
www.elisatoscano.it

in foto da destra: padre Stefani Panebianco e alcuni ragazzi dell’associazione Orat-Orto

lunedì 18 dicembre 2017

Con l’associazione culturale Trucioli, «giocansieme», nella bella Milo





L’associazione culturale Trucioli organizza, per venerdì 29  dicembre 2017 un incontro ludico-creativo per famiglie e bambini : « giocansieme », presso il centro servizi di Fornazzo (Museo del castagno), a Milo. L’incontro si terra’ dalle 12 :00 alle 16 :00, e prevede diverse attivita’ per fasce d’eta’ : pe i piu’ piccoli («3-6), gare di abilita’ e giochi combinatori con costruzioni in legno, per i piu’ grandi (6-10), percorso alla manualita’ con la costruzione di un modello in legno di un automobilina, da montare,  rifinire, colorare e portare con se’. 
Per i ragazzi e adulti  giochi di equilibrio su tronchi, « scalata delle cassette » e altro ancora. Tutto sotto la supervisione e animazione dei soci dell’associazione, con angolo dj e altro. L’animazione e la guida all’uso del legno e dei materiali e’ individuale  e rivolta a bambini italiani e stranieri, con spiegazini teorico pratiche in italiano,e su richiesta in inglese, francese, tedesco , spagnolo e svizzero . 
Ci sono le bambinopoli, i parchi giochi, avventura, a tema, luoghi perfetti dove i vostri figli sfogano le loro energie apparentemente senza limite, fuori dalle gabbie del quotidiano, dell'appartamento, dello schermo del tablet o della tele. 
Luoghi perfetti per i piccoli, ma in cui i parenti si trovano li, a controllare, ad aspettare, a volte in disparte, a volte in gruppetti; 
si siedono sulle panchine, questi eroi della pazienza, fumano le loro sigarette e parlano del mestiere piu' antico del mondo, il piu' bistrattato. avete capito benissimo, il mestiere del genitore! Poi ci sono altri luoghi, in cui mamme e papa' ancora giovani si ritrovano,quei piccoli momenti di relax e svago cosi faticosamente ritagliati dagli obblighi del quotidiano. non si parla di pediatri, dentisti e tabelline, i piccoli sono dalla nonna o da un amica, i volumi del sound sono piu' alti, si centellina un bicchierino. trucioli dice basta a tutto questo! Il 29 dicembre, dalle 12:00 al tramonto, a Fornazzo, Milo, piccoli e genitori, finalmente uniti nel divertimento! spazio giochi e falegnameria per i piccoli, bar dj e altro per mamme e papa'. Vi aspettiamo!
Trucioli, abilmente diversi!

sabato 9 dicembre 2017

Teatro Massimo Bellini Catania-LA VEDOVA ALLEGRA

CATANIA – Alla “prima” di domenica 10 dicembre si potrà assistere comodamente seduti tra i velluti del Teatro Massimo Bellini, ma anche in Piazza Università, sostando – e magari danzando – davanti al megaschermo di Vision Sicily e intorno al luccicante albero di Natale. Parliamo di Die lustige Witwe, ossia La Vedova allegra, il capolavoro di Franz Lehàr che chiude la stagione lirica 2017, una partitura spumeggiante di valzer e polke, galop e can can, che sembra strizzare l’occhio alle ormai prossime festività di fine anno, la cui gioiosa colonna sonora s’identifica ormai con quei ritmi e quelle melodie. La diretta streaming del debutto sarà trasmessa grazie al servizio tecnico prestato da Zammù Tv, la web tv dell’Università di Catania, in collaborazione con i tecnici del Bellini, nell’ambito della sinergia istituzionale tra Teatro e Ateneo.
La regina delle operette sarà in scena per un totale di sette recite fino al 17 dicembre, con una compagnia di alto livello che agirà nello sfarzoso, elegante allestimento della Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi, firmato da Vittorio Sgarbi per la regia, le scene e i costumi. A condurre l’Orchestra e il Coro del Bellini è stato chiamato il direttore Andrea Sanguineti; il Coro è istruito dal maestro Gea Garatti Ansini. Nel title role il soprano Silvia Dalla Benetta, nome di spicco della lirica e da diverse stagioni di casa al Bellini, dove torna nelle vesti della ricca, bella e virtuosa Hanna Glawari. L’affascinante vedova è piombata dall’immaginario regno del Pontevedro in quel di Parigi, dove s’imbatte nell’ex fidanzato, l’irresistibile e seducente addetto d’ambasciata Danilo Danilovic, conte squattrinato e altrettanto sfaticato, che anni prima era stato costretto dalla famiglia a lasciare l’amata, perché di umili origini. Danilo, ospite abituale chez Maxim e delle deliziose e disponibili “grisettess”, sarà interpretato dal tenore Fabio Armiliato, beniamino delle platee internazionali, che molti ricorderanno anche nel film di Woody Allen “To Rome with Love”. Il baritono Armando Ariostini è il barone Mirko Zeta, ambasciatore pontevedrino terrorizzato all’idea che, per ripicca verso Danilo, la vedova si risposi con uno straniero causando la bancarotta della “cara patria”: troppi pensieri per l’alto diplomatico. Forse è anche per questo che sua moglie Valencienne, ovvero il soprano Manuela Cucuccio, si lascia corteggiare da Camille de Rossillon, qui affidato al tenore Emanuele D’Aguanno. Attorno a loro fedifraghi e fedigrafe, liaisons dangereuses insomma, almeno quanto basta, in cui spicca il ruolo comico di Njegus, maldestro dipendente dell’ambasciata, consegnato all’estro dell’attore Tuccio Musumeci.
Nelle recite del 12, 14 e 16 dicembre, nei ruoli di Hanna e Danilo, Valencienne e Camillo si alterneranno rispettivamente Cristina Baggio, Saverio Pugliese, Leslie Visco e Matteo Mezzaro.
Completano il cast vocale: Riccardo Palazzo (visconte Cascada), Alessandro Vargetto (Raoul de St.Brioche), e le bizzarre coppie di marito e moglie formate da Gian Luca Tumino (Bogdanovic) e Valeria Fisichella (Sylviane), Salvo Fresta (Kromov) e Paola Francesca Natale (Olga), Antonio Cappetta (Pritschitsch) e Sabrina Messina (Praskovia).
Lo spettacolo viene eseguito nella traduzione italiana con sopratitoli in italiano e inglese. Ecco nel dettaglio il calendario delle sette recite. Due le rappresentazioni serali alle 20.30: domenica 10 dicembre (turno A) e la recita di mercoledì 13 (turno B). Cinque le repliche pomeridiane che avranno inizio alle 17.30: martedì 12 (turno S2), giovedì 14 (turno S1), venerdì 15 (turno C), sabato 16 (turno R), domenica 17 (turno D). Lunedì 11 riposo.
Come si è anticipato, solo per la prima del 10 dicembre, verrà trasmessa la diretta streaming sul maxischermo di piazza Università, grazie al servizio tecnico prestato da Zammù Tv, la web tv dell’Università di Catania, in collaborazione con i tecnici del Bellini, nell’ambito della sinergia istituzionale tra Teatro e Ateneo.
Ed è già corsa al biglietto per non perdere i tre atti musicati da Lehàr sullo spigliato e brillantissimo libretto che Victor Leon e Leone Stein trassero dalla commedia L'Attaché d'ambassade di Henri Meilhac. Dal trascinante “È scabroso le donne studiar” all’incantevole Lied di Vilja fino al valzer “Tace il labbro”, per non citare che alcuni pezzi, c’è nel capolavoro del compositore ungherese tutta la spensieratezza della Belle Époque viennese, appena velata però di un’impalpabile malinconia, forse disillusione, quella di un mondo che s’apprestava, come è stato scritto, ad una “gaia apocalisse”.
Erano gli ultimi giorni, per dirla con Karl Kraus, di un’umanità inconsapevole, condizionata dalla facciata dell’Impero, ignara dell’imminente crollo delle Aquile, cieca e sorda a segnali eppure inequivocabili, insensibile ai venti di guerra. Poche le eccezioni in un universo chiuso, propenso a rifugiarsi nella magnifica illusione che l’operetta, genere teatrale allora di punta, incarnava alla perfezione. Nel 1905, Lehàr era ancora poco affermato, la concorrenza spietata e fu tra mille impedimenti che La vedova allegra debuttò il 30 dicembre al Theater an der Wien, celebri protagonisti Mizzi Günther e Louis Treumann, con l’autore sul podio. La raffinata partitura, con chiari riferimenti a Puccini, Debussy e a quel Richard Strauss che venti giorni prima aveva debuttato a Dresda con la sua Salome, pretendeva un’orchestra di grandi e inconsuete dimensioni per un’operetta. E venne giudicata troppo sensuale.
Ma i presunti difetti si rivelarono qualità e, unite al libretto incalzante e ben congegnato, svilupparono un passaparola che sera dopo sera portò ad un trionfo imperituro senza precedenti. La creazione di Lehár era ed è rimasta una festa musicale che da oltre un secolo conquista gli spettatori ad ogni latitudine. L’apoteosi della danza, per continuare nel gioco di citazioni, l’ebbrezza che suscita predispongono lo spettatore alla necessaria leggerezza per liquidare con un sorriso il cinismo dei cacciatori di dote, in una società dominata – ieri come oggi – dal denaro, dal potere, dal sesso. Senza perciò perdere la speranza che amore e felicità possano talvolta avere la meglio. E sia pure per un attimo, tutto si dimentica nel vortice cadenzato di una mazurka, tutto lenisce il languore di un valzer lento che sembra non dovere mai finire. Info www.teatromassimobellini.it

