venerdì 25 agosto 2023

Emanuele Sorbello, zafferanese classe 2004, in corsa per il titolo di Mister Italia 2023

 

ZAFFERANA (g.c.) Emanuele Sorbello, zafferanese classe 2004, per la gioiosa esultanza dei propri concittadini e amici, è in corsa per il titolo di Mister Italia 2023 la cui finale, che vedrà gareggiare 40 ragazzi, si svolgerà domani (sabato 26 agosto) allo Stadio del Mare di Pescara. “Sono molto felice e divertito. Partecipare a questa finale è per me già una vittoria – dichiara Emanuele Sorbello (nella foto in basso di Rosario Cavallaro) -. Ho partecipato per gioco ed ecco questa inaspettata sorpresa. Sin da piccolo sono sempre stato attratto dai capelli e dal fascino che possono infondere e difatti aspiro a fare il parrucchiere per donna continuando a coltivare la mia grande passione per la musica e per la danza, sono un appassionato ballerino di danza latino americana. Tra i finalisti concorro col numero 33, incrociate le dita per me e, come diceva in grande scrittore russo, ricordiamoci sempre che la bellezza salverà il mondo”. Organizzato dal patron Claudio Marastoni, lo show sarà condotto da Jo Squillo con la presenza di Viola Valentino, Serena De Bari (“Amici”), Roberta Beta (“Grande Fratello”) e Andrea Della Cioppa (“Temptation Island”, “Uomini e Donne”). 





giovedì 24 agosto 2023

IL PROSSIMO 28 AGOSTO ETNA IN SCENA OSPITA “IMITOMANIA – PREMIO NAZIONALE “FRANCO ROSI” SUPERSPETTACOLO COMICO PER IMITATORI,.




L’ANFITEATRO FALCONE E BORSELLINO DI ZAFFERANA ETNEA IL PROSSIMO 28 AGOSTO ALLE ORE 20,30 OSPITERA’“IMITOMANIA – PREMIO NAZIONALE “FRANCO ROSI” (IL SUPERTELEGATTONE DI SORRISI E CANZONI TV) SUPERSPETTACOLO COMICO PER IMITATORI, ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE ALISEI

 

Dopo il successo dello spettacolo dedicato a Brigantony, Rosario Musumeci e Natale Di Giovanni con “Imitomania- Premio nazionale “Franco Rosi” di cui sono i registi e direttori artistici hanno voluto omaggiare un grande personaggio del mondo dello spettacolo, un imitatore fuoriclasse Franco Rosi (pseudonimo di Emilio Eros De Rosa) che deve il suo nome d’arte a Cino Tortorella( ex Mago Zurlì) col quale iniziò la sua carriera artistica . Rosi non fu solo imitatore , ma anche attore, cantante e trasformista, celebre per le imitazioni di Franco Franchi, Luciano Salce, Enrico Montesano, Fred Bongusto, Pupo, Mike Bongiorno e anche per la sua parodia del giornalista sportivo Adriano De Zan e per essere stata la voce di Oscar il super telegattone televisivo della Superclassifica show negli anni 80.Fortunatissima la sua collaborazione con Carmen Chiaro imitatrice sopraffina divenuta poi compagna sul palcoscenico e nella vita che è stata accanto a lui fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2019. Proprio Carmen Chiaro( canale 5) , con le sue mille voci sarà una delle protagoniste di questo spettacolo nel ricordo di Franco Rosi. Per lei come ha tante volte dichiarato alla stampa«Quello dell’imitatrice è un lavoro per nulla sempice. Devi prendere il tuo cuore e traslarlo nel corpo di un’altra persona. Devi calarti in lei in tutto. Io quando scelgo chi imitare, m i sento quella persona. Parlo anche nel privato come lei, mi movo come lei, mi atteggio e gesticolo come lei…..»Accanto a Carmen Chiaro ci sarà Gianni Saija showman, artista poliedrico che esordisce come cantante nel 1984, vincendo il Telegatto che gli è stato consegnato da Donatella Rettore e dallo stesso Franco Rosi. Una serata imperdibile con una lunga carrellata di artisti , imitatori, performer, cantanti: Alessia Caponnetto, figlia di Brigantony che riceverà una targa alla memoria del padre; la cantante e showgirl Jessica che si presenta da sola senza Seby per rendere omaggio alla grande Dalidà di cui darà un’interpretazione di grande effetto; Angela Tanzi sosia di Loredana Bertè che lascerà tutti a bocca aperta per l’eccezionale somiglianza. Non potevano mancare Pippo Barone attore e cabarettista amatissimo dal pubblico catanese e l’attore Totò Borgese, premiato per la sua interpretazione nel fillm”Malena” di Giuseppe Tornatore. Presente pure l’opinionista Maurizio Francesco Loritto. Uno spettacolo divertente, coinvolgente aperto a tutte le fasce d’età e alle famiglie che vogliono trascorrere momenti di serenità. Grazie al talento di tanti artisti sarà come vedere in carne e ossa e voce: Celentano , Mina, Anna Oxa, Laura Pausini , Zucchero, Vasco Rossi , Pino Daniele , Eros Ramazzotti, Giorgio Gaber e tanti altri. 

venerdì 18 agosto 2023

Oggi, venerdì 18 agosto, a Torre Archirafi, “Ricordi di un tempo”, mostra – spettacolo organizzata da SiciliAntica

 


Oggi, venerdì 18 agosto, alle 19:30, a Palazzo Vigo, a Torre Archirafi, frazione di Riposto, va in scena “Ricordi di un tempo”, mostra – spettacolo organizzata dall’associazione SiciliAntica con il patrocinio del Comune di Riposto.

 

Si aprirà con i versi scritti dal compianto Giuseppe Patanè la mostra spettacolo “Ricordi di un tempo”, in programma stasera 18 agosto, alle 19:30, a Palazzo Vigo, a Torre Archirafi, organizzata dall’associazione SiciliAntica Giarre Mascali Riposto, con il patrocinio del Comune di Riposto, per suggellare il  recente cambio di denominazione dell’associazione che tanto si sta impegnando per valorizzare la cultura del territorio.

Tema dell’evento: “Gli antichi mestieri e le tradizioni di un tempo”. Nel corso della serata, infatti, si potranno ammirare le artistiche coffe decorate dell’artigiana Lucia Leotta, in arte LIOLETTA – Sicily Bags, i ricami e la biancheria antica di Masina Pecorino, antichi oggetti e strumenti di lavoro concessi da Patrizia Prestipino.

In mostra anche: le foto del laboratorio FineArt di Giarre, che nasce dalla passione per la fotografia e la ricerca di Angelo Spina, le fotografie di Alfio Landro, fondatore del gruppo di fotografi “I love Etna &…” e una prestigiosa opera dell’artista dei colori, il Maestro Edoardo Puglisi, presente nel panorama artistico internazionale da oltre sessant'anni.

