giovedì 30 luglio 2015

MAX GAZZÈ DOMENICA 16 AGOSTO A ZAFFERANA

MAX GAZZÈ riprende le fila del suo percorso solista. E mentre già è in studio a scrivere il suo prossimo album di inediti, riparte in tour: attraverserà l'Italia “COAST TO COAST”, con un live anche a Zafferana Etnea (Catania), all’interno della rassegna estiva ETNA IN SCENA, organizzata da Musica e Suoni e il Comune di Zafferana.
On stage con gli stessi musicisti che lo accompagnano ormai da anni, quelli che sono attualmente in studio con lui: Giorgio Baldi alle chitarre, Clemente Ferrari ai tasti bianchi e neri, Cristiano Micalizzi alla batteria e Max 'Dedo' De Domenico agli sarà strumenti a fiato.
Max Gazzè è un artista eclettico, poliedrico (a dir poco!): dal forte d'impatto live e con una spiccata indole del musicista, motivi che portano l’artista ad non allontanarsi mai troppo dai concerti e dal suo pubblico.
 
 
 
MAX GAZZE’ - Romano di nascita, europeo di adozione, Max Gazzè adolescente si trasferisce in Belgio, dove frequenta la Scuola europea, si dedica al basso elettrico e si esibisce con diversi gruppi nei locali di Bruxelles. Per cinque anni è bassista, arrangiatore e coautore dei "4 Play 4", formazione inglese di Northern Soul. Con il gruppo si trasferisce, poi, nel Sud della Francia, dove lavora anche come produttore artistico per la casa di produzione americana "D.P.I" (Darius production inc.). Rientrato a Roma nel 1992, si dedica alla sperimentazione nel suo studio di registrazione, mentre compone colonne sonore ed inizia a collaborare con artisti come Alex Britti, Niccolò Fabi e Daniele Silvestri.
Tra il 1994 e il 1995 lavora alla realizzazione del primo album "CONTRO UN’ONDA DEL MARE", che pubblica nel 1996 e presenta in versione acustica nel tour di Franco Battiato. L’album, che inaugura il sodalizio con la Virgin Records, si fa presto notare dalla critica. Nel 1997 esce il singolo “Cara Valentina”. Nel 1998 la sua “Vento d'estate”, cantata con Niccolò Fabi, vince "Un disco per l'estate". I due singoli anticipano il secondo album, "LA FAVOLA DI ADAMO ED EVA". Nel 1999 è in concorso al Festival di Sanremo con “Una musica può fare”. Nel 2000 pubblica il terzo album, “MAX GAZZÈ”. Il cantante-bassista-compositore ha perfezionato il suo stile, come appare chiaro dal primo singolo tratto dall’album, “Il timido ubriaco”, con il quale si presenta sul palco del Festival di Sanremo. Nel 2001 esce il quarto album "OGNUNO FA QUELLO CHE GLI PARE", che presenta una varietà di soluzioni sonore frutto anche di numerose collaborazioni: le scopriamo nel country divertito de “Il debole fra i due”, cantato con Paola Turci, e ne “Il motore degli eventi”, duetto con Carmen Consoli, coproduttrice del pezzo. Gli anni tra il 2001 e il 2003 sono caratterizzati da un’intensa attività live. L’album "UN GIORNO", contenente i singoli “Annina” e “La nostra vita nuova”, esce nel 2004. Nel 2005 esce per Emi Music la raccolta "MAX GAZZÈ – RADUNI 1995-2005", contenente anche 4 inediti.
In seguito, nell'attività di Gazzè si segnalano ancora tante collaborazioni con l’amico Daniele Silvestri – per il quale suona in moltissime canzoni del suo disco “Il latitante” – e, dal luglio 2007, assieme alle colleghe cantautrici romane Paola Turci e Marina Rei, anche il tour “DI COMUNE ACCORDO”. Sempre nel 2007 la EMI pubblica un'altra raccolta: “THE BEST OF PLATINUM”. Nel 2008 partecipa al Festival di Sanremo con “Il solito sesso”, che riscuote ottimi consensi di critica e pubblico ed esce il nuovo album di inediti “TRA L'ARATRO E LA RADIO”.
I primi mesi del 2010 lo vedono debuttare come attore nella produzione cinematografica di Rocco Papaleo dal titolo “BASILICATA COAST TO COAST”. Per il film compone con Gimmi Santucci la canzone “Mentre dormi”, inclusa nella colonna sonora.
Nel 2010 cambia casa discografica, si unisce alla Universal e pubblica il nuovo aIbum di inediti ”QUINDI?”, che debutta nella Top Ten dei dischi più venduti in Italia. Il singolo “Mentre dormi” viene premiato come "Miglior canzone originale" ai David di Donatello 2011. Nel 2011 Max presenta al suo pubblico “L'UOMO SINFONICO”, il nuovo progetto con la “Filarmonica Arturo Toscanini” di Parma.
Nel 2013 partecipa al Festival di Sanremo con “Sotto casa” e “I tuoi maledettissimi impegni”, dall’album “SOTTO CASA”. Il disco esce su etichetta Virgin e contiene 10 brani inediti. A pochi mesi dall’uscita del singolo “Sotto casa”, ottiene la certificazione Digital Download d’Oro (fonte GFK/FIMI). Dopo Sanremo, parte subito con l’“EUROPEAN LIVE CLUB TOUR”, che da Berlino a Bologna, passando per Bruxelles, Londra, Parigi e Barcellona, registra il “sold out”. Fa lo stesso col “live” estivo, il “SOTTO CASA TOUR”, che fa tappa nei teatri delle principali città italiane, riscuotendo ovunque successi di pubblico e consensi di critica.
Nel 2014 si concretizza un progetto nato idealmente vent'anni prima: con gli amici Niccolò Fabi e Daniele Silvestri pubblica l'album di inediti “Il padrone della Festa(Universal Music/Sony Music) (disco di platino a pochi giorni dall'uscita) e parte in trio per un tour europeo sold out; tornati in Italia, i tre partono per un nuovo tour nei palasport, che registra anch'esso il tutto esaurito. Nell'aprile 2015 esce "Il padrone della festa - live"(Universal Music/Sony Music), un cofanetto (2 cd + 2 dvd)  contenente materiali esclusivi e inediti: il racconto in musica e immagini di un anno particolarmente intenso, un lungo percorso nato con un viaggio in Africa e che con le undici date europee e i quattordici concerti nei palasport ha portato i tre artisti a vivere innumerevoli esperienze, grandi e piccol
 
 

RENZO ARBORE L’ORCHESTRA ITALIANA

 
 
Con ironia e delicatezza, Renzo Arbore sa come scatenare il suo pubblico. Lo ha fatto dovunque nel mondo con l’Orchestra Italiana. E’ uscito nel 2014 “… e pensare che dovevo fare il dentista…” la "summa" di alcune performance edite e inedite nei maggiori teatri, piazze e auditorium d’Italia e del mondo, che testimoniano sia l’attività di Renzo Arbore solista che in compagnia di amici “sintonici” che gli hanno concesso il privilegio di cantare e suonare con lui.
E' una collezione di performance che Renzo Arbore L’Orchestra Italiana porterà al TEATRO DI VERDURA DI PALERMO VENERDI’ 28 AGOSTO (ORE 21.30): “La scaletta del concerto – spiega Renzo Arbore coniuga il nuovo e l’antico suono di Napoli: voci e cori appassionati, girandole di assoli strumentali, un’altalena di emozioni sprigionate dalle melodie della musica napoletana che evocano albe e tramonti, feste al sole e serenate notturne, gioie e pene d’amore”. “Al suono di “Reginella”, ad esempio - aggiunge lo showman - vedo il pubblico (di tutto il mondo) cantarne a squarciagola il ritornello di questo celebre brano e, magicamente, farsi trasportare proprio là (a Napoli) nella terra da dove quelle emozioni sono partite”.
 