Fabio Volo a Catania per la prima presentazione in Sicilia del suo ultimo romanzo

L’evento è organizzato da Libreventi in collaborazione con Teatro Brancati,
Four Points by Sheraton Catania Hotel e Fondazione Oelle Mediterraneo Antico


CATANIA – Scegliere tra la dimensione dell’«io» e quella del «noi», tra l’autoreferenzialità dello status di single e la sinergia della coppia. Essere disposti o meno a fare un passo indietro per accogliere l’altro ed essere in due. S’incentra su questo bivio sentimentale l’ultimo romanzo di Fabio Volo, "Quando tutto inizia”, edito per i tipi di Mondadori, che ha rapidamente scalato la classifica delle vendite, primo da settimane, a confermare il successo di uno scrittore che da oltre un lustro concepisce e regala a migliaia di lettori appassionanti bestseller.
“Quando tutto inizia” è già un caso letterario e cresce l’attesa per la prima presentazione in Sicilia, organizzata da Libreventi in collaborazione con il Teatro Brancati, il Four Points by Sheraton Catania Hotel e la Fondazione Oelle Mediterraneo Antico. L’appuntamento è per sabato 9 dicembre alle ore 11.30, al Teatro Brancati. A dialogare con l’autore sarà la giornalista Anna Mallamo, autorevole critico letterario e cinematografico, caposervizio delle pagine culturali e di spettacolo del quotidiano “La Gazzetta del Sud”.
“Quando tutto inizia” racconta per flash back una tormentata storia d’amore. Silvia e Gabriele s’incontrano in primavera, quando i vestiti sono leggeri e la vita sboccia per strada, entusiasta per aver superato un altro inverno. La prima volta che lui la vede è una vertigine. Lei non è una bellezza assoluta, immediata, abbagliante, è il suo tipo di bellezza. Gli bastano poche parole per perdere la testa: scoprire che nel mondo esiste qualcuno con cui ti capisci al volo, senza sforzo, è un piccolo miracolo, ti senti meno solo. Fuori c'è il mondo, con i suoi rumori e le sue difficoltà, ma quando stanno insieme nel suo appartamento c'è solo l'incanto: fare l'amore, parlare, essere sinceri, restare in silenzio per mettere in ordine la felicità. Fino a quando la bolla si incrina, e iniziano ad affacciarsi le domande. Si può davvero prendere una pausa dalla propria vita? Forse le persone che incontriamo ci servono per capire chi dobbiamo diventare, e le cose importanti iniziano quando tutto sembra finito?
Sono interrogativi che fanno parte della vita di tanti. E i lettori di Volo hanno sempre letto i suoi libri riconoscendo nelle parole e nelle trame una parte di se stessi. È stato così fin dal romanzo d'esordio, “Esco a fare due passi” (2001), primo di una serie di straordinari record di vendite. A Volo bisogna dunque riconoscere il merito di esser riuscito a portare in libreria un numero gigantesco di persone che di solito ai libri preferivano altre forme di intrattenimento. Così, oggi Fabio Volo è forse lo scrittore di maggior successo in Italia.
Dopo un esordio quasi casuale come cantante, il decollo di Fabio è arrivato con la popolarità dei suoi programmi alla radio e quindi con i libri, i film e la televisione. Da allora Fabio Bonetti in arte Fabio Volo non si è mai fermato. Oggi è attore richiestissimo, showman della tv, conduttore radiofonico e soprattutto scrittore puntualmente in vetta alle classifiche dei libri. Istrionico, creativo, ma sempre scanzonato, semplice e alla mano com'era all'inizio della sua più che brillante carriera. I fa siciliani lo conoscono bene. L’incontro di Catania segna perciò un graditissimo ritorno.
 