Nel corso dell’evento verrà presentato il coordinatore della sezione Giovani dell’associazione SiciliAntica, il Dott. Salvo Faro. Al centro della serata l’esibizione della Società di Danza Catania, diretta da Gaspare Leone, e lo spettacolo a cura dell’attore Gianni Sineri, “La Sicilia di ieri - U cuntu di Gianni Sineri”. Arricchirà la serata anche una coreografia di danza orientale, omaggio all’Etna, delle allieve dell’Accademia di Danze Orientali ed Indiane Tery al Kubra diretta da Sara Pappalardo.

Una serata in cui non mancheranno le emozioni amplificate dalla suggestiva cornice della monumentale residenza settecentesca di Palazzo Vigo, a Torre Archirafi.

“In qualità di Presidente di SiciliAntica di Giarre Mascali Riposto – dichiara Tiziana Patanè - ho voluto realizzare questa mostra - spettacolo per evocare, attraverso degli oggetti comuni usati un tempo, alcuni mestieri che ormai sono scomparsi, cancellati dall'industrializzazione e dalle nuove tecnologie. Questo racconto si completa con la mostra fotografica, grazie ai fotografi Angelo Spina ed Alfio Landro, ed un’importante opera del prestigioso artista catanese Edoardo Puglisi. L’evento sarà arricchito dal ballo della Società di Danza Catania e dall’Accademia Tery al Kubra, insieme allo spettacolo del M° Gianni Sineri che “cunta” la Sicilia di ieri, valorizzando  la nostra amata Terra  attraverso detti, miniminagghie e parole in disuso. Devo ringraziare l’assessore alla cultura del Comune di Riposto, Elisa Torrisi, - continua Tiziana Patanè - che tanto si è prodigata per questo evento e diventa ufficialmente, da oggi,  socia di SiciliAntica e il sindaco di Riposto, Davide Vasta, da subito disponibile ad accogliere le nostre iniziative.

Senza un passato non esiste futuro. Ecco perché è importante ricordare le nostre radici, la nostra storia, perché quello che siamo oggi è frutto del lavoro di ieri fatto di nostri antenati.” – conclude la Presidente di SiciliAntica.

 

 

giovedì 17 agosto 2023

“Il Gatto Figaro” di Grazia Calanna Si presenta sabato 19 agosto, nell’ambito della prestigiosa rassegna “Milo in Letteratura” a cura di Paolo Sessa

 


“Il Gatto Figaro” di Grazia Calanna, libro edito da Algra di Alfio Grasso, illustrato da Giovanna Marchese, è una favola ambientata tra il Parco dell’Etna e il Teatro “Bellini” di Catania che sabato 19 agosto (nello splendido terrazzino panoramico del Municipio, ore 19.30), sarà presentato nell’ambito della prestigiosa rassegna “Milo in Letteratura” a cura di Paolo Sessa, letture a cura di Mimì Scalia.

 

“L’idea di questo libro - dichiara l’autrice Grazia Calanna -, il mio primo per bambini, è nata nell'ambito di un laboratorio di scrittura creativa che ho condotto, con la maestra Giovanna Marchese, sensibile e fantasiosa illustratrice della storia, per gli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale “Giuseppe Fava” di Mascalucia. La storia, ambientata tra il Teatro Massimo Vicenzo Bellini di Catania e alcuni deliziosi siti del Parco dell'Etna, oltreché la musica, tira in ballo un pizzico di filosofia, scienza che notoriamente ricerca un ordine morale superiore, con l'auspicio di innescare nei più piccoli, con l'aiuto fondamentale dei più grandi, con i quali potranno condividere questa lettura, una riflessione utile alla crescita consapevole. Tutto ruota, o vorrebbe ruotare, intorno al fondamento della conoscenza: di se stessi, dell'altro, del mondo che abitiamo e del ‘modo’ in cui lo abitiamo, dell'ascolto, della diversità come tesoro inestimabile, del rispetto rigoroso della vita in ogni sua espressione. Il motto di Figaro? Il sapere è un super potere: più sai più sei imbattibile!  Perché una favola “reale”? Perché i luoghi di Figaro dalla Grotta del Gatto, al Teatro Bellini di Catania, alla Gritta dei Ladroni, alla magnifica Milo, come a tanti altri che scoprirete leggendo, sono reali e mi auguro possano essere visitati (anche con occhi nuovi per chi già li conosce) dai nostri piccoli lettori con i loro cari. Per concludere, oltreché Fabrizio Bernini per la deliziosa nota introduttiva, desideravo tanto fosse scritta da un poeta con la capacità connaturata di vedere al di là della superficialità del visibile, ringrazio l’editore Alfio Grasso e Rossella Grasso, curatrice della collana “Il bruco” che ci accoglie. Ringrazio tanto la maestra Giovanna Marchese che ha curato le bellissime illustrazioni a portata di bambino e Nino Federico per l’ideazione grafica del libro e della copertina”.

Le favole sono sempre state un modo per imparare leggendo, un risvolto del reale trasformato in simboli dove l’immaginazione lavora da sé, senza scoprire le carte di ciò che dentro di noi si muove già come percezione delle cose che ci stanno intorno e che viviamo quotidianamente nel percorso della nostra vita. Grazia Calanna ci presenta la storia del gatto Figaro, giovane cantante lirico che porta già impresso nel nome il famoso personaggio dell’opera rossiniana Il barbiere di Siviglia. E questo sarà infatti il suo destino, quello cioè di interpretare un ruolo che è dispensatore di aiuto e di saggezza, appoggiandosi all’altra sua grande passione, la filosofia. La vicenda si svolge tra il Parco dell’Etna e Catania, dove l’autrice vive e colloca abilmente le peripezie di Figaro che dovrà contrastare la gelosia di Nerone, un gatto insicuro di se stesso e pertanto intento all’eliminazione del rivale. Ma a rendere questa favola una piacevole avventura non è solo il contesto della storia, perché Grazia Calanna rende il tutto un vero e proprio gioco del sapere in modo piacevole, inserendo parole e luoghi che il lettore potrà scoprire, conoscere e imparare attraverso una serie di note esaustive che abbinano il godimento della lettura all’apprendimento più specifico”, leggiamo nella prefazione di Fabrizio Bernini. 

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Grazia Calanna, giornalista, dal 2001 scrive per le pagine culturali del quotidiano “La Sicilia” su cui cura la rubrica di poesia Ridenti e Fuggitivi. Con il periodico culturale che ha fondato e che dirige dal 2007, l’EstroVerso (www.lestroverso.it), cura #RadicePoesia (incontri letterari itineranti) e il Laboratorio di scrittura introspettiva e creativa per bambini “Poesia: l’universo in un verso”, proposto anche nell’ambito della Festa del Libro Zafferana Etnea (edizione 2023). È responsabile dell’Ufficio Stampa del MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) e della associazione culturale Mindart.

Formatore in Scrittura Professionale, Editing e Comunicazione didattica, ha insegnato al C.I.S. (Corso Italiano Scritto – Università degli Studi di Catania, Facoltà di Lettere e Filosofia) e al LAB.I.S. (Laboratorio Italiano Scritto - Università degli Studi di Catania). Con lo speciale-poesia “Nel verso giusto”, ha collaborato con la rivista “Elle”.