Lo showman italiano più conosciuto nel mondo gira ininterrottamente con la sua Orchestra, da un’estremità all’altra, agli Stati Uniti alla Cina, dal Messico al Canada con innumerevoli concerti acclamatissimi ovunque in un clima da record. In questi anni Arbore - facendo presa sul pubblico di qualsiasi latitudine - ha ottenuto tantissimi premi e riconoscimenti, quantità di spettatori, cifre da “capogiro” che hanno premiato lo spirito assolutamente travolgente e contagioso dell’artista.
Renzo Arbore L’Orchestra Italiana approda, accolta sempre con un entusiasmo senza pari, in molti dei più prestigiosi teatri d’Italia e del resto del mondo: New York, Londra, Parigi, Mosca, Tokyo, Caracas, Buenos Aires, San Paolo, Rio de Janeiro, Toronto, Montreal, Sidney, Melbourne, Pechino, Shanghai…e addirittura in questi ultimi anni sembrerebbe essersi rafforzato il ruolo per così dire “istituzionale” dell’Orchestra Italiana con Arbore ormai diffusamente riconosciuto come autentico “ambasciatore” della musica e della cultura “italiana” nel mondo.
 
Renzo Arbore è circondato da 15 talentuosi musicisti: “…all stars” come ama definirli egli stesso, tra i quali spiccano l’appassionato canto di Gianni Conte, la seducente voce di Barbara Buonaiuto, quella ironica di Mariano Caiano e i virtuosismi vocali e ritmici di Giovanni Imparato. E poi ancora: la direzione orchestrale e il pianoforte di Massimo Volpe, le chitarre di Michele Montefusco, Paolo Termini e Nicola Cantatore, le percussioni di Peppe Sannino, la batteria di Roberto Ciscognetti, il basso di Massimo Cecchetti e, dulcis in fundo, gli struggenti e festosi mandolini di Nunzio Reina e Salvatore Esposito.
Il tour di Renzo Arbore L’Orchestra Italiana è prodotto dalla “Gazebo Giallo” e dalla “Galileo Galilei Production Tv Srl”. RTL 102.5  è media partner ufficiale dell’evento. Ufficio stampa e comunicazione Daniele Mignardi Promopressagency
 
 

Al Teatro Antico di Taormina dal 1 al 14 agosto "La trilogia di Siviglia"

 
 
TAORMINA – Un autentico trionfo per la sigaraia ribelle. È stata la Carmen di Bizet ad anticipare in luglio al Teatro Antico la programmazione operistica che sarà allestita in agosto dal Festival Euro Mediterraneo in collaborazione con la sezione “Musica e danza” di Taormina Arte, di cui è direttore artistico Enrico Castiglione, regista e scenografo di fama internazionale, La manifestazione, che si svolgerà dal 1 al 14 agosto, è ormai consolidata a livello internazionale come una delle più importanti e di successo, grazie alla qualità delle produzioni e al prestigio degli artisti. Il programma è stato presentato giovedì 30 luglio in conferenza stampa alla presenza del Sindaco di Taormina Eligio Giardina, del maestro Enrico Castiglione, dell'assessore Giuseppa Raneri, del rinomato tour operator Mario Bevacqua e del cast artistico delle tre opere.

Carmen è stata anticipata il 15 luglio, per poi essere replicata in numerose recite ad agosto, in un nuovo allestimento per consentire la trasmissione mondovisione in diretta via satellite in oltre trecento sale cinematografiche di ben trentasei paesi. Un autentico evento multimediale, l’unico spettacolo lirico dell’estate ripreso e trasmesso nei cinema in diretta via satellite nei vari continenti, come avviene a Taormina fin dal 2011, con le produzioni di Castiglione, il solo in Italia a creare film d’opera in diretta realizzandone contemporaneamente la regia teatrale, le scene e la regia cinematografica. 

Grazie all'impegno della Fondazione Taormina Festival e del Festival Euro Mediterraneo, in collaborazione con Taormina Arte, il Teatro Antico offre ogni estate un cartellone originale e soprattutto esclusivo, con inediti allestimenti concepiti, disegnati e realizzati appositamente per la cavea più suggestiva dell’età classica. Programmazione lirica che a Taormina porta il marchio distintivo del maestro Enrico Castiglione, applaudito in tutto il mondo, sia per le messinscene teatrali, sia per il taglio prettamente cinematografico delle regie televisive, nonché scenografo che proprio nella perla dello Jonio ha abituato il pubblico a produzioni spettacolari. Al suo fianco la raffinata costumista Sonia Cammarata, compagna di lavoro e di vita, con la quale forma da anni un tandem artistico di particolare successo.

L’opera di Bizet inaugura al Teatro Antico di Taormina una terna di titoli tutta all’insegna della Città di Siviglia, proponendo contemporaneamente i più importanti capolavori operistici ambientati nella capitale andalusa. Ovvero "La Trilogia di Siviglia": Carmen (1, 7, 10, 13 agosto), Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart (4, 9 e 12 agosto) e Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini (8, 11 e 14 agosto), nuove produzioni che si avvarranno di cast di alta qualità. Il sindaco di Taormina, Presidente del Comitato Taormina Arte, Eligio Giardina, nel ringraziare nel corso della conferenza stampa il Maestro Enrico Castiglione per il lavoro fin qui svolto, ha sottolineato l’importanza che le opere liriche di qualità ricoprono nei flussi turistici verso Taormina e in modo particolare quando si riesce ad annunciare il programma con un anno di anticipo. Giardina ha voluto anche ricordare la particolarità del momento che Taormina Arte sta attraversando nell’imminente trasformazione da Comitato a Fondazione. Di rilievo anche l'intervento di Mario Bevacqua, il quale ha evidenziato la fondamentale portata turistica della manifestazione, annunciando che, in collaborazione con il Festival Euro Mediterraneo, la Trim Travel sconterà l’intero biglietto di ingresso ad una delle opere della “Trilogia di Siviglia” a chi acquisterà entro il 31 agosto il pacchetto speciale "dalla Sicilia all'Expo".

Perché una trilogia sivigliana? «Il carattere spagnolo – spiega Enrico Castiglione - è predominante, ma certamente ciò che mi affascina di ogni opera è la possibilità di rappresentare il sentimento dell’Amore sotto diverse sfaccettature, tutte diverse e antitetiche tra loro, pur imprigionate dalla passione fine a se stessa e dalla spasmodica ricerca del piacere. L’amore in Carmen è effimero, come effimero è il gesto da cui si manifesta, con Carmen che getta la rosa ai piedi di Don José scegliendolo davanti ad un’intera piazza di sigaraie, di popolani e di soldati. Un sentimento superficiale che in Carmen diviene tragedia perché si trasforma in gelosia, in possesso, in morte, annientando l’unico amore vero che è rappresentato nell’opera da Micaela nei confronti di Don José. In Don Giovanni abbiamo la massima esaltazione della ricerca del piacere attraverso l’inganno e la sopraffazione del potere, che il Burlador esercita per conquistare le sue prede per poi subito dopo abbandonarle nella loro disperazione, perché prontamente attratto da una nuova preda; così come Zerlina dimostra solo opportunismo e Donna Elvira il desiderio di vendetta per il proprio orgoglio. Ed infine l’amore tenace e a lieto fine del Barbiere di Siviglia, che completa questa trilogia a Taormina, un amore che trova compiutezza». 