XVI edizione del Premio Domenico Danzuso


A Roberto Laganà, Nino Lombardo e Fabio Armiliato, i premi alla carriera

Prestigiosa terna per la XVI edizione del Premio Domenico Danzuso

Il riconoscimento per la critica a Italo Moscati. Nel corso della serata, condotta da Marina Cosentino, che si svolgerà nel Teatro Sangiorgi martedì 12 dicembre alle 18, premiati anche Gino Astorina, Barbara Giordano, la scuola di giocoleria di Gammazita e  il giovane scenografo Antonino Viola



    CATANIA – Roberto Laganà, Nino Lombardo, Fabio Armiliato: è questa la magnifica terna dei premiati alla carriera per la XVI edizione del Premio Domenico Danzuso, giornalista catanese scomparso nel 2000 e che, come ricorda Maurizio Scaparro, fu per oltre mezzo secolo “l'alfiere di una critica pacata, intelligente, costruttiva, concepita per migliorare e far crescere comunità, quelle della prosa e del melodramma, anima e coscienza di una società ben più ampia”.

    Nel corso della serata di gala che il 12 dicembre alle ore 18 sarà condotta da Marina Cosentino, nel Teatro Sangiorgi saranno consegnati anche altri riconoscimenti: al prestigioso critico Italo Moscati, allo show man Gino Astorina, all’attrice Barbara Giordano, alla Scuola di Giocoleria di Gammazita e al giovane scenografo Antonino Viola. E ritroveremo sul palco Lina Polizzi  Danzuso,  vedova del critico e “anima” del premio.

    Fabio Armiliato, impegnato a Catania nelle prove della 'Vedova allegra", è uno straordinario tenore che ha calcato i più prestigiosi palcoscenici del mondo, dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York, dall’Arena di Verona alla San Francisco Opera, dall'Opéra di Parigi alla Staatsoper di Vienna, riscuotendo ovunque un grande successo. Per anni ha fatto coppia, anche sul palcoscenico, con Daniela Dessì, prematuramente scomparsa nel 2016. La notorietà di Armiliato è stata accresciuta dall’aver recitato e cantato nel film di Woody Allen "To Rome with Love".

    Roberto Laganà, raffinato regista e sontuoso scenografo, è stato impegnato nei  teatri lirici e di prosa di tutto il mondo, nel corso di una lunghissima carriera che lo ha visto ricoprire incarichi importanti, come quello di direttore degli allestimenti scenici al Teatro dell’Opera di Roma.

    Nino Lombardo ha inanellato, da pianista e compositore, oltre mezzo secolo di successi, partendo dai “favolosi” anni Sessanta e imponendosi nel musical e nel varietà a fianco di Pippo Baudo, ma anche nella pionieristica Radio Catania della Rai e poi in prestigiose tv private.

    Quanto a Moscati, scrittore, sceneggiatore, regista, oltre che critico televisivo, teatrale e cinematografico, rappresenta una figura di intellettuale a tutto tondo che dà lustro all’Italia.

    Non ha bisogno di presentazioni Gino Astorina, show man e autore, amatissimo dal pubblico catanese e non solo. E fa piacere ricordare come Barbara Giordano, eccellente giovane attrice, sia figlia di quel mostro sacro della prosa che fu Mariella Lo Giudice. Manola Micalizzi, presidente di Gammazita, riceverà il premio per la Scuola di Giocoleria che l’associazione ha sviluppato all’ombra del Castello Ursino, formando giovanissimi al teatro da strada. Riconoscimento anche ad Antonino Viola, giovane scenografo che a 24 anni ha ottenuto il massimo riconoscimento per la Scenografia nel Premio Nazionale delle Arti Claudio Abbado.

    A selezionare i premiati del Danzuso è stata come sempre una giuria di grande prestigio,  presieduta dal regista Maurizio Scaparro e che annovera tra i componenti il critico teatrale Andrea Bisicchia.

    Nel corso della serata,  com'è ormai consuetudine, uno studente meritevole dell’Accademia di Belle Arti – istituzione che ha realizzato, con quello straordinario grafico che è Gianni Latino, il marchio del Premio Domenico Danzuso – riceverà una Borsa di studio del Lions Club Catania Host.

    Quest’anno il Premio Domenico Danzuso, nato da un’idea di Tony Maugeri e patrocinato dal Comune di Catania, si è ancor di più aperto alle istituzioni culturali e ha visto crescere il numero degli enti promotori. Oltre a Scam, Accademia, Lions e Teatro Stabile, ai quali si erano già aggiunti il Massimo Bellini, il Brancati e l’Istituto siciliano di Storia dello spettacolo, hanno fatto il loro ingresso nella “famiglia” anche Assostampa Sicilia, Fondazione Domenico Sanfilippo, Istituto musicale Vincenzo Bellini, Soroptimist e Fondazione Marilù Tregua. Il coordinamento organizzativo è curato come sempre da Vittoria Napoli. Da sottolineare anche il contributo degli sponsor tecnici: Vision Sicily, Asmundo di Gisira art market living boutique e Mario Russo abbigliamento donna.



DOMENICO DANZUSO

    Critico drammatico, pluripremiato vincitore del Flaiano, del Randone e della Lente d’oro, autore di innumerevoli articoli pubblicati sul quotidiano “La Sicilia” e importanti riviste del settore (“Sipario”, “Prima Fila”, “Hystrio”), Danzuso ha firmato insieme a Giovanni Idonea alcuni tra i più importanti contributi sulla storia teatrale etnea, come testimoniano i volumi “Musica, musicisti e teatri a Catania” e “Memorie storiche del Teatro Massimo Bellini”. È stato anche docente di Storia dello spettacolo dell’Accademia di Belle Arti, consigliere d’Amministrazione dell’Istituto Bellini, proboviro dell’Assostampa, socio del Lions e della Scam.