Cura la rassegna letteraria #TestiRiflessi nell’ambito del Festival internazionale #TeatriRiflessi, diretto da Dario D’Agata. Dal 2011, collabora con “Naxos Legge - Festival delle narrazioni, della lettura e del libro”, diretto da Fulvia Toscano.

Tra le pubblicazioni: Crono Silente (poesia, 2011, Prova d’Autore); La neve altrove di Giovanna Iorio (traduzioni in francese, 2017, Fara Editore); Poeti in Classe - 25 poesie per l’infanzia e non solo (poesia, antologia, 2017, Italic Pequod); Il Gatto Figaro (letteratura per l’infanzia, 2020, Algra), Cinque sensi per un albero (poesia, narrativa e arte, antologia, l’EstroVerso, 2020); Fissando in volto il gelo (poesia, antologia, 2023, Terra d’Ulivi edizioni); Chiamata contro le armi.3” (poesia, antologia, 2023, puntoacapo editrice); Contemporary Sicilian Poetry: A Multilingual Anthology con AA.VV. (poesia, antologia, 2023, Italica Press).

Giovanna Marchese, illustratrice, insegnante di scuola primaria presso il Circolo Didattico “Giuseppe Fava” di Mascalucia. Contralto dell’ex coro mascaluciese “Vincenzo Bellini”.



 

domenica 13 agosto 2023

MISERICORDIA DI ADRANO, LUOGO DI ACCOGLIENZA PER I PELLEGRINI DELLA VIA FABARIA

 


In occasione della stipula del protocollo di intesa tra l’associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia e il Comune di Adrano, è stata presentata negli scorsi giorni una nuova collaborazione anche con il Comitato Provinciale delle Misericordie di Catania ed in particolare con la Misericordia di Adrano. Ad intervenire alla conferenza di presentazione, oltre al governatore della locale Misericordia Pietro Branchina anche il Presidente Provinciale delle Misericordie Alfredo Distefano e il Consigliere del Consiglio dei Saggi Annalisa Schillaci. «Per noi è stato naturale - dice Branchina - aderire a questo progetto. Una delle opere di misericordia è appunto quella di “accogliere i pellegrini” e poterlo fare in un immobile confiscato alla criminalità organizzata, dove ha sede la nostra associazione, dà un valore aggiunto a queste belle occasioni di servizio».

 
La Misericordia di Adrano doterà la propria sede con alcuni letti che saranno messi a disposizione di chi cammina percorrendo l’antica via Fabaria. «Nella sede della Misericordia - afferma Annalisa Schillaci che tra l’altro è stata anche una pellegrina a Santiago de Compostela ed è volontaria della rete degli Hospitaleros Voluntarios - i camminatori potranno trovare un riparo per la notte, una doccia calda e la possibilità di cucinare un pasto grazie alla dotazione messa a disposizione delle Misericordia che ringrazio per aver accolto il mio invito a diventare “ospitale a donativo” ovvero una struttura non commerciale che accoglie i pellegrini ad offerta libera». L’iniziativa che in maniera sperimentale viene avviata ad Adrano, sarà proposta a tutte le Misericordie Siciliane che hanno sede lungo le vie tracciate, promosse e valorizzate dagli Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia.

 
Il Presidente dell’Associazione degli Amici dei Cammini Francigeni, Davide Comunale, ha ricordato come in occasione del cammino apripista del 2016 il gruppo sia stato accolto da alcuni volontari della Misericordia. «Poter contare sul prezioso apporto delle Misericordie nei vari paesi che attraversiamo, per noi vuol dire sapere che qualcuno si prende cura di noi e di chi camminerà lungo le vie Francigene. Ringrazio per l’accoglienza sempre calorosa e piena di abbracci».


La Via Fabaria è figlia di una ricerca di archeologia del paesaggio che ha messo insieme tratti di viabilità greco-romana e tratti attestati nel Medioevo, dalle fonti, dai siti mappati e dalle cartografie antiche. Percorre poco più di 300 chilometri tra le coste di Agrigento e le lave vulcaniche tra Maniace e Randazzo, porta nord dell’Etna, cambiando più volte scenari geografici e storici. Il percorso fa parte delle antiche vie Francigene di Sicilia, antiche strade percorse dai pellegrini che, da diversi angoli della Sicilia, nel medioevo, si recavano a Roma, Santiago de Compostela o in Terra Santa. Studiate, tracciate e valorizzate dall’Associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia possono rappresentare una reale occasione di sviluppo territoriale, sul modello di quanto è stato fatto, alla fine dello scorso secolo, in Spagna con il Cammino di  Santiago .

Milo (CT), successo di pubblico per l’omaggio a Battiato e Dalla. Premio al cavaliere Benanti. Cavallaro: “Ha dato tanto al territorio”.

 


Atmosfera emozionante, musica di qualità e grande successo di pubblico sono stati gli elementi che hanno caratterizzato l'evento tributo dedicato a due icone indimenticabili della musica italiana, Franco Battiato e Lucio Dalla, che avevano scelto Milo (CT) per acquistare casa. L'emozione e la gratitudine per il loro lascito artistico continuano ad appassionare e coinvolgere il pubblico. E per celebrare l'eredità musicale di questi due indimenticabili artisti, ieri sera, il Teatro Lucio Dalla di Milo, che ha registrato il tutto esaurito, è stato di nuovo il palcoscenico della serata evento a loro dedicata. Un concerto, atteso dal pubblico, organizzato dalla Pro Loco di Milo, con il patrocinio del Comune di Milo, dell'Assemblea Regionale Siciliana, dell'assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, e dell'Unpli, l'Unione Nazionale Pro Loco d'Italia. La serata, condotta con la consueta padronanza del palco e con l’inconfondibile garbo da Salvo La Rosa, ha visto Dolcenera, la cantautrice dal timbro vocale inconfondibile, attesa e indiscussa protagonista. La cantante e polistrumentista pugliese, ha dominato il palco iniziando il suo spettacolo cantando le sue canzoni più famose. Con il brano intimo ‘Mai Più Noi Due’ Dolcenera ha iniziato il viaggio musicale emozionante e coinvolgente attraverso il repertorio che l’ha consacrata come artista indiscussa del panorama italiano. Tra le canzoni più coinvolgenti ‘Com'è straordinaria la vita’ e ‘Siamo tutti là fuori’. E poi ancora le note di ‘Fino a Domani’ e ‘Ci vediamo a casa’ hanno risuonato nel teatro offrendo un grande spettacolo. Dolcenera ha regalato al pubblico una performance sincera e appassionata anche con ‘Amaremare’, canzone che ha catturato l'essenza della serata. Infine, interpretando alcuni tra i brani più amati e attesi dal pubblico, la cantautrice ha trasportato il pubblico in un mondo di emozioni profonde, ricordando l'amore e l'ispirazione che Lucio Dalla e Franco Battiato hanno portato nel mondo della musica. Tra le canzoni Interpretate: ‘Cuccuruccucu’, ‘Disperato erotico stomp’, ‘Bandiera bianca’, ‘La Cura’. Coinvolgenti anche le performance de “L’anno che verrà” e “Centro di gravità permanente”. 