 

CARMEN

Per Enrico Castiglione non è il primo allestimento di Carmen, che ha debuttato al Teatro Amazonas, a Manaus, in Brasile, in occasione dei mondiali di calcio dello scorso anno, ma si tratta della prima volta al Teatro Antico di Taormina. Di rilievo si annuncia anche il cast musicale. Nel ruolo del titolo il mezzosoprano russo Elena Maximova che, grazie alla splendida vocalità e all’indubbio fascino, ha conquistato i maggiori teatri del mondo, soprattutto nelle vesti seducenti della fiera e fatale sigaraia. Protagonista della mondovisione del 15 luglio, la Maximova effettuerà anche la recita del 13 agosto, nelle altre si esibirà il rinomato mezzosoprano Alessandra Volpe (1, 7, 10 agosto). Anche gli altri ruoli principali saranno rivestiti da cantanti del grande circuito lirico internazionale. Nel personaggio di Don José si alternano i tenori Giancarlo Monsalve (già in scena il 15 luglio, e ancora il 10 e 13 agosto) e Warren Mok (1 e 7 agosto), in quello di Escamillo i baritoni Michael Bachtadze (dopo il 15 luglio torna il 10 e 13 agosto) e Sun Li (1 e 7 agosto). Nelle vesti di Micaela, si succederanno i soprani Bing Bing Wang (1 e 7 agosto) e Daniela Carvalho (10 e 13 agosto). In scena ancora il basso Gianluca Lentini (Zuniga), il baritono Giovanni di Mare (Morales), il mezzosoprano Irene Molinari (Mercedes), il soprano Madina Kabeli (Frasquita), i tenori Federico Cavarzan (Dancairo) e Giuseppe Distefano (Remendabo). 

L’Orchestra Sinfonica Taormina Opera Festival è diretta da Myron Michailidis, uno dei principali direttori d’orchestra greci, che proprio prima di arrivare a Taormina ha diretto Carmen al Teatro di Erode Attico ad Atene. Il Coro Lirico Siciliano è istruito da Francesco Costa. Il corpo di ballo danza sulle coreografie di Sarah Lanza. Il Coro di voci bianche "Progetto suono" di Messina è diretto da Agnese Carrubba. 

Seguendo una tradizione iniziata da Enrico Castiglione ormai sei anni fa, Carmen è la sesta opera che il regista e scenografo realizza al Teatro Antico di Taormina per la trasmissione via satellite in diretta nei cinema in Europa ed America (e successivamente negli altri continenti) e in differita su RAI 5 e Rai 1. Dopo il successo di Nabucco nel 2011, Norma nel 2012 (con la quale la RAI ha tra l’altro inaugurato le trasmissioni in digitale in Sicilia), Rigoletto nel 2013 (con record di ascolti su RAI 5 e di spettatori nei cinema), Cavalleria rusticana e Pagliacci nel 2014, la Carmen del prossimo 15 luglio sarà trasmessa in oltre trenta paesi. 

Mentre il pubblico presente al Teatro Antico assisteva dal vivo allo spettacolo, Enrico Castiglione dal pullman regia in alta definizione mandava la sua regia cinematografica nelle sale di Francia, Spagna, Cipro, Slovacchia, Irlanda, Belgio, Polonia, Svizzera, Inghilterra, Portogallo, Stati Uniti, Lussemburgo, Lettonia, Grecia e così via. È un vero e proprio film quello che Enrico Castiglione ha realizzato in diretta e che in Italia è stato visto sugli schermi dei 36 cinema di The Space, con ampio dispiegamento di forze, trasformando il Teatro Antico di Taormina in una sorta di set cinematografico, con ben 12 camere in alta definizione e suono dolby surround.

Per questa nuova produzione, Castiglione ha concepito una scenografia di migliaia di mattoni che, come le passioni e i sentimenti, mutano posizione di scena in scena, «in un gioco geometrico che rispecchia – come lui stesso ha dichiarato – la mutevolezza dell’animo umano, rappresentato in primis da Carmen che s’innamora di Don José senza amare, in una dimensione effimera che la condurrà presto ad innamorarsi di un altro uomo e di restare vittima della gelosia… e come i sentimenti e le passioni possono cambiare, ecco che anche l’immensa scenografia costruita a Taormina cambierà sotto gli occhi degli spettatori con una semplicità ma anche con una consistenza che spero possa emozionare, al pari della meravigliosa musica di Georges Bizet».

Per questa Carmen, Sonia Cammarata ha ricreato costumi d’epoca molto raffinati: «Ho cercato di disegnare figurini pieni di verità. Di quella verità che è intrinseca agli stessi personaggi che li indossano: i gitani e i popolani, i cavalieri e le sigaraie. Per rendere appieno un dramma che è prima di tutto profondamente interiore, ma anche corale, fino ad esplodere nella tragedia».

 

DON GIOVANNI

            Enrico Castiglione torna a Don Giovanni (4, 9, 12 agosto, ore 21.30) dopo aver riletto in teatro molte volte il capolavoro mozartiano. E lo propone a Taormina, dove non era mai stato rappresentato, con un allestimento inedito, pensato esclusivamente per il palcoscenico del Teatro Antico, con nuovi costumi che esaltano il fregio seicentesco, disegnati e costruiti da Sonia Cammarata nel proprio laboratorio. 

In scena, in un’immensa scacchiera, i personaggi saranno condotti in una sorta di grande partita a scacchi, dove i desideri, i sentimenti, le passioni si rincoreranno per fondersi e separarsi, per intrecciarsi e per allontanarsi: all’insegna dell’inganno, della seduzione fine a se stessa, nella totale mancanza di amore che condurrà alla morte, ovvero allo scacco matto del protagonista, il cavaliere Don Giovanni. Al Teatro Antico di Taormina andrà quindi in scena il libertino per antonomasia in una nuova lettura del regista e scenografo romano, che già ha avuto con Don Giovanni un successo internazionale con l'edizione rappresentata nel 2001 al Teatro Argentina di Roma (con Renato Bruson, Amarilli Nizza, Luca Canonici, Stefano De Peppo, la direzione d’orchestra di Michael Halazh), di cui rimane la versione video tante volte trasmessa dalla RAI e dalle principali reti televisive internazionali.

Questo il cast internazionale di autentici specialisti mozartiani che animerà l’edizione taorminese: Don Giovanni sarà interpretato dal basso-baritono greco Iconomou Panajotis, il Commendatore dal basso José Antonio Garcia, nel ruolo di Donna Anna si alterneranno i soprani Chiara Taigi (4, 9 agosto) ed Elena Borin (12 agosto), Don Ottavio sarà il tenore Filippo Pina Castiglioni, nelle vesti di Donna Elvira si esibiranno i soprani Adriana Damato (4, 9 agosto) e Tian Hui (12 agosto), Leporello sarà il basso Noé Colin, Masetto il basso Daniele Piscopo, Zerlina il mezzosoprano Marina Ziatkova. Coro, Corpo di ballo e Orchestra del Festival Euro Mediterraneo diretti da Stefano Romani. Regia e scene di Enrico Castiglione, costumi di Sonia Cammarata.

 

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Ultimo titolo della trilogia sivigliana è Il barbiere di Siviglia (8, 11, 14 agosto ore 21.30) di Gioachino Rossini, che arriva in scena per la prima volta al Teatro Antico. Nel prestigioso cast vocale troviamo il tenore Filippo Pina Castiglioni (il Conte Almaviva), il baritono Marcello Lippi (don Bartolo), il mezzosoprano Irene Molinari (Rosina), il baritono Daniel Ochoa (Figaro), il basso Giovanni Di Mare (Don Basilio). E ancora Emanuela Grassi (Berta) e Danilo Bartolini (Fiorello). Coro e Orchestra del Festival Euro Mediterraneo diretti da Giovanni Ferrauto. Regia e scene di Enrico Castiglione, costumi di Sonia Cammarata. 