ArancinArt 2017







Nella suggestiva cornice della rinata Piazza Botteghelle, a Fiumefreddo di Sicilia, oggi seconda giornata di “ArancinArt – Festa delle arti e dell’antica gastronomia siciliana”. Dopo l’enorme successo della prima giornata, che è coincisa con i festeggiamenti di Maria SS. Immacolata, Protettrice di Fiumefreddo di Sicilia, continua oggi, sabato 9, dalle 16 alle 22, e domani, domenica 10, dalle 10 alle 22, la manifestazione organizzata dall’associazione Zzenia col patrocinio dell’assessorato agli eventi, retto da Maria Azzia, e con la preziosa collaborazione della neonata Pro Loco, della Parrocchia Maria SS. Immacolata e della Consulta giovanile di Fiumefreddo. Anche stasera mercatini natalizi, esposizioni pittoriche e fotografiche, animazione per bambini, il Muro delle Parole in Arte con poesie e stralci di romanzi di poeti e scrittori locali ove si potrà scrivere anche i propri versi, visite guidate, pregiati presepi orientali realizzati a mano da Andrea Romano, artisti di strada, le campagne di Croce Rossa Italiana, l’arancino ovviamente in e per tutti i gusti e gli spettacoli per adulti  e bambini. Sabato 9, a partire dalle 19, il ballo travolgente dei “Sicania West Country” e a seguire lo spettacolo musicale offerto da Pro Loco con il “Crazy Trio”.





Domenica 10 dicembre si partirà alle 10 ed oltre ai mercatini natalizi, alle esposizioni pittoriche e fotografiche, all’ animazione per bambini, al Muro delle Parole in Arte con poesie e stralci di romanzi di poeti e scrittori locali ove si potrà scrivere anche i propri versi, le visite guidate, i pregiati presepi orientali realizzati a mano da Andrea Romano, dalle 9:30 alle 16:30, si potrà prender parte a diversi turni di visite guidate per scoprire le meraviglie della Chiesa Madre, a cura della Pro Loco e della Parrocchia Maria SS. Immacolata, la poesia del mimo violinista, alle 19 arrivano Pjmasks per i più piccoli, a seguire la nota attrice e regista Maria Rita Leotta reciterà “U cummattimentu di Orlandu e Rinaldu” tratto dalla Centona di Nino Martoglio. Dopo la premiazione del concorso indetto dalla Pro Loco “Fiumefreddo fra arte e storia” e poi la serata si scalderà con la musica degli “Ultimo momento”. Una vera e propria Festa delle arti, degli antichi mestieri e delle antiche tradizioni siciliane. Impossibile mancare!


mercoledì 29 novembre 2017

SAN GREGORIO: SI PRESENTA “STRATA” la nuova raccolta poetica di Salvo Carlucci




SAN GREGORIO - Sabato 2 dicembre alle ore 17.30, nell’Auditorium comunale “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di San Gregorio di Catania, Via Carlo Alberto, 6 - sarà presentata la nuova silloge di poesie in dialetto siciliano di Salvo Carlucci dal titolo “Strata”.

Dopo l’introduzione dell’Assessore alla Cultura, Marilena Caruso interverranno i relatori Grazia Calanna e Alfio Patti. I versi saranno letti da Antonino Magrì

La manifestazione è organizzata dall’Associazione Culturale “Radiusu” e patrocinata dal Comune di San Gregorio. Sarà presente l’autore.

  

lunedì 20 novembre 2017

Catania, presentato con successo "Il Colpo di coda" di Giuseppe Pelleriti









Ambientato nel secondo dopoguerra a Centuripe nasce quando, in seguito alle ricerche storiche sul banditismo pubblicate dall'autore su Facebook, è stato contattato dalla nuora di una delle protagoniste dei fatti.
Una storia vera, tanto vera che dal pubblico qualcuno si alza e dice "Io c'ero! Me lo ricordo quando i banditi bussavano alla nostra porta". Una storia ricca di colpi di scena, di amore e di morte e che nasce da un incontro su un social network... Parte da un fatto realmente accaduto l'opera prima di Giuseppe Pelleriti, "Il colpo di coda", edito da prova d’Autore, che è stato presentato alla Mondadori di Catania. L'autore e lo scrittore Renato Pennisi hanno dialogato sviscerando segreti e particolarità del romanzo che si svolge nel secondo dopoguerra a Centuripe, nell'ennese, e il cui successo è già stato decretato dai lettori. Pubblicato lo scorso settembre è già alla seconda ristampa ed è apprezzato anche fuori dalla regione nonostante la leggera cadenza dialettale che lo permea. "La lingua non è stato un ostacolo - spiega l'autore - nonostante abbia usato il dialetto tipico delle mie parti, le parole che il lettore settentrionale non conosce vengono comprese grazie al contesto". La presentazione è stata arricchita dall'interpretazione di tre attrici della Compagnia Liotru che hanno messo in scena due parti fondamentali del libro: il ritorno di Angilu dalla guerra e la nascita di Ciucciu Dottori (*). In molti a Centuripe ricordano i fatti narrati ma lo spunto decisivo per la nascita del libro è arrivato anche grazie a Facebook. Qui Pelleriti, che già cominciava a interessarsi delle gesta del bandito, è stato contattato dalla nuora di una delle protagoniste dei fatti: la fidanzata di uno dei carabinieri che combattevano contro il bandito e i suoi sodali. "L'ho incontrata - spiega Pelleriti - e mi ha raccontato tutto. Ho un po' romanzato il loro amore ma la storia è vera".




La donna è protagonista della parte più romantica del romanzo che oltre a offrire un taglio poliziesco e corale, indulge anche nelle avventure vagamente licenziose che Cicciu Dottori intrattiene con le sue diverse amanti. Un romanzo variegato e che offre numerosi punti di vista su un periodo storico da cui è cominciata la storia del Paese di oggi. "Durante la lettura del brano del libro - ha detto durante la presentazione Alfredo Risiglione, 81 anni, di Centuripe, che ricordava perfettamente gli incontri coi banditi -mi sono ritrovato indietro negli anni. Per me tutto quello che è stato detto è scritto nella lavagnetta della mia memoria. A quei tempi il problema principale era la fame e ogni tanto girare indietro la testa e vedere da dove veniamo è importante”.