 

Ad accompagnare Dolcenera, nella doppia veste di direttore d'orchestra e direttore artistico, è stato Daniel Zappa, con l'EthosOrchestra, una formazione composta da oltre trenta elementi. Anche i solisti Dharma e Simone Romano, due talentuosi cantautori prodotti dalla MeOSchool di Paolo Li Rosi, hanno incantato il pubblico con le loro esibizioni. Hanno acceso il pubblico con i grandi successi di Lucio Dalla come "Balla balla ballerino", “La sera dei miracoli”, “4 Marzo”, “Piazza grande” e l’immancabile “Caruso”, un omaggio ad una canzone immortale come l’arte del cantautore bolognese. Un tocco di vitalità e sfrontatezza è arrivato con il ritmo coinvolgente di "Attenti al lupo". L'energia contagiosa di questa canzone, eseguita con passione da Simone e Dharma, ha coinvolto un pubblico appassionato e partecipe. Le voci unite del coro hanno aggiunto un tocco di autenticità e tradizione alla serata, con l’intermezzo straordinario di ‘Stranizza d'amuri’. 

Ma il concerto tributo ha regalato anche la performance intensa e coinvolgente di ‘Gli uccelli’ e ‘Veni l'autunnu’ con la voce di Daniel Zappa che ha catturato l'essenza eterea di queste canzoni iconiche. Un omaggio sentito a Battiato e alla sua capacità di evocare immagini poetiche attraverso la musica. La serata ha vissuto un primo momento emozionante con l'esecuzione del brano ‘Ed io rinasco ancora’, ispirato da Franco Battiato, cantato dalla talentuosa cantante modicana Carmela Giannì, che ha aperto la serata. La manifestazione ha anche visto la partecipazione dei talentuosi ballerini professionisti Alexandra Smerando, Claudia Sciuti e Fabrizio Calanna, guidati dalla maestra e coreografa Erika Spagnolo. 

 

Una novità ha aggiunto ulteriore prestigio all'evento di quest'anno: la prima edizione del “Premio Caro amico…ti vengo a cercare”,  riconoscimento conferito a personalità di spicco che si sono distinte nel mondo per i risultati raggiunti nel proprio ambito di competenza. 

“Imprenditore illuminato, mecenate ed interprete lungimirante delle potenzialità del territorio, per il suo grande contributo allo sviluppo ed al successo della viticoltura milese ed etnea”, con questa motivazione il premio quest’anno è stato assegnato al cavaliere Giuseppe Benanti, scomparso lo scorso febbraio. L'imprenditore, attivo nel campo farmaceutico, mostrò un profondo interesse per la valorizzazione dei prodotti vitivinicoli dell'area vulcanica siciliana. Una passione che lo portò a fondare la propria azienda vinicola. A consegnare il premio alla moglie Carmen Benanti sono stati il presidente e il vicepresidente della Pro Loco di Milo, rispettivamente Alfredo Cavallaro e Giovanni Strano. “Ad un anno dall’installazione della statua di Battiato e Dalla nella cornice di piazza Belvedere, era d’obbligo continuare con questa esperienza e con questo evento. Il nostro obiettivo - ha commentato Cavallaro - è quello di ripeterlo ogni anno, facendolo diventare un appuntamento fisso. Accanto allo spettacolo musicale da quest’anno abbiamo istituito il ‘Premio Caro amico..ti vengo a cercare’ per premiate personalità che si sono distinte nel rappresentare l’Etna e Milo nel mondo. In questa edizione abbiamo premiato il Cavaliere Benanti, un uomo che ha dato tanto al nostro territorio e al comparto vitivinicolo”. Il presidente della Pro Loco ha espresso gratitudine e stima anche alla cantante Dolcenera. “La scelta di Dolcenera è stata vincente perché si tratta di una grande professionista, piena di talento ma anche umanità. L’estate milese – ha infine annunciato Cavallaro - non si conclude con la serata dedicata a Battiato e Dalla ma continuerà con tanti appuntamenti, tra cui l’imperdibile ViniMilo, in programma a partire dal 28 agosto”. 

giovedì 10 agosto 2023

Milo, domani torna il concerto tributo a Franco Battiato e Lucio Dalla. Protagonista della serata sarà Dolcenera.

 


Milo, domani torna il concerto tributo a Franco Battiato e Lucio Dalla. Protagonista della serata sarà Dolcenera.  

 

Ad un anno dall’installazione in piazza Belvedere della statua a grandezza naturale dedicata a Franco Battiato e Lucio Dalla, Milo torna a celebrare i due indimenticati artisti con un concerto evento. Domani, venerdì 11 agosto, alle ore 21, il teatro ‘Lucio Dalla’ di Milo tornerà ad ospitare il tributo a Franco Battiato e Lucio Dalla - Premio Caro amico…ti vengo a cercare, organizzato dalla Pro Loco di Milo, con il patrocinio del Comune di Milo, dell’Assemblea Regionale Siciliana, dell’assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, e dell’Unpli, Unione Nazionale Pro Loco d’Italia. “Per il secondo anno consecutivo proponiamo un concerto omaggio ai due grandi cantautori legati indissolubilmente a Milo – dichiara il presidente della Pro Loco di Milo, Alfredo Cavallaro – La statua che li ritrae in piazza Belvedere è stata meta di visitatori per tutto l’anno. Ciò significa che avevamo visto bene e che l’obiettivo è stato centrato. Anche il concerto dello scorso anno con Morgan è stato un grande successo, una serata emozionante caratterizzata dalla bella musica. Ma anche quest’anno – prosegue - avremo interpreti di spessore che riproporranno alcuni tra i brani più amati di Franco Battiato e Lucio Dalla. Sono sicuro che sarà un’altra serata emozionante”.  

 

La manifestazione, condotta da Salvo La Rosa, vedrà protagonista Dolcenera, cantautrice dal timbro vocale inconfondibile. Voce blues tra le più espressive del panorama musicale italiano, interpreterà brani di Battiato, come La cura e Centro di gravità permanente, e di Dalla, tra cui L’anno che verrà e Disperato erotico stomp. Ad accompagnarla sarà Daniel Zappa, nella doppia veste di direttore d’orchestra e direttore artistico, con l’EthosOrchestra, composta da oltre trenta elementi. Interpreteranno alcuni brani anche i solisti Dharma e Simone Romano, due cantautori prodotti dalla MeOSchool di Paolo Li Rosi. Il brano “Ed io rinasco ancora” della cantante modicana Carmela Giannì, ispirato da Franco Battiato, aprirà la serata. Sul palco si esibiranno anche Alexandra Smerando, Claudia Sciuti e Fabrizio Calanna, ballerini professionisti guidati dalla maestra e coreografa Erika Spagnolo. “Un concerto, un'idea, una memoria, un ricordo che continua a camminare per mantenere viva l’arte di due grandi artisti – commenta il direttore artistico Daniel Zappa – Siamo alla seconda edizione di un concerto all'insegna di brani indimenticabili di due artisti a tutto tondo, musicisti e cantautori, che con le loro canzoni hanno accompagnato più di una generazione, attraversando generi e stili. La loro arte, impregnata di contenuti dal fortissimo potere terapeutico va promossa e commemorata. I loro brani -prosegue -vanno oltre la superficie per farci rendere conto che ogni canzone che ascoltiamo parla alla nostra parte meno razionale, parla di noi. Per questo motivo vanno mantenute vive e proposte all’ascolto per creare dei veri momenti di illuminazione, di trascendenza. Attraverso la musica il ricordo prende forma. Condividere il palco con un'artista poliedrica come Dolcenera è una grande emozione. La mia orchestra - conclude Zappa - è pronta per accompagnare il pubblico in questo viaggio al di là del tempo e dello spazio in una cornice come quella di Milo dove quel "quid" insondabile di ispirazione prende forma”. Quest’anno la manifestazione si arricchisce di una novità, la prima edizione del Premio Caro amico…ti vengo a cercare. “Abbiamo deciso – prosegue Alfredo Cavallaro – di conferire un premio ad una eccellenza etnea. Così come Battiato e Dalla hanno rappresentato un’eccellenza nel panorama musicale, vogliamo premiare coloro che si sono distinti ciascuno nel proprio settore di competenza. Il nostro territorio – conclude - ha la fortuna di esprimere diversi nomi e noi vogliamo legarli a questa manifestazione dedicata a due grandi maestri”.  