Nella creativa lettura di Enrico Castiglione, la vicenda si svolgerà in un’ambientazione davvero insolita: «Il barbiere di Siviglia è un’altra opera meravigliosa che sono sicuro avrà un riscontro enorme a Taormina, non meno delle altre due. La mia messinscena ricrea e rievoca una grande galleria d’arte, all’interno della quale, di quadro in quadro, di cornice in cornice, i personaggi muoveranno i propri passi e creeranno spassosi "tableaux". Ma non voglio svelare oltre, ci saranno molte sorprese; perché l’opera deve affascinare con la voce e la recitazione, ma deve anche stupire con l’ambientazione e lasciare al pubblico emozioni forti ed originalissime».

ABBONAMENTI VANTAGGIOSI

La corsa all'acquisto dei biglietti è scattata da mesi ed è possibile trovare sul circuito Box Office Sicilia un'offerta imperdibile: l’abbonamento per assistere a tutte e tre le opere in cartellone (95€ gradinata numerata, 50 € gradinata non numerata). 

I pacchetti in abbonamento prevedono le seguenti combinazioni di date: 7-8-9 agosto (Carmen, Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni); 8-9-10 agosto (Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni, Carmen); 9-10-11 agosto (Don Giovanni, Carmen, Il barbiere di Siviglia); 10-11-12 agosto (Carmen, Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni); 11-12-13 agosto (Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni, Carmen); 12-13-14 agosto (Don Giovanni, Carmen, Il barbiere di Siviglia). 

A questo link le indicazioni sui pacchetti: 






Infoline: +393474984540

 

 

mercoledì 29 luglio 2015

“La trilogia di Siviglia”: così Enrico Castiglione si prepara anche quest’anno a conquistare Taormina con la grande lirica


“La trilogia di Siviglia”: così Enrico Castiglione si prepara 

anche quest’anno a conquistare Taormina con la grande lirica

 

TAORMINA - «Immaginiamo un tripudio di ventagli e mantiglie, gonne fluttuanti in una sensuale habanera, corride eccitanti, amori fatali, serenate notturne e seduzioni a tutte le ore. Siamo a Siviglia, città passionale ed esotica». Così Enrico Castiglione evoca la città andalusa, scenario ideale di tre capolavori operistici che il celebre regista e scenografo ha voluto accomunare nella stagione estiva che il Festival Euro Mediterraneo allestirà al Teatro Antico per la sezione Musica e Danza di Taormina Arte. 

Nasce così il progetto “La trilogia di Siviglia” che dall’1 al 14 in agosto vedrà in scena “Carmen” di Bizet, “Il barbiere di Siviglia” di Rossini, “Don Giovanni” di Mozart: una programmazione intrecciata, per consentire a residenti e turisti di prenotare pacchetti articolati e completi. Concepiti per la cavea classica, gli spettacoli firmati dall’artista romano di origini etnee riscuotono dal 2007 uno strabiliante successo, condiviso con la raffinata costumista palermitana Sonia Cammarata, sua compagna anche nella vita.

Incontriamo Enrico Castiglione nell’incanto della cavea classica, dove alterna a ritmo serrato le prove di “Barbiere” e “Don Giovanni”, come impone l’intensa attività che lo vede impegnato in tutti i continenti, dall’Europa alle Americhe all’Estremo Oriente. Per fortuna le prove di “Carmen” sono già archiviate, anzi “sbocciate” nella recita fuori calendario, anticipata il 15 luglio, data obbligata in vista del collegamento satellitare necessario per permettere la trasmissione in diretta mondovisione nei cinema. E migliaia di cinespettatori in Europa e oltreoceano si sono sommati al tutto esaurito del pubblico confluito al Teatro Antico per decretare il pieno successo dell’operazione.

 

Carmen la sigaraia libertaria, Figaro il barbiere factotum, Don Juan El Burlador: le loro gesta - nelle opere liriche, e prima ancora nelle fonti letterarie – hanno come sfondo comune la città di Siviglia. Ma diversi da un testo all’altro sono i contesti, le storie, i personaggi, le epoche, le ragioni drammatiche e musicali. Perché una trilogia sivigliana? come farà emergere affinità e differenze? 

«Se il carattere spagnolo è predominante, ciò che mi affascina di ognuna di queste opere è la possibilità di rappresentare il sentimento dell’Amore sotto diverse sfaccettature, tutte antitetiche tra loro, specie se imprigionate nelle spire della passione fine a se stessa, della spasmodica ricerca del piacere. L’amore in Carmen è effimero, come effimero è il gesto da cui si manifesta, quando la protagonista getta la rosa ai piedi di Don José, scegliendolo platealmente davanti ad una piazza di sigaraie, popolani e soldati. Una storia che diviene tragedia perché si trasforma in gelosia, in possesso, in morte, annientando l’unico amore autentico, che nell’opera è rappresentato dal sentimento di Micaela nei confronti di Don José. In Don Giovanni abbiamo invece la massima esaltazione della ricerca del piacere, perseguita attraverso l’inganno e la sopraffazione del potere, che il cavaliere esercita per conquistare le sue prede e subito dopo abbandonarle nella disperazione, prontamente attratto da una nuova preda. C’è infine l’amore giovane, tenace e a lieto fine del Barbiere di Siviglia, anche se il sequel delle Nozze di Figaro fa meditare sulla stabilità sentimentale: ma questa è tutta un’altra storia».

 

I suoi allestimenti lirici hanno uno spiccato taglio cinematografico che li rende particolarmente attraenti. Vanno perciò a ruba anche i video, mentre i network televisivi (Rai, Sky) se li contendono e li programmano a lungo. Anche le dirette dal Teatro Antico nei cinema in tutto il mondo hanno fatto registrare numeri da capogiro: quest’anno è toccato alla seducente “Carmen”. Quanto la affascina regia televisiva rispetto a quella teatrale? Le riproduzioni in video minacciano o promuovono lo spettacolo dal vivo?

«Amo il teatro musicale e la mia formazione mi consente di disegnare la scenografia e affrontare simultaneamente regia teatrale e televisiva, per fare un prodotto artistico unico nel suo genere. Il trionfo di “Carmen” è eloquente. Questa è la strada per garantire un futuro alla lirica. Lo spettacolo dal vivo, la trasmissione in diretta mondovisione, le registrazioni sono tutte vie maestre che accendono la passione per il melodramma. Lo spettatore che va a teatro è lo stesso che ascolta musica in casa, che acquista e scarica cd e video, e ha addirittura riscoperto il vinile …».

 

Analizziamo la sua visione di queste tre opere, cominciamo dalla tragica “Carmen”.

«Per questo nuova produzione ho concepito una scenografia di migliaia di mattoni che, come le passioni e i sentimenti, mutano posizione di scena in scena: un gioco geometrico che rispecchia la mutevolezza dell’animo umano, rappresentato in primis da Carmen che s’innamora di Don José senza amarlo davvero, in una situazione conflittuale che la condurrà presto ad innamorarsi di un altro uomo e restare vittima della gelosia… E come i sentimenti possono cambiare, ecco che anche l’immensa scenografia costruita per Taormina cambierà sotto gli occhi degli spettatori, con un impatto che spero possa emozionare, al pari della musica di Bizet».

 

Tragico è pure “Don Giovanni”: ha scelto una lettura più settecentesca o più demoniaca?