                                                                                                                                



(*) Brano nascita Cicciu Dottori



In paìsi lo conoscevano in molti e si diceva avesse la coda.

La prima ad accorgersi di quel difetto alla nascita fu la

mammana che, nel prenderlo ed avvolgerlo nell’asciugamano,

notò una protuberanza che usciva proprio all’altezza del coccige.

La zia del picciriddo, che assisteva al parto della sorella, si

accorse che in quel momento la mammana si era irrigidita:

mosse impercettibilmente la testa e aggrottò la fronte. La

mammana capì la domanda silenziosa: Chi fu? C’è qualcosa di

strano? Perché ti sei attisata? Quella, in risposta, si morse il

labro inferiore e le schiacciò l’occhio: te lo dico dopo. Voleva

che la matre si riprendesse un po’, prima di parlarne.

Nella stanza accanto il patre e gli altri parenti, in attesa,

avevano sentito il pianto del nascituro, ma la porta ancora non si

apriva.

«Il picciriddo c’ha la coda» disse alla puerpera mentre teneva

il figghio sul so petto.





Giuseppe Pelleriti nasce nel 1963 a Milano da genitori siciliani emigrati i quali, sentito il richiamo della madre terra, rientrano dopo appena qualche anno, permettendo così all’autore di vivere in Sicilia sin già dalla prima infanzia. Seppur intraprende studi di natura tecnica, l’interesse per la storia, la letteratura e la narrativa cresce sempre più fino a diventare una vera e propria passione travolgente. Oggi è consulente d’impresa e vive a Centuripe, un paese in provincia di Enna arroccato su uno dei monti dell’entroterra siciliano da dove ama creare la trama dei suoi racconti.

venerdì 17 novembre 2017

Mascalucia, Erasmus alla Federico II di Svevia: lo sport come soluzione all'abbandono scolastico

MASCALUCIA - In occasione del terzo meeting Erasmus+KA2 – Progetto “Magic word fair play”, l'Istituto Comprensivo "Federico II di Svevia" di Massannunziata, diretto dalla dott.ssa Giuseppina Consoli, dal 14 al 18 novembre ha ospitato i coordinatori, i  partners e gli alunni stranieri del progetto “Magic word fair play” provenienti da Turchia, Grecia, Slovenia e Spagna.
In una gremitissima aula magna le delegazioni straniere sono state accolte con un concerto di musica eseguito dall’orchestra della scuola diretto dalla prof. Francesca Pappalardo.
A ricevere i rappresentanti stranieri anche il sindaco di Mascalucia, dott. Giovanni Leonardi: «Sono orgoglioso delle nostre scuole – ha commentato il primo cittadino -, su quattro istituti scolastici due istituti comprensivi sono ad indirizzo musicale, abbiamo due belle orchestre scolastiche sulle quali  il Comune punta molto. Sono lieto di accogliere questa delegazione Erasmus, dopo quella del “Marchesi”, e che la cittadina ospita.
«Ciò sta a significare – ha concluso il dott. Leonardi - l’alta qualità delle nostre scuole».
Al discorso del primo cittadino ha fatto seguito uno scambio di libri e stampe tra i delegati e il sindaco di Mascalucia.
«Il progetto analizza il problema dell’abbandono scolastico – ha spiegato la dirigente scolastica, Giuseppina Consoli - e individua nello sport la soluzione possibile poiché esso ha una valenza positiva sia sul corpo che sulla mente. Durante la loro permanenza – ha continuato la dott.ssa Consoli - l’Istituto ha organizzato concerti, balli tradizionali, lezioni ed attività di Kids Yoga, momenti laboratoriali, mostre, visite guidate e tanto altro.
«E’ un progetto al quale noi abbiamo aderito come scuola partner – ha concluso -, il coordinatore del progetto è stata la Turchia con una scuola e l’Agenzia nazionale turca».
Le prossime tappe vedranno l’Istituto mascaluciese alla volta della Slovenia ed infine della Grecia dal momento che Turchia e Spagna sono state già visitate.

Teatro Massimo Bellini: arriva “Carmen” nella nuova versione del Balletto di Milano