 

 

Mistero bizantino. La verità sepolta di Anselmo Madeddu (Algra, 2023).




In tutte le librerie il nuovo libro di Anselmo Madeddu “Mistero bizantino. La verità sepolta”, pubblicato da Algra. La verità sepolta è il primo volume della trilogia Mistero bizantino.

Con questo romanzo – dichiara Anselmo Madeddu – ho voluto raccontare un’età oscura e misteriosa, eppure di enorme fascino, come quella bizantina. Ho cercato di dare una chiave di lettura, anche politica, alla figura di un imperatore dalla sorprendente modernità. Ho provato a far rivivere una civiltà straordinaria che, seppur cancellata dalla faccia della terra sin dalla caduta di Bisanzio nel lontano 1453, vive ancor oggi sommersa nell’anima e nella cultura di una gattopardiana Sicilia, il cui popolo, nonostante i secoli trascorsi, è rimasto ancor oggi profondamente bizantino”.

Il plot: Anno 1968, il giovane Totò Salinas trova in un antico palazzo di Ortigia un manoscritto con un inedito codice bizantino, occultato da sempre dalla Chiesa. Sotto l’apparente aspetto di un’agiografia, il documento smascherava una scomoda verità, facendo luce sull’oscuro assassinio dell’imperatore Costante II, vittima di uno strano complotto a Siracusa, dove aveva trasferito la capitale dell’impero per contrastare l’avanzata dell’Islam… Anno 668, il monaco Venanzio, l’autore del codice, sfuggito a un misterioso attentato a Bisanzio, giunge in Sicilia, ma il suo arrivo nel monastero di San Pietro ad Bajas dà vita a un’agghiacciante serie di delitti. Solo allora Venanzio comprende di essere finito, suo malgrado, al centro di un pericoloso intrigo internazionale, con arabi e bizantini che si contendono l’arma con la quale dominare il mondo: il fuoco greco! Non gli rimane che una sola possibilità per salvarsi: fuggire dal monastero e sventare il complotto… Anno 1968, Totò intanto si accorge che tutti quelli che, come lui, avevano letto il codice erano morti in circostanze molto misteriose…

dalla Premessa:

Costantinopoli e Sicilia 668. Dalle memorie di Venanzio emerge, così, il maestoso affresco storico di una Sicilia e di una Europa bizantina, in cui sembrano affondare le radici del secolare e attualissimo scontro tra Oriente e Occidente, tra l’Islam (di Mu’awiya) e il Cristianesimo (di Costante). Attraverso tre lunghe lettere, Venanzio da Canterbury racconta ai suoi committenti di essere stato inviato in missione da papa Vitaliano a Costantinopoli, dove però subisce un misterioso attentato. Salvato da un enigmatico monaco studita, fugge con questi in Sicilia presso il monastero siracusano di San Pietro ad Bajas. Ma il loro arrivo dà vita a una agghiacciante serie di delitti. Solo allora Venanzio ne scopre la vera sconvolgente identità e fugge dal monastero. Ma ormai, scambiato suo malgrado per una spia, Venanzio è finito al centro di un pericoloso intrigo internazionale, giocato tra Arabi, Bizantini e Longobardi, ed è costretto, per salvarsi, a consegnare all’imperatore Costante dei documenti che comprovavano un imminente colpo di stato ai suoi danni e la formula di una micidiale arma chimica, il fuoco liquido, l’arma contesa da Arabi e Bizantini perché chi l’avrebbe fabbricata per primo avrebbe dominato il Mondo! Per Venanzio, braccato dai servizi del contro spionaggio, comincia una autentica corsa contro il tempo, tra continui colpi di scena, finché un imprevisto finisce col complicare ogni cosa. Il finale della storia si preannuncia drammatico e imprevedibile, ma il racconto di Venanzio, oppresso dal dolore dei ricordi, si ferma lì. Il suo terribile segreto probabilmente rimane nascosto nella quarta e ultima lettera che il monaco di Canterbury sembra rifiutarsi di inviare ai suoi committenti siciliani…

Siracusa 1968. È il “Sessantotto”. Soffia il vento della rivoluzione. Ma per Totò Salinas, dall’assassinio di Costante a quello di Bob Kennedy il Mondo sembra non essere mai cambiato. E quel manoscritto finisce così col diventare per il giovane un documento rivoluzionario, il suo “Sessantotto”. Incuriosito, Totò affida lo studio dell’oscuro manoscritto a un anziano poliziotto archeologo, don Ciccio Magrì, e questi dà vita a una insolita indagine poliziesca verticale nel tempo alla ricerca dei moventi, dei mandanti e degli esecutori di uno dei più misteriosi delitti eccellenti della storia siciliana. Ma l’indagine del commissario è una storia sottovoce, affidata ai brevissimi incipit di capitoli appena abbozzati, che si intervallano col racconto portante del monaco Venanzio, senza mai disturbarlo. Capitoli che, nella loro voluta incompletezza, sembrano solo preludere a successivi intuibili sviluppi narrativi. Ne vien fuori una storia nella storia con un finale fascinosamente aperto. Ma prima è necessario scoprire il mistero di quella “verità sepolta” nell’ultima delle quattro lettere di Venanzio, che l’incendio di Sant’Andrea ha danneggiato. Un finale, dunque, che lascia chiaramente intravedere gli sviluppi del sequel al quale verrà affidato il terribile segreto di quella dannata… “Ultima Lettera”.