«L’una non esclude l’altra. M’interessa fare emergere la proteiforme valenza del personaggio: la lucidità illuministica che ne fa un dominatore, la dipendenza dal piacere che lo porterà alla rovina, la tracotanza che gli impedirà il pentimento. È un’opera che ho avuto modo di approfondire in diverse produzioni. La metto in scena a Taormina per la prima volta con un allestimento inedito, pensato esclusivamente per il palcoscenico del Teatro Antico, con nuovi costumi che esaltano il fregio seicentesco, disegnati e costruiti da Sonia Cammarata nel proprio laboratorio. In scena, in un’immensa scacchiera, i personaggi saranno condotti a giocare un’inquietante partita a scacchi, su cui i desideri, i sentimenti, le passioni si rincoreranno per fondersi, intrecciarsi, allontanarsi. Un gioco al massacro, all’insegna dell’inganno, della seduzione fine a se stessa, nella totale mancanza di vero amore, che condurrà alla morte, ovvero allo scacco matto del protagonista.»

 

E come premerà il pedale della comicità che rende irresistibile “Il barbiere”?

«Ecco un’altra opera meravigliosa che sono sicuro avrà un riscontro enorme a Taormina, non meno delle altre due. La mia messinscena si animerà in una ambientazione davvero insolita, che rievoca una galleria d’arte, all’interno della quale, di quadro in quadro, di cornice in cornice, i personaggi muoveranno i propri passi e creeranno spassosi "tableaux". Ma non voglio svelare oltre, ci saranno molte sorprese; perché l’opera deve affascinare con la voce e la recitazione, ma deve anche stupire con la scenografia e lasciare al pubblico emozioni forti ed originalissime».

J-AX, IN CONCERTO A PALERMO E CATANIA



J-AX in concerto, doppia data a Palermo il 7 agosto a Castello a Mare (Palermo) e a Catania (Villa Bellini) l’8 agosto. Il grande successo senza sosta del “Il bello d’esser brutti TOUR”, vedrà il rapper italiano prima ospite del FestivaL Porto d’Arte - in un luogo recuperato con un intervento di riqualificazione urbano-portuale - e l’indomani protagonista a Catania per l’attesissimo live nella suggestiva location del Giardino Bellini, tra gli appuntamenti musicali dell’estate catanese. IL BELLO D’ESSERE BRUTTI | A soli quattro mesi dall’uscita “Il bello d'esser brutti”, l’ultimo album di J-Ax, è stato certificato dalla FIMI “Doppio Disco di Platino” per le oltre 100mila copie vendute. Il disco del rapper è stato presente per ben 15 settimane nella top ten della classifica stilata ogni sette giorni dalla Federazione Industria Musicale Italiana. Intanto “Maria Salvador”, il suo singolo in duetto con Il Cile, conta milioni di visualizzazioni sul canale ufficiale di YouTube. Alessandro Aleotti, meglio conosciuto con lo pseudonimo di J-Ax (Milano, 5 agosto 1972), è un rapper, cantautore e produttore discografico italiano, noto per essere stato membro del gruppo musicale rap Articolo 31 insieme a DJ Jad nei primi anni novanta. È il fratello maggiore di Luca Aleotti, ex-componente dei Gemelli DiVersi. Per alcuni mesi ha preso parte al progetto Due di Picche, poi accantonato, assieme a Neffa. Nel corso dei primi anni 2000, J-Ax ha abbandonato sempre di più lo stile rap per abbracciare uno stile più tendente al pop, pur rimanendo legato alle sue radici. Alessandro Aleotti ha iniziato a scrivere testi rap e a cimentarsi nel freestyle giovanissimo, assumendo contestualmente lo pseudonimo di J-Ax, che deriva propriamente dall'abbreviazione di Joker (J), Alex (Ax) (Joker è il nome del suo "cattivo" preferito, Alex ovviamente l'abbreviazione del suo nome).[2] Con gli Articolo 31 è stato uno dei primi rapper a realizzare un disco hip hop in lingua italiana. La prima testimonianza registrata della sua voce risale al 1992, anno in cui collabora allo spot della Fiat Uno Rap Up. Nel 1992 esce il primo singolo del gruppo, Nato per rappare/6 quello che 6, seguito nel 1993 dall'album Strade di città. Proprio all'uscita del primo album è legato un divertente aneddoto, che J-Ax ha raccontato nel suo libro I pensieri di nessuno. Il primo DJ che ha passato in radio un suo pezzo è stato Albertino di Radio Deejay, amico di J-Ax. Nel libro, J-Ax racconta di quando, mentre era al lavoro dopo due giorni dall'uscita di Strade di città, Albertino cominciò a passare il singolo Tocca qui all'interno del suo programma radiofonico. Così il rapper milanese ricorda quel momento: « Quando sentii Albertino che annunciava il mio pezzo, non ci credevo. Ascoltai tutto il brano, misi giù il panino e semplicemente me ne andai. » Nel 1994 esce l'album, Messa di vespiri, che contiene tra gli altri un pezzo dedicato alla marijuana: Ohi Maria. Con questa canzone il duo milanese si aggiudica l'anno successivo il premio "Un disco per l'estate". Sempre nel 1994 J-Ax, insieme al rapper Space One e al writer Raptuz TDK, dà vita allo Spaghetti Funk, collettivo di ritrovo per artisti hip hop milanesi. Nel 1996 esce l'album Così com'è, seguito dal tour Così come siamo in cui sono ospitati Lucio Dalla, Tosca e Francesco Guccini. Gli Articolo 31 si aggiudicano ben sei dischi di platino con questo album riuscendo a venderne 600.000 copie, cifra ragguardevole per il genere. Nel 1998, esce l'album Nessuno preceduto dal singolo La fidanzata, contenente un pregevole campionamento della voce di Natalino Otto. Nello stesso anno con questo singolo il rapper vinse gli MTV Europe Music Awards come Best Italian Act. Parallelamente all'uscita dell'album, J-Ax dà alle stampe il suo primo e unico libro, I pensieri di nessuno, una raccolta di pensieri in cui rivisita la sua vita ed i cambiamenti che il successo gli ha portato. Il libro, pubblicato nel 1998, non è stato oggetto di ristampe. Nel 1999 esce l'ultimo lavoro in stile hip-hop degli Articolo 31, Xché sì!, con collaborazioni di altri artisti, fra i quali il MC Kurtis Blow. In seguito, nel 2000, esce la raccolta Greatest Hits (Articolo 31), anticipata dal singolo inedito Volume e contenente anche l'altro inedito Così mi tieni. Nello stesso anno J-Ax e DJ Jad sono gli attori protagonisti del film Senza filtro, che vede coinvolti diversi personaggi dello spettacolo come DJ Albertino, Pizza (Radio 105), il loro produttore Franco Godi e molti altri. Nella pellicola, uscita nelle sale il 31 agosto 2000, si racconta la vita sociale che circonda i "ragazzi del quartiere" tra storie di vita che si intrecciano tra loro e i relativi sogni. Nel 2001 partecipa alla scrittura del brano Noi parte 2 con gli 883, cantato da Max Pezzali e dallo stesso J-Ax. Il brano venne pubblicato nell'album Uno in più degli 883 uscito nel 2001. Il 2002 segna la svolta rap rock degli Articolo 31, con l'uscita dell'album Domani smetto, trascinato dal singolo omonimo. L'anno successivo vede l'uscita di Italiano medio, anticipato dal singolo La mia ragazza mena e consolidando le nuove scelte artistiche. Nel 2004 esce il primo DVD del duo milanese, La riconquista del forum. Nel frattempo tra il 2003 e il 2004 J-Ax scrive al rapper e cantante statunitense Eamon il testo Solo, versione italiana del pezzo Fuck It (I Don't Want You Back), dello stesso Eamon. Il testo, però, è stato completamente rovesciato dall'originale, che conteneva volgarità come la frase "vaffanculo" ("fuck it"), già censurata nella versione originale. Nel 2006 J-Ax e DJ Jad decidono di dedicarsi a progetti solisti mettendo fine all'attività degli Articolo 31.

