Ambientato
nel secondo dopoguerra a Centuripe nasce quando, in seguito alle ricerche
storiche sul banditismo pubblicate dall'autore su Facebook, è stato contattato
dalla nuora di una delle protagoniste dei fatti.
Una storia vera,
tanto vera che dal pubblico qualcuno si alza e dice "Io c'ero! Me lo
ricordo quando i banditi bussavano alla nostra porta". Una storia ricca di
colpi di scena, di amore e di morte e che nasce da un incontro su un social
network... Parte da un fatto
realmente accaduto l'opera prima di Giuseppe Pelleriti, "Il colpo di
coda", edito da prova d’Autore, che è stato presentato alla Mondadori di
Catania. L'autore e lo scrittore Renato Pennisi hanno dialogato sviscerando
segreti e particolarità del romanzo che si svolge nel secondo dopoguerra a
Centuripe, nell'ennese, e il cui successo è già stato decretato dai
lettori. Pubblicato lo
scorso settembre è già alla seconda ristampa ed è apprezzato anche fuori dalla
regione nonostante la leggera cadenza dialettale che lo permea. "La lingua non
è stato un ostacolo - spiega l'autore - nonostante abbia usato il dialetto
tipico delle mie parti, le parole che il lettore settentrionale non conosce
vengono comprese grazie al contesto". La presentazione è
stata arricchita dall'interpretazione di tre attrici della Compagnia Liotru che
hanno messo in scena due parti fondamentali del libro: il ritorno di Angilu
dalla guerra e la nascita di Ciucciu Dottori (*). In molti a Centuripe
ricordano i fatti narrati ma lo spunto decisivo per la nascita del libro è
arrivato anche grazie a Facebook. Qui Pelleriti, che già cominciava a
interessarsi delle gesta del bandito, è stato contattato dalla nuora di una
delle protagoniste dei fatti: la fidanzata di uno dei carabinieri che
combattevano contro il bandito e i suoi sodali. "L'ho incontrata - spiega
Pelleriti - e mi ha raccontato tutto. Ho un po' romanzato il loro amore ma la
storia è vera".
La donna è
protagonista della parte più romantica del romanzo che oltre a offrire un
taglio poliziesco e corale, indulge anche nelle avventure vagamente licenziose
che Cicciu Dottori intrattiene con le sue diverse amanti. Un romanzo
variegato e che offre numerosi punti di vista su un periodo storico da cui è
cominciata la storia del Paese di oggi. "Durante la
lettura del brano del libro - ha detto durante la presentazione Alfredo
Risiglione, 81 anni, di Centuripe, che ricordava perfettamente gli incontri coi
banditi -mi sono ritrovato indietro negli anni. Per me tutto quello che è stato
detto è scritto nella lavagnetta della mia memoria. A quei tempi il problema
principale era la fame e ogni tanto girare indietro la testa e vedere da dove
veniamo è importante”.
(*) Brano nascita Cicciu Dottori
In paìsi lo
conoscevano in molti e si diceva avesse la coda.
La prima ad
accorgersi di quel difetto alla nascita fu la
mammana che,
nel prenderlo ed avvolgerlo nell’asciugamano,
notò una
protuberanza che usciva proprio all’altezza del coccige.
La zia del
picciriddo, che assisteva al parto della sorella, si
accorse che
in quel momento la mammana si era irrigidita:
mosse
impercettibilmente la testa e aggrottò la fronte. La
mammana capì
la domanda silenziosa: Chi fu? C’è
qualcosa di
strano? Perché ti sei attisata? Quella, in risposta, si morse il
labro
inferiore e le schiacciò l’occhio: te
lo dico dopo. Voleva
che la matre
si riprendesse un po’, prima di parlarne.
Nella stanza
accanto il patre e gli altri parenti, in attesa,
avevano
sentito il pianto del nascituro, ma la porta ancora non si
apriva.
«Il
picciriddo c’ha la coda» disse alla puerpera mentre teneva
il figghio sul so petto.
Giuseppe
Pelleriti nasce nel
1963 a Milano da genitori siciliani emigrati i quali, sentito il richiamo della
madre terra, rientrano dopo appena qualche anno, permettendo così all’autore di
vivere in Sicilia sin già dalla prima infanzia. Seppur intraprende studi
di natura tecnica, l’interesse per la storia, la letteratura e la narrativa
cresce sempre più fino a diventare una vera e propria passione travolgente. Oggi è consulente
d’impresa e vive a Centuripe, un paese in provincia di Enna arroccato su uno
dei monti dell’entroterra siciliano da dove ama creare la trama dei suoi
racconti.
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