Un passo significativo dal libro:

3.      «…Dove Venanzio assiste alle corse dell’ippodromo e tiene una interessante conversazione con Teodoro Coloneo intorno ai motivi ch’indussero il basileo Costante a lasciar Bisanzio per trasferirne la capitale in Sicilia…»

 

Sabato, 22 luglio, ora terza, nell’anno di Nostro Signore 668

 

Dalla finestra della mia camera, che si affacciava sul porto di Kontoscolion, si scorgeva una striscia perpetua di mare abbagliante che smarriva il suo cammino nell’ultimo orizzonte ultramarino mescendo le sue acque alle brume dell’aurora. Era sabato 22 luglio. L’eparchos in persona ci aveva accompagnati la sera prima a uno dei più rinomati kapeleion della città. Si trattava della taverna di Psalide, dove cenammo con pezzi di carne di maiale e di agnello arrostiti allo spiedo, sedano, lattuga, pane di miglio e frutta con miele, e bevemmo del vino mescolato ad acqua calda e semi di finocchio. Nel kapeleion c’erano delle camere per gli ospiti, e lì passammo la notte per cinque follari di bronzo. Niceta s’era alzato presto, prima di me, e mi aspettava giù al piano terra.

“Ieri sera, durante la celebrazione dei misteri, hai notato quel monaco inginocchiato dietro di te?” mi chiese, quasi che quel pensiero l’avesse tormentato tutta la notte.

“No” risposi, “perché avrei dovuto notarlo?”.

“Perché è da ieri mattina che ci segue. Da quando siamo passati col carro da Studion. E stamattina era giù per la strada, che si aggirava nei pressi della taverna”.

“E allora?” chiesi. “Questa città è piena di tuniche nere. Perché dovrei preoccuparmi?”.

Niceta non rispose e rimase in silenzio a riflettere. Poi, turbato in viso, disse tra sé e sé:

“Eppure lo conosco. Ma dove l’ho visto?”.

Non diedi, allora, molta importanza alle parole di Niceta, anche perché, intanto, erano giunti Evandro ed Echeboli, i domestici che Teodoro Coloneo aveva inviato di buon mattino alla taverna affinché mi accompagnassero al Pretorio, ch’era la sede della Prefettura e dell’eparchos. Lì mi avrebbe aspettato Teodoro per invitarmi ad assistere ai giochi del Circo Massimo. Insieme all’inseparabile guida di Niceta, li seguii.

Il Pretorio sorgeva lungo la Mese, tra il Foro di Costantino e l’Augusteion, nell’antico Palazzo di Antioco, ed era il centro amministrativo, giudiziario e carcerario della città. Lo raggiungemmo rapidamente in carrozza. Teodoro Coloneo ci aspettava dinanzi l’atrio colonnato del palazzo.

“Buon giorno, nobile Venanzio”.

“Salute a voi, eparchos Teodoro”.

Notai che lo accompagnava un uomo più anziano di lui, dai tratti nobili e ben vestito.

“Il krita Doroteo vi saluta, ospite romano” mi disse quell’uomo presentandosi.

Risposi al saluto e seppi che si trattava del giudice più anziano del Pretorio. Era un uomo tenuto in gran conto dal prefetto. Seguito da Niceta, salii sulla carrozza prefettizia, insieme all’eparchos Teodoro e al patrizio Doroteo, e ci avviammo alla Mese in direzione del Foro Augusteo, che raggiungemmo in poco tempo. Lì, proprio di fronte al Milion, s’innalzava maestoso il prospetto maggiore dell’Ippodromo, che era costituito da un edificio, ornato di archi e colonne, che ospitava al suo interno diversi locali. E al centro di quello si apriva una porta d’ingresso, sormontata sull’archivolto centrale da un basamento turrito sopra il quale troneggiavano quattro possenti cavalli di bronzo. Sul lato dell’Ippodromo che guardava a oriente emergeva, tra il verde di eleganti giardini, il profilo austero del Palazzo Sacro, che sembrava quasi addossarsi alle mura del Circo Massimo. Fui colpito dalla luce dell’immensa fiaccola che era stata accesa all’ingresso dell’edificio. Seppi da Teodoro che quella face era il “fanion”, e che il praipositos l’aveva acceso il giorno prima per annunciare alla città l’inizio dei giochi. Vidi poi alcuni uomini portare, tra la folla, dei magnifici cavalli da corsa verso le scuderie, mentre altri ne controllavano lo stato.

“Che cosa stanno facendo” chiesi a Teodoro.

“Sono i rappresentanti dei demi” rispose l’eparchos. “Controllano che tutto sia a posto prima della corsa”.

“I demi?” chiesi ancora.

“Sì, i demi. Sono i quattro partiti di Costantinopoli: gli Azzurri, i Verdi, i Rossi e i Bianchi”.

“E in che cosa si distinguerebbero tra di loro questi partiti… oltre al colore?” chiesi curioso.

“Beh, diciamo pure che gli unici due partiti che contano veramente qui a Costantinopoli sono gli Azzurri e i Verdi. Gli altri due si sono da sempre alleati con quelli maggiori: i Bianchi stanno con gli Azzurri e i Rossi coi Verdi. Le loro differenze sono soprattutto politiche. Gli Azzurri tengono per l’aristocrazia e sono di fede ortodossa, mentre i Verdi sono più vicini al popolo e tendono alla fede monofisita. Durante i giochi gli Azzurri siedono alla destra del basileo e i Verdi a sinistra”.

 

SCHEDA LIBRO

Autore: Anselmo Madeddu, medico e scrittore, vive e lavora a Siracusa, dove è Presidente dell’Ordine dei Medici e dirigente della ASP. Docente di Epidemiologia e di Management Sanitario presso l’Università di Catania, si è occupato di ambiente e tumori, pubblicando numerosi articoli scientifici. Cultore di interessi storici e letterari, cura una rubrica di focus storici sul quotidiano “La Sicilia” e ha pubblicato diversi saggi, tra i quali La Peste del Sonno (1993), Vittorini da Robinson a Gulliver (1997), Ortigia tra il Mare e il Mito (2009), Il re nudo e i suoi fratelli (2015), Syrakosion (2021). Il romanzo La verità sepolta è il suo esordio nel settore narrativo e rappresenta il primo volume della trilogia Mistero bizantino.

Pubblicazione: luglio, 2023.

Categoria: Narrativa, Giallo e Thriller.

ISBN: 978-88-9341-676-4

Scheda libro: https://www.algraeditore.it/narrativa/mistero-bizantino-la-verita-sepolta/

Distribuzione: Libro Co. Italia srl - www.libroco.it

 

 


[TEATRO/PA] Palermo Non Scema Festival, mercoledì 9 agosto nell'isola pedonale dell'Agricantus si ascolterà in cuffia Carosone cantato da Enzo Carro

 


Sul palcoscenico del “Palermo non Scema Festival”, lo spazio all'aperto che il Teatro Agricantus di Palermo allestisce in via XX Settembre, nel tratto di strada compreso tra la via La Farina e piazza Goffredo Mameli, mercoledì 9 agosto, alle ore 21.30, torna “Zero Decibel – Musica in città”, lo spazio riservato ai concerti da fruire attraverso cuffie wireless, un espediente per tornare finalmente a poter ascoltare musica dal vivo all’aperto in pieno centro cittadino, rispettando i limiti di legge in materia di inquinamento acustico.