 

 

 


FIORELLA MANNOIA live tour estivo

 
  
Dopo il grande successo di pubblico nei teatri di Catania e Palermo, FIORELLA MANNOIA tonerà ad esibirsi dal vivo con due date stive del FIORELLA LIVE: venerdì 7 agosto sarà sul palco di Etna in Scena, a Zafferana etnea (CT) (ore 21.30) in collaborazione con il Comune di Zafferana, mentre sabato 8 sarà in concerto a Capo d’Orlando (ME) all’Arena Palafantozzi in Piazza Bontempo (ore 21.30), organizzato con Euphonya Management, in collaborazione con il Comune di capo d’Orlando.
 
Le mille sfumature della sua voce, le canzoni senza tempo, scritte per lei dai più grandi autori della scena musicale italiana, daranno emozioni agli spettatori anche nei mesi estivi, con questo eccezionale tour che toccherà tutta Italia e le principali città europee. Lo spettacolo prende spunto dall’ultimo lavoro discografico dell’artista, dal titolo “FIORELLA”, un’antologia uscita a ottobre dello scorso anno, contenente tantissimi successi della Mannoia e brani ripresi dal repertorio di altri artisti completamente rivisitati per l’occasione, con la collaborazione di cantanti come Adriano Celentano, Claudio Baglioni, Tiziano Ferro, Laura Pausini, Ivano Fossati e tanti altri.  Amici e colleghi di Fiorella, che hanno voluto così dare il loro contributo a un progetto che celebra in modo speciale i 60 anni dell’artista e i suoi 46 anni di carriera.
Questo doppio CD, ricco di collaborazioni eccezionali, che include il singolo “Le parole perdute”, 17 prestigiosi duetti con i più grandi nomi della musica italiana e il meglio del repertorio di Fiorella Mannoia, si è da subito rivelato un grande successo in classifica, ottenendo in tempo record il Disco di Platino.
“FIORELLA LIVE” rappresenta un omaggio dedicato a tutti coloro che da anni seguono un’artista che attraverso la musica fa sognare, emozionare, riflettere. Un abbraccio virtuale a tutto il suo pubblico, attraverso le canzoni che hanno accompagnato la sua brillante e inimitabile carriera.
 
G. RACITI
 

FRANCESCO DE GREGORI TAPPA ESTIVA DEL “VIVAVOCE TOUR” A ZAFFERANA ETNEA PER "ETNA IN SCENA 2015"


 
 


 
Continua il successo del “VIVAVOCE Tour” – oltre 50 date in tutta Italia - con cui FRANCESCO DE GREGORI presenta live “VIVAVOCE”, il doppio album certificato disco di platino dove rivisita con arrangiamenti inediti 28 tra i più importanti e significativi brani del suo repertorio.  L’artista si esibirà dal vivo DOMENICA 2 AGOSTO nell’Anfiteatro Falcone Borsellino di Zafferana Etnea (CT), ed è tra i protagonisti più prestigiosi di ETNA IN SCENA, la rassegna di spettacolo, musica, danza e cultura che per il terzo anno vede rinnovarsi la collaborazione tra il tra il Comune di Zafferana e “Musica e Suoni”. Sul palco sarà accompagnato dalla sua band formata da Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Paolo Giovenchi (chitarre), Lucio Bardi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Alessandro Arianti (hammond e piano), Stefano Parenti (batteria), Elena Cirillo (violino e cori), Giorgio Tebaldi (trombone), Giancarlo Romani (tromba) e Stefano Ribeca (sax).

LUIGI “GRECHI” DE GREGORI sarà special guest in occasione di questa data: i due fratelli duetteranno insieme sui brani “Il Bandito e il Campione” (la cui musica e il testo sono stati scritti dallo stesso Luigi) e “Senza Regole” (P. Giovenchi - L. Grechi) e saranno accompagnati sul palco da Paolo Giovenchi (chitarre), Lucio Bardi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Alessandro Arianti (hammond e piano), Stefano Parenti (batteria).

«Ho già condiviso il palco di Francesco nel 1989 nel tour “Miramare” - racconta Luigi - quando insieme al bluesman Francis Kuipers aprivamo i suoi concerti. Allora non avevo ancora scritto “Il Bandito e il Campione” e adesso sarà emozionante, per me che l'ho scritta, proporla al pubblico insieme a Francesco che l'ha portata al successo. E poi lo avrò accanto a suonare l'armonica in “Senza Regole”: l'ho sempre apprezzato con quello strumento che suona sin da ragazzo e che è quasi una “seconda” voce, per la naturalezza istintiva con cui la suona».

Prodotto da Guido Guglielminetti, “VIVAVOCE” (Caravan/Sony Music) contiene “Il futuro”, cover del brano “The future” di Leonard Cohen, che De Gregori ha riadattato in italiano e proposto spesso live nei suoi concerti, ora per la prima volta in una versione registrata in studio, e una versione de “La ragazza e la miniera”, arrangiata e realizzata da Ambrogio Sparagna con l’Orchestra Popolare Italiana. Il quarto singolo estratto dall’album (dopo “Alice”, in una nuova versione cantata in duetto con Ligabue, “La donna cannone”, in una nuova versione che vede la collaborazione di Nicola Piovani che ne ha arrangiato e diretto gli archi, e “Generale”), attualmente in rotazione radiofonica, è “LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE '68”, nella nuova versione contenuta in “VIVAVOCE”. L’album è disponibile nei negozi tradizionali (in una versione standard - doppio cd - e in una versione deluxe limitata e numerata - 4 vinili, doppio cd e booklet), in digital download e su tutte le piattaforme streaming.

 

lunedì 27 luglio 2015

Il MacS di Catania presenta "Sguardi eterni tra la terra e il cielo" di Ciro Palumbo al Castello di Schisò


Il MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) presenta Sguardi eterni tra la terra e il cielo, personale di Ciro Palumbo a cura di Alessandra Redaelli. Il vernissage si terrà venerdì 7 agosto, alle ore 21.00, al Castello di Schisò (Giardini Naxos), nuova e suggestiva sede espositiva del MacS, per concludersi giovedì 10 settembre.

 

Giuseppina Napoli, (Direttrice Macs) – “La mostra personale Sguardi eterni tra cielo e terra di Ciro Palumbo al Castello di Schisò di Giardini Naxos è il completamento e seguito della mostra che dal 28 Giugno 2015 ha sede al Castello Carlo V di Monopoli. Due preziosi luoghi scelti per accogliere un affascinante ed antico racconto le cui sinuose trame, ordite di arte e sentimento, giungono fino in Sicilia a Naxos, dove approdarono i Greci che ne fecero la prima colonia e dove oggi storia e mito si incontrano e trovano contemplazione nelle mura del Castello di Schisò, che diventano lo specchio delle storie figurate e degli eventi mitici di Palumbo, ne amplificano il senso e lo restituiscono con immediatezza al nostro contemporaneo. In questo Ciro è maestro, nel saper cogliere le memorie delle gesta, nel saperle rendere in efficaci metafore e nel sublimarle poi in colori brillanti, vibranti e sognanti. Il suo totale coinvolgimento con i soggetti, la cultura nel genere che ha acquisito, la sua instancabile voglia di trasmettere e comunicare, ne fanno un narratore ed un pittore dedito all'arte con la passione di chi ne ha fatto lo scopo ed il fine nella vita. Per queste sue qualità noi gli siamo grati, per riuscire a parlare a tutti, tramite le sue opere, di una mitologia che nel nostro frenetico contemporaneo non è scontato conoscere, ripercorrendo lo sviluppo della civiltà e del pensiero, coinvolgendoci nei suoi percorsi mentali ancorché di materia pittorica. A Ciro Palumbo siamo grati per aver eliminato le distanze riuscendo a farci riappropriare di un mito antico che appartiene a tutti noi”.