CATANIA – Una Carmen tutta danzata sulle immortali melodie di Bizet. La propone il rinomato Balletto di Milano per la stagione 2017 del Teatro Massimo Bellini, sul cui palcoscenico lo spettacolo sarà in scena per 7 rappresentazioni dal 21 al 26 novembre. La suddivisione è in quattro quadri, liberamente ispirati alla novella omonima di Prosper Mérimée e all'opera di George Bizet.
L’Orchestra del Teatro Massimo Bellini sarà diretta da Gianmario Cavallaro, la coreografia è firmata a quattro mani da Agnese Omodei Salé e Federico Veratti, l’ideazione scenica è di Marco Pesta, i costumi sono di Federico Veratti. Nel title role Alessia Campidori si alternerà con Angelica Gismondo (prevista nelle recite pomeridiane del 24 e 25 novembre), Don José è Alessandro Orlando, mentre Alessandro Torrielli, primo elemento di novità incarna il Destino che incombe. Il ruolo di Escamillo è stato affidato a Federico Mella, al quale subentrerà Germano Trovato (per la recita serale 24), Micaela è Marta Orsi. La prima rappresentazione di martedì 21 novembre (Turno A) è fissata alle ore 20,30. Seguono le repliche di mercoledì 22 alle 17,30 (Turno S1); giovedì 23 alle 17,30 (Turno R); il doppio spettacolo di venerdì 24 alle 16,30 (Turno S2) e alle 21 (Turno B); infine le recite di sabato 25 alle 17,30 (Turno C), e domenica 26 alle 17,30 (Turno D).
Poche opere hanno avuto tanta fortuna quanto la Carmen di Bizet, un capolavoro che ha visto numerose riletture in forme artistiche diverse dalla lirica: cinema, musical e naturalmente la danza.
A firmare memorabili coreografie si sono succeduti, nel corso del Novecento, l’inimitabile Roland Petit con Zizi Jeanmaire e i Ballets de Paris; il coreografo cubano Alberto Alonso con l’étoile russa Majja Pliseckaja, lo svedese Mats Ek con il Cullberg Ballet e Ana Laguna, l’inglese Matthew Bourne o il boemo Jiří Kylián, per non dire della versione flamenca di Antonio Gades approdata sul grande schermo per la regia di Carlos Saura.
Il Balletto di Milano apre a nuove interpretazioni senza tradire la tradizione e avvalendosi di una modernizzazione della messa in scena e dello stile, che sbalza l’intera vicenda con l’essenzialità di tratti dei Capricci di Goya e l’astrazione delle geometrie cubiste.
Carmen è senza dubbio uno dei personaggi più forti nella storia dell’opera lirica e nell’immaginario collettivo è l’incarnazione della femminilità e della seduzione. Bella e anticonformista, passionale e desiderata, sfida chiunque voglia sottometterla, usando il suo fascino e la sua personalità per ottenere tutto ciò che desidera. Mossa dall’amore per la libertà e l’indipendenza, resterà incondizionatamente fedele a se stessa anche se consapevole che questo la condurrà alla morte. Carmen è infatti una gitana, una zingara che crede nel destino che ha letto nelle carte, ma non esiterà a sfidare per l’ultima volta José, l’uomo che ha piegato al suo volere, costringendolo a cambiare vita e a seguirla pur sapendo che egli la ucciderà.
E così nella Carmen del Balletto di Milano il Destino assume un ruolo determinante, dominando la vicenda e svelandosi man mano attraverso i simboli delle carte: amore, tradimento, morte. Come tre sono i colori che indossa: bianco per l’amore, rosso per la passione, nero per la morte. Presenza costante, mette sulla strada della bella gitana don José prima ed Escamillo poi, le è accanto nel farle seguire il cuore, le svela la Morte imminente in un avvincente faccia a faccia sulle note dell’habanera.
Il celebre brano in cui Carmen appariva prima spavalda e seducente, la vede ora abbandonarsi nella braccia di colui che presto la porterà con sé. Bandito e assassino e poi vittima come nella novella o ingenuo soldato dell’opera che perde la testa fino all’autodistruzione? Don José è comunque folgorato da Carmen sin dal primo incontro. Per lei è stato degradato, è diventato disertore, brigante, assassino... Ossessionato dall’idea di perderla non ha esitazioni nell’ucciderla.
Come nell’opera, il torero Escamillo e Micaela sono gli altri interpreti principali di un balletto ricco di coreografie coinvolgenti: dagli appassionati pas de deux alle tante e vivaci danze d’assieme di gitani, soldati e sigaraie realizzate sulle stupende musiche di Georges Bizet, non solo tratte dall’omonima opera, ma anche dalle due Suites ricavate da Ernest Guiraud e dalla seconda Suite dall’Arlésienne. Sonorità che enfatizzano la vicenda e il clima d’energia e passione che si ritrova anche nell’allestimento in cui convivono tradizione e modernità.
Diretto dal 1998 da Carlo Pesta, il Balletto di Milano è tra le compagnie di danza di maggior prestigio in Italia, riconosciuta e sostenuta dal MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività culturali) e dal Comune. Eccezione fatta per il Teatro alla Scala, è l’unica compagnia di balletto stabile a Milano e in tutta la Lombardia ad avere un proprio teatro e un’attività internazionale. La linea artistica ha portato il Balletto di Milano a essere presente con tutti i suoi spettacoli nei maggiori teatri italiani ed esteri, fondazioni liriche e festival dove ottiene sempre successi di pubblico e critica unanimi. Compagnia versatile, il cui stile è apprezzato da un pubblico eterogeneo, vanta un ampio repertorio che spazia da grandi classici del repertorio alle rivisitazioni dei più celebri titoli della letteratura, proposti in un’armoniosa mescolanza di stili, fino a produzioni contemporanee che sottolineano l’alto livello che la contraddistingue.
Nella sua storia spiccano grandi e numerosissimi artisti: attualmente collaborano con il Balletto di Milano nomi della coreografia internazionale come Giorgio Madia e Teet Kask. Nel 2013 ha inaugurato il Teatro di Milano, la nuova sede dove organizza, oltre agli spettacoli, numerose iniziative volte alla diffusione della danza, tra cui la stagione di balletto per le scuole, incontri e seminari, mostre. Il Teatro di Milano è considerato tra i punti di riferimento cittadini per l’arte coreutica, musicale e di spettacolo dal vivo.




STORIA E MODERNITA’ NELLA PROPOSTA CULINARIA DI EXPO FOOD AND WINE

Dai moderni sapori di tendenza alla tradizione lilibetana con i vini marsalesi per le due serate curate dagli chef dell’accademia italiana di gastronomia

            Porta la firma di Peppe Agliano la cucina proposta per Expò Food and Wine che si svolge a Giarre questo weekend. Il brillante chef, marsalese d’adozione, sarà impegnato nella regia della parte culinaria che porterà il pubblico dell’evento alla scoperta dei più moderni sapori di tendenza alla tradizione lilibetana che incontra i prestigiosi vini marsalesi. Si comincia questa sera, venerdì 17, con il buffet gourmet dal tema “siciliano e tradizionale: più gusto per tutti, il bio e il gluten free passando per il vegan gourmet”, che si terrà nella suggestiva location del Palmento di Radicepura, una struttura creata per ospitare eventi e celebrare la natura. È stato creato appositamente un menù che vedrà, fra le novità, il Riso Gattopardo e la caponata di mandorle e cacao; portate che esprimono al meglio la filosofia di che Agliano sull’incontro fra la cucina storica siciliana con le evoluzioni contemporanee, senza allontanarsi dal territorio, nel rispetto delle materie prime.
            La squadra di collaboratori in cucina è composta da Rosario Guddo, Daniele Taormina, Diego Licari, in rappresentanza del territorio palermitano; Giuseppe Barbagallo e Carmelo Potestà, per il territorio di Catania. Inoltre daranno il loro supporto Roberta Pallota, Aic; e Gianni Lo Grasso e Giuseppe Russo di Colle Cesarò di Partinico, per la squadra di sala.
            La cena di sabato 19 sarà dedicata al territorio lilibetano e vedrà lo chef Peppe Agliano cimentarsi con i più estremi abbinamenti tra piatti salati e vino Marsala. A tavola, farà la sua presenza il maialino nero dei Nebrodi al cioccolato di Modica, singolare ricetta premiata e recensita dalla stampa gastronomica.
            Tutti gli eventi legati alla cucina saranno accompagnati dalla narrazione di Anna Martano, prefetto Sicilia dell’Accademia Siciliana di Enogastronomia, che arricchirà ogni ricetta con curiosità, poesia, cultura e ironia.


giovedì 16 novembre 2017

RAMAZZOTTI: domani esce in tutto il mondo "EROS DUETS", l'album che celebra i più importanti duetti della carriera dell'artista, pubblicato e distribuito da SONY MUSIC.