A fruire della tecnologia questa volta sarà il cantante e attore napoletano Enzo Carro per il suo concerto “Ho sognato Carosone” una simpatica “passeggiata cantata”  in onore del grande innovatore della canzone napoletana: Renato Carosone. Una selezione di canzoni sue (o da lui stupendamente portate al successo) per una serata piena di brio. Il tutto -
com’è nello stile di Enzo Carro - introdotto o inframmezzato da simpatici aneddoti storici-comici.

Autore, cantante, attore e musicista napoletano, da 40 anni Enzo Carro vive e lavora a Firenze dove, a causa della sua versatilità, è simpaticamente soprannominato il “Partenopeo e parte... fiorentino”. I suoi recital sono delle divertenti passeggiate canore attraverso i vicoli della sua città natale, per presentare ciò che la sua straordinaria Napoli ha donato al mondo: i bizzarri personaggi, la cultura teatrale, gli strumenti musicali, i grandi nomi che l'hanno resa famosa e tanto altro ancora. Ha insegnato canto, cabaret e varietà presso scuole e università.
Prima della pausa di Ferragosto, il Palermo Non Scema Festival vedrà in scena, giovedì 10 agosto “Non mi manca niente” con Clelia Cucco, terzo spettacolo della rassegna “Come dice lei”, un palco e due voci, la donna di ieri e la donna di oggi allo specchio. Venerdì 11 agosto, a seguire per la rassegna “Come dice lei”, lo spettacolo “La foto del turista”, che fa da sintesi tra la commedia e il teatro moderno e contemporaneo, un atto unico per gli attori Giovanna Criscuolo e Vincenzo Volo che coniuga felicemente il disegno comico con un’atmosfera intensa, che parla dell'incomunicabilità e della solitudine.

 

INFORMAZIONI

Biglietti “Un divano per amico”: settore A € 16, settore B € 14. La prevendita on line  - https://www.agricantus.cloud/ https://agricantus.organizzatori.18tickets.it/ https://www.tickettando.it/ - prevede l'aggiunta delle commissioni di Tickettando.
Teatro Agricantus: via XX Settembre 82a PalermoTeatro Agricantus
Biglietteria: via XX Settembre, 80 Palermo, tel. 091309636. Aperta martedì e mercoledì h 11-13.30 e h 17-20; da giovedì a sabato h 11-13.30 e h 18.30-22; domenica h 18.30-22

La bambina di nome Etna di Marinella Fiume (Algra, 2023). L’Etna raccontata ai ragazzi, un racconto avvincente, ricco di mistero e saggezza.

 


La trama.  Nonno Jan, un botanico pacifista olandese in fuga dalla sua patria per il rifiuto di prestare servizio militare allora obbligatorio, capita in un villaggio tra le pendici etnee e il mare Jonio dove si ferma, mette su famiglia e un’azienda florovivaistica. Quando nasce la sua prima nipotina le impone il nome di Etna, in omaggio all’Eden di pace e fecondità che ha trovato vivendo ai suoi piedi. A lei, divenuta una bambina di 10 anni circa e per rispondere alle sue domande scaturite dal perché del suo bizzarro nome, racconta tutto di questo straordinario “catasto magico”, illustrando, attraverso favole mitologiche e storie contemporanee, colte e popolari, l’origine del Vulcano, le eruzioni storiche, i terremoti, la natura del suolo fertile, i vigneti, i muretti a secco e gli antichi mestieri, la flora, la fauna, fino all’istituzione del Parco e all’inserimento nell’World Heritage List da parte dell’UNESCO. Davanti alle minacce che incombono sul Pianeta, solo dall’alleanza tra tutte le ragazze e i ragazzi del mondo può venire la salvezza.

Un passo dal libro.

Mi chiamo Etna e mio nonno è un olandese: Mi chiamo Etna, proprio così, lo giuro! Eppure tutti si stupiscono nel sentire il mio nome, pensano che io scherzi o che li prenda in giro, perché non si è mai sentito di una bambina battezzata con il nome di un Vulcano. E invece è proprio vero, è questo il mio nome all’anagrafe, il nome con cui fui battezzata dai miei genitori dieci anni fa, quando venni al mondo in un lindo e verde paesino siciliano situato in una pianura lambita dal mare Jonio ai piedi dell’Etna. Era stato mio nonno, il grande Jan, un botanico-genetista olandese, a scegliere il luogo nel corso delle sue peregrinazioni per il mondo alla ricerca di un posto pacifico dove il sole, il clima, l’abbondanza di acqua, la naturale fertilità del suolo potessero permettergli di coltivare anche all’aria aperta i suoi fiori: gli Hibiscus più belli e le Bouganvillee più varie del pianeta. Per i colori, le tonalità, le screziature, più belli di quelli della Florida, dove ogni anno i suoi fiori erano premiati per le varietà degli innesti in gara tra tutti i florovivaisti del mondo! Era fuggito dall’Olanda perché non aveva voluto fare il servizio militare, che allora era obbligatorio. A che gli sarebbe servito imparare a usare le armi se non voleva nemici da uccidere e guerre da fare? Non sono forse tutti uguali gli uomini e le donne del mondo a prescindere dal colore della pelle, dalla lingua, dalla cultura, dalla religione? Non sono forse tutti esseri umani? E non è forse la guerra quella che toglie loro l’umanità? Fece perdere le sue tracce, lo cercarono per un po’ e dopo lo dimenticarono. Non è che per questo lui non amasse la sua terra d’origine, ma non ci volle più tornare e si rifiutò per sempre di coltivare tulipani. Nella fuga si fermò qui perché rimase colpito dal paesaggio dominato sempre, dovunque ti girassi, dalla sagoma elegante del Vulcano, sempre fumante, ma nero d’estate e imbiancato di candida neve d’inverno. In primavera inoltrata, quando le nevi si scioglievano, le acque si ingrottavano nelle sciare e percorrevano sotterranee chilometri e chilometri fino a valle, dove spuntavano in forma di fiumi freddi come ghiaccio per sfociare a mare o in polle improvvise dall’aspetto di grosse caldaie che toglievano l’arsura ai terreni, agli uomini e alle bestie. E mentre nelle acque gelide crescevano gialli ranuncoli tipici dei climi nordici, intorno in superficie era tutto un fiorire di piante dei climi caldi come i papiri dei faraoni. Qui si fermò il mio grande nonno, in questo tratto pianeggiante di costa jonica con vista dell’Etna, vi si insediò, comprò un grande appezzamento di terreno e ci costruì una grande casa. Chiamò l’azienda “Isola del sole” perché questo è il nome della Sicilia, chiamata anche Trinacria, come simboleggia il suo emblema antichissimo e misterioso: la Triscele, che contiene la testa della Gorgone – una creatura mostruosa mitologica – cinta di saggi serpenti e le tre gambe piegate a formare una spirale, simbolo del cammino del sole lungo il cielo, mentre le ali indicano l’eterno scorrere del tempo e le spighe la fertilità della terra. Disse che qui gli uomini vivevano nella mitica età dell’oro e che qui aveva trovato i suoi “Tropici”, che questa era la “California d’Europa”.  Infatti, poco dopo aggiunse alle sue colture tradizionali una pianta esotica bellissima dai fiori dai mille colori e profumatissimi: la Plumeria, nota anche come pomelia o frangipane, appartenente alla famiglia delle Apocynaceae. Diceva che la Sicilia è uno dei pochissimi luoghi in Europa dove è possibile trovare questa pianta originaria dell’America tropicale, dal Messico al Venezuela, ai Caraibi e alle Hawaii: sono fatte con questi fiori le collane che ti mettono sul collo per darti il benvenuto appena arrivi lì. Ma in Sicilia la puoi trovare ai lati opposti dell’isola, a Palermo, il capoluogo, e a Riposto, cittadina che è il porto dell’Etna ed è denominata “Città delle pomelie”. Pare anzi – diceva – che la Plumeria sia stata portata in Sicilia, nel 1810, da tal Fiamingo, un armatore ripostese, e da lì sarebbe giunta per misteriose vie all’Orto botanico di Palermo che la coltivò e la diffuse in tutta la città della Conca d’Oro, fino a diventarne un simbolo. Nonno Jan mi portava a passeggiare d’inverno per le strade di queste città perché, se alzi gli occhi, vedi che tutti i balconi sono pieni di vasi di plumelie lasciati all’aria aperta estate e inverno e per proteggerne i fiori che ne nasceranno, nei rari giorni di freddo le cime si ricoprono con un guscio d’uovo. Diceva che questa è una terra miracolosa dove cresce di tutto perché è ai piedi del vulcano che nei secoli la lava era arrivata tante volte fino a lambire il mare e infatti spesso trovi scogli come le “Pietre Nere” di Giardini-Naxos, spiaggette di pietre e sabbia nere come quella di San Giovanni li Cuti, una piccola borgata marinara della città di Catania.