 

Uno stralcio dal testo critico di Alessandra Redaelli - “[…] Palumbo è un affabulatore, un cantastorie, qualche volta un giocoliere, qualche altra volta uno chef sopraffino che si diverte a mescolare gli ingredienti più assurdi, più impensabili, riuscendo a far scaturire dalla loro unione profumi e sapori sublimi. Il suoi dipinti potenti, ipnotici, capaci di intrappolare lo sguardo in una spirale infinita di stimoli percettivi, di catturarlo e sedurlo fino a farlo capitolare, sono come scatole cinesi, come sfide sottili. Il paesaggio è spazio e personaggio, anima capace di incarnare pensieri ed emozioni. Il cielo è come lo sguardo di Dio, limpido di gioia o fosco di collera. Il mare si alza in tempeste misteriose, in onde dalle creste affilate come coltelli, che sembrano poter tagliare in due la piccola imbarcazione che le solca impavida. La costa si fa di volta in volta tenero abbraccio, utero accogliente, rifugio del naufrago oppure quinta oscura dai mille nascondigli bui e fitti di minacce. La roccia è al tempo stesso natura selvaggia e lascito dell’uomo, un uomo forse passato di lì più di mille anni prima: resta del suo passaggio una porta, una finestra incerta, una presenza remota fantasmatica e inquieta. E poi c’è lui. L’eroe. Forse un dio, forse un semidio. E la sua presenza incombente fa vibrare l’aria rarefatta del dipinto. Può essere Prometeo accasciato su una roccia – la fronte virile corrugata in un’espressione di sconforto – affranto per l’uso sconsiderato che l’uomo ha fatto della conoscenza. Può essere Vulcano, possente e fiero, seduto come un re compiaciuto sul suo trono di pietra. Oppure è Polifemo, battuto, sì, ma non sconfitto, con l’occhio che, ancora, caparbio si fissa in quello dello spettatore attraversando la fascia che dovrebbe oscurarlo. O Ulisse, non più persona, ma portatore di pensieri, di sogni, di memorie e di esperienze. Figure possenti, scolpite in un marmo dalle tinte gelide, gli occhi ciechi della pietra a dichiarare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che di marmo si tratta, di materia dura, eterna e indissolubile. Ma non è così. Basta uno sguardo per capire che non è così. Ed è qui, in questa squisita ambiguità, che si gioca la magia di Palumbo. Perché al di là di ogni ragionevole dubbio è carne morbida, cedevole, sottilmente sensuale quella di Proserpina, stretta nell’abbraccio del suo rapitore. Così come è carne quella delle tre Grazie di Piccole estasi, dipinto di un erotismo languido, estenuante, a dispetto dei perfetti ovali dei visi e delle capigliature rubate alla statuaria classica. E con un pizzico di ironia è carne quella dell’Hermes che si gira di tre quarti, quasi sorpreso, mentre lo spettatore ne scopre le grazie liberate dal morbido panneggio. E carne, e anche emozione, addio, tristezza rispecchiata da un cielo crepuscolare, è quella di Amore e Psiche […]”.

domenica 26 luglio 2015

Inaugurata con successo Prima Luce di Stefania Orrù



Inaugurata con successo la mostra  Prima Luce, personale di Stefania Orrù a cura di Stefano Gagliardi e Alessandra Redaelli al Castello di Schisò (Giardini Naxos), nuova splendida sede espositiva del MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia), diretto da Giuseppina Napoli che per l’occasione ha ribadito: “È nella scelta di questo luogo suggestivo, ancora Cantiere Culturale, che il MacS avvalora la sua inclinazione al dinamismo ed al sodalizio culturale facendone un'ulteriore sede espositiva permanente e siamo lieti di inaugurare questo nuovo inizio con la Orrù, ancora di più perché è un'artista donna e di origini isolane. Giovane pittrice sarda,  la Orrù incarna con naturalezza nelle sue opere ed attraverso le tecniche che ha imparato quella congiunzione tra contemporaneo ed antico, quell'unione di turbamento, trepidazione e commozione dell'animo umano che in questo Castello, trascorso raccordo di civiltà e di storie dalla fascinosa atmosfera, è reso inviolabile. Così nella quasi sacralità di questo incontro di spazio e tempo, sensazioni ed immagini, il MacS riconferma il valore dell'arte, della cultura e della bellezza e Stefania Orrù con la mostra Prima Luce, ne diventa testimone”.

La cerimonia inaugurale è stata aperta da Sebastiano Paladino che a nome della famiglia proprietaria del Castello in oggetto ha ringraziato con gratitudine l’Ingegnere Sebastiano Di Prima e tutto il suo staff per aver reso possibile, con una certosina operazione di restauro, la rinascita dello storico Castello di Schisò divenuto residenza estiva del MacS.  Di seguito hanno presa la parola il Sindaco di Giardini Naxos, Pancrazio Lo Turco, che manifestando entusiasmo per il progetto, significativo in termini di promozione culturale e coinvolgimento turistico, si è congratulato con i soggetti coinvolti; l’Architetto Daniele Raneri  che ha curato il restauro e ha incuriosito i presenti con un breve intervento sulla storia del prestigioso sito.

“Io… penso ma mille volti, ognuno assorto e perso, ogni sguardo contiene la saggezza e l’ignoranza di qualsiasi essere che subisce e allo stesso tempo possiede il segreto di tutto”, ha sottolineato Stefania Orrù finemente introdotta da  Stefano Gagliardi e Alessandra Redaelli.

“La mostra “Prima Luce” – ha detto Stefano Gagliardi - è il farsi di una consapevolezza raggiunta, è la potenza di un “Io sono” che traspare in ogni sua opera. È un “io sono” silente e pacificato, saldato a un tempo presente, sempre meno ancorato al proprio passato e vissuto. È l’atto finale pittorico che segue quel processo di intima astrazione dove il distacco dal proprio io produce, attiva e perfeziona nuovi livelli (condizioni-momento) di acquisizione dell’essere. Le opere in mostra sono la rivelazione figurata del compiersi di una liberazione: il progressivo svincolarsi della veste-drappo, metaforicamente sentito come corpo altro. L’opera, “il grande nudo in piedi”, diventa l’atto finale di questa metaforica svestizione, simbolo quasi di un ritorno al proprio corpo primigenio: è l’emozione del corpo che incontra fuori da tutto il tempo, dentro tutto lo spazio la propria “prima luce” e, mentre ne viene attraversato, quel corpo si dichiara: io sono, eccomi”.