EROS RAMAZZOTTI
DOMANI ESCE EROS DUETS

L’album che celebra i più importanti duetti della carriera dell’artista

Domani, venerdì 17 novembre, esce in tutto il mondo, in formato cd e vinile, EROS DUETS(Sony Music Italy), l’album che celebra i più importanti duetti della carriera di EROS RAMAZZOTTI. Disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming, “EROS DUETScontiene 15 tra i brani più famosi di Eros Ramazzotti eseguiti con alcuni dei più importanti artisti internazionali e non: Tina Turner, Nicole Scherzinger, Giorgia, Anastacia, Ricky Martin, Cher, Andrea Bocelli, Carlos Santana, Patsy Kensit, Take 6, Ornella Vanoni, Antonella Bucci, Raf, Luciano Pavarotti e The Chieftains. Il tutto è arricchito da un booklet di 36 pagine.
La versione internazionale, a differenza di quella italiana, conterrà alcuni duetti in lingua spagnola.

Questa la tracklist della versione italiana dell’album: Cose della vita (Can’t stop thinking of you)”, Eros Ramazzotti & Tina Turner; “Fino all’estasi”, Eros Ramazzotti & Nicole Scherzinger; “Inevitabile, Eros Ramazzotti & Giorgia; “I belong to you (il ritmo della passione)”, Eros Ramazzotti & Anastacia; “Non siamo soli”, Eros Ramazzotti & Ricky Martin; “Più che puoi, Eros Ramazzotti & Cher; Musica è, Eros Ramazzotti & Andrea Bocelli; Fuoco nel fuoco, Eros Ramazzotti & Carlos Santana; “La luce buona delle stelle, Eros Ramazzotti & Patsy Kensit; Un attimo di pace, Eros Ramazzotti & Take6; “Solo un volo”, Eros Ramazzotti & Ornella Vanoni; Amarti è l’immenso per me, Eros Ramazzotti & Antonella Bucci; Anche tu, Eros Ramazzotti & Raf; Se bastasse una canzone, Eros Ramazzotti & Luciano Pavarotti; Un’emozione per sempre, Eros Ramazzotti & The Chieftains.


Notai, a Catania convegno nazionale su nuove funzioni della professione

LE NUOVE FUNZIONI DEL NOTAIO NELLA SOCIETÀ CHE CAMBIA”

Convegno nazionale organizzato dai Consigli di Catania e Caltagirone, e di Messina

CATANIA – “Le nuove funzioni del Notaio nella società che cambia”: è questo il fulcro tematico del convegno che si svolgerà sabato 18 novembre, nella sala congressi del Grand Hotel Baia Verde (Acicastello) a partire dalle 9.30. Un evento di respiro nazionale, organizzato dai Consigli Notarili di Catania e Caltagirone, e di Messina, che si svilupperà in due sessioni, mattutina e pomeridiana.
«Saranno approfonditi argomenti che riguardano l’attualità degli studi professionali – spiega il presidente dei Notai etnei Giuseppe Balestrazzi – la gestione dei conti correnti, la riforma del terzo settore, il ruolo della comunicazione, le sfide della concorrenza, nonché discipline a carattere tecnico. Interverranno numerosi colleghi, provenienti da diverse parti d’Italia, in qualità esperti in materia e di componenti delle Commissioni del Consiglio nazionale del Notariato».
I lavori saranno presieduti dal docente ordinario di Diritto Civile presso l’Università di Catania Giovanni di Rosa. Prenderanno parte al tavolo dei relatori i notai Melchiorre Macrì Pellizzeri, Gianluca Abbate, Carlo Saggio, Giovanni Liotta, Raffaele Trabace; il direttore della comunicazione del Notariato Massimiliano Levi; il dottore commercialista Nicola Forte; e l’avvocato Anselmo Barone.

FESTA DELL’ALBERO, CANCELLARE IL DEGRADO ATTRAVERSO LA BELLEZZA


Domenica 19 novembre 2017 ore 10, “Le Rocce” Capo Mazzarò (Taormina, ME)

FESTA DELL’ALBERO, CANCELLARE IL DEGRADO ATTRAVERSO LA BELLEZZA



Il Gruppo “Salviamo i Boschi” e la Fondazione Fiumara d’Arte
insieme per una giornata di Bellezza



Si invitano gli amici della natura, muniti di pettorina, cappellini, guanti

e sacco dell’immondizia, a partecipare alla Giornata dell’Albero. Durante l’evento gli studenti dell’I.C. Alcide De Gasperi di Aci San Antonio (CT) piantumeranno degli alberelli



Le Rocce è uno dei luoghi più suggestivi di Taormina, dimenticato per oltre 50 anni e concesso in comodato d’uso per 99 anni dalla Città Metropolitana di Messina alla Fondazione Antonio Presti - Fiumara d’Arte.

Oscurato da una politica cieca che lo ha fatto diventare emblema di spreco e di degrado, frutto di una responsabilità collettiva di dimenticanza e indolenza, il complesso Le Rocce rinascerà in nome della politica della bellezza, che vede nell’arte e nella riqualificazione del paesaggio la via per riconsegnare al pubblico quel luogo per troppo tempo negato. Il progetto della Fondazione Fiumara d’Arte prevede la creazione di percorsi artistici, culturali, turistici e ambientali, in sinergia con i Comuni del comprensorio. Questa famosa spina di verde che si affaccia sul mare, negli anni Cinquanta sarebbe dovuta diventare un marchio turistico di qualità per Taormina: è trascorso mezzo secolo e questo splendido paradiso tra cielo e terra non è altro che un sito abbandonato. In occasione della Giornata dell’Albero, verrà fatta una pulizia straordinaria del sito e verranno piantati alberi come simbolo di rinascita. Presenti in prima linea scuole e associazioni - guidati dal dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Alcide De Gasperi” di Aci San Antonio prof.ssa Silvana di Bella - la prof.ssa Valeria Aloi e una rappresentanza di alunni, il presidente del CAI di Acireale Paolo Falsaperla e il presidente del Katane Diving Club Fabio Lombardo. Si ringraziano il vivaio Quattrocchi di Mascalucia ed il Vivaio Leotta di Acireale per aver offerto gli alberelli che verranno piantumati. 



