venerdì 1 dicembre 2023

Successo per la prima edizione di “Abitare il tempo” Festival dell’autobiografia tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi, ideato e diretto da Lucia Caruso

 


Si è conclusa, suscitando enorme interesse, la prima edizione del Festival dell’autobiografia tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi, ideato e diretto da Lucia Caruso, organizzato, insieme, dalle associazioni L'Albero Filosofico (Catania) e Terre perse per ritrovarsi (Venezia) con il patrocino del Comune di Risposto (Ct).

 

“L’autobiografia - dichiara Lucia Caruso, presidente dell’associazione l’Albero Filosofico e ideatrice del Festival -, è uno strumento indispensabile nel processo umano della ricerca dei significati per collocarsi nel mondo. Qual è il potere della narrativa? Costruire, gestire, organizzare e ri-organizzare, trasformare le nostre esistenze per dar forma alla realtà. Memorie personali e memorie dei luoghi, laddove il potere della parola, il bene-dire, incontra la proustiana memoria involontaria in cui ritrovare la propria madalene, i paradisi perduti dell’infanzia privati dalla contingenza. Tra poesia, confessione e cinema, il racconto autobiografico acquisisce maggiore importanza dal punto di vista delle finalità formative per cogliere il potere taumaturgico della Parola e la sacralità della scrittura, favorendo processi di resilienza, ovvero quella capacità che ha l’individuo di reagire di fronte a forti traumi, perdite, cambiamenti spaesanti”.

 

All’evento hanno partecipato numerosi e illustri relatori provenienti da tutta Italia con interessanti interventi avviati dalla relazione “Le storie che curano” con Lucia Caruso e Alessandro Doria (Presidenti delle Associazioni L’Albero Filosofico e Terre perse per ritrovarsi).

Ricordiamo, nel corso delle tre giornate i momenti salienti del programma: “Bene-dire: il potere della parola”, workshop esperienziale di Green Mindfulness (meditazione itinerante a occhi aperti – nata nell’ambito dell’Ecopsicologia) e scrittura ispirata lungomare Pantano, con Marcella Danon; “Ciumma a mari, canti di tonnara e di pesca siciliani”, a cura del coro “Unica Vuci”, diretto da Simona Di Gregorio; “Il corpo come racconto di sé nella società telematica” con Massimo Vittorio; “Il confronto autobiografico come supporto nei casi di abbandono e perdita”, con Alessandro Doria; “Archeologia della memoria”, narrazioni a più voci, con significati e valori simbolici personali su figure letterarie ed esistenziali, a cura dei formatori autobiografici dell’Albero Filosofico (Federica Marcucci su “Autobiografia e memoria familiare”,  Alessio Muratore su “L’autobiografia all’interno di una struttura sanitaria”).

 

E, ancora, molto partecipati i momenti: “Ad un tratto il ricordo m’è apparso. Proust e la memoria involontaria” con Francesco Farinella; Autobiografia dell’acqua. Ripercorrere gli eventi in nome dell’altro” con Domenico Brancale; “Là dove ha inizio la fine del mondo. L’isola di Chiloè tra miti e leggende” con Anna Maria Caruso; “I luoghi dell’anima e l’anima dei luoghi” con Maria Liberti; “Antonia Pozzi. Narrazione poetica della vita interiore”, proiezione video poesie da “Poesia che mi guardi”, racconto biografico di A. Pozzi, con l’intervento della regista Marina Spada e, al termine della seconda giornata, “Le confessioni come genere letterario in Maria Zambrano” con Lucia Caruso.

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