 

SCHEDA LIBRO

Autore: Marinella Fiume, nata a Noto (Sr), laureata in Lettere classiche all’Università di Catania, dottore di ricerca in Lingua e Letteratura italiana, è stata per due legislature Sindaca del Comune di Fiumefreddo di Sicilia (Ct), cittadina sulla costa jonico-etnea dove risiede. Impegnata sul fronte della cultura della legalità e dei diritti delle donne, tra le sue pubblicazioni: la cura di Siciliane Dizionario biografico (2006), Sicilia esoterica (2013), Di madre in figlia – Vita di una guaritrice di campagna (2014), La bolgia delle eretiche (2017), i racconti Ammagatrìci (2019), Le ciociare di Capizzi (2020).

Pubblicazione: giugno, 2023.

Categoria: Narrativa, Bambini e Ragazzi. 

ISBN: 978-88-9341-665-8

Scheda libro: https://www.algraeditore.it/narrativa/la-bambina-di-nome-etna-letna-raccontata-ai-ragazzi/

Distribuzione: Libro Co. Italia srl - www.libroco.it

Con la distilleria Russo Siciliano arriva “Cannolodrink” il cocktail dell’estate siciliana.

 


Voglia di Sicilia? Grazie alla Distilleria Russo Siciliano, da oggi, il cannolo si può anche bere. Arriva “Cannolodrink” il cocktail dell’estate siciliana.


La calda estate siciliana non incentiva la voglia di una buona grappa, un rosolio, un liquore, un amaro e men che meno del nostro iconico “Fuoco del Vulcano”.

Tuttavia abbiamo pensato che agosto è, per eccellenza, il mese delle vacanze, dei turisti, della voglia di viaggiare e sperimentare. Ecco perché ci è venuta in mente l’idea di sviluppare proprio un’esperienza sensoriale di puro piacere che avesse al centro un dolce tipicamente siciliano e un nostro prodotto.

In maniera quasi magica, e forse audace, si materializza l’idea del cannolo drink. La nostra responsabile commerciale, Anna Maugeri Russo, si è inventata un fine pasto, ma anche un cocktail piacevole a qualsiasi ora del giorno (e della notte) che, ovunque vi troviate, vi porterà in Sicilia.

La Sicilia del colore, dei profumi, dei sapori, della festa dei sensi.




Voglia di Sicilia ?
Finalmente gustare il dolce tipico dell'Isola più bella del mondo è  facilissimo, non solo da mangiare ma anche...da bere.
Ecco la nuova ed insolita trovata della storica Distilleria Russo Siciliano che, adagiata ai piedi dell'Etna e con lo sguardo rivolto al mare, è una perenne fucina di eccellenze.

Con un'idea davvero originale, la Distilleria Russo Siciliano, che dal 1870 delizia i suoi consumatori con i pregiati liquori e distillati più famosi di Sicilia, lancia, alla vigilia di un Ferragosto bollente, un modo diverso di degustare il dolce tipico dell'Isola.

La responsabile commerciale, Anna Maugeri Russo, ci racconta così “Bianconeve” e “Cannolodrink”: “Una candita crema di liquore alla ricotta, al cannolo siciliano, Bianconeve che, in abbinamento a Bacio d'amore, aroma spray alla cannella, vaniglia e cioccolato, aspira a cambiare la classica maniera di mangiare il dolce siciliano.

Così il cannolo, oggi, si può anche bere! E per gli amanti della mixology e dei drink?
Arriva anche l'iconico cocktail realizzato dal bartender di fama internazionale Mattia Cilia: “Cannolodrink”.
Con un neologismo simpatico che mixa insieme due parole apparentemente diverse, una inerente all'ambito della pasticceria classica (il cannolo) e l'altra appartenente al mondo della mixology (drink)
– continua Anna Maugeri Russo – la Distilleria Russo Siciliano continua quel binomio <<tradizione – innovazione>> che è la chiave del suo successo.

Con Cannolodrink la storica Distilleria siciliana si pone l'obiettivo di portare la tradizione siciliana fra i giovani, nella movida, veicolando contemporaneamente un messaggio, sempre attuale, di Amore per la tradizione e per le tipicità regionali.” – conclude la responsabile commerciale Anna Maugeri Russo.
La combinazione di Bianconeve + Bacio D'amore sembra un'idea deliziosa e creativa per offrire una nuova prospettiva di gusto.
La crema di liquore al cannolo siciliano di ricotta, Bianconeve, abbinata a Bacio d'amore,  l'Aroma spray che sa cannella, vaniglia e cioccolato, diventa un'esperienza gustosa cui non si può rinunciare.
La novità del cocktail Cannolodrink, poi, appare come un tocco affascinante per gli appassionati di mixology home made ma non soltanto.

Questo è il nostro dono di mezza estate, perché i regali non si fanno solo a Natale.

 

 

 

Ricetta Cannolodrink

 

Bianconeve, 30 ml

Vodka, 20 ml

Caffè Espresso, 30 ml

Sciroppo alla Vaniglia, 10 ml

Bacio d’Amore aroma spray

 

Preparazione

Inserire tutti gli ingredienti in uno shaker, colmare con ghiaccio e shakerare energicamente per 12 secondi.

Con il supporto di un colino versare in coppetta cocktail.

 

Garnish

Polvere di cannolo e una spruzzata di Bacio d’Amore

 

Buon cocktail!