«Questa finestra che si affaccia sull’infinito – dichiara Antonio Presti – paradossalmente non si è fatta toccare per consegnarsi alla speculazione e al malaffare, si è difesa da intere generazioni, e noi la vorremmo riconsegnare a chi non ha potuto amare e condividere la bellezza di questo giardino incantato e a coloro che presto potranno finalmente scorgerla. E questo grazie all’impegno etico e sociale di tutti quelli che lavoreranno e mi aiuteranno per riconsegnarla alla collettività nella sua integrità morale».

Presti sottolinea l’importanza di una sinergia di gruppo tra le scuole, le associazioni e la Fondazione Fiumara d’Arte, una proposta culturale a scala territoriale che non vuole coinvolgere solo il sito Le Rocce ma anche i paesi del litorale ionico, della Valle dell’Alcantara, della Valle d’Agrò e del Parco dell’Etna: una rete che possa migliorare lo sviluppo del territorio. «Le Rocce – ribadisce Presti – costituisce un punto di partenza e volano turistico per avviare un concreto processo di crescita e sviluppo di tutti i comuni della fascia Ionica». La Fondazione Fiumara d’Arte è pertanto aperta ad eventi artistici/culturali proposti dal mondo dell’associazionismo, della scuola, dell’università, delle Proloco, delle istituzioni. Si invitano pertanto gli interessati a contattare la Fondazione per stabilire il nuovo calendario eventi che partirà da marzo 2018 (info@fondazionefiumaradarte.org). Il futuro del complesso Le Rocce immaginato dal mecenate, avrà un carattere collettivo, spirituale e visionario, in linea con molti dei suoi interventi e delle manifestazioni dell’ultimo trentennio nell’Isola (il parco Fiumara d’Arte, il museo-albergo Atelier sul Mare, la Porta della Bellezza, Il treno dei poeti, G37 Summit della poesia). Le Rocce diventeranno un villaggio turistico dove ogni cottage sarà affidata a un creativo (artista-architetto-designer-ingegnere) tramite un bando di concorso, che sarà pubblicato a breve, attraverso comunicato stampa, che stabilirà funzioni, forma e aspetto delle singole aree. «La grande sfida di Antonio Presti di fare rivivere questo straordinario sito - afferma il dott. Giuseppe Receputo fondatore del gruppo Salviamo i boschi – è stata accolta dal nostro gruppo con grande entusiasmo che vogliamo condividere con tutti gli amanti della Bellezza che vorranno sostenere l’iniziativa. Pertanto invito tutti gli interessati a portare guanti da giardinaggio e sacchi per contenere i rifiuti trovati lungo il promontorio. Alla fine dell’evento condivideremo insieme il pranzo a sacco. Il gruppo Salviamo i boschi ha il solo scopo di salvare quello che abbiamo ereditato dalle generazioni passate. Noi siamo ospiti in questo luogo meraviglioso che è la Terra, lo dobbiamo preservare e lasciare migliore alle generazioni future».












La Festa dell'albero è una delle più antiche cerimonie nate in ambito forestale e rappresenta la celebrazione che meglio dimostra, come il culto e il rispetto della natura affermino il progresso civile, sociale, ecologico ed economico di un popolo. Fin dai tempi più antichi, all'Albero e ai boschi veniva attribuita una grande importanza, e già nella primissima epoca romana gli alberi erano classificati in olimpici, monumentali, eroici, ferali, felici, infausti; i boschi erano suddivisi in sacri, divinizzanti e profani. Si può dire che i Romani, con le loro usanze ed i loro culti precorsero l'odierna festa degli alberi; questi erano tutelati e conservati anche per motivi legati alla religione ed era consuetudine consacrare i boschi al culto delle divinità dell'epoca. Con l'esempio di pubbliche piantagioni si volle poi insinuare nel popolo l'importanza della coltivazione degli alberi, imitando peraltro le usanze ancora più antiche dei greci e dei popoli orientali, presso i quali erano già diffuse la pratica dell'arboricoltura e dell'impianto di boschi. In epoca moderna la necessità di educare al rispetto ed all'amore degli alberi anche attraverso una celebrazione si concretizzò per la prima volta in alcuni stati del Nord America intorno alla seconda metà dell'Ottocento quando, in conseguenza di spaventose inondazioni, larga parte del territorio fu colpita da disastrosi disboscamenti. Per questo motivo, nel 1872, il Governatore dello Stato del Nebraska, Sterling Morton, pensò di dedicare un giorno all'anno alla piantagione di alberi per creare una coscienza ecologica nella popolazione e per accrescere, così, anche il patrimonio forestale del proprio paese. Quel giorno fu chiamato Arbor day e la sua risonanza giunse anche in Europa dove trovò molti estimatori che diffusero l'iniziativa. In Italia la prima Festa dell'albero fu celebrata nel 1898 per iniziativa dello statista Guido Baccelli, allora ministro della Pubblica Istruzione. Nella legge forestale del 1923, essa fu istituzionalizzata nell'art. 104 che recita: "È istituita la Festa degli alberi. Essa sarà celebrata ogni anno nelle forme che saranno stabilite di accordo fra i ministri dell'Economia Nazionale e dell'Istruzione Pubblica" con lo scopo di infondere nei giovani il rispetto e l'amore per la natura e per la difesa degli alberi. Nel 1951 una circolare del ministero dell'Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la "Festa degli alberi" si dovesse svolgere il 21 novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna. La "Festa degli Alberi, oggi, mantiene inalterato il valore delle sue finalità istitutive che sono ancor più attuali di un secolo fa e rappresenta un importante strumento per creare una sana coscienza ecologica nelle generazioni future che si troveranno ad affrontare problemi ed emergenze ambientali sempre nuovi e su scala globale.