“Alla costante ricerca di risposte profonde – che significativamente rintraccia nel proprio volto in un autoritrarsi incessante e senza tregua  – l’artista è passata da una figurazione più delineata ad una graduale rarefazione della forma – ha sottolineato Alessandra Redaelli -. Se all’inizio erano volti, e soprattutto corpi, che si stagliavano con grazia classica su uno spazio vago non ancora definito, se negli ultimi tre anni il punto di vista si è ravvicinato in primi piani suggestivi come icone, dove la forma sembra sostanziarsi in coaguli di materia luminosa, oggi Stefania Orrù, sembra giunta ad una sintesi di questo complesso percorso. L’impasto ruvido, che l’artista doma e padroneggia con grazia e furore, si fa superficie scabra, erosa, improvvisa spaccatura, dislivello da saggiare con i polpastrelli, da scrutare così da vicino da appoggiare il viso alla tavola fino a sentirne l’odore, e poi, di colpo, si appiana in esplosioni luminose capaci di annichilirci. Ed è proprio in questa tecnica particolarissima, forse un po’ magica, che risiede il senso stesso della fascinazione del lavoro di Stefania Orrù, sospeso tra suggestioni antiche, memorie di affreschi corrosi dal tempo, ed emozioni così attuali da farci sussultare”. 

 

venerdì 24 luglio 2015

Il direttore d’orchestra Stefano Romani: “Don Giovanni” è una scalata fino alla fine

 
«Il “Don Giovanni” è un’opera impegnativa, molto difficile, con certi tranelli musicali particolari, in cui tutto deve funzionare: è una scalata fino alla fine, non c’è un momento in cui si possa allentare la tensione». Non ha dubbi sul suo prossimo lavoro Stefano Romani, il direttore che il 4 agosto alle 21.30 impugnerà la bacchetta per guidare l’Orchestra del Taormina Opera Festival per il debutto al Teatro Antico, che accoglierà una nuova messinscena del capolavoro musicato da Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. Un originalissimo allestimento, pensato e firmato dal grande regista e scenografo Enrico Castiglione, che si riconferma deus ex machina di importanti produzioni operistiche, acclamate a livello internazionale.
Dopo lo straordinario successo riscosso lo scorso 15 luglio con “Carmen”, tramessa in diretta mondovisione nei cinema, in un Teatro Antico tutto esaurito adesso è la volta del libertino Burlador, protagonista del melodramma “Il dissoluto punito o sia Don Giovanni”, inserito da Castiglione all'interno del Taormina Opera Festival, insieme all’eroina di Bizet e al “Barbiere di Siviglia” di Rossini, per formare una particolare “trilogia", dedicata alla città andalusa che è sullo sfondo di tutti e tre i soggetti.
Le altre repliche di “Don Giovanni” sono previste il 9 e il 12 agosto. Sul quel palco suggestivo, che si apre sullo Jonio e sul mitico vulcano Etna, si esibiranno il basso-baritono tedesco di origini greche Iconomou Panajotis nel ruolo del titolo, il basso Enrico Rinaldo (il Commendatore), il soprano Chiara Taigi (Donna Anna), il tenore Filippo Pina Castiglioni (Don Ottavio), il soprano Dafne (Donna Elvira), il basso Colin Noe (Leporello), il basso Daniele Piscopo (Masetto), il mezzosoprano Marina Ziatkova (Zerlina). Gli interpreti si ammanteranno dei nuovi costumi creati da Sonia Cammarata, che per l’occasione ha voluto ricreare le coloratissime atmosfere libertine settecentesche. Sul podio Stefano Romani, che dopo aver studiato, tra gli altri, con i maestri Descev e Pradella, ha intrapreso l’attività nei primi anni ’90 come direttore principale de “I filarmonici” di Rovigo. Anche a Taormina darà come sempre le spalle al pubblico, ma si rivolgerà verso quello scorcio di cielo e mare tra i più suggestivi al mondo…
Maestro Romani, è la prima volta che dirige al Teatro Antico?
«Sì, e sicuramente farlo in luogo così magico e coinvolgente sarà un momento molto importante della mia vita. Penso che quella sera non sarò solo sul podio, mi faranno compagnia tutti i personaggi del mito che hanno abitato queste coste, sin dalla primitiva scrittura di Omero».
Lei ha già lavorato con Enrico Castiglione: quale rapporto ha instaurato con questo prestigioso artista e scenografo?
«È la seconda volta che collaboriamo: insieme abbiamo debuttato a Skopje in Macedonia per la messa in scena “Adriana Lecouvreur” di Cilea, protagonista Giovanna Casolla. Castiglione ha la particolarità di iniettare giovinezza e freschezza in ogni allestimento che concepisce, pensando sempre a soluzioni particolari ed inedite. Non è un caso che riesca a proiettare tutto in mondovisione: il pubblico ha necessità di assaporare qualcosa di innovativo, ma che sia tradizionale al contempo».
Qual è la sua peculiare lettura del “Don Giovanni” di Mozart?
«Intendo dare risalto a quello che Mozart ha pensato nell’evidenziare le varie situazioni più movimentate ed interessanti, rispettando il più possibile il testo e le indicazioni musicali dettate dal sommo Salisburghese. Molti anni di attività accanto a grandi maestri - di vita e di musica, fra i quali ricordo il grande Peter Maag - mi hanno portato a capire quanto sia importante cercare un suono particolare che sicuramente, se ben interpretato, si attagli alla perfezione alle linee e alle caratteristiche di tutte le situazioni e di tutti i caratteri dei personaggi. Ritengo che Mozart sia stato quasi unico nel ricercare queste sfaccettature: insomma, affrontarlo non è facile e solo dopo approfonditi studi e significative esperienze musicali si può raggiungere una consapevolezza nell'esecuzione».
Il libertino Don Giovanni passa la vita a sedurre donne. L'elenco di quelle da lui conquistate nel girare il mondo è conservato da Leporello sul suo celeberrimo “catalogo”…. Scavando dentro questa superlativa partitura, cosa le piace evidenziare?
«Mi piace definire il “Don Giovanni” molto attuale: rispecchia molto la dissolutezza dei tempi moderni, ma il suo vibrato vitale, gioioso e allegro lo destinerà ad essere immortale».
«Questo è il fin di chi fa mal: e de' perfidi la morte alla vita è sempre ugual»: il “Don Giovanni” ci affascina anche per quel dilemma legato alle due “versioni”: la praghese e la viennese. Quale dei due finali predilige e quale verrà rappresentato al Teatro Antico?
«Senza dubbio si darà vita alla versione di Vienna, che trovo più completa. Chiudere con il sestetto, il momento affidato alla “morale”, mi sembra sia più adatto alla modernità, tempo di ansie e angosce particolari, di un’umanità che è costretta ad agire senza il senso del divino, che ha perso la direzione. È giusto, quindi, avvicinare il più possibile il pubblico al giudizio etico sul personaggio».
C’è una frase o un momento dell’opera che giudica emblematico e che, secondo lei, può riassumere il senso dell’intera creazione?
«Un momento che trovo veramente importante e capitale, non solo dell’opera in sé, ma anche della storia della lirica in generale, è il proprio il finale viennese, quasi catartico, quando Don Giovanni non risolve la contesa col Commendatore ma discende all’inferno in mezzo al coro delle anime dannate. Qui secondo me è racchiuso tutto il significato di questo capolavoro: la stupidità dell’uomo incontentabile, privo di umiltà che non riesce a piegarsi nemmeno di fronte alla morte».
Lei ha diretto titoli celeberrimi, tra i quali “Nabucco”, “Rigoletto”, “La traviata”, “Il trovatore”, “Il barbiere di Siviglia”, “Don Giovanni”, “Tosca”, “Madama Butterfly”, “La bohème”, “Carmen”. Come ha costruito il suo repertorio di elezione?
«Ovviamente, come si evince da questi capolavori, continuo ad eseguire opere appartenenti al grande repertorio tradizionale. A formare la storia della lirica sono queste partiture straordinarie, che in ogni luogo e in ogni tempo risultano